Non ne parlavamo perché quando sappiamo esservi indagini in corso preferiamo tacere ma ormai, a pochi giorni dal ballottaggio, l'attività della magistratura è emersa pubblicamente. Il Procuratore Cavallone ancora una volta dimostra la sua tenacia ed efficacia di azione, promuovendo, grazie al lavoro delle Forze dell'Ordine, un monitoraggio delle elezioni nella città di confine che fa emergere, senza più alcun margine di dubbio, che il “voto di scambio” è (ancora) una pratica consolidata, normale, per quella terra di 'ndrangheta che è, al nord, la Liguria...
Patrizia Mazzarello, coraggiosa giornalista de Il Secolo XIX, sgradita ai MARCIANO', raccoglie le dichiarazioni dei cittadini che il voto lo hanno venduto e che sono stati chiamati a verbalizzare al Commissariato di Polizia. Frase ricorrente è: “Mi hanno offerto dei soldi e ho accettato”. Chi afferma che quei soldi saranno anche stati poco ma gli venivano bene "per fare la spesa" e poi chi indica la ragione per cui si auto-assolve: “non sapevo fosse un reato”. Più chiaro di così non si poteva. E più devastante di così la situazione non poteva essere, in una Ventimiglia che era (è) chiamata ad eleggere la nuova Amministrazione Comunale dopo lo scioglimento e commissariamento per condizionamento e infiltrazione della 'ndrangheta.
E' dai tempi di Alberto TEARDO che la 'ndrangheta vende i voti ai politici. Li vende per soldi e li vende in cambio di appalti, incarichi, licenze, varianti urbanistiche, agevolazioni varie. E chi li compra sono sempre i politici che con quei voti sporchi si vendono l'anima in un "abbraccio" che porrà loro e la gestione dell'Ente Pubblico in cui vengono eletti nella “disponibilità” della organizzazione mafiosa. Dal piccolo Comune al Parlamento, passando per quelle che erano le Provincie, per la Regione e, non raramente, anche per il Parlamento Europeo.
A VENTIMIGLIA, di cui abbiamo analizzato il contesto, le liste e le manovre prima del voto (vedi qui) e su cui siamo tornati per ricordare chi è BALLESTRA “lo struzzo” Giovanni (vedi qui), ora una certezza ce l'ha: il voto è stato viziato! Le elezioni comunali a VENTIMIGLIA sono state inquinate. In un Paese normale sarebbero annullate all'istante...
L'inchiesta condotta dalla Procura di Imperia, e seguita dal Procuratore Cavallone, è riuscita a cristallizzare alcuni dei casi dell'avvenuto “voto di scambio”. Non sono indagini facili e non sono indagini che permettano di scoperchiare il “tutto”, ma con quei casi particolari che si riesce a documentare si dimostra il “vizio”, l'inquinamento del voto... la negazione della corretta e democratica competizione elettorale.
Il nome ormai noto di uno dei beneficiari della compravendita del voto a VENTIMIGLIA è quello di GALARDINI Emilio. 67 anni, già Consigliere Comunale di Ventimiglia con l'Amministrazione di SCULLINO-PRESTILEO e già Presidente della CIVITAS (nel 2009 in sostituzione del PRESTILEO che, con BOSIO Armando, assumeva la carica di Amministratore Delegato), ovvero la “creatura” del duetto SCULLINO-PRESTILEO che poi foraggiava di incarichi la MARVON, ovvero la Cooperativa dei MARCIANO'.
Non c'è solo GALARDINI ad aver beneficiato del “voto di scambio” a VENTIMIGLIA. Su altri candidati le indagini vanno avanti perché gli elementi raccolti documentano che a VENTIMIGLIA il voto non è stato libero, ma comprato.
GALARDINI Emilio, sia che vinca al ballottaggio il suo candidato sindaco BALLESTRA Giovanni, sia che vinca il giovane candidato del centrisinistra (ripulitosi dall'influenza del BURLANDO), entrerà nel nuovo CONSIGLIO COMUNALE...
Ecco appunto il “nuovo” CONSIGLIO COMUNALE di VENTIMIGLIA, dove indipendentemente da chi vince il ballottaggio, vedrà eletto quantomeno uno dei protagonisti del “voto di scambio” (il GALARDINI Emilio con le sue 270 preferenze nella lista di Forza Italia), ma anche la presenza di altri, a partire da BALLESTRA Giovanni “lo struzzo”.
Se il ballottaggio dovesse essere vinto da BALLESTRA nel nuovo Consiglio Comunale entrerebbero anche: il “sindacalista dei MARCIANO'” ovvero GIACOVELLI Vincenzo (con 195 preferenze nella lista di FAI); il D'ANDREA Roberto (con 168 preferenze nella lista di Forza Italia) già in stretto rapporto con gli ALLAVENA; ASCHERI Gianni (con 203 preferenze nella lista di Forza Italia) che senza troppi pudori ammise che lui i voti del calabresi li compra; ISNARDI Bartolomeo (con 184 preferenze nella lista di Fratelli d'Italia), altro uomo della passata gestione SCULLINO-PRESTILEO, indagato per ricettazione; ed in ultimo, ma non ultimo VENTURA Daniele già legatissimo al MANNIAS, l'uomo dei MARCIANO' alla guida della MARVON (costituita dal PRESTILEO). Praticamente un Consiglio Comunale da sciogliere e commissariare prima ancora dell'insediamento...
Se invece dovesse vincere il ballottaggio Enrico Ioculano, giovane candidato del centrisinistra, dei suddetti, che andrebbero nelle fila della minoranza, entrerebbero, con BALLESTRA Giovanni, solo il GALARDINI Emilio e VENTURA Daniele.
Consigliere Comunale certo, in entrambi i casi, sarebbe l'esponente PD Domenico De Leo che quando era all'opposizione (formale) in Consiglio Comunale durante l'Amministrazione SCULLINO-PRESTILEO, era talmente timido da non osare mai fare ciò che avrebbe dovuto: l'opposizione e, in particolare, la denuncia delle scellerate scelte dell'Amministrazione SCULLINO-PRESTILEO figlia di un “matrimonio” sconsiderato con la 'Ndrangheta. In entrambi i casi Ioculano tenga alta la guardia da possibili nuovi “sonni” e "scivoloni" del De Leo, ricordando che era uno di quelli sulla stessa linea di BALLESTRA Giovanni: arrivare con le dimissioni all'auto-scioglimento ed evitare così il Commissariamento del COMUNE DI VENTIMIGLIA per condizionamento e infiltrazione della 'ndrangheta.
Una sera Marco Ballestra chiamò il Presidente della Casa della Legalità per dirgli che De Leo (con Paganelli) aveva programmato per la mattina seguente un volantinaggio/conferenza stampa per annunciare tale posizione (dettata dalla necessità di salvare l'onore della città, sic!) ed invocare così dimissioni irrevocabili di SCULLINO, così da sbarrare la strada alla Commissione di Accesso ed all'iter discioglimento/commissariamento. Il Presidente della Casa della Legalità contattò immediatamente un esponente nazionale del PD, membro della Commissione Antimafia, per segnalargli l'assurdità dell'iniziativa intrapresa dall'allora gruppo Pd in Comune ed il dirigente nazionale del Pd e dell'Antimafia contattò immediatamente gli esponenti del suo partito a Ventimiglia e gli fece cambiare linea. Quando poi Marco Ballestra andò, la mattina dopo, alla “conferenza stampa” già indetta dal De Leo (con Paganelli), questi infuriato, gli spaccò la telecamera… Forse era la stanchezza per aver dovuto passare la notte nel ristampare volantini con la nuova (e sensata) linea che tagliava ogni ponte ai compromessi volti al salvataggio, in corner, dell'Amministrazione SCULLINO-PRESTILEO.
In fondo non era una novità quella posizione del De Leo visto che in Consiglio Comunale, quando si discusse della “creatura” di SCULLINO-PRESTILEO, ovvero della costituzione della CIVITAS, De Leo (opposizione, sic!) era plaudente e, annunciando il voto favorevole alla Proposta di Delibera portata in Consiglio da SCULLINO, arrivava ad affermare: “Penso che il Sindaco sia il vero capo del Consiglio Comunale ed esprime il rapporto tra maggioranza e minoranza. Su questa larga maggioranza punta a raggiungere gli obiettivi previsti…” [vedi qui il verbale della seduta di allora]. Non solo De Leo vedeva bene lo SCULLINO e la proposta della CIVITAS, ma vedeva l'operazione CIVITAS come "importantissima" perché permetteva al Comune di aggirare i vincoli del Patto di Stabilità. Testuale, da verbale il De Leo: "Questo strumento importantissimo, nel nostro caso, darebbe come orientamento una situazione di bilancio assai difficile che, messa in parallelo al contesto difficile nazionale, da dove pervengono limiti alle amministrazioni locali, esse si dotano di questi strumenti che così possono aggirare il patto di stabilità, che impedirebbe ai comuni di dare risposta ai bisogni della collettività."
Il M5S se vince BALLESTRA Giovanni ottiene due consiglieri ma se vince Ioculano né avrebbero solo uno… Infatti tra i più fidati “grillini” in queste ore la parola d'ordine è: votare BALLESTRA così prendiamo due consiglieri e ci facciamo belli nel nome dell'antimafia. Niente male... se non fosse "dentro", si potrebbe dire che questa è una strategia degna dei calcoli di SCAJOLA (quello che alle politiche 2012 dirottò i propri voti - come ammesso da esponenti di primo piano del M5S imperiese - proprio sulla lista del M5S, così da far dispetto ad un PDL che lo aveva messo ai margini preferendogli l'ex alleato MINASSO Eugenio.