
E' una
presa di coscienza quella
che sta percorrendo il
Centro Storico di Genova.
Cittadini
Liberi che non si fanno più incantare dalle promesse e
ripromesse dei signori (e signore) del Palazzo. Cittadini Liberi che
vivono la quotidianità e non vogliono cedere a semplificazioni
o guerre tra poveri utili solo al mantenere le cose come stanno, se
non peggiorarle.
Senza presa di coscienza delle persone
sulla realtà dei fatti, delle dinamiche (palesi e nascoste),
non si arriva da nessuna parte. Anzi: si rischia solo, di nuovo, di
essere usati da questo o quel pezzo del Palazzo che vuole
normalizzare la situazione, ottimizzando semplicemente il suo
consenso...
Nei primi
anni Novanta il centro storico di Genova è stato oggetto di
una speculazione orchestrata ad arte da soggetti contigui quando non
appartenenti ad organizzazioni mafiose... crearono una situazione di
invivibilità, le persone scappavano, i prezzi degli immobili
crollarono, loro comprarono e poi "ripulirono" quei vicoli
facendo risalire il valore di quanto acquisito, parte lo usarono (e
usano) per i loro affari (sfruttamento della prostituzione, spaccio e
traffico di droga, tratta dei clandestini,...), altra parte l'hanno
rivenduto. Non fecero fatica... il degrado a cui il Centro Storico
era stato abbandonato richiese poco sforzo per rendere insostenibile
la quotidianità delle persone.
Questa storia non può
ripetersi e le Istituzioni, nelle quali certi "signori" hanno
ottimi agganci e coperture, non avranno più vita facile con
iniziative demagogiche o qualche
elargizione economica (che poi
finisce sempre agli stessi!) quale paravento di un degrado
permanente.
Non servono provvedimenti da "prima pagina" che
spostano solo il problema, come ad esempio quello che proibisce la
prostituzione nei bassi, spostandola negli appartamenti, anzi, senza
un intervento mirato si renderanno schiave dello sfruttamento della
criminalità organizzata quelle persone che per necessità
o scelta si prostituiscono. Non servono "vetrine" come Centri
Interforze che non funzionano e non funzioneranno mai finché
il territorio viene lasciato al
controllo degli uomini delle mafie
che
tutti conoscono ma che nessuno osa indicare e toccare. Non
servono "ronde" di vigilanza per spostare lo spaccio, se non si
sradica quello stesso controllo del territorio. Non servono perché,
come sta succedendo, se si adottano dei palliativi la risposta della
criminalità organizzata è sempre la stessa: voi ci
togliete qualche vicolo? noi colpiamo i cittadini! E' così che
nel momento in cui i "controllori" sono cambiati è
scattato l'accoltellamento avvertimento ai nuovi soggetti preposti ai
controlli; è così che da quando si sono adottati i
palliativi da prima pagina che sono iniziati, quotidiani, sistematici
scippi. Il segnale delle mafie è sempre lo stesso: se il
controllo del territorio lo abbiamo noi, se ci viene concesso di
agire indisturbati nello sfruttamento della prostituzione come nello
spaccio, se ci viene lasciata la libertà di regolarci i conti,
per voi abitanti non c'è nessun rischio... se invece ci
allontanate pagherete le conseguenze.
Le
persone però hanno
preso coscienza e non ci stanno più. Hanno deciso di muoversi
e di agire perché per risanare il centro storico, renderlo
vivibili, serve prima di tutto poterlo vivere e le Istituzioni non
devono fare altro che provvedere ai loro doveri, senza più
scaricare responsabilità da un ufficio all'altro, senza più
chiudere gli occhi, senza più prendere in giro chi, italiani e
immigrati, vogliono una volta per tutte che non solo i "percorsi
turistici" siano vivibili e riqualificati, ma lo sia tutta la Città
Vecchia, anche nei vicoli secondari e bui. La "rete" ha
cambiato tutto, forse non lo hanno ancora capito e questa, ad
esempio, oggi sarebbe in grado promuovere anche attività
sociali e culturali pubbliche, rivolte ai bambini come agli adulti.
Creare e autogestire spazi di cittadinanza, contro ogni logica del
"consumo", e sgravando la Pubblica Amministrazione da costi
che rappresentano la scusante per continuare a non far nulla, non è
difficile o impossibile, basterebbe ad esempio, concretamente,
destinare la Loggia di Piazza Banchi a questo fine, garantendone non
solo il carattere pubblico, ma popolare!
Certo questo vuole dire che
le Istituzioni non potranno più puntare su scontri tra
culture, religioni o tra poveri per evitare di risolvere il problema
e certamente dovranno accettare che la presa di coscienza si diffonda
ed i cittadini comprendano che i propri diritti, a partire dalla
vivibilità del proprio territorio, devono essere garantiti e
non solo promessi o oggetto di eterni dibattiti e confronti atti a far
prevalere la volontà dell'Amministrazione. Una volta che i cittadini
prendono coscienza della
realtà della loro situazione, e non "apprendono" da altri
della realtà e della loro situazione, si responsabilizzano e
quindi non ci sono più margini per i giochetti del Palazzo,
per clientele o ricatti...
Per tutto questo, appoggiamo e
sosteniamo la mobilitazione dei Cittadini Liberi della Maddalena, per il futuro del centro storico
genovese.
Leggi il volantino della mobilitazione del 21 ottobre in
formato .pdf