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La mappatura della Liguria
con le famiglie di 'Ndrangheta
e le radici di Cosa Nostra.
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Quella realtà di Diano Marina
che vorrebbe oscurare i fatti,
oscurando noi. Tutta la storia.
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Le cementificazioni hanno un
prezzo come la mancata messa
in sicurezza del territorio
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La messa in sicurezza latita,
la bonifica è lontana e qualcuno
vuole anche riaprire la Discarica.
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Quando dicemmo e scrivemmo che Maria Grazia LAGANA' non poteva essere estranea alla gestione illegale della ASL di Locri, ci ricoprirono di insulti. I primi a farlo furono quelli di “AmmazzateciTutti” il cosiddetto movimento antimafia “spontaneo” che in realtà erano i giovani della “Margherita”. Ci si accusava di lesa maestà, ops meglio dire “lesa omertà”, visto che quello che avveniva nella ASL di Locri, lo sapevano tutti, soprattutto a Locri, in tutta la Piana di Gioia Tauro... in tutta la Calabria. La LAGANA' era il Vice-Direttore Sanitario e Responsabile del Personale di quella ASL, controllata sino al midollo dalla 'Ndrangheta. Prima di lei, rais di quella ASL era suo padre. Con lei era Francesco FORTUGNO, il politico ma anche primario del Pronto Soccorso di quella ASL, che poi sarà ucciso in un agguato “politico-mafioso”....
Sono andati dal “nonno” (sic) e mo so finiti dove dovevano: in carcere!
La nuova operazione della DDA di Reggio Calabria, nell'ambito dell'indagine REALE (quella che aveva anche già portato all'arresto a casa FOTIA a Savona), dimostra che non ci può (e non ci deve) essere scampo per alcuno dei vermi 'ndranghetisti e le loro reti di protezione. Donne, familiari vari, sodali e servi dei parassiti mafiosi, custodi e curatori delle loro latitanze, così come dei loro affari, possono e devono essere colpiti senza tregua e senza sconti. La rete dei PELLE è stata colpita tra la provincia di Reggio Calabria ed il Piemonte, che si conferma terra colonizzata.
Ora aspettiamo che i restanti vermi mafiosi, con i "loro" beni e le "loro" reti di società, prestanome, complici ed affari, che si annidano nella grande colonia che comprende Liguria, Piemonte e provincia di Pavia, vengano stroncate, schiacciate, defintivamente, a partire dalla rete che fa capo al boss Carmelo "Nino" GULLACE.
Ecco il testo integrale dell'Ordinanza di Custodia Cautelare eseguite, a carico dei sodali della cosca PELLE: leggi qui (formato .pdf)
Tutti tacciono, noi no. La misura è colma. Anziché isolare chi ha contatti (accertati) con la 'ndrangheta li si fa Cavalieri al Merito della Repubblica. Ecco il caso in questione:
Rosario Monteleone, nel 2005 incassò l'appoggio della 'ndrangheta per le elezioni regionali. Molteplici furono gli incontri presso il negozio di GANGEMI ed al bar vicino! Poi ebbe dallo stesso gruppo facente capo al boss GANGEMI un bel pacchetto di tessere per vincere il congresso di partito. Poi non mantenne la “parola” data agli 'ndranghetisti che quindi lo consideravano un traditore, ribattezzandolo in senso dispregiativo “il lardone”. Alle ultime elezioni regionali è stato ricandidato. Ha cercato di “ricucire” il rapporto con gli 'ndranghetisti, come certificato dalle più recenti indagini del ROS (nell'immagine un estratto del loro rapporto alla Dda). La "spaghettata" che proponeva per fare la pace ed incassare i voti non convince il GANGEMI e gli altri componenti del “locale” della 'Ndrangheta di Genova. Monteleone viene rieletto in Regione, nella coalizione di Burlando (la stessa appoggiata fortemente anche da un altro affiliato della 'ndrangheta, a quanto risulta dagli Atti, alias Vincenzo “Enzo” MOIO)...
E' una storia che inizia quando ancora c'era la "lira". Ed è una storia che inizia seguendo Gioacchino PIROMALLI, classe 1940. Ancora una volta è dal grande "casato" della Piana di Gioia Tauro che tutto inizia, sale al nord, supera i confini nazionali. E' con gli uomini della 'ndrangheta insediati al nord, nati al nord, collegati alla cosca dei DE STAFANO, che si sviluppa. E' un intreccio di interessi, mafiosi e faccendieri che vengono iscritti nel registro degli indagati, a Reggio Calabria, nel 1999. E' una storia che ha radici "genovesi", con quel Romolo GIRARDELLI, e la vicenda del Salvatore FAZZALARI, da Taurianova al capoluogo ligure. Una storia che ci riporta, con il Vincenzo FAZZARI alle cosche dei PIROMALLI e dei MAMMOLITI, ben note a Genova e Liguria (con i FAMELI, GULLACE-RASO-ALBANESE, MAMONE)... ma che passa quindi dagli AVIGNONE (con il FAZZALARI), anche questi ben radicatisi in questa terra. Storie che si intrecciano e si sviluppano in quei territori liguri che, come abbiamo sempre detto, hanno visto la "colonizzazione" mafiosa progredire passo dopo passo, dall'estremo ponente ligure a Genova ed oltre, passando da piccoli ai grandi Comuni. Storie che la DDA di Reggio Calabria traccia e che la DDA genovese ignora, o, quanto meno, non se ne occupa. Fatti e personaggi che rappresentano anche uno spaccato di quella "alleanza" tra 'Ndrangheta e Cosa Nostra che per troppi anni si è voluto ignorare e che, così, ha garantito, al Nord, un rafforzarsi di entrambe le organizzazioni mafiose. Oggi, qui, ne raccontiamo la storia...
