Il documento conclusivo del Comitato Direttivo Centrale dell'Associazione Nazionale Magistrati, approvato a maggioranza il 5 luglio 2008...
1.L'Associazione Nazionale Magistrati ribadisce il
suo impegno per una intransigente difesa dei principi costituzionali posti a
garanzia dell'autonomia e dell'indipendenza dei magistrati giudicanti e del
pubblico ministero. Tra questi in particolare: l'unità dell'ordine giudiziario,
composizione e competenze del Consiglio Superiore della Magistratura.
2. Abbiamo indicato la necessità di un impegno
comune per interventi che restituiscano efficacia e funzionalità alla
giurisdizione, fornendo il nostro contributo attraverso la elaborazione di
proposte concrete, con l'esclusivo obiettivo di una efficace tutela dei diritti
dei cittadini, attuata, secondo la promessa costituzionale, in tempi
ragionevoli.
3. Alcuni degli interventi del Governo in
materia di giustizia, attuati anche con provvedimenti di urgenza, contengono
disposizioni che appaiono, tuttavia, di segno contrario. In particolare, la
generalizzata sospensione dei processi in corso per fatti puniti con pena
inferiore ai dieci anni e commessi prima del giugno 2002, oltre a ledere i
diritti delle parte lese e a creare ingiustificate disparità di
trattamento, comporterà gravissime disfunzioni del processo
penale.Inoltre, alcune disposizioni contenute nel disegno di legge in materia
di intercettazioni ridurrebbero drasticamente l'efficacia dell'azione di contrasto
alla illegalità.
Nello stesso tempo il Governo è intervenuto, ancora una volta con il
ricorso alla decretazione di urgenza, riducendo drasticamente le risorse
destinate al settore della giustizia, con una diminuzione degli stanziamenti
fino al 40% e il blocco delle assunzioni del personale amministrativo.
E' stata, poi, introdotta una disposizione, con l'art. 69 del d.l. n. 112,
che prevede un intervento peggiorativo senza precedenti sulla struttura del
trattamento retributivo dei magistrati che indurrà l'ulteriore svilimento della
funzione giudiziaria.
La dichiarazione di esponenti dell'Esecutivo di voler circoscrivere le
conseguenze negative della norma non fa venire meno la preoccupazione per
l'ennesimo intervento di riduzione del trattamento retributivo dei magistrati e
la necessità di denuncia della complessiva situazione estremamente penalizzante
per la dignità del lavoro dei magistrati.
L'Associazione Nazionale Magistrati chiede, perciò, che sia cancellata la
disposizione dell'articolo 69 e che sia prima di tutto ripristinato il normale
trattamento economico dei magistrati.
4. Occorre, perciò, proclamare lo stato di
agitazione della categoria con la convocazione permanente del CDC per
seguire costantemente gli sviluppi degli interventi sul sistema retributivo.
5. La gravissima situazione di disfunzione degli
uffici giudiziari e di disagio dei magistrati che vi lavorano impone un
incisivo impegno di denuncia e di protesta.
A questo scopo l'associazione delibera di adottare iniziative dirette
a rappresentare all'opinione pubblica la grave situazione in cui versa la
giurisdizione e a ribadire le proposte capaci di dare risposte ai bisogni
di giustizia.
APPROVA L'operato
della GEC
DELIBERA La
convocazione permanente del CDC
PROCLAMA lo stato di
agitazione
riservando l'adozione di ogni misura di protesta, alla luce della evoluzione
del quadro normativo.
Delega alla Giunta l'adozione delle iniziative di denuncia e di protesta
sulla situazione degli uffici giudiziari da realizzare con il pieno
coinvolgimento e interessamento delle Sezioni locali.