Abbiamo già chiesto l'intervento del Prefetto, quando qualcuno ventilava sgomberi, ma visto che la questione sta ulteriormente degenerando, come nostra abitudine portiamo il tutto in campo aperto.
A Reggio Calabria non c'è un canile pubblico. O meglio, in estrema sintesi: un struttura costruita appositamente dal Comune c'è dal 2006 (inaugurata nel 2008), ed è il Canile di Mortara che è però rimasto (inspiegabilmente) chiuso, mentre l'unica struttura pubblica aperta è quella di Taurianova, gestita dalla società “HAPPY DOG di FAVA Francesco SNC” oggetto di INTEDIZIONE ANTIMAFIA.
I volontari dell'Onlus “Dacci una zampa” hanno (con coraggio e determinazione) deciso quindi di garantire la funzionalità di quella struttura pubblica di Mortara che rimaneva chiusa, senza chiedere un euro, gratuitamente. Per farlo, vista l'indifferenza del Comune, hanno occupato la struttura di Mortara, l'hanno sistemata ed aperta, sollecitando il Comune di Reggio Calabria a muoversi.
Ma qualcuno della macchina burocratica comunale preferisce gli interdetti ai volontari... per la gioia degli 'ndraghetisti che non vogliono mollare nemmeno la gestione del canile, che per loro sono soldi e ulteriore segno di potere...
Nel 2009 il Prefetto di Reggio Calabria inviava un provvedimento interdittivo antimafia alla Commissione Straordinaria del Comune di Taurianova (la cui amministrazione, retta dall'ex Sindaco BIASI Rocco, fu sciolta per condizionamento ed infiltrazione della 'ndrangheta – stessa sorte anche della successiva amministrazione) in merito alla “HAPPY DOG di FAVA Francesco SNC”. Nel 2010 la medesima società “HAPPY DOG di FAVA Francesco SNC” vedeva recapitare al Comune di Reggio Calabria – Settore Politiche Sociali, identico provvedimento interdittivo antimafia.
La “HAPPY DOG di FAVA Francesco SNC” si era aggiudicata la gestione del Canile di Taurianova (unico per tutta la provincia e con Convenzione anche con il Comune di Reggio Calabria) vincendo la gara – come unica partecipante – indetta dal Comune di Taurianova il 23/11/2009, per un importo di 70 mila euro. Il 10/12/2009 la “HAPPY DOG di FAVA Francesco SNC” si vedeva aggiudicare provvisoriamente l'appalto di gestione del canile.
Nell'Intedittiva del 2009 si legge: “Sono emerse significative relazioni tra l'amministratore della società in oggetto e persona già sottoposta a misura di prevenzione, condannata per associazione di tipo mafioso e appartenente a cosca mafiosa, acclarate dalla presenza della moglie in seno alla società nella qualità di socia, dalle frequentazioni e dalla notata presenza della stessa persona controindicata all'interno dell'azienda. Inoltre alcuni soci sono legati da vincoli di parentela con persona gravata da pregiudizi penali, ritenuta gravitare nell'ambito di influenza di cosca mafiosa. Si evidenzia altresì che pure altro socio, parente dell'Amministratore, ha comunanza di interessi economici con persona inserita in un contesto familiare orbitante nella medesima consorteria mafiosa".
I giudici del TAR di Reggio Calabria, che hanno respinto il ricorso contro le interdittive promosso dalla “HAPPY DOG di FAVA Francesco SNC”, ulteriormente precisano: “Deve premettersi che all'epoca dell'adozione delle informative la compagine societaria era composta da Fava Francesco, Amministratore unico, e dai soci Rositano Angela, Rositano Barbara e Fava Vincenzo.
Dagli atti sottesi alle informative oggetto del presente giudizio, ed in particolare dal rapporto del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, emergono le seguenti circostanze:
- Fava Francesco è stato più volte visto in compagnia di Rositano Renato (salvo il periodo in cui quest'ultimo era detenuto), addirittura all'interno del canile di proprietà della società ricorrente. La presenza del Rositano veniva giustificata con l'intenzione di assumerlo come dipendente della società stessa; Rositano Renato è stato condannato, con sentenza passata in giudicato, alla pena di sette anni di reclusione per associazione mafiosa oltre ad essere stato indagato per diversi e gravi reati (omicidio, rapina, estorsione, associazione a delinquere), ed è ritenuto appartenente alla cosca "Fazzalari-Zagari-Viola". In passato la moglie di Rositano Renato, Spataro Carmela, è stata socia della società ricorrente.
- Rositano Angela (cognata di Fava Francesco) e Rositano Barbara sono figlie di Rositano Antonio, soggetto ritenuto gravitare nell'ambito di influenza della cosca "Fazzalari-Zagari-Viola"; inoltre sono nipoti del predetto Rositano Renato, nonché di Rositano Sebastano, anch'egli ritenuto appartenente alla cosca "Fazzalari-Zagari-Viola".
- Fava Vincenzo (nipote di Fava Francesco) risulta socio accomandante della società "FZ Stampa Idee di Zagari Lucia", della quale è socia accomandataria Zagari Lucia, sorella dei fratelli Zagari Pasquale e Giuseppe, sorvegliati speciali e segnalati per gravi reati (violazione della legge sugli stupefacenti, omicidio, estorsione, associazione di tipo mafioso, evasione, associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti) nonché sorella di Zagari Rocco, segnalato per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione, omicidio e associazione di tipo mafioso. Tutti i germani Zagari sono ritenuti appartenenti alla cosca "Fazzalari-Zagari-Viola".
Il FAVA Francesco, come prassi per le società oggetto di misura interdittiva antimafia, tenta di aggirare il provvedimento prefettizio del 2009 con modifiche dell'assetto societario. Il 24 marzo 2010 con atto notarile FAVA Vincenzo, ROSITANO Angela e ROSITANO Barbara, cedevano le quote allo stesso FAVA Francesco che diventava così “socio unico” della “HAPPY DOG di FAVA Francesco SNC”. La Prefettura (così come il TAR) non ci casca ed il giochetto del cambio di assetto societario (che ha buon gioco quando Prefetture e Tar non sono molto esperti del modus operandi della 'ndrangheta) alla “HAPPY DOG di FAVA Francesco SNC” non riesce. Anzi, la Prefettura i 7 febbraio 2012 emetteva nuova informativa antimafia con carattere intedittivo segnalando, come ricorda anche il TAR, che “la cessione delle quote non sia stata sufficiente ai fini della interruzione delle relazioni con il contesto di riferimento da parte dell'impresa ricorrente”.
A Reggio Calabria, ora, dopo lo scioglimento dell'amministrazione del Comune per infiltrazione e condizionamento della 'ndrangheta, c'è la Commissione Straordinaria nominata dalla Prefettura che gestisce l'Ente, ma la macchina burocratica è la stessa che gestiva il Comune con la passata gestione piegata dalla 'ndrangheta.
La Dirigente del Settore Ambiente del Comune di Reggio Calabria ora anziché dare un affidamento provvisorio del Canile comunale di Mortara (realizzato nel 2008 ma chiuso anche dal 2008) ai volontari dell'Onlus “Dacci una zampa” (che hanno occupato e sistemato gli spazi, operando GRATIS), vuole rinnovare la convenzione con la gestione del Canile di Taurianova, quella della “HAPPY DOG di FAVA Francesco SNC”, cioè la società interdetta. Tutto normale? Ci pare proprio di no... Ed allora vediamo chi è questa Dirigente del Settore Ambiente...
Si tratta dell'Avv. STRACUZZA Carmela e per conoscerla meglio passiamo ad un altro documento ufficiale (come piace a noi, e speriamo che piaccia anche alla triade di Commissari che gestisce il Comune di Reggio Calabria). Si tratta della Relazione della Commissione di Accesso al Comune di Reggio Calabria che ha condotto il Ministro dell'Interno di allora, Annamaria Cancellieri, a chiedere ed ottenere lo scioglimento dell'amministrazione per condizionamento e infiltrazione della 'ndrangheta.
La STRACUZZA è in quella Relazione ampiamente citata perché prima del Commissariamento del Comune di Reggio Calabria era la DIRIGENTE DEL SETTORE POLITICHE SOCIALI (sì, proprio quello che ricevette nel 2010 l'intedittiva antimafia relativa alla “HAPPY DOG di FAVA Francesco SNC” che gestiva il Canile di Taurianova). Ed allora leggiamo insieme [la Relazione integrale è disponibile qui – formato .pdf]:
Il Settore Politiche Sociali è diretto dal dirigente Avv. Carmela Stracuzza.
[…]
Il Settore, in ragione della rilevanza delle funzioni svolte, assorbe una notevole quota delle risorse finanziarie a disposizione dell'Ente.
Ne è testimonianza il fatto che, nel periodo gennaio 2011 - febbraio 2012, risultano impegnati, con determinazioni dirigenziali dell'Avv. Stracuzza, ben Euro 10.468.000,00 a fronte dei Euro 56.546.863,00 complessivamente impegnati dall'Ente nel periodo.
