C'è una
"cupola"
che sta crollando ed è come se nulla fosse. La maschera della teatralità cela
la realtà. L'atmosfera del
Consiglio
Comunale di Genova, nella sua seduta di martedì è emblema della
considerazione, pari allo zero, dell'intelligenza dei cittadini. Un insulto
alla decenza...
Si è svelata l'
ombra della ‘ndrangheta
sulle Istituzioni locali, con il "voto di scambio" [
Il Secolo XIX -
Corriere -
Il Sole 24 ore]. L'unico che ne ha fatto
cenno è stato il consigliere
Enrico
Musso. Tutti gli altri hanno ignorato questo macigno!
Tutti hanno sorvolato sui fatti evidenziati dalle carte della Procura, ormai
pubbliche da giorni e chiare. I personaggi più volte tirati in ballo direttamente
o per funzioni dalla carte delle inchieste (come ed esempio
Paolo Veardo per l'asse con la
Curia e
Gianfranco Tizzi per la
Ge.Am
nell'inchiesta sul Porto, o ancora la
Sviluppo
Genova nel cui Cda siede
Mario
Margini) sono rimasti silenti.
Non un'analisi complessiva delle inchieste della Procura, che smascherano quel
"sistema" che domina e soffoca la città
(e più in generale l'intera regione). Anzi, da parte della maggioranza del
centro-sinistra il
tentativo di cancellare la realtà dei fatti,
ignorando le responsabilità non solo della Giunta ma dei partiti e dei gruppi
stessi, è stato assoluto.
Antonio Bruno (RC) ha sottolineato
la sua fiducia nella Vincenzi per la laicità dello Stato, la difesa dei
Diritti, la lotta alla precarietà nelle partecipate, la politica del ciclo dei
rifiuti.
Bruno Del Pino (Pdci) ha invece
sottolineato la sua ispirazione ad Enrico Berlinguer e Sant'Alberto, ribadendo
che non bisogna cedere al manuale cancelli per le pressioni dei falsi
moralizzatori che vogliono solo aumentare il loro peso politico ("pucciare il
biscotto"). [probabilmente riferito all'IdV che già dopo le elezioni politiche
ha chiesto di avere un assessore in più]
Umberto Lo Grassio (Ulivo) ha
sottolineato che la Giunta ha lavorato bene per poi avanzare un concetto su cui
crediamo abbia fatto un po' di confusione: "l'attacco all'illegalità mi troverà
sempre pronto a combatterlo" (mah).
Luca Dall'Orto (Verdi) ha
sottolineato che la classe politica è onesta ed è la "tesi" di Alessio, secondo
cui bisogna pagare per lavorare a Genova, che è sbagliata; evidenziando che
Genova ha ancora fiducia nella Vincenzi e la necessità di rilancio di immagine della
Giunta, per ribadire che "il nostro assessore" (dei Verdi, nrd) ha lavorato
bene e quindi se la Vincenzi la conferma troverà la piena fiducia.
Manuela Cappello (IdV Lista Di
Pietro) afferma che è interesse comune evitare derive antipolitiche e che
quindi i partiti devono assumersi tutte le loro responsabilità, dicendo alla
Vincenzi che il gruppo dell'IdV le ha dato la propria fiducia sabato e la ribadisce
oggi perché "ci fidiamo di lei che vuole una nuova politica" e, quindi, chiede
che gli altri partiti facciano un passo indietro, sottolineando che la Giunta
in questo anno ha lavorato bene ma che la macchina comunale è troppo lenta.
Simone Farello (Pd) ha sottolineato
che Genova non è quella "plumbea" dipinta dai giornali con gli articoli sui
fatti accaduti, quella dei Tribunali per intenderci, ma invece è quella che lui
vede negli occhi dei consiglieri e degli assessori; afferma che la vera Genova
è quella di quell'Aula del Consiglio Comunale, poi riduce tutto l'accaduto a "4
mascalzoni" e attacca Zara urlando che non "non sa perdere" e gode delle
disgrazie altrui.
Il gran finale è poi per Lei, la grande interprete dell'incantesimo, con un'interpretazione
degna da Oscar, che ci ha fatto pensare di essere ad una delle tante prime (saltate)
del Carlo Felice.
Marta Vincenzi ha cercato di
scaricare la responsabilità di quanto è accaduto sugli individui (sin qui) beccati
dalla magistratura anziché rispondere per il "sistema" di cui quegli individui
facevano parte. E' riuscita ad affermare che i "cattivi guaglioni" non erano
suoi uomini di fiducia ma dei partiti, quando invece erano dentro a quell'Amministrazione
e nel suo staff più stretto perché "suoi uomini" (vicini a lei da ben prima
della sua elezioni a Sindaco)! E' arrivata a rievocare le porte di Atene, per ribadire
la sua "nuova stagione" contro i disastri della passata amministrazione
(Giunta Pericu con molti degli stessi da lei
confermati in Giunta o nei CdA e che per alcuni anni l'ha vista anche Assessore
prima di trasferirsi al Parlamento Europeo), per affermare che la sua
Giunta ha lavorato bene, ad esempio perché obbliga le partecipate ad assumere
con concorsi
(dimenticando di dire che,
come nel caso dell'Amiu, chi vince i concorsi sono i parenti dei dirigenti
diessini, come evidenziato da Marco Preve su Repubblica), o perché ha
attivato, ad esempio, il trasporto pubblico via mare
(dimenticando di dire che lo ha fatto con una procedura illegale, tanto
che ora la Regione Liguria deve modificare la legge regionale per rendere
legittimo l'appalto realizzato dal Comune). Chiude quindi la sceneggiata con
due "paraventi" per coprire le vergogne di questa Amministrazione:
Andrea Ranieri quale nuovo assessore
alla cultura e
Nando Dalla Chiesa quale
consulente per la promozione dell'immagine della città ed i grandi eventi.
Un dibattito davvero distante dalla realtà in cui l'unico intervento che
crediamo abbia centrato il problema da punto di vista istituzionale, fuori
dalle logiche di parte, è stato quello di
Enrico
Musso (
clicca qui), ed in cui il centro-sinistra ha fatto quadrato intorno
all'interpretazione, sinceramente, da Oscar di
Marta Vincenzi.
Comprendiamo lo spirito di servizio, in qualità di funzionario di partito (già
sindacalista di quella
Cgil che nel "sistema"
- come sottolineato da
Il Sole 24 Ore - vi è come parte integrante) di
Andrea Ranieri,
non comprendiamo invece il ruolo di
Nando
Dalla Chiesa, una persona integerrima che non si sottrae alle sfide più
dure [ha lavorato bene da Deputato e Senatore, ha portato avanti un ottimo lavoro come sottosegretario all'Università] e che l'oligarchia prima bastona e poi chiama in soccorso, per poi
ricacciare in un angolo. Il fatto poi che per lui, in questa situazione, si
pensi ad un incarico per i
"grandi eventi
e la promozione dell'immagine" è ulteriore elemento che ci fa pensare ad un
uso da "paravento". Perché, infatti, in questa situazione in cui oltre alla questione
morale ed etica si evidenzia una questione penale gravissima, non affidargli
invece una consulenza per una ruolo di controllo sulla correttezza e trasparenza della
gestione dell'Amministrazione e per promuovere quegli interventi di contrasto
effettivo, concreto, sia all'infiltrazione nella gestione della cosa pubblica e
negli appalti delle organizzazioni mafiose, sia ai fenomeni della corruzione e della commistione affari-politica?
Detto questo, aspettando i nuovi sviluppi delle indagini, ci piacerebbe sapere
come si coniugano le pompose dichiarazioni contro la commistione tra "politica
e affari" con la conferma di un superconsulente della Giunta Vincenzi quale
Maurizio Maresca, del CdA di
Impregilo (di Gavio, Ligresti, Benetton)
società che delle grandi opere, degli inceneritori/termovalizzatori, delle
grandi speculazioni con i denari e le aree pubbliche è sempre tra i primi
protagonisti? Per non dire: società sempre più spesso coinvolta in indagini
giudiziarie o relazioni investigative per "rapporti impropri"
(Napoli non dice nulla? Il Ponte sullo
Stretto nemmeno? La Tav? Solo per citarne tre, così tanto per vedere, in tempo
di "verifica", se qualcuno trova ancora un briciolo di decenza)