Ringraziamo Beppe Grillo per aver pubblicato il nostro Comunicato ed aver preso
posizione netta a sostegno di Beppe Lumia che se non sarà candidato ed eletto
resterà isolato e senza protezione davanti alla condanna a morte emessa da Cosa
Nostra nei suoi confronti (e loro non hanno prescrizione, grazie o indulti!)...
Beppe
Lumia, come anche, ad esempio,
Angela Napoli, sono persone straordinarie, che
interpretano in modo autentico il dovere di combattere e sconfiggere le mafie,
senza mai porsi come "parte" politica, e non fermandosi mai davanti a "santuari"
o potenti.
Alle dichiarazioni fatte a "Porta Porta" da Veltroni è doverosa una
replica:
- lui dice
"Lumia ha fatto tre legislature e quindi non può avere la deroga ai
due mandati"; e allora perché si candida D'Alema, Fassino, Veltroni, Letta,
Turco, Bindi, Rutelli, ecc ecc che di le legislature di Lumia le doppiano o
triplicano?
- lui afferma
"Lumia sbaglia, la lotta alla mafia non va identificata in una persona"
Sarebbe bello ma non è così. Lumia è - volente o no, piaccia o meno - un simbolo
della lotta alla mafia, un punto di riferimento affidabile e serio, un uomo che
è sempre stato vicino alle vittime della mafia, che ha sempre sostenuto le
denunce e le indagini ad ogni livello ed in ogni direzione, che ha chiesto le
espulsioni di quanti nel Pds-Ds avevano collusioni e complicità con le mafie,...
ha sostenuto la necessità di rafforzare (anziché indebolire) la legislazione
antimafia, ha sempre operato perché venisse garantita protezione e sostegno ai
testimoni di giustizia come a coloro che sono vittime di minacce e aggressioni.
A Veltroni & C occorre ricordare che
la lotta alla mafia è anche fatta di
segnali. Ci si può mostrare disponibili o impermeabili alla mafia. I segnali
aprono o chiudono la possibilità di infiltrazioni, collusioni, connivenze, complicità.
Non candidare Lumia è un segnale inquietante che dice a Cosa Nostra: chi è
contro di voi noi non lo candidiamo, non lo sosteniamo. Candidare persone
contigue, colluse, conniventi (per atti investigativi e indagini) come ad
esempio
Vladimiro Crisafulli è un segnale altrettanto inquietante che dice a Cosa Nostra:
chi è vostro amico è nostro amico ed è promosso.
Candidare persone indagate dall'Antimafia, come
Maria Grazia Laganà, significa
ancora una volta non rispettare il lavoro dei magistrati, anzi il segnale è
evidente: non toccatela. La
Signora Laganà, come ha ricordato a suo tempo anche l'ANM, ha
il diritto di difendersi, ma ha anche il dovere di dire quello che sa sulla Asl
di Locri, sui rapporti con i Marcianò e con Crea, delle telefonate sue, di suo
padre e di Francesco Fortugno, con gli esponenti della cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti
(intercettate per un procedimento sulle diramazioni della cosca in Lombardia,
per cui consulente della Procura era Gioacchino Genchi). Non è concepibile che
di nuovo si ripresenti non solo l'impossibilità dei magistrati di sentire la
signora per suoi "legittimi impedimenti istituzionali", ma soprattutto che si
riproponga il più pesante conflitto di interessi della Repubblica, con un
indagata dall'Antimafia che è componente della Commissione Parlamentare
Antimafia che ha il potere di accedere ai fascicoli delle Procure (quindi anche
quelli che la riguardano!), nonché la possibilità di ascoltare e interrogare
testimoni così come sentire le audizioni di agenti e magistrati (anche di
quelli che parlano e sanno dell'indagine su di lei), ma anche di proporre alla
Commissione l'esecuzione dell'arresto di eventuali persone informate sui fatti (magari
relativi all'indagine su di lei) che si rifiutino di parlare (cioè quello che
lei stessa ha fatto avvalendosi della "facoltà di non rispondere" davanti
magistrati della DDA di Reggio Calabria che la indagano!).
Chiaro?
05.03.2008 -
blog di Beppe Grillo
Un morto che cammina
Topo Gigio Veltroni ha messo in lista personaggi con
frequentazioni
molto disinvolte. Ma quale partito non ne ha? E' un problema di
rappresentanza all'interno delle istituzioni. I cittadini non possono scegliere
il candidato e il buon segretario di partito, al loro posto, trova il giusto
spazio per ogni categoria sociale. Topo Gigio ha però escluso dalle sue liste
Beppe Lumia,
vice presidente della Commissione Parlamentare Antimafia. Lumia è stato a suo
tempo
condannato a morte dalla criminalità organizzata per le
sue attività. Toglierlo dal Parlamento vuol dire trasformarlo in un
morto
che cammina. Il nuovo PD di Fassino, D'Alema, Sircana e Bassolino non
ha posto per un servitore dello Stato. Si
faccia avanti
qualcun altro e lo candidi al più presto.
Pubblico una
lettera della Casa della Legalità
[segue il comunicato del 4 marzo 2007]
per leggere integralmente il post e inviare commenti - clicca qui
I passaggi dedicati dalla stampa alle contestazioni (con domanda) a Veltroni
Il Secolo XIX - 05.03.2008
A rovinare parzialmente la festa un alterco tra gli esponenti della "Casa della
legalità e della cultura onlus" e alcuni appartenenti al Pd. «Volevamo sapere
perché non è stato candidato Beppe Lumia, vice presidente della commissione
parlamentare antimafia, a favore di altri personaggi le cui collusioni con Cosa
Nostra sono state accertate inequivocabilmente.»
Repubblica - 05.03.2008
Passano quelli della "Casa della Legalità": "Vergognatevi, Cosa Nostra ha
condannato a morte il vice presidente della Commissione Antimafia Giuseppe
Lumia e il Pd lo abbandona, non candidandolo".
Corriere Mercantile - 05.03.2008
Unico "disturbo" all'evento, un comunicato della Casa della Legalità e della
Cultura che, in serata, denuncia l'aggressione che esponenti di questa
associazione avrebbero subito ieri da appartenenti al Pd mentre distribuivano
volantini in piazza e chiedevano a Veltroni spiegazioni sulla mancata
candidatura di Beppe Lumia, vice presidente della Commissione Parlamentare
Antimafia, e sulla candidatura, invece, di personaggi che avrebbero "collusione
accertate" o presunte con la mafia.
LiguriaNotizie.it - 05.03.2008
...una voce si alzava prepotentemente dal coro plaudente della massa di Piazza
Matteotti. Christian Abbondanza, Presidente del movimento antimafie detto "Casa
della Cultura e della Legalità", chiedeva a ugola tesa lumi sulla
mancata candidatura dell'ultima ora del Deputato Pd, in prima linea contro la
mafia, Giuseppe Lumia in Sicilia a favore di Crisafulli. Momenti di tensione
quando un militante Pd duro e puro ha affrontato a muso duro Abbondanza
accusandolo di disturbare il "comizio" e sfiorando la rissa. Nulla di
grave ma la piazza in campagna elettorale è anche "momento di
democrazia".
Il Giornale - 05.03.2008
La contestazione che non t'aspetti arriva mentre lui, Walter Veltroni,
leader del Partito democratico, è ancora sul palco del comizio in
piazza Matteotti, circondato da uno stuolo, soprattutto femminile, di
parlamentari e candidati (ma relegando in second'ordine il presidente
della Regione Claudio Burlando). Ad accendere la miccia - verbale - è
il «solito» Christian Abbondanza, non nuovo a queste prese di posizione
clamorose in altri incontri con gli ex compagni di strada. Ora
Abbondanza è presidente della «Casa della legalità» che si batte contro
«le infiltrazioni mafiose nella politica e nella società civile».
Veltroni parla, e Abbondanza gli urla contro: «Perché candidi
Crisafulli, e non Lumia condannato a morte da Cosa nostra?». È solo
l'inizio: Abbondanza replica le urla quando Veltroni esce da Palazzo
Ducale. Il servizio d'ordine si stringe intorno al leader del Pd
spingendolo verso l'entrata del pullman: «Come fossimo terroristi»
spiegherà poi il presidente della Casa della legalità. Qualcuno prova
anche «per ben due volte» a tappargli la bocca. Finisce a strattoni e
spinte «per farmi cadere - aggiunge Abbondanza -. Per fortuna sono
intervenuti gli agenti della Digos». Intanto Veltroni riparte senza
dare una risposta. Che invece ha dato, indirettamente, a Bruno Vespa in
mattinata, durante la registrazione di «Porta a porta»: «Gli esclusi
come Giuseppe Lumia saranno valorizzati dentro il partito». Poi però si
dirà anche indisponibile a rivedere le liste che, votate ieri, già nei
prossimi giorni saranno consegnate alle Corti di Appello. Anche perché,
è la linea del segretario del Partito democratico, tutti sono necessari
ma nessuno è indispensabile «ed è un errore - afferma alludendo al
vicepresidente della Commissione antimafia - che ciascuno consideri se
stesso l'antimafia».