Ebbene sì, dopo gli esponenti di PDL, PD, IDV, UDC, qualche pezzo della sinistra e persino di liste "civiche" locali, saliti alla ribalta per i contatti e patti con gli uomini della 'ndrangheta, anche la LEGA NORD entra nella graduatoria con quello che fu addirittura Sottosegretario di quel passato governo Berlusconi-Bossi che tanto sventolava la bandiera della lotta alle mafie...
Tralasciando la cronologia degli esposti e delle segnalazioni che abbiamo prodotto in merito alFAMELI e la sua ciurma, partiamo da quello che segnalavamo in data 3 agosto 2010... in poche parole: "il marito dell'avvocato Claudia MARSALA (civilista di FAMELI) è un agente... Pierluigi STENDARDO, considerato il "figlioccio" del FAMELI. Lo STENDARDO avrebbe un ruolo di rilievo nell'ambito dei tentativi di agevolazione del FAMELI oltre che essere, con la stessa MARSALA, in contatto con il coll. RICCIO."
Tale rapporto con lo STENDARDO e la MARSALA (imparentati con il coll. RICCIO) sono confermati dall'Ordinanza a carico del FAMELI e ciurma. Così come altri... così come praticamente tutti i rilievi che avevamo mosso sia pubblicamente sia nelle denunce, a partire dalle società estere e dalla rete di prestanome e collaboratori nelle attività illecite. Si parla anche dei rapporti tra il FAMELI ed il Procuratore Vincenzo SCOLASTICO (voci che erano già emerse e che trovano ora un riscontro nelle intercettazioni e negli Atti dell'inchiesta). Si palesa il ruolo attivo e compartecipe dell'avv. Giovanni RICCO (legale comune al gruppo del GULLACE ed a quello dei FOTIA) che avevamo inidicato con chiarezza alla Procura [l'Avv. Giovanni RICCO è stato sentito in qualità di persona informata sui fatti]. Vi è poi la conferma del legame del FAMELI con Carmelo GULLACE ed i suoi uomini, visto che nei fatti indicati in Ordinanza vi sono il cugino Antonio PRONESTI' ed il Fabrizio ACCAME. Ma come detto andiamo con ordine...
Gli abbiamo puntato i riflettori addosso. Lo abbiamo indicato per quello che è. Lo abbiamo denunciato nel dettaglio per i suoi contatti con l'altro potente boss della zona GULLACE "Nino" Carmelo , a capo della cosca GULLACE-RASO-ALBANESE nel nord-ovest d'Italia. Abbiamo ricostruito molteplici dei suoi legami d affari che da Loano arrivavano in Brasile dove avevano sede le ultime "creature" societarie ed ai conti esteri che gli facevano da forziere. Abbiamo messo tutto nero su bianco. Lo abbiamo portato in Procura a Savona. Lo abbiamo consegnato al Prefetto. In parte, ovviamente, lo avevamo stampato in volantini distribuiti davanti a quella "sua" villa lungo la Aurelia a Loano...
Il consigliere regionale del Pd Giancarlo Manti, dopo l'articolo con le sue dichiarazioni a "Il Fatto Quotidiano" manda una smentita dove dichiara che: " mai è emerso in riunioni ufficiali e comunque io personalmente non ne ho mai parlato col Presidente Burlando o con altri dirigenti regionali del PD".
L'AZIENDA
CHE HA
RESISTITO
ALLA
'NDRANGHETA,
DENUNCIANDO,
COSTRETTA
ALLA
CHIUSURA
PER LE
OMISSIONI
DEL COMUNE
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Tra sinistra,
'ndrangheta,
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SIAMO DI NUOVO
OPERATIVI ONLINE
(IN ESILIO DIGITALE)
Dal 29 dicembre si è
lavorato sodo per
salvare i dati e portare il
sito in sicurezza all'estero.
Abbiamo cercato, già che
si doveva operare sul sito,
di rinnovarlo e migliorarlo.
Ci sono ancora alcune cose
da sistemare e lo faremo
nei prossimi giorni.
Ma intanto si riparte!
Andiamo avanti.
f.to i banditi
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"PEDOFILIA
E OMERTA'
Savona,
chi sapeva ed
ed taciuto su don
Nello Giraudo?"
con documenti
dell'inchiesta su
don Nello Giraudo
e documenti interni
della Chiesa
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