CONFISCARE I BENI AI CORROTTI
Le proposte di Libera, Cittadinanza Attiva ed Avviso Pubblico:
RIPARTIRE DALLA LEGALITÀ PER PROMUOVERE I BENI COMUNI...
Il peso della corruzione in Italia
I dati sono allarmanti: il costo della corruzione in Italia è pari a circa settanta miliardi di euro, equivalenti al 2,5% del nostro prodotto interno lordo. Il nostro Paese è al 41° posto nella classifica mondiale stilata da Transparency International (sito) relativa alla trasparenza (siamo penultimi in Europa, preceduti solo dalla Grecia) e, nel corso del 2005, il 50% dei cittadini italiani ritiene che sia aumentato il livello di corruzione nel nostro Paese. L’amministrazione pubblica è il luogo privilegiato della corruzione, in modo particolare nella gestione di beni e servizi condivisa con privati: concessioni edilizie, licenze, autorizzazioni al commercio, concessioni di crediti o finanziamenti agevolati.
La carenza di legalità è strettamente connessa alla bassa competitività, come ha ben spiegato Transparency: le prime sedici nazioni in testa alla classifica della trasparenza sono le stesse in testa alla classifica della competitività e questo incide anche sul livello di investimenti stranieri che in Italia, a causa della corruzione, è inferiore del 64% rispetto alle attese.
Da studi economici internazionali risulta che abbassando l’incidenza della corruzione cresce il tasso di investimenti: per l’esattezza, recuperando due punti in un’ipotetica scala della corruzione da 10 a 1 (bassa vs alta incidenza), il tasso di investimenti/PIL crescerebbe di almeno quattro punti percentuali e lo stesso PIL pro capite crescerebbe di almeno mezzo punto percentuale l’anno. Gli stessi studi dicono che l’istruzione è il settore della spesa pubblica più dipendente dall’indice di corruzione, con una significatività del 95%: ad un miglioramento della deviazione standard dell’indice di corruzione è associato un aumento della spesa pubblica.
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