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La mappatura della Liguria
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Ma come, questa ditta tanto "apprezzata" nel ponente ligure, che dopo l'interdizione antimafia della Prefettura (tre misure in totale!), aveva vinto un bel appaltino dal Comune di Ventimiglia (vedi qui), è finita come doveva finire, ovvero sotto sequestro? Si, grazie al lavoro della Guardia di Finanza e della DIA di Genova...
Il boss Giovanni INGRASCIOTTA che ricordiamo aveva vantato il suo supporto elettorale all'Eugenio MINASSO (ex An ora Pdl), suggellato anche da una bella foto insieme anche al Michele PELLEGRINO, è ormai sulla via del tramonto. Chissà come la prenderà il suo "amico" Matteo MESSINA DENARO.
Qualche mese fa lo incrociammo, per puro caso, a Genova. Era l'8 luglio 2011. Si era in Piazza della Vittoria, dal bar XO'. INGRASCIOTTA arriva con un altro soggetto, entra nel bar, poi esce, riconosce il Presidente della Casa della Legalità che era seduto ad un tavolo, lo saluta con estrema cordialità, e si siede ad un tavolino con il suo accompagnatore. Poco dopo una telefonata di INGRASCIOTTA li raggiunge un ragazzo. Quindi parlando di diverse cose. INGRASCIOTTA parla di qualcuno per cui ha "organizzato delle cene". Il ragazzo giovane ringrazia "Giovanni" per essersi "messo a disposizione". Sempre il giovane parla del fatto che "i Consiglieri Comunali creano solo problemi". Poi illustra la possibilità e volontà di aprire un ristorante. Parla di affari a Montecarlo... dice: "si sta allargando, suite...", ridono ed INGRASCIOTTA dice "quello volevo sapere". Il giovane continua dicendo che ha chiesto informazioni ad amici che non hanno soldi ma che possono avere prestiti... L'uomo che è arrivato con INGRASCIOTTA nel proseguo della discussione afferma che però bisogna stare attenti per non avere dei problemi, con un ristorante che poi magari non rende, ed il giovane afferma che il ristorante sarebbe un bel business. L'INGRASCIOTTA dice: "se è un ristorante bello la gente" "... in Liguria..." e viene interrotto dal giovane che dice: "in Liguria non c'è." e l'INGRASCIOTTA dice: "bene..." e poi aggiunge che devono rivedersi.
Ovviamente noi di tutto ciò, e di qualche altro dettaglio, non abbiamo fatto altro che informare chi di dovere, ed ora, crediamo, di poterlo raccontare senza più problemi.
Ma lasciamo questo occasionale incrociarsi ed involontarissimo 'ascolto' dei loro discorsi, e torniamo alla notizia del giorno, ovvero il sequestro della COFFEE TIME...
Pubblichiamo integralmente (in formato PDF) il Comunicato Stampa ufficiale della DIA, ma anche, di seguito, un pochino di storia dell'ingrassatore e della COFFEE TIME, così che si abbia un quadro adeguatamente chiaro. E cogliamo l'occasione per ringraziare della costante azione di concreto contrasto alle mafie che il Centro Operativo DIA di Genova continua a portare avanti.
Agli Atti risulta che: "In Sanremo si è altresì insediato l'ex collaboratore di giustizia Giovanni INGRASCIOTTA, già titolare della COFFEE TIME SANREMO SRL"..., già denunciato con Giovanni TAGLIAMENTO per concussione in concorso ex art. 317 c.p., nonché per tentata estorsione aggravata ex art. 7 Legge n. 203/91 nei confronti della ditta concorrente "D.D.S SPA" di Imperia. Dalle risultanze investigative è emerso che INGRASCIOTTA, all'atto delle minacce, per intimorire ulteriormente i concorrenti, abbia vantato la sua contiguità con MATTEO MESSINA DANARO".
Nei confronti della società COFFEE TIME... è stata adottata misura interdittiva antimafia..."
In merito ai provvedimenti interdittivi, si legge che: "Nel settembre 2010 l'ufficio antimafia della Prefettura ha emesso una informativa interdittiva tipica nei confronti della COFFEE TIME SANREMO SRL facente capo a Giovanni INGRASCIOTTA, ritenuto elemento di spicco della criminalità locale, legato sia a Giovanni TAGLIAMENTO che ai PELLEGRINO. INGRASCIOTTA, pregiudicato legato anche alla mafia siciliana, risulta dichiaratamente vicino al latitante MATTEO MESSINA DENARO ed in stretto collegamento con esponenti della 'ndrangheta operanti sul territorio.
La richiesta di informativa antimafia era stata formulata dalla ASL 1 IMPERIESE per la concessione di un servizio di distribuzione automatica di bevande calde/fredde e prodotti alimentari preconfezionati.
A seguito del provvedimento interdittivo prefettizio Giovanni INGRASCIOTTA ha, dapprima, nominato amministratore unico della società, cedendo successivamente la titolarità dell'azienda alla figlia.
Nel dicembre 2010, all'esito di una richiesta di revisione del provvedimento ostativo formulata dalla COFFEE TIME questo ufficio ha emesso un ulteriore provvedimento interdittivo tipico, che tiene conto, tra l'altro, del mantenimento di legami tra Giovanni INGRASCIOTTA e la società anche in considerazione del rapporto di parentela e della coabitazione della figlia con entrambi i genitori.
Infine, nell'aprile 2011 - sollecitata nuovamente dalla ditta interessata - che nel frattempo aveva ancora una volta modificato il proprio assetto societario (l'amministratore unico è divenuto anche il solo proprietario) - la Prefettura ha emanato una informativa interdittiva atipica..."
AGGIORNAMENTO ALLE 19:30
INGRASCIOTTA dice che lui è uscito dall'azienda, ma allora cosa ci faceva nell'azienda? E poi come mai, se lui è uscito dall'azienda, è lui che risponde per l'azienda? Su... non siamo mica tutti stupidi, e INGRASCIOTTA dovrebbe evitare di pensare che i cittadini siano fessi. Qualcuno che ci può cascare magari lo trova anche, così come qualcuno che dia eco alle sue esternazioni, ma con noi, l'INGRASCIOTTA casca proprio male. Quindi non si permetta di dire che il sequestro della COFFEE TIME è un sequestro "abusivamente" perchè è non solo a norma di legge, ma anche sacrosanto in base alle norme antimafia. Il ricorso al TAR che aveva interrotto l'effetto dell'interdizione prefettizia era conseguente al fatto che era stato cambiato (fittiziamente, come scritto chiaramente negli Atti ufficiali) l'assetto societario, così da far decadere di fatto il provvedimento interdittivo. L'abuso d'ufficio che INGRASCIOTTA sostiene essere stato commesso dalla Prefettura non esiste, perché infatti la nuova interdizione adottata era proprio fondata sull'intestazione fittizia, così come anche l'ultima e terza interdizione era divenuta "atipica", visto che non vi era più, formalmente, nessun componente della famiglia INGRASCIOTTA nella compagine societaria. Il fatto che nonostante la COFFEE TIME avesse una compagine societaria diversa, senza gli INGRASCIOTTA formalmente indicati, ma che fosse di fatto sempre facente capo a Giovanni INGRASCIOTTA è stato dimostrato secondo le norme di Legge dalla DIA e vagliato dal GIP del Tribunale competente (giudice terzo, rispetto alla Procura). Inoltre, come abbiamo già sottolineato, come mai se nulla c'entra INGRASCIOTTA con l'azienda è proprio lui che fa le conferenze stampa e contesta il provvedimento?
Detto questo ci aspettiamo qualche risposta dal "politico" che INGRASCIOTTA ha indicato come colui che gli forniva i documenti relativi alla ASL e che dovrebbe anche essere un "suo" testimone, ovvero Franco BONELLO del PD. INGRASCIOTTA lo tira in ballo e lui tace? Noi abbiamo posto a Franco BONELLO, attraverso facebook, questa domanda: "il boss Giovanni INGRASCIOTTA ha dichiarato che i documenti relativi alla questione dell'appalto ASL li ha avuti dal "politico" Franco BONELLO. Poi aggiunge, sempre l'INGRASCIOTTA che sempre "Franco BONELLO" è un "suo testimone", indicando un appalto pilotato a favore della DDS che, proprio perché aveva avuto la sicurezza di vincere l'appalto, era stata acquisita in parte dal marito di un magistrato. Queste dichiarazioni corrispondo al vero?"
L'AZIENDA
CHE HA
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SIAMO DI NUOVO
OPERATIVI ONLINE
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Dal 29 dicembre si è
lavorato sodo per
salvare i dati e portare il
sito in sicurezza all'estero.
Abbiamo cercato, già che
si doveva operare sul sito,
di rinnovarlo e migliorarlo.
Ci sono ancora alcune cose
da sistemare e lo faremo
nei prossimi giorni.
Ma intanto si riparte!
Andiamo avanti.
f.to i banditi
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E OMERTA'
Savona,
chi sapeva ed
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Nello Giraudo?"
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