L'incidenza registrata è, pertanto, pari al 18,51%.
Alla luce della rilevanza delle risorse finanziarie gestite dal Settore, la criminalità organizzata locale ha dimostrato, nel tempo, di nutrire forti interessi nello specifico comparto.
Come si legge nell'ultima Relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia del dicembre 2011 (pag. 107), nell'ambito reggino "si è individuato il particolare interesse manifestato dalle organizzazioni criminali al mondo delle associazioni no-profit, in realtà strumentalizzate per la realizzazione di cospicui guadagni realizzati attraverso l'accaparramento di risorse pubbliche ".
Recenti indagini giudiziarie effettuate dalle forze dell'ordine, infatti, hanno , evidenziato come alcune famiglie criminali, attraverso la costituzione di associazioni o cooperative, spesso intestate ad anonimi prestanomi, abbiano ricevuto l'affidamento di alcuni servizi di carattere sociale finanziati dall'Ente.
Ancor più inquietante, la circostanza che, i casi individuati, abbiano avuto ad oggetto lo svolgimento di funzioni assistenziali rivolte ai ragazzi (nel caso di specie, la gestione dei centri ricreativi estivi per minori (CRES) e dei centri ricreativi balneari per minori (CEM) del Comune di Reggio Calabria per il periodo 16 giugno 2008- 31 luglio 2008).
Si richiamano, in merito, gli elementi raccolti dalla Direzione Distrettuale Antimafia nel corso del procedimento penale nr. 259/06 RGNR DDA (operazione convenzionalmente denominata "ALTA TENSIONE") e compendiati dal GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal nell'ottobre del 2010 (nr. 5702/09 RG GIP DDA e Nr. 119/09 R.O.C.C.).
Il Giudice così si esprime:
"Particolare rilievo nella ricostruzione dell'attività del gruppo di soggetti monitorati dall'inchiesta presentano le operazioni volte ad infiltrare l'azione dell'amministrazione pubblica al fine di inserirsi nel circuito degli appalti e delle concessioni gestiti dagli enti pubblici, in particolare dal Comune.
Si tratta con evidenza di un settore di notevole rilievo in quanto dante accesso a provvidenze pubbliche anche notevoli, da erogarsi a fronte dello svolgimento di attività economiche o comunque di realizzazioni imprenditoriali; ed è un settore in cui i soggetti gravitanti nel circuito associativo descritto entrano naturalmente col proprio bagaglio di tecniche operative, lontano tanto dal paradigma dell'efficienza amministrativa quanto da quello della libera concorrenza, rendendosi necessario che l'attività dei pubblici poteri chiamati a gestire queste attività economiche ai confini col pubblico sia condizionata in termini tali da favorire l'associazione e le imprese che di questa costituiscano l'emanazione o che alla stessa si appoggino."
Ed ancora:
"[ ...] Costoro, per il tramite di associazioni a loro riconducibili, e perciò indirettamente, e sempre valendosi della possibilità di appianare qualunque difficoltà di tipo amministrativo, gestionale o personale grazie al ricorso ai consueti e generalmente temuti punti di riferimento in ambito associativo (CARIDI Bruno, CARIDI Santo, BORGHETTO Eugenio), conseguivano il risultato di aggiudicarsi la gestione di alcuni di detti centri, aggirando en souplesse anche alcuni dei del disciplinare licenziato dal Settore Politiche Sociali del Comune di Reggio Calabria."
Infine:
"L'intero meccanismo, poi, è chiarissimo nella sua finalizzazione, apparendo evidente che il ricorso a più associazioni aventi attività simili, la cui reale titolarità - in ossequio alla costante attività di dissimulazione ampiamente illustrata nella parte concernente le intestazioni fittizie - consente di celare l'effettiva riconducibilità del tutto ai soggetti inseriti nel circuito delinquenziale in osservazione, e particolarmente ai suoi vertici."
Come evidenziato dall'Autorità Giudiziaria, l'interesse della criminalità organizzata nell'intercettare i flussi di finanziamento che coinvolgono il Settore in parola, risulta agevolato dalla particolare facilità con la quale è possibile, nei fatti, gestire associazioni o cooperative sociali per il tramite di soggetti prestanome.
Tali forme di organizzazione sociale, peraltro, in ragione della loro snella struttura organizzati va, si prestano agevolmente agli appetiti criminali delle cosche di 'ndrangheta atteso che, in questo senso, l'unico elemento di trasparenza verso l'esterno è dato dal nominativo del legale rappresentante.
Quest'ultimo, nella quasi totalità dei casi, risulta immune da pregiudizi penali o di polizia.
