Come Casa della Legalità abbiamo fornito agli inquirenti che seguono l'inchiesta “BREAKFAST”, ed in particolare le vicende relative a MATACENA e SCAJOLA, diversi elementi utili che portano anche documentali riscontri sul filone dell'eolico ed in particolare della FERA SRL. Con un Esposto ed una prima Integrazione e relativi allegati (una seconda Integrazione è in fase di stesura) si è prodotto agli inquirenti, tra il 23 maggio ed il 5 giugno 2014, la ricostruzione del contesto dei rapporti e degli interessi, nonché i molteplici e significativi particolari sul gruppo FERA, a partire dai “carteggi” che provano i contatti e gli interessi comuni tra FERA, MATACENA e l'ACIERNO (consulente per diversi anni della FERA SRL).
Ora iniziamo con il pubblicare qualcosa in merito alla FERA, non troppo. Non quanto è ancora coperto dal necessario riserbo delle indagini, ma solo quanto è già emerso pubblicamente dalle carte dell'inchiesta e dal lavoro degli inquirenti e della DIA...
La prima puntata, piaccia o meno a Cesare FERA (eventualmente ci farà un'altra querela, per quella già fatta ci vedremo in Appello), è la riproposizione (pari pari) del coinvolgimento della FERA nelle inchieste della DDA di Palermo: “EOLO” e “GOLEM III”. Anche perché proprio quanto emerso con “GOLEM III” e le dichiarazioni di CIMAROSA, cugino del latitante Matteo MESSINA DENARO, permette di comprendere bene la spregiudicatezza di questi imprenditori nordici tanto sensibili alle questioni ambientali (e tanto amati, oltre che SCAJOLA e signora, anche dall'altro Claudio, il BURLANDO, prima con Franco ZUNINO ed ora con la Renata BRIANO e Renzo GUCCINELLI)...
La FERA SRL è stata indicata nell'O.C.C. dell'Operazione “EOLO” della DDA di Palermo in quanto “società sponsorizzata da Cosa Nostra”.
Dall'O.C.C. Operazione “EOLO” [testo integrale qui in formato .pdf]
3) F.E.R.A. Srl
Anche la Fabbrica Energie Rinnovabili Alternative srl, con sede legale in piazza Cavour nr. 7 , p.i. 13393960151, Milano , rappresenta da FERA Cesare opera nel settore dello sviluppo di impianti per la produzione di energia rinnovabile.
Nell’ambito delle proprie attività sviluppa, negli anni 2003-2004, un progetto per la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica con annesso cavidotto e cabina di trasformazione nel territorio di Mazara del Vallo (TP) denominato “vento di vino”, avviando il relativo iter amministrativo per ottenere l’autorizzazione unica.
In data 30.07.2004, la F.E.R.A. srl richiedeva all’Assessorato Territorio e Ambiente l’avvio della procedura di riconoscimento del giudizio favorevole di compatibilità ambientale (V.I.A.).
L’Ente regionale adito,a conclusione del previsto iter amministrativo, esprimeva con DRS 723 del 15.06.2006, il proprio giudizio favorevole (V.I.A) per la realizzazione dell’impianto eolico della potenza nominale di MW 24 costituito da nr. 8 aereogeneratori.
Intanto, in data 30.11.2005, con nota assunta a protocollo nr. 72828 trasmetteva all’Assessorato Terriotorio e Ambiente – dipartimento urbanistica – il progetto per la realizzazione del citato impianto eolico al fine di ottener l’autorizzazione in variante al vigente piano regolatore di cui all’art. 7 del l.r.
L’Assessorato regionale, secondo il previsto iter di cui all’art. 6 della l.r. 15/91, in data 23.01.2006, richiedeva al Comune di Mazara del Vallo di esprimersi, a mezzo di delibera consiliare, sulle opere da realizzarsi imponendo, nel contempo, alla società istante la produzione di documentazione integrativa.
Il consiglio comunale di Mazara del Vallo , con deliberazione nr. 30 del 27.04.2007 ( verbale 168/07 del 13.04.2007 di adunanza di c.c.) , su proposta di deliberazione favorevole con prescrizioni da parte dell’Ufficio Tecnico, esprimeva parere favorevole alla realizzazione del parco eolico denominato “Vento di Vino” .
In data 23.10.2007, con D.Dir. nr. 899 la F,.E.R.A. srl otteneva anche l’autorizzazione di cui all’art. 7 della l.r. 65/1981 e successive modificazioni.
E’ attualmente in fase di definizione presso il competente Assessorato all’Industria l’iter istruttorio per l’ottenimento dell’autorizzazione unica ex art. 12 del D.lgs. 387/2003, richiesta in data 29 marzo 2006.
[…]
E’ nel corso di questa stessa conversazione che un nuovo soggetto si affaccia nei discorsi relativi alle macchinazioni concernenti la realizzazione dei parchi eolici: si tratta della società F.E.R.A., anch’essa operante nel settore delle energie alternative, sul cui progetto – come s’è detto – il Consiglio comunale di Mazara del Vallo aveva già espresso il proprio parere.
Attraverso le risultanze che si illustreranno in séguito, apparirà sempre più chiaro che si tratta di un’impresa sponsorizzata da Cosa Nostra, e, in particolare, dalla famiglia TAMBURELLO.
Durante l’interlocuzione in commento viene menzionata, dai due dialoganti, oltre alla società in questione, anche uno dei soggetti che si renderà protagonista delle inquinate vicende politico – mafiose che si esamineranno in séguito. SUCAMELI e Calogero lo indicano semplicemente come Sebastiano. Si tratta di FALESI Sebastiano, che, come si vedrà, agirà quale emissario dell’impresa F.E.R.A. agli incontri con il Sindaco di Mazara del Vallo.
Ed il Sindaco viene menzionato dai due interlocutori nel brano di conversazione in questione. Ma i tratti più rilevanti di essa si rinvengono nelle parole di Calogero, il quale dice: “è inutile che ci nascondiamo… qua tutti… facciamo soldi… non è che la politica… te li fa gratuitamente… i piaceri”, nonché nel passaggio in cui –nel parlare della “convenzione”- SUCAMELI dice: “ha due anni che ci lavoriamo”; e Calogero, di rimando: “io è quattro anni che ci vado appresso”.
Sarà opportuno, comunque, riportare integralmente il brano in questione:
Pino Perché poi… quello… Giovanni… mi ha detto… tutto a posto… non c’è più niente qua!... e cosa è successo… che gliel’ho fatto rilevare a Giovanni… perché lui si è confuso… siccome… gli ha detto… FERA!... lui leggeva… FERA non lo vedeva… siccome c’era la via Del Vino… FERA era scritto… nella cosa così… che non si vede… non si capisce… perciò… questa cosa l’avevo messa da parte io… l’aveva Lui!... Giovanni!... nel suo Ufficio… là non l’ho trovato… io non trovandolo là… ho detto… è partito!... hai capito tu a me?... è partita la cosa!... non trovavo la lettera io… della… della come si chiama… quindi una volta… che… che… Giovanni mi ha detto… tutto a posto!… qua non c’è niente!… quindi… hanno dovuto fare partire… la lettera… sarà l’hanno trovata da qualche parte… per ora… da una parte ci sarà… io stavo tranquillo!...
…omissis…
Calogero Cioè… io direi… o Pino… diamocela una tranquillità… dobbiamo fare… cioè… questa cosa… a me l’altra volta me l’ha chiesta pure… tuo cugino… gli ho detto… a posto… già…
Pino Ah?...
Calogero L’altra volta… tuo cugino me lo ha chiesto?....
Pino Allora!...ti do la tranquillità…
Calogero L’hai capito?... quel picciotto…
Pino Io…
Calogero Mi ha detto:… minchia… Calogero… qua io…
Pino Abbiamo fatto una cosa… sotto banco… con Giorgio…
Calogero Io… cioè le cose tue… non…
Pino Sotto banco con Giorgio…
Calogero Uh!..
Pino Giorgio… non si vuole esporre… più di tanto…
Calogero Certo!...
Pino Per non essere attaccato…
Calogero Perfetto!...
Pino “Tu fai finta di niente… cammina!... che poi quando arriva… poi ci penso io!”… mi ha capito a me!... il problema… NICOSIA… è stato pure…
Calogero Guarda… che io su di te…
Pino Eh!.. ehh!
Calogero Io su di te!... ho garantito!...
Pino Si!...
Calogero Su di te… ho garantito!... perché Sebastiano… c’è venuto!... ma… come siamo combinati… Calogero!...
Pino Non gliele abbiamo date le dimostrazioni… che abbiamo le porte aperte!... là sopra!… da questa parte!...
….OMISSIS….
Calogero Però il problema è!… che qua!… c’è… è un avvenire pure nostro!... e in più… facciamo figura… pure con quella società… e in più… è un vantaggio nostro…
Pino Ma come no!... minchia… più organizzati… incomp… [voci sovrapposte]
Calogero Mah!… noialtri… per questo…
Pino Ma li!...
Calogero Tu statti tranquillo… che… il vantaggio… è inutile che ci nascondiamo… qua tutti… facciamo soldi… non è che la Politica… te li fa gratuitamente… i piaceri…
Pino NICOSIA… mi ha garantito che problemi non ce n’è!… NICOSIA… diventa… il Sindaco … ha chiamato a NICOSIA …
Calogero Si?...
Pino NICOSIA… gli dice… curami questa cosa con mio cugino… infatti… quando io avevo il numero… ho tutte le cose… lui quando non chiamava… aveva fatto un problema… incomp…
Calogero Io l’altra volta… l’avevo chiamato… per NICOSIA…
Pino Noo… un minuto…
Calogero Per farci questa cosa a NICOSIA… poi tu hai parlato con… incomp…
Pino Ora… eeh!.. quindi… quando… c’è stato quel problema… incomp… non si trovava… NICOSIA… dove?... lo ha fatto venire di corsa… gli aveva detto!... c’è stato… c’è stato un poco di corri corri… perché giustamente… io ci sono rimasto male… che aveva da dicembre…
Calogero Quel picciotto… capisci?... cioè… ma pure io gliel’ho detto…
Pino Di nuovo…. riprendiamo di nuovo le stesse cose…
Calogero Minchia!... puttana dell’inferno!... minchia!... Tu… di Siracusa… vieni a Mazara… cioè tu… di Siracusa… a venire là… [tossisce]… e questa cosa non l’hanno fatto…
Pino Eh!... e oggi abbiamo fatto tutte le cose…
Calogero Pe!... poi lui mi ha detto… che lo ha preso… perché io gli ho detto… Sebastiano!… [voci sovrapposte]
Pino Lo andiamo a trovare!... lo andiamo a trovare!... perché?...
Calogero Perché… lui mi aveva chiamato… gli ho detto… Sebasti… non ti preoccupare…
Pino Perché quello poi glielo ha detto… dice…
Calogero Appena hanno tutte le cose pronte… lo chiamiamo a Pino… [voci sovrapposte]
Pino Gli dici… ingegnere… qua la lettera è fatta a testa di minchia… avanti… devo dire pure questo?... chi è lei?... dalla lettera non si evince… se è il procuratore… se è legale rappresentante… se è uomo di fiducia… qua… ma la ditta FERA… dove è scritta?... se tu prendi la come si chiama… leggi… come si chiama… tu non vedi… leggi FERA… perché c’è là sopra… quella come si chiama… e leggi così… FERA… eh!... ma la per la… leggi tu… Via del Vino… cazzi mazzi ehh..… però… quando noi… cercavamo FERA!… quelli… questa cosa… c’è l’avevano come… Via del Vino… hai capito?... e quello… l’aveva messa là sopra… e non la vedeva… perché… vero è… che se l’è presa… perché glielo avevo detto io… lui se lo è dimenticato… glielo avevo detto io… e se l’è dimenticato…
Calogero Hai capito?...perché quello giustamente… quello è abituato… che arriva là!... e fa tutte cose…
Pino Ah?...
Calogero Cioè… lui… è abituato… che arriva alla Regione… e sarà… o oggi… è oggi!!.. hai capito?... ora arriva qua… minchia!... stiamo… smontando… abbiamo… se uno… a dirgli… guarda… tu!... oggi devi fare questa minchia di lettera… o monti… o smonti… [voci sovrapposte]
Pino Incomp… al Comune di Mazara…
Calogero Cioè!… hai capito?... quello…
Pino Il Comune di Mazara… minchia!...
Calogero Bravo!...
Pino Per ora è… “accappottatu precisu” (sottosopra)
Calogero Siccome quello… è abituato a questi livelli…
Pino L’assessore mi dice.. ma qua non lavora nessuno… tu lo sai… che oggi per andarmi a fare cose… me li sono dovuti andare a fare io… con
sei persone che ho là… all’autoparco… e sono stato… infatti… (pausa)… ho abbandonato là tutte cose… ho lasciato a tutti “in tririci” [inconcluso]… e sono rimasto con Sebastiano fino alle dieci e mezza…
…OMISSIS…
Pino La convenzione… c’è… c’è l’abbiamo… c’è l’abbiamo… approvata…
Calogero Quando abbiamo tutte cose… noi siamo pronti!... per quanto tu… ci devi dire… [salto di linea]… mi serve la convenzione!... diamoci i documenti giusti!...
Pino Ah!... [pausa]… minchia!... perciò… ha due anni e mezzo che ci lavoriamo …
Calogero Io è quattro anni che ci vado appresso…
Pino Ah?...
Calogero io è quattro anni che ci vado appresso…
Pino Come?
Calogero incomp… e ora che siamo nella fase conclusiva… minchia!... il Signore ci scansi…
Pino Io… in settimana… chiudo… l’anello… se c’è bisogno di TORRENTE… nel senso… di nuovo apporto… politico… lo chiamiamo… in causa… lui…
Calogero Ma… io non ho capito… ancora… una cosa…
Pino Ah?...
Espressamente SUCAMELI dice che l’approvazione della convenzione in Consiglio comunale avrà l’appoggio sotterraneo del Sindaco.
Nell’annotazione n. 1613/131 – 1 del 16 settembre 2007, dei Carabinieri del R.O.N.O. provinciale di Trapani si legge (p. 2) che, in occasione dell’intercettazione ambientale in commento, “l’esame del tracciato GPS del mezzo monitorato consentiva di rilevare la posizione del veicolo in cui il SUCAMELI prelevava l’individuo e successivamente lo accompagnava: si trattava della Via Giappone, n. 13 del Comune di Mazara del Vallo”, indirizzo di residenza di TAMBURELLO Calogero, nato a Castelvetrano il 17/2/1962.
Per questa ragione si ritiene che l’abituale interlocutore di SUCAMELI Giuseppe cui egli si rivolge chiamandolo “Calogero” è TAMBURELLO Calogero.
[…]
Il SUCAMELI si trova in compagnia di un soggetto il quale, parlando di sé, afferma di chiamarsi Calogero, identificabile in TAMBURELLO Calogero. Costui riferisce di essere stato chiamato da Sebastiano (evidentemente, FALESI Sebastiano, consigliere della società F.E.R.A. S.r.l.), il quale gli ha comunicato che BRUNO Ettore ha chiamato l’amministratore della società F.E.R.A., dicendogli che il Sindaco desiderava avere un incontro con lui e fissandogli un appuntamento.
Il Calogero, nell’esternare lo sconcerto del FALESI (e il proprio sconcerto) per l’iniziativa di BRUNO Ettore, sottolinea che “quindi, hanno scoperto pure il telefonino” e –per evidenziare gli stretti rapporti che egli ha con l’amministratore della società F.E.R.A.- aggiunge: “il telefonino di questo non ce l’ho nemmeno io”.
…ore 20:14,34… SUCAMELI Giuseppe si ferma e fa salire a bordo TAMBURELLO Calogero…
TAMBURELLO: sei passato dall’ufficio ma non ti sei fermato
SUCAMELI: no stavo andando in un posto e non mi sono potuto fermare…
TAMBURELLO: ma dimmi una cosa, noi qua stiamo facendo completamente una figura di merda, mi ha chiamato Sebastiano
SUCAMELI: eh
TAMBURELLO: e lo vedi tu non ne sai niente di tutte queste minchiate… cioè, noi come se non contiamo… cioè… mi ha chiamato Sebastiano e mi ha detto che hanno chiamato l’amministratore a Milano Ettore BRUNO, il giornalista e gli ha fissato un appuntamento
SUCAMELI: è amico mio!
TAMBURELLO: con il Sindaco, gli ha fissato un appuntamento con il Sindaco, gli ha fissato un… cioè loro tramite noi devono dialogare,
SUCAMELI: con il Sindaco?
TAMBURELLO: urgente, si, “il Sindaco ha bisogno di parlare con lei, urgentemente”, lui ha detto “io ora non può essere questa settimana”, ed hanno l’appuntamento per venerdì, Sebastiano mi ha chiamato e mi ha detto:” Calogero…chi è questo?”
SUCAMELI: ma che minchia è! Io gliel’avevo detto al Sindaco
TAMBURELLO: gli ho detto aspetta vedi che questo…
SUCAMELI: io gliel’avevo detto al Sindaco…
TAMBURELLO: lui me l’ha detto Ettore BRUNO
SUCAMELI: Ettore BRUNO è il giornalista…
TAMBURELLO: lui si è spacciato come il braccio destro…ha detto per conto del Sindaco…gli ho detto, ma non ti ha chiesto il perché?
SUCAMELI: domani mattina vado a trovarlo
TAMBURELLO: gli ho detto a Sebastiano: “ma non gliel’ha detto perché vuole che gli venga fissato un appuntamento?” Mi ha detto: “Calogero, giustamente a Cesare gli è arrivata la telefonata sul telefonino”, quindi hanno scoperto pure il telefonino, il telefonino di questo non ce l’ho nemmeno io…
SUCAMELI: chi? Di chi?
TAMBURELLO: di questo di Milano, hanno chiamato direttamente all’amministratore
SUCAMELI: no deve avere, hanno cercato in internet… inc…
TAMBURELLO: ma per cos’è, cosa c’è stato si può sapere cosa vogliono fare?
SUCAMELI: no io gli ho detto al Sindaco io gli ho detto al Sindaco: “sbriga…” gli ho detto: ”vedi…è una cosa mia!”
TAMBURELLO: eh!
SUCAMELI: è una cosa mia! Gli ho detto: “vedi…se dobbiamo portare…” e lui…
TAMBURELLO: e l’amministratore non c’era bisogno… loro cosa devono fare, loro perché devono parlare con l’amministratore?
SUCAMELI: adesso io…
Proseguendo nella conversazione, Calogero riferisce a SUCAMELI di aver detto a FALESI Sebastiano: “Fammi sentire a Pino”. Di fronte alla situazione creatasi con l’iniziativa del Comune, dunque, FALESI ha ritenuto di attivare TAMBURELLO Calogero e questi ha ritenuto di mobilitare SUCAMELI Giuseppe.
Quest’ultimo –nell’esternare il proposito di mettersi subito in contatto con BRUNO Ettore - commenta: “…quel ragazzo può pensare: ma voi che minchia state facendo lì, non sapete niente?”.
TAMBURELLO: adesso lui ha detto che gli ha fissato l’appuntamento per venerdì prossimo, no questo venerdì
SUCAMELI: a Sebastiano?
TAMBURELLO: all’amministratore a quello di Milano… quello ha detto guardi…io questa settimana non posso venire, ha detto allora ci vediamo la prossima settimana ed hanno stabilito già un incontro per… Sebastiano mi ha chiamato, mi ha detto: “Calogero chi è questo? “ io li per li…
SUCAMELI: ora, ora chiamo a Ettore BRUNO
TAMBURELLO: lui mi ha detto, sai è…con un sito del Comune è l’addetto… ah gli ho detto è il giornalista
SUCAMELI: guardano, sono figli di puttana…
TAMBURELLO: fammi sentire a Pino…
SUCAMELI: no, qualcheduno al Sindaco…lo sai che fanno guardano le cose che sono già fattibili…
TAMBURELLO: eh
SUCAMELI: e per fare figura e ci guardano… ed hanno fatto questa manovra, loro non sanno i miei discorsi segreti…o i miei, o i nostri…
TAMBURELLO: cercano di riprendere tutte le cose che sono…
SUCAMELI: sì perché c’è l’interesse a fare
TAMBURELLO: certo per dimostrare che stanno facendo qualche cosa
SUCAMELI: sì, sì…perciò noi abbiamo tutto a posto…tu non l’hai visto? Non hai camminato insieme a me tu?
TAMBURELLO: ma infatti a Sebastiano gliel’ho detto, Sebastiano fammi fare una telefonata a Pino e ti chiamo tra 5 minuti
SUCAMELI: no, la cosa, la cosa…
TAMBURELLO: poi quel ragazzo può pensare ma voi che minchia state facendo lì, non sapete niente?
SUCAMELI: chi è?
TAMBURELLO: io ti ho chiamato…
SUCAMELI: io nemmeno l’avevo capito…
TAMBURELLO: ti ho chiamato due o tre volte…
SUCAMELI: minchia, allora…
TAMBURELLO: quello ha detto.. minchia quel ragazzo può pensare, ma voi cosa minchia fate lì, perché l’altra volta c’eravamo sentiti mi ha chiesto: “a che punto?” gli ho risposto Sebastiano siamo ad agosto…sono tutti in ferie a Settembre adesso c’è da capire che numeri…
SUCAMELI: ora si è fatta la Giunta…
TAMBURELLO: che numeri ha in Consiglio Comunale il Sindaco… e vediamo quelli che ci servono dell’opposizione…
SUCAMELI: siccome questa ditta è passata…
TAMBURELLO: ed andiamo a cercare…
SUCAMELI: e me l’ha fatta passare il Sindaco, non ti ricordi perché …inc…e quello sa che era una cosa nostra!
TAMBURELLO: perfetto!
SUCAMELI: e allora…
TAMBURELLO: ora io a lui…a Sebastiano gli dico che non c’è bisogno che scende Cesare e viene Sebastiano, a quest’incontro…
SUCAMELI: ah?
TAMBURELLO: e ci presentiamo pure noi, gli diciamo a Sebastiano non c’è bisogno che viene Cesare
SUCAMELI: noo!! Non c’è bisogno, non c’è bisogno, non c’è bisogno…
TAMBURELLO: e cerchiamo di capire…
SUCAMELI: sì, sì
TAMBURELLO: sì anche perché noi siamo nella fase concl… anche perché sulla gazzetta io l’ho visto
SUCAMELI: Sebastiano FALESI? Com’è?
TAMBURELLO: FALESI
SUCAMELI: FALESI
TAMBURELLO: io l’ho visto ieri sul sito, sulla Gazzetta Ufficiale del 28, del 25 agosto li c’era l’autorizzazione nostra della Regione il “VIA”
SUCAMELI: mah ehh…
TAMBURELLO: è stato pubblicato sulla Gazzetta, quella nostra e quella dell’ENERPRO su Mazara…
SUCAMELI: sì…
TAMBURELLO: ed una …inc…
SUCAMELI: e questa…perché quello il giornalista li ha visti ehh… venga che… perché la cosa è fatta, il Sindaco gli poteva dire…no?... perché quello la sa che la cosa si deve portare avanti
TAMBURELLO: sì quello gli ha dovuto dire, va beh portate avanti le cose che possiamo concludere…
SUCAMELI: e allora… ora devo telefonare a Giorgio…
TAMBURELLO: hai capito perché non voglio che poi Sebastiano dice ma che minchia… fate li? Perché io lì per lì BRUNO…
SUCAMELI: ce l’ha spento (sta provando a mettersi in contatto telefonico con il Sindaco Giorgio MACADDINO)…inc…
TAMBURELLO: è il giornalista…è quello dell’ufficio stampa del Sindaco…
SUCAMELI: si è questo, BRUNO è quello l’addetto stampa, ha visto questa cosa e allora ha visto che questa cosa è già è… deve andare ancora in Consiglio… e gli da la precedenza…
TAMBURELLO: eh e loro cercano di prendere le cose…già fattibili
SUCAMELI: si esatto! Ohh!
TAMBURELLO: cioè può dimostrare questo l’abbiamo fatto fare, senza sapere…
SUCAMELI: sì il Sindaco vuole fare figura, rumore, perché noi abbiamo qua, abbiamo là… impianto, titum, titam… vuole fare politica, mi hai capito? Allora però il Sindaco…
TAMBURELLO: con Sebastiano mi sono sentito l’altro ieri…
SUCAMELI: questa è…semplicemente
TAMBURELLO: una ricerca che gli sta facendo fare
SUCAMELI: BRUNO Ettore ha visto queste cose per il Comune di Mazara ed ha visto questa cosa e lui ha chiamato …ha fatto il giro di… la ditta F.E.R.A. come si chiama è di Milano….
TAMBURELLO: hanno detto già hanno fatto tutto…
SUCAMELI: Comune di Mazara, questa è una manovra nostra, il Sindaco è d’accordo perché loro in Commissione l’hanno approvata all’ultimo minuto… ti ricordi?
TAMBURELLO: sì però quello che ti voglio dire io…siccome con Sebastiano ne avevamo parlato due giorni fa, io l’ho chiamato: “sei rientrato?” “Si sono rientrato!” Mi ha detto: “come siamo combinati?” Gli ho detto:” Sebastiano siamo ad agosto, sono tutti in ferie”
SUCAMELI: no dovevi dirgli…
TAMBURELLO: a Settembre capiamo
SUCAMELI: tutti in ferie…
TAMBURELLO: no tutti in ferie…nel senso che il Consiglio…
SUCAMELI: adesso deve andare in Consiglio…ti ricordi che ho parlato con il Presidente
TAMBURELLO: il Consiglio…
SUCAMELI: adesso vediamo in questi giorni dopo le ferie…ci…
TAMBURELLO: organizziamoci giusti perché il Consiglio è una parte più …inc…
SUCAMELI: siccome deve andare in Consiglio, quindi quello là vestono il pupo lo capisci? come se è al di sopra delle parti
TAMBURELLO: ehh!
SUCAMELI: mi segui? E la strategia è questa
TAMBURELLO: ma in Consiglio lui com’è combinato?
SUCAMELI: ah?
TAMBURELLO: in Consiglio com’è combinato?
SUCAMELI: e in Consiglio passa, in Consiglio ora forse... inc… capisci? E casomai gli dico, chissà gli manca qualche voto gli dico a TORRENTE “quelli suoi li faccio votare a favore” mi hai capito?
TAMBURELLO: perché noi dovremmo capire questo, quanti ne ha lui per adesso sotto di lui…
E’ abbastanza chiaro, dal tenore letterale della conversazione che intercorre fra SUCAMELI e TAMBURELLO Calogero, che essi s’interrogano sulle ragioni di questa iniziativa del sindaco. Ed è altrettanto chiaro che SUCAMELI interpreta la condotta del MACADDINO come un’iniziativa dello stesso intesa a porre in essere una serie di atti aventi una parvenza di legalità e di perseguimento degli interessi della collettività, ma, in realtà finalizzata –come lui stesso dice- a “vestire il pupo”; cioè, a pervenire al risultato di favorire la società F.E.R.A. (supportata dallo stesso SUCAMELI) fingendo di compiere tutti i passi che il buon andamento della pubblica amministrazione richiede.
SUCAMELI accenna expressis verbis alla consapevolezza che il sindaco ha degli accordi presi con la F.E.R.A. e alla messinscena finalizzata ad apparire interessato al bene della collettività (“…io gli ho detto al Sindaco sbriga… gli ho detto: vedi che è una cosa mia!”; “…come se è al di sopra delle parti”).
SUCAMELI e Calogero concludono la conversazione dividendosi i compiti: SUCAMELI parlerà a BRUNO Ettore e gli dirà: “il referente sono io!.. dimmi cosa vuoi”; Calogero dirà a Sebastiano (FALESI) che non c’è bisogno che scenda l’amministratore Cesare (FERA), perché all’incontro col Sindaco basta che venga il solo Sebastiano.
SUCAMELI: era UDC… UDEUR…chissà dove sono… non si sa per adesso è UDEUR e domani cambia, adesso ho incontrato a TORRENTE e gli ho detto: ma volete far pace sì o no? Mi ha detto: non ti preoccupare adesso di nuovo…adesso lascio a te… domani mattina vado a fare questa cosa con Ettore BRUNO…
TAMBURELLO: l’hai capito? Perché….
SUCAMELI: gli dico: “il referente sono io!”
TAMBURELLO: esatto gli dici tu…
SUCAMELI: “di questa situazione di ddocu, tu telefoni a Milano”…
TAMBURELLO: impostiamo la cosa, impostiamo la cosa
SUCAMELI: dimmi… dimmi cosa vuoi…il referente, domani ti telefona Sebastiano
TAMBURELLO: venerdì prossimo gli dici già viene il progettista sempre della società ma è quello che ha ricevuto il mandato ..inc… non c’è bisogno che scende l’amministratore…perché già noi, quello ci conosce…conosce a tutti qua al Comune…e sa della situazione…roba nostra… io gli dico a Sebastiano, Sebastiano gli dici a Cesare se non vuole venire non c’è bisogno che viene, vieni tu all’incontro, tu confermagli sempre l’appuntamento di venerdì a lui a BRUNO
SUCAMELI: sì
TAMBURELLO: gli dico a Sebastiano non c’è bisogno.. se Cesare vuole venire viene, gli dici che scende e viene a farsi una passeggiata…in tal caso vieni tu e chiudiamo i punti salienti…
SUCAMELI: no devo dirglielo: “Ettore” gli dico: “Ettore BRUNO …inc… non te l’aveva detto che questa come si chiama ddocu…” e vediamo cosa mi dice lui
TAMBURELLO: può darsi che questo ragazzo li ha visti… li ho visti pure io dalla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato…
SUCAMELI: minchia non c’è cornuto… non c’è mai…
TAMBURELLO: mi hai capito sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato,
SUCAMELI: a quale strada sei, ah la l’altra…
TAMBURELLO: quindi può darsi che il Sindaco ha diramato quest’ordine, prendete le cose fattibili… controllatemi le cose fattibili…e me le portate… può darsi che quello ha visto questo “VIA” autorizzato…dalla Regione ed ha detto… minchia e qua… è arrivata questa lettera…
SUCAMELI: hai…hai…io ti…
TAMBURELLO: perché questa cosa la dobbiamo chiudere subito…questa cosa questo mese di settembre entro la prima quindicina la dobbiamo chiudere Pino
SUCAMELI: sempre bonariamente è giusto?
TAMBURELLO: sì la dobbiamo chiudere
SUCAMELI: no, no un’altra cosa stavo dicendo…
TAMBURELLO: cosa stavi dicendo?
SUCAMELI: poi te lo dico appena scendiamo…
…ore 20:51,07...…OMISSIS…
Il 4 settembre 2006, alle 14,50 intercorre la seguente telefonata (utenza chiamante la 320/3298496 di MARTINO Vito; chiamata la 320/3298398 di BRUNO Ettore), con la quale il BRUNO ragguaglia MARTINO sull’esito dell’incontro fra il sindaco MACADDINO Giorgio e FALESI Sebastiano, emissario della società F.E.R.A. (conversazione n. 9877; all. 71).
[...]
Frattanto, nonostante l’impegno profuso da MARTINO Vito, l’approvazione del progetto della EOLICA DEL VALLO segna il passo; mentre, invece, il progetto della società F.E.R.A., sponsorizzato da SUCAMELI Giuseppe, sta per essere presentato in Consiglio Comunale.
NICASTRI Vito si adonta a causa di ciò e fa una sfuriata a MARTINO Vito, nel corso della seguente telefonata.
LEGENDA:
MARTINO: MARTINO Vito;
NICASTRI: NICASTRI Vito cl.1956;
NICASTRI: Vito MARTINO!
MARTINO: hei Vitù che abbiamo?
NICASTRI: questo Mazara 2 in delibera Consiglio Comunale quando cazzo ci va?
MARTINO: Mazara 2?
NICASTRI: delibera Consiglio Comunale articolo 7
MARTINO: ci stanno lavorando
NICASTRI: ci stanno lavorando...sono quelli dell’ANAS lavoriamo per voi, poi tu li cerchi e stanno dormendo sotto gli alberi!
MARTINO: (sorride) non è vero!
NICASTRI: come? minchia quelli dell’ANAS, buttana quelli sono per antonomasia...
MARTINO: ma come ti è venuta questa cosa del Consiglio Comunale ora come ti è venuta?
NICASTRI: siccome sono qua con l’altra Società F.E.R.A. mi dice che il loro progetto lo stanno portando in Consiglio e la delibera è pronta, quello loro e quello nostro no!! ma non dovevano andarci insieme?
MARTINO: quello loro sì e quello nostro no?
NICASTRI: minchia! ma tu che che fai non conti lì??!
MARTINO: minchia queste cose non me le devi dire
NICASTRI: ora me lo sta dicendo è qui dinnanzi a me, mi sente parlare mentre io parlo con te
MARTINO: chi c’è? chi c’è? con te chi c’è?
NICASTRI: l’ingegnere
MARTINO: quello...
NICASTRI: quello che era con me sì..
MARTINO: ah! Ehhh
NICASTRI: minchia lui è più potente di te, io mi sentivo un cannone avendo a te, invece ho un asino zoppo com’è la cosa?!
MARTINO: non ti preoccupare non c’è problema, io aspettavo veramente per la verità prima la soprintendenza per evitare ...inc...(si sovrappongono le voci)
NICASTRI: non serve! fregatene! non serve
MARTINO: va bene, non ti preoccupare, lunedì la vediamo questa cosa, va bene? l’assegno è arrivato no?
NICASTRI: ah?
MARTINO: l’assegno è arrivato?
NICASTRI: l’assegno devi aspettare altri tre giorni ava arrivari di dda ncapu
MARTINO: va boh
NICASTRI: statti calmo che arriva Vito, quando ti dico che ti pago io ti pago
MARTINO: sono molto calmo io, io mi sento una roccia avendo te no tu avendo me
NICASTRI: una roccia... minchia ho un leone lì a Mazara, mentre gli altri corrono più veloci di te
MARTINO: no per la verità, per la verità
NICASTRI: andiamo facci fare questa delibera loro
MARTINO: poi te ne parlo non...
NICASTRI: a loro fagliela fare se è pronta, anche se quella nostra ce la fanno dopo non fa niente
MARTINO: ma il senso era questo, perché Pino è venuto a parlarmi e gli ho detto: se voi siete un po’ avanti andate avanti il problema non è questo
NICASTRI: va bene sì ...siì.. vanno avanti loro non fa niente
MARTINO: è giusto? va bene?
NICASTRI: va bene! ti saluto
MARTINO: ciao, ciao.
La riportata conversazione telefonica contiene il compendio dell’accordo corruttivo stipulato fra NICASTRI Vito e MARTINO Vito. Nel corso di essa, infatti, NICASTRI afferma apertamente che MARTINO costituisce il suo nume tutelare nell’operazione che deve condurre all’approvazione del progetto della EOLICA DEL VALLO, anche se lo fa commentando criticamente la capacità del suo interlocutore di manovrare come promesso (“ma tu che fai, non conti lì?!”; “io mi sentivo un cannone avendo te”).
Sorprendente è l’esplicitezza con la quale i due interlocutori parlano della controprestazione in denaro promessa dal NICASTRI. MARTINO chiede apertamente se l’assegno è arrivato. Si tratta certamente del contributo alla squadra di calcio del Mazara promesso da NICASTRI. Ma quanto al rapporto sinallagmatico che tale dazione di denaro ha con l’opera svolta da MARTINO per favorire il progetto della EOLICA DEL VALLO, non possono esservi dubbi, in considerazione del chiarissimo tenore della risposta di NICASTRI: “statti calmo che arriva, Vito, quando ti dico che ti pago, ti pago”.
Fra l’altro, nelle parole di MARTINO – il quale negli ultimi tempi ha avuto vari abboccamenti, concordati per telefono – v’è la conferma che lo sponsor della società F.E.R.A. è SUCAMELI Giuseppe.
[…]
Il progetto della società F.E.R.A. crea grosse preoccupazioni nel gruppo affaristico – mafioso di cui fanno parte MARTINO Vito, SALADINO Melchiorre, NICASTRI Vito ed altri. Ma, proprio su input di NICASTRI, si mette a punto una strategia che salvaguarda gli interessi di tutti: bisognerà imporre alla F.E.R.A. di trovare un accordo di collaborazione con la “EOLICA DEL VALLO”. Dovrà essere l’Amministrazione di Mazara del Vallo a costringere la F.E.R.A. a pervenire a tale accordo, con la minaccia, diversamente, di veder boicottato il proprio progetto. A MARTINO è riservato il compito di convincere il Sindaco MACADDINO Giorgio a porre in essere la strategia ispirata dallo stesso MARTINO e da NICASTRI.
E così MARTINO Vito chiama BRUNO Ettore – addetto stampa del Comune e braccio destro del Sindaco – per incaricarlo di fissare un incontro fra il Sindaco e i rappresentanti della società F.E.R.A. A tal uopo, MARTINO fornisce a BRUNO il numero di cellulare (fornitogli da NICASTRI Vito) dell’Ing. FALESI Sebastiano, principale collaboratore di FERA Cesare, titolare dell’impresa.
BRUNO Ettore chiama FALESI e fissa l’appuntamento con il Sindaco. Senonché, anche la società FERA ha la sua brava sponsorizzazione mafiosa per il proprio progetto di parco eolico a Mazara: il supporter, in questo caso, è SUCAMELI Giuseppe, in collaborazione con il suo fidato amico TAMBURELLO Calogero.
Accade, pertanto, che FALESI Sebastiano si allarmi a causa dell’iniziativa di BRUNO Ettore. Il FALESI, infatti, sa che la società FERA ha come proprio referente, in Mazara del Vallo, TAMBURELLO Calogero, ed è da lui che attende notizie. Pertanto, lo chiama e gli chiede spiegazioni sull’incontro convocato dal Sindaco.
TAMBURELLO Calogero, allarmato a sua volta per la notizia datagli da FALESI, informa immediatamente SUCAMELI Giuseppe, il quale manifesta sorpresa e disappunto. A suo dire, infatti, egli aveva informato il Sindaco MACADDINO Giorgio, che la FERA era “cosa nostra” (di SALADINO e TAMBURELLO Calogero); per tale ragione, SUCAMELI pretendeva che i rapporti fra l’Amministrazione comunale e la FERA passassero attraverso lui.
Inoltre, sia TAMBURELLO che SUCAMELI sono preoccupati per la figura che ci fanno con FALESI, non essendo stati in grado di preavvertirlo dell’iniziativa del Sindaco.
[...]
La FERA SRL veniva anche indicata nel Comunicato Stampa dell'Operazione EOLO [il testo integrale qui], ed anche qui testualmente:
[...]
E così il MARTINO chiamava BRUNO Ettore – addetto stampa del Comune e braccio destro del Sindaco – per incaricarlo di fissare un incontro fra il Sindaco e i rappresentanti della società F.E.R.A. Su input del MARTINO il BRUNO Ettore chiamava l’Ing. FALESI Sebastiano, principale collaboratore di FERA Cesare, titolare dell’impresa e fissava l’appuntamento con il Sindaco.
Senonché, anche la società FERA aveva allacciato intese per il proprio progetto di parco eolico a Mazara, rivolgendosi, in questo caso, al SUCAMELI Giuseppe cui si rivolgeva immediatamente il FALESI al SUCAMELI Giuseppe, il quale manifestava sorpresa e disappunto. A suo dire, infatti, egli aveva informato il Sindaco MACADDINO Giorgio, che la FERA era “cosa nostra” .
[...]
La “FERA SRL” emerge inequivocabilmente nell'operazione “GOLEM III” - anche conosciuta come “EDEN” - della DDA di Palermo a carico del gruppo e nucleo familiare di Matteo MESSINA DENARO.
da OCC “GOLEM III” (o “EDEN”) [testo integrale qui in formato .pdf]
Ebbene, le indagini consentivano di evidenziare che FILARDO Giovanni, prima di essere tratto in arresto, aveva imposto alla CEDELT, grazie al suo spessore mafioso e alla diretta riconducibilità dei suoi interessi a quelli del latitante, la propria partecipazione, in subappalto, alla realizzazione di detto parco eolico e ciò nonostante l’opera ricadesse nel diverso mandamento di Mazara del Vallo.
A tali conclusioni si giungeva innanzitutto (come appreso dalle intercettazioni sul conto del LO SCIUTO e del CIMAROSA) dai problemi insorti proprio a causa dell’arresto del FILARDO.
Infatti, nella fase antecedente all’aggiudicazione dei lavori, i vertici della FERA avevano manifestato ai rappresentanti della CEDELT l’inopportunità di mantenere i pregressi accordi con la BF e la MG in ragione della intervenuta detenzione del FILARDO per fatti di mafia e della relativa difficoltà di superare i protocolli di legalità imposti dalla Prefettura di Trapani.
Tuttavia, consci di non potere liberamente disattendere gli impegni assunti con l’impresa mafiosa nonostante la giusta causa sopravvenuta, la FERA e la CEDELT arrivavano addirittura a prospettare esse stesse la possibilità di mascherare la presenza delle ditte del FILARDO attraverso il formale affidamento dei lavori a imprese al di fuori di ogni sospetto (individuandole in quelle di DURANTE Nino, allora presidente della Confindustria di Trapani).
Così la PG:
<<In data 14.02.2011, alle ore 15:13:35, veniva registrata una conversazione telefonica sull’utenza di LO SCIUTO Antonino intercorsa tra questi e GATTA Alberto, usuario dell’utenza telefonica n. 348/0433312100, ingegnere alle dipendenze della CEDELT s.p.a.(..).
Nel corso del dialogo telefonico GATTA Alberto, avendo avuto conferma che il LO SCIUTO si trovava in quel momento in ufficio, presso la sede della B.F. COSTRUZIONI s.r.l. (già FILARDO GIOVANNI s.r.l.), ubicata nella c/da Fontanelle – Marcite di Castelvetrano, gli comunicava che in serata sarebbe andato a trovarlo, facendogli comprendere che aveva necessità di parlargli.(..)
LO SCIUTO, a seguito del contatto telefonico sopra evidenziato, si recava quella sera a prelevare il GATTA in territorio del Comune di Castelvetrano e lo accompagnava presso l’albergo dove lo stesso soggiornava in quel periodo.
Una volta a bordo del veicolo, GATTA introduceva il motivo del incontro richiesto al LO SCIUTO: in una pregressa circostanza era stato convocato da tale FALESI, soggetto noto anche a LO SCIUTO Antonino, il quale, conscio dei rapporti di affari intercorrenti tra l’impresa del GATTA, ovvero la CEDELT s.p.a., e la B.F. COSTRUZIONI s.r.l., gli aveva esposto una problematica che stava procurando notevoli preoccupazioni al citato FALESI ed al suo entourage.
Entrando nei dettagli, GATTA chiariva che il FALESI, la cui ditta era in procinto di realizzare un parco eolico nel territorio del comune di Mazara del Vallo, temeva che la CEDELT, esecutrice dei lavori edili, si potesse avvalere – come già avvenuto in passato – delle prestazioni dell’impresa di FILARDO Giovanni. Era evidente, infatti, che, attese le vicissitudini giudiziarie del FILARDO, un eventuale rapporto di lavoro con la sua impresa sarebbe apparso quantomeno inopportuno.GATTA aggiungeva che i timori del FALESI nascevano anche dal fatto che egli era stato, seppur marginalmente, coinvolto in recenti attività investigative condotte sull’area mazarese e riguardanti proprio la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e, riportando sempre le parole del FALESI, chiariva che quest’ultimo gli aveva chiesto di trovare un altro “riferimento” sul territorio, cioè una ditta diversa da quella del FILARDO a cui rivolgersi per subappaltare parte delle opere edili da realizzare. A tal fine, stando sempre alla narrazione del GATTA, FALESI, servendosi di un ingegnere indicato come Gaspare SPALLINA, aveva messo in contatto la ditta del GATTA con l’impresa gestita da tale Nino DURANTE, con la quale in quel periodo stavano concordando le modalità di realizzazione dei lavori edili.
La scelta dell’impresa di Nino DURANTE sarebbe stata anche agevolata dalla circostanza che, come richiesto dal FALESI, l’impresa da individuare doveva essere possibilmente collegata a CONFINDUSTRIA trapanese in quanto, a seguito del protocollo di legalità sottoscritto dall’impresa del FALESI con la Prefettura di Trapani, l’eventuale ditta subappaltatrice, i fornitori di materiali edili (calcestruzzo ed altro, ndr) ed i noleggiatori dei mezzi d’opera non dovevano avere alcuna controindicazione circa eventuali infiltrazioni di cosa nostra.
A questo punto, GATTA spiegava la proposta che, per conto di FALESI, doveva portare all’attenzione di LO SCIUTO Antonino, e quindi di FILARDO Giovanni: FALESI, evidentemente consapevole del ruolo di FILARDO Giovanni ed al fine di non estrometterlo del tutto dall’esecuzione delle opere, aveva riferito al GATTA che l’impresa del cugino del ricercato castelvetranese, rappresentata dal LO SCIUTO, avrebbe potuto comunque svolgere parte dei lavori in questione a seguito di un accordo con l’impresa del Nino DURANTE, accordo che comunque sarebbe stato lo stesso LO SCIUTO a dover concludere.
GATTA, pur ammettendo che si trattava solo di un “contentino”, spiegava che, a seguito dell’accordo con l’impresa del DURANTE, gli eventuali lavori realizzati in territorio di Mazara del Vallo dall’impresa del LO SCIUTO sarebbero stati comunque contabilizzati e liquidati, utilizzando documentazione mendace, come se fossero stati effettuati in altri siti siciliani in cui la CEDELT aveva in corso lavori di analoga natura (“così da far risultare su un altro lavoro”). Si trattava chiaramente di un espediente finalizzato a celare alle Autorità il coinvolgimento della B.F. COSTRUZIONI s.r.l.LO SCIUTO rappresentava che quanto accaduto a FILARDO Giovanni (cioè l’arresto avvenuto nel marzo del 2010) non era certo una circostanza che poteva passare inosservata ma non era neanche del tutto inconsueta tra gli imprenditori edili del Sud Italia e che, quindi, non poteva costituire pregiudizio all’effettuazione di altri lavori. Chiariva ulteriormente che il FALESI era perfettamente consapevole dei “delicati” equilibri esistenti nell’area di Mazara del Vallo, poiché tale argomento era stato affrontato con lo stesso FALESI nel corso di un incontro avvenuto a ridosso delle festività natalizie ed a cui aveva partecipato anche LO SCIUTO.
Questi chiariva, peraltro, che la B.F. COSTRUZIONI s.r.l. si era già messa a disposizione del FALESI ed anche della ditta del GATTA (la CEDELT s.p.a.) e che, quindi, non vedeva quale problema potesse sorgere se l’impresa del FALESI si fosse “appoggiata” a quella del LO SCIUTO. Temendo, poi, che vi fossero stati interventi di altra natura, ovviamente mafiosa, nei confronti del FALESI, Nino chiedeva al GATTA se il problema che gli stava rappresentando era sorto solo per la preoccupazione del FALESI ovvero se alla base vi fossero altre circostanze che il suo interlocutore gli aveva taciuto. GATTA lo rassicurava in tal senso e pertanto il LO SCIUTO si riprometteva di chiarire tali circostanze direttamente con FALESI in un successivo incontro.
[intercettazione a pag. 223 dell'OCC GOLEM III, ndr]
Gli accertamenti esperiti sul contenuto della conversazione ambientale in esame consentivano di appurare che:
- il soggetto indicato con il cognome FALESI si identificava in FALESI Sebastiano, ingegnere, consigliere delegato ai rapporti con la Sicilia dell’impresa Fabbrica Energie Rinnovabili Alternative (in breve F.E.R.A.) s.r.l. con sede legale a Milano piazza Cavour n. 7. L’impresa in questione, che opera nel settore dello sviluppo di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, è di proprietà di FERA Cesare, imprenditore milanese (…);
- la ditta in argomento e l’ingegnere FALESI Sebastiano emergono negli atti della già richiamata operazione “EOLO” (proc. pen.n. 7999/04 R.G.N.R. Mod. 21 - D.D.A. Palermo) condotta dal R.O.N.Inv. CC di Trapani, sfociata nella misura cautelare emessa da codesta D.D.A. in data 09 febbraio del 2009 che ha portato alla cattura di alcuni soggetti appartenenti al sodalizio mafioso di Mazara del Vallo, tra i quali i noti AGATE Giovan Battista, SUCAMELI Giuseppe e CUTTONE Antonino, nonché il genero di questi MARTINO Vito, all’epoca consigliere comunale di Mazara del Vallo. In particolare, per ciò che attiene il FALESI e la ditta F.E.R.A. s.r.l., nell’ambito di quelle indagini era emerso che il progetto relativo alla realizzazione dell’impianto eolico c.d. “Vento di Vino”, all’epoca ancora in attesa dell’autorizzazione unica da parte dell’Assessorato Industria della Regione Siciliana, era stato “sponsorizzato” da SUCAMELI Giuseppe e dall’imprenditore edile TAMBURELLO Calogero; tuttavia, il progetto in questione era entrato in contrasto con altro analogo, supportato dal consigliere comunale MARTINO Vito, riguardante la realizzazione di un altro parco eolico sul territorio mazarese facente capo all’impresa EOLICA DEL VALLO s.r.l. riconducibile al noto imprenditore alcamese NICASTRI Vito. Nel corso delle indagini era altresì emerso che il MARTINO operava per conto del suocero CUTTONE Antonino e pertanto, previo interessamento di AGATE Giovan Battista, l’impresa del FALESI Sebastiano era stata messa in contatto con NICASTRI Vito per trovare un accordo tra i due gruppi imprenditoriali; si accertava, altresì che il sodalizio mafioso mazarese, per diretta emanazione di CUTTONE Antonino, aveva anche avanzato la possibilità di una fusione dei due progetti per risolvere la situazione empasse venutasi a creare. A seguito degli arresti operati, tale condizione non si realizzava e pertanto anche il progetto della ditta F.E.R.A. s.r.l. rappresentata dal FALESI Sebastiano subiva un brusco rallentamento fino ad epoca recente; (…)
- la ditta ed il Nino DURANTE indicati nella conversazione ambientale tra LO SCIUTO Antonino e GATTA Alberto, alla luce anche dei pregressi contatti telefonici con DI STEFANO Vincenzo e dai riferimenti emersi nel corso della conversazione circa la vicinanza dell’impresa in questione all’associazione Confindustria della Provincia di Trapani, venivano compiutamente identificati nella ditta edile BITUMEDIL s.r.l., con sede a Santa Ninfa via SS 119 ex casello ferroviario snc, di proprietà dei fratelli DURANTE Davide e DURANTE Giuseppa. La società, costituita nel 1977, è stata formalmente amministrata da DURANTE Nino fino al 30.03.2001, data in cui gli succedeva il fratello Davide.
Le informazioni fornite dai due interlocutori, ed altre raccolte nel corso delle indagini e riportate nel presente referto, indicavano chiaramente un’attuale riferibilità dell’impresa al citato ingegnere DURANTE che certificavano la quotidiana presenza del predetto DURANTE presso l’azienda in argomento.
In merito alla necessità - emersa nel corso del dialogo intercettato - che la ditta in questione fosse collegata a Confindustria trapanese, va riferito che DURANTE Davide, attuale amministratore unico della BITUMEDIL, ricopre la carica di presidente degli industriali della Provincia di Trapani in seno all’associazione CONFINDUSTRIA di Trapani (..);
La vicenda sinora esposta veniva ripresa dai due interlocutori nel corso della successiva conversazione ambientale avente progressivo n.1602.
A partire dalle ore 19:34:04, veniva registrato un’ulteriore scambio verbale tra LO SCIUTO Antonino ed il citato GATTA Alberto. LO SCIUTO, con la propria autovettura, conduceva GATTA Alberto ed una terza persona, probabilmente un collaboratore del medesimo GATTA, presso il noto ristorante “Pierrot” di Castelvetrano ubicato in quella via Re di Puglia. Durante il tragitto i due riprendevano l’argomento trattato nella conversazione sopra evidenziata.
Nella circostanza, oltre ad avere la conferma che il GATTA si era fatto portavoce di FALESI Sebastiano, tanto che ne pronunciava il nome di battesimo, era possibile comprendere che la ditta del LO SCIUTO aveva già stabilito, in una pregressa circostanza, alcuni accordi con quella del FALESI e che pertanto l’improvviso cambio di rotta di quest’ultimo non era affatto gradito al LO SCIUTO, anche perché, per stessa ammissione di quest’ultimo, FILARDO si era messo a completa disposizione dell’impresa F.E.R.A. s.r.l., e, all’epoca in cui erano stati avviati i lavori, aveva realizzato in quattro giorni una “piazzola” nonostante in quel periodo fosse impegnata in altre commesse.
CONVERSAZIONE TRA PRESENTI INTERCETTATA IN DATA 14/02/2011, A PARTIRE DALLE ORE 19:34:04, CON PROG. 1602 REGISTRATA A BORDO DELL’AUTOVETTURA MERCEDES ML 320, TARGATA CR302NE, IN USO A LO SCIUTO ANTONINO – DECRETO N. 2512/10 NRI DELLA D.D.A. DI PALERMO.
Legenda:
Nino: LO SCIUTO Antonino nato a Castelvetrano (TP) il 01.01.1970;
Alberto:GATTA Alberto nata a Castellammare di Stabia (NA) il 01/11/1967.
omissis da minuti 00:00:00 a minuti 00:01:47:
LO SCIUTO Antonino a bordo dell’auto da solo. Poco dopo salgono a bordo GATTA Alberto ed una terza persona, probabilmente un collaboratore del medesimo GATTA. Auto in movimento. Alberto chiede a LO SCIUTO notizie della sua famiglia e di come vanno le cose. Nino replica che tirano avanti e che le sue figlie crescono. Poi parlano di sesso e di donne. Nino chiede notizie degli operai di GATTA Alberto. Quest’ultimo dice che ha contattato tale APICELLA per organizzare e contattare la manodopera in relazione ai lavori che devono eseguire a Mazara del Vallo
Alberto: purtroppo questo cazzo di lavoro… cioè… ancora dobbiamo firmare il contratto… però il 21… il 21 si deve iniziare… che sarebbe lunedì prossimo… un mese… un mese per fare due fondazioni… più quattro chilometri di posa cavi più la recinzione della sottostazione e poi si fermano… perché ci abbiamo tre mesi… il decreto gli dice che deve essere… che devono essere sospesi per tre mesi… e si riprende a Luglio…
Nino: a Luglio?...
Alberto: eh… si può lavorare solo il mese di Marzo… si riprende a Luglio… e per fine Agosto bisogna finire… in poche parole… un’impresa!... (breve pausa, ndr)… ma tu quando non ti rispondeva Sebastiano che… non te lo sei chiesto?...
Nino: io tutte cose mi chiedo… Alberto!… (pausa, ndr)… però non funziona così… Alberto… tu queste cose le sai meglio di me… perché sei più grande di me… e… hai cento volte più esperienza di me… non funziona così!...
(pausa, ndr)…
Alberto: non lo so se (balbetta, ndr) si è trovato nell’ambito della società… perché… pure a lui lo vedo molto… indeciso… preoccupato… (pausa, ndr)… chiaramente da un certo punto di vista dici… nel momento in cui ho affidato a CEDELT… sono cazzi di CEDELT… questo è… (incomp.)…
Nino: poi il problema diventa tuo!...
Alberto: eh!... questo è poco ma sicuro…
Nino: qua!... il problema diventa tuo!...
Alberto: lo so!... (breve pausa, ndr)… però ti rendi conto che nel momento in cui ti si mette davanti il fatto… patto di legalità… il controllo della Prefettura… cose e quant’altro… comincia ad essere un pochettino complicato… ora io prendo atto comunque di quello che mi hai detto… faccio un attimo di riflessione…
Nino: ora… poi…
Alberto: ne parliamo…(…)
Nino: questa piazzola noialtri l’abbiamo fatta in quattro giorni… quattro giorni!... sba… intanto prima… abbiamo tolto tutta la vite… poi abbiamo fatto il cassonetto… e poi riempita…
Alberto: e hai portato il materiale (inerti, ndr)…
Nino: sotto tutta con pietrame e sopra con 40 centimetri di tufina e rullata… quattro giorni!...
Alberto: questo quando si doveva fare l’inizio dei lavori?...
Nino: si… non… non si ragiona così!... attenzione io non voglio entrare in merito… però i problemi si possono risolvere a questo riguardo!... Ne parliamo!...
Alberto: ah certo!...
Nino: anche perché io sono stato sempre a disposizione, (alza il tono della voce, ndr) Alberto una lira non gliel’abbiamo chiesta mai!!!... Perché io là ho dovuto andare a comprare materiale (inerti, ndr) perché non è che io ho cava… io sono dovuto andare a pagare materiale (inerti, ndr)…
Alberto: certo!... lo hai dovuto andare a comprare…
Nino: mi sono dovuto andare a noleggiare… mi sono dovuto andare a far fare forniture da altre persone… per praticamente affrontare il lavoro… perché in quattro giorni tu come facevi a finire un servizio (lavoro, ndr) di questi… tra l’altro noialtri eravamo impegnati in un altro fronte… pure!...
(pausa, ndr)…
Nino: qua c’è sempre… sempre il solito bordello (è riferito alle condizioni di un luogo che vede al di fuori dell’auto, ndr)…
Alberto: quello… quando… quando ti ha visto… secondo me… voleva morire!...
(breve pausa, ndr)…
Nino: secondo te voleva morire (ride, ndr)… e secondo me per questo doveva rientrare… io però non…
Alberto: uhm… non avevi afferrato!...
Nino: (incomp. farfuglia, ndr)…
Alberto: anche perché giustamente dicevi… non avevo niente da…
Nino: io non ho niente da nascondere!...
Alberto: da nascondere… (..)>>
I successivi colloqui intercettati e i contestuali servizi di osservazione dimostravano che in quei giorni, effettivamente, LO SCIUTO e CIMAROSA riuscivano a stabilire un contatto con il DURANTE e a incontrarlo riservatamente a Santa Ninfa il 15 febbraio 2011 (cfr. informativa congiunta cit. dei Carabinieri del 23.11.2011, pag. 80 e ss).
Della trattativa in corso e della modalità attraverso cui consentire all’impresa del FILARDO la partecipazione occulta ai lavori del parco eolico, si faceva portavoce la figlia di quest’ultimo, FILARDO Floriana, durante un colloquio in carcere col padre, registrato qualche giorno dopo e riportato nell’informativa cit. del GICO della GdF.
In quella occasione, la donna, ricorrendo al solito linguaggio criptico e a gesti simbolici, faceva capire al genitore che erano comunque riusciti ad ottenere i lavori che il detenuto si era assicurato presso la CEDELT prima di essere arrestato, seppure tramite imprese con funzione di prestanome:
Colloquio n.27 del 23.02.2011 – dalle ore 12:45 alle ore 13:45
Partecipanti: FILARDO Giovanni, detenuto; BARRESI Francesca Maria, moglie del detenuto; FILARDO Floriana, figlia del detenuto; SANTANGELO Rosa, mamma del detenuto. (Allegato n.89)
Minuto 14:04
Giovanni chiede nuovamente a Floriana dove stanno lavorando attualmente; Floriana riferisce …. che questa settimana dovrebbero iniziare un nuovo lavoro; poiché Giovanni non capisce Floriana fa un gesto: rotea l’indice destro a mulinello (n.d.r. presumibilmente simula il movimento delle pale eoliche). Giovanni capisce. Floriana continua parlando a bassa voce, si intendono solo alcuni tratti:
Floriana: …lo hanno dato ...inc…
Giovanni: a lui lo hanno dato?
Floriana: …inc…
Giovanni: quello di là quando avevamo parlato…ah! va bene
Floriana: direttamente a… a noi no!
Giovanni : …inc…
Franca: è venuto!
Giovanni : è venuto?
Franca : Alberto!
Floriana : a posto!
Giovanni : va bene… salutatemelo
Il riferimento alle pale eoliche e ad Alberto (GATTA Alberto, rappresentante della CEDELT) consentiva di affermare con certezza che i due interlocutori parlassero proprio del parco Vento di Vino.
Nei giorni successivi, però, le intercettazioni non registravano altri riferimenti alla vicenda, segno probabilmente, come si capirà, che erano state superate le perplessità circa il diretto affidamento dei lavori da parte della CEDELT all’impresa del FILARDO.
Ed invero, la PG accertava che, con due distinti contratti del marzo 2011, la società partenopea aveva affidato comunque i lavori in questione sia alla BF che alla MG, senza intermediari di sorta.
In particolare, dall’informativa citata del GICO, risulta che:
- la B.F. Costruzioni S.r.l., per il periodo 1.03.2011/31.08.2011, era impegnata nei “lavori di viabilità e realizzazione scavo per cavodotto di una centrale eolica” a Mazara del Vallo, per un importo di euro 500 mila con committente la CEDELT S.p.a.;
- parallelamente la M.G. Costruzioni S.r.l., per il periodo 21.03.2011/18.11.2011, era impegnata per la “realizzazione opere di carpenteria per la costruzione di un parco eolico e relativa sottostazione elettrica” a Mazara del Vallo, per un importo di euro 150 mila, e con committente la stessa CEDELT S.p.a.
Contratti questi che trovavano concreta esecuzione ad opera delle due società come documentato nell’informativa dei Carabinieri, cui si rimanda, ove venivano puntualmente ricostruite le fasi di inizio di quei lavori da parte della BF e della MG, dietro le direttive di LO SCIUTO e CIMAROSA.
Evidentemente dunque tanto la FERA che la CEDELT avevano dovuto accettare, nonostante il paventato rischio di decadere dall’aggiudicazione dei lavori per avere fatto ricorso a imprese di mafiosi, la presenza, anche formale, delle ditte del FILARDO.
Ebbene, va subito evidenziato che, non appena formalizzati i contratti, emergeva, dalle intercettazioni in carcere tra il FILARDO e i suoi familiari, un primo importantissimo riferimento dal quale si comprendeva che i proventi di quel lavoro dovevano essere destinati anche alla sorella del latitante, MESSINA DENARO Patrizia (cfr. colloqui del 3 marzo 2011 n. 28, prima riportato).
Ma era soprattutto nella fase successiva all’aggiudicazione che si registravano una serie di dinamiche di matrice indiscutibilmente mafiosa da cui trarre la conferma definitiva dell’assoluto controllo di Cosa nostra (anche durante l’esecuzione dei lavori) dell’operazione economica relativa al parco eolico Vento di Vino.
Si comprendeva cioè che il FILARDO - prima dell’arresto- aveva ottenuto dalla CEDELT l’impegno a realizzare parte delle opere e quindi si era preventivamente accordato con la famiglia mafiosa di Mazara del Vallo “competente” sul territorio ove il parco doveva realizzarsi.
Si comprendeva altresì che -dopo l’arresto del FILARDO nell’operazione Golem II, e dunque la relativa decimazione degli uomini più fidati del latitante- quegli originari accordi con l’articolazione mafiosa di Mazara del Vallo dovevano essere necessariamente riaggiornati per favorire la consorteria castelvetranese gravemente colpita.
Artefici della rinegoziazione di tali accordi per conto del detenuto FILARDO, e quindi della famiