Una breve rassagna di fatti di cronaca, mafia e politica dalla Liguria alla Calabria...
Genova. Nicodemo Macrì - della famiglia Macrì - è stato condannato a 4 anni, anziché
ai 14 richiesti dal pm Pinto, per aver gambizzato lo scorso anno l'ex puglie
Francesco Dall'Aquila (pochi mesi fa arrestato anch'egli per estorsione!). Fu
arrestato in Valpolcevera, proprio vicino al quartiere di Bolzaneto, dove la
nota famiglia della ‘ndrangheta ha messo profonde radici, infiltrandosi nel
tessuto economico.
Sempre nel capoluogo ligure, sempre in Valpolcevera, in quella Rivarolo divisa
tra i gruppi mafiosi originari di Riesi e Gela, il
Bar Sport è stato posto
sotto sequestro dalla Polizia di Stato per spaccio di droga. La Polizia ha
denunciato il quarantanovenne
Gaspare Romano ed un giovane di 25 anni.
In quella zona c'è sempre - ed ancora - tanto da lavorare!
Se nella
riviera di Ponente, a
Loano, continuano le speculazioni immobiliari
Fameli-che,
nel
Levante, a
Lavagna, la Guardia di Finanza è entrata in azione nel Porto di Lavagna,
quello gestito dalla società di
Jack Rock Mazreku. Lì ha scoperto un "imprenditore"
che vendeva tranquillamente imbarcazioni di lusso. Un'attività completamente sconosciuta
al Fisco.
Dalla Liguria altre novità arrivano dritte in Liechtenstein. Il senatore "scalatore"
Luigi Grillo (di Forza Italia, candidato per l'occasione in Puglia dal Pdl) ha
un conto di alcune centinaia di milioni che spunta fuori dalla "lista nera". La
giustificazione fornita è strepitosa, in quanto afferma di avere "semplicemente
comprato un podere nelle Cinque Terre da un imprenditore del Liechtenstein". Deve
essere il primo caso in cui uno compra un podere ed i soldi non finiscono a chi
lo vende bensì sul conto estero dello stesso acquirente. Straordinario! Ma d'altronde
è in buona compagnia, visto che è spuntato fuori un ex amministratore de l'Unità
che ha intestato il suo profumatissimo conto in Liechtenstein al cane. Anche
qui la motivazione sarà prontamente fornita... probabilmente è che al suo fedele
amico a quattro zampe piece la cucina estera. Sic!
In
Calabria invece prosegue, davanti alla Corte d'Assise di Locri, il
Processo
per l'omicidio Fortugno. Alcune settimane fa vi era stata la deposizione del
padre del calciatore ucciso nel marzo del 2006 che ha affermato di aver
incontrato, pochi giorni prima dell'omicidio di suo figlio,
Domenico Fortugno
che gli chiedeva i voti per
Maria Grazia Laganà. Pochi giorni or sono è stata
invece la volta della deposizione del Collaboratore di Giustizia,
Antonino
Zavattieri. Il Zavattieri racconta che prima delle
elezioni regionali del 2005
fu avvicinato dal suo ex capobastone,
Bruno Polimeni, che lo invitava a votare
per
Francesco Fortugno e Pasquale Tripodi, confessando però che non seguì tale
indicazione in quanto decise di sostenere
Demetrio Naccari Carlizzi,
indicatogli da
Giovanni Fontana, amico che lo aveva aiutato durante la
latitanza. Da notare che tutti e tre i nomi indicati dagli ‘ndranghetisti Fortugno,
Tripodi e Naccari Carlizzi, sono stati eletti in Consiglio Regionale nel 2005. Ma
non sono i soli...
Sempre in
Calabria è stato arrestato il "simbolo del rinnovamento".
Franco La Rupa alcuni anni fa saliva sui palchi dei comizi di
Antonio Di Pietro
ad Amantea, la città di cui era Sindaco.
La Rupa si vedeva alzare il braccio
sul palco dal leader dell'Italia dei "valori" che lo indicava come il simbolo del
rinnovamento (nonostante il soggetto fosse indagato per concussione, come ha recentemente
ricordato Elio Veltri). Ora
La Rupa sale, o meglio entra, in cella per
scambio
elettorale politico mafioso. E' stato arrestato insieme ad un carabiniere ed un
finanziere dalla DDA di Catanzaro. L'esponente calabrese, che venne addirittura sospeso
dall'Udeur di Mastella, per entrare in consiglio regionale nel 2005, secondo
quanto accertato dalla DDA e dal GIP, ha stretto il "patto" con la cosca di
Amntea capeggiata dal boss
Tommaso Gentile, oltre ad aver nascosto -
impedendone la confisca - una proprietà comune con il boss, consistente in una
motonave che serviva alla cosca per effettuare viaggi da Amentea alle isole
Eolie. Il
La Rupa, che è anche indagato dalla DDA per un altro "patto"
con la cosca
Forastefano di Cassano, è il quarto consigliere regionale della Calabria
arrestato, dopo:
Dinisio Gallo (Udc) nell'operazione "Puma";
Domenico Crea (ex Partito
democratico meridionale, DC per le autonomie) nell'operazione "Onorata Sanità"
e
Pasquale Tripodi coinvolto nell'inchiesta sulle diramazioni della ‘ndrangheta
condotta dalla DDA di Perugina.