Tuttavia, proprio le indagini sopra richiamate hanno evidenziato come sovente, il vero potere gestorio in tali associazioni sia riservato a soggetti di ben diverso spessore criminale.
Un dato che induce alla riflessione è senza dubbio l'alto indice di associati gravati ti da precedenti penali (e/o di polizia) di carattere associativo, anche di stampo mafioso, presenti all'interno delle associazioni o delle cooperative destinatarie di affidamenti da parte del Comune di Reggio Calabria.”
E la Relazione della Commissione di Accesso sul Settore in allora gestito dalla STRACUZZA va ancora avanti, entrando nel merito di alcune assegnazioni, eventi ed attentati...
“Si richiamano, in merito, gli esiti degli approfondimenti effettuati dal Gruppo di supporto i quali, in estrema sintesi, hanno evidenziato che all'interno delle seguenti associazioni, beneficiarie di affidamenti da parte dell'Ente, si registra la presenza di soggetti vicini ad ambiti criminali (...):
> "LIBERO NOCERA SOCIETÀ COOPERATIVA"
(destinataria di nr. 4 affidamenti - ...):
- tra i dipendenti della Cooperativa risulta l'ex consigliere PLUTINO (sociolavoratore dal 1997) già tratto in arresto in data 21 dicembre 2011 nell'ambito dell'operazione di polizia denominata Alta Tensione 2 in quanto sospettato di appartenere ad associazione di stampo mafioso;
- nr. 11 dipendenti risultano avere pregiudizi di polizia (tra essi si segnala il sig. TALE' Sebastiano, denunciato per associazione a delinquere finalizzata alla detenzione, produzione e spaccio di sostanze stupefacenti).
> "CONSORZIO SANITEL GE.ASS."
(destinataria di nr. 3 affidamenti – ...) :
- Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione è SCOPELLITI Domenica, moglie di CACCAMO Antonino (già tratto in arresto per associazione mafiosa e trasferimento fraudolento di beni), di cui si dirà in seguito;
A "COOPERATIVA ITACA"
(destinataria di nr: 2 affidamenti - ...):
- il socio fondatore CRUCITTI Albina Carmela è coniugata con LEMBO Rosario, già arrestato per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti;
- il socio fondatore SERRAINO Domenico risulta appartenere alla nota famiglia mafiosa a capo dell'omonima cosca di 'ndrangheta;
> "ASSOCIAZIONE 360°"
(destinataria di nr. 2 affidamenti - ...) :
- la Vice Presidente risulta essere la sig.ra CRUCITTI Albina Carmela sopra indicata;
- SERRAINO Domenico, sopra indicato, dipendente;
- CHIRICO Giovanni, dipendente, arrestato per associazione per delinquere di stampo mafioso;
> "COOPERATIVA SKINNER"
(destinataria di nr. 3 affidamenti - ...):
- il socio fondatore TRIPODI Angela è coniugata con il noto esponente di 'ndrangheta RUGOLINO Giovanni già gravato da pregiudizi di polizia per associazione mafiosa;
- TRIPODI Maria Teresa, sorella di Angela e dipendente della cooperativa, è coniugata con MORENA Pietro gravato da pregiudizi di polizia per ricettazione, porto abusivo e detenzione d'armi, violazione della legge urbanistica, associazione a delinquere, associazione di tipo mafioso;
> "COOPERATIVA HAPPY DAYS"
(destinataria di nr. 1 affidamento - ...):
- CHILA' Domenica, Consigliere Segretario del Consiglio di amministrazione è sorella di CHILA' Aldo detto "Nuccio", affiliato al clan Serraino-Nicolò, già sorvegliato speciale, annovera precedenti per omicidio doloso, porto abusivo e detenzione di armi, omicidio volontario tentato, associazione di tipo mafioso.
Pur non potendo mettere direttamente in relazione l'evento segnalato con gli interessi della criminalità organizzata sullo specifico settore, si segnala che la Dirigente, Avv. Carmela STRACUZZA, nella notte tra il 25 ed il 26 marzo 2006, ha subito un attentato incendiario alla propria autovettura.
A tal proposito, si rappresenta che indiscrezioni giornalistiche, fortemente avvalorate dalle dichiarazioni rese dal legale rappresentante di una associazione operante nel settore ed interessata direttamente nei fatti, collegano l'atto intimidatorio subito dalla Dirigente con le vicende che hanno interessato la procedura di "Conferimento del servizio di assistenza per la gestione del reparto uomini presso Ricoveri Riuniti e Casa Giramondo" bandita dal Comune di Reggio Calabria in data 19 dicembre 2005.
Secondo quanto asserito dalla parte contro interessata, tale procedura si sarebbe inizialmente risolta con la provvisoria aggiudicazione alla SANITEL GestOnlus di Reggio Calabria in RTI con SANITEL GEST Group di Novara. A seguito delle rimostranze della seconda arrivata (Coop. Asia) la quale avrebbe dimostrato che la documentazione prodotta dall'aggiudicataria presentava numerose irregolarità, la Dirigente STRACUZZA, anziché estromettere il vincitore in favore del secondo classificato, annullava tout court la gara omettendo ogni riferimento alla falsità delle attestazioni prodotte dal vincitore.
L'aspetto di interesse, per quanto attiene al presente lavoro, riguarda gli elementi ) soggettivi acquisiti a carico del legale rappresentante pro tempore nonché marito dell'attuale legale rappresentante della SANITELGEST Soc. Coop.
Il sig. CACCAMO Antonino, infatti, marito di SCOPELLITI Domenica (rappresentante legale della Sanitel) risulta essere affiliato al clan "LABATE", sorvegliato speciale, annoverare precedenti penali per danneggiamento seguito da incendio, associazione di tipo mafioso, intestazione fraudolenta di beni, ricettazione.
Il sig. CACCAMO, peraltro, nell'aprile del 2008, è stato arrestato per aver dato alle fiamme la macchina di un volontario della Confraternita della Misericordia, ente impegnato con i propri mezzi nell'attività del servizio 118 e concorrente con l'attività dell'arrestato.
Lo stesso è stato rappresentante legale della SANITELGEST Soc. Coop. fino alla data del 08/03/2007, allorché, la moglie SCOPELLITI Domenica subentrava nella carica di amministratore.
Pochi mesi dopo, il sig. CACCAMO veniva arrestato per associazione mafiosa e art. 12 quinquies D.L. 306/1992 (trasferimento fraudolento di beni).
L'aspetto che pare doveroso osservare, prescindendo da ogni considerazione in ordine alla conseguenzialità o meno dei fatti narrati, consiste nella circostanza che i soggetti sopra richiamati, attraverso diversi schermi societari, continuino a ricevere affidamenti da parte dell 'Ente per la prestazione di servizi sociali.
Si fa riferimento, nello specifico, agli affidamenti ricevuti dal CONSORZIO SANITEL GE.ASS. GESTIONE SERVIZI DI ASSISTENZA SOCIOSANITARIA - con sede in Napoli, Via Mariano Semmola n. 136 - di cui la sig.ra SCOPELLITI Domenica risulta essere stata presidente del CDA e legale rappresentante dal 30.11.2006 al 19/01/2012 data in cui è divenuta Vice- Presidente del CDA pur mantenendo il potere di firma sul Conto Corrente aziendale e la delega ai rapporti con il Comune di Reggio Calabria per i servizi in accreditamento.
[…]”.
Il quadro (documentale) dovrebbe ora essere chiaro... Speriamo lo sia chiaro anche per i tre Commissari prefettizi del Comune di Reggio Calabria e che quindi intervengano da un lato per garantire una gestione con il volontariato della "Dacci una zampa - Onlus" della struttura pubblica di Mortara e dall'altro annullino la Determina promossa dalla STRACUZZA che rinnova per tre mesi la convenzione con la struttura di Taurianova gestita dall'interdetta “HAPPY DOG di FAVA Francesco SNC”:
P.S.
Oltre al Canile pubblico di Taurianova gestito dalla società oggetto di interdettive antimafia (per abbondanti ragioni) e quello di Mortara (pubblico, pronto dal 2006, inaugurato nel 2008, ma tenuto chiuso) nella Piana ne troviamo un altro, privato: a Gioia Tauro, gestito dalla "METAURIA ECOLOGIA SRL" e che sorge su terreni di proprietà della PIROMALLI Antonietta cl. 59, del noto casato 'ndranghetista dei PIROMALLI.
P.S. 2
Chi ha quindi interesse nel tenere la struttura pubblica di Mortara chiusa?
Ed ancora: chi ha interesse nel rifiutare una gestione gratuita di quella struttura da parte di volontari?
Forse non si vuol far sgarbo ai luntruni 'ndranghetisti anche quando si tratta di canili? Sembra quasi, infatti, che per aver la gestione di un canile, nel reggino, serva un terreno di una cosca o l'affiliazione alla 'ndrangheta... qualcuno, come i tre commissari prefettizi di Reggio Calabria, vogliono dare un segnale in merito? I volontari non affiliati lo hanno dato, manca solo il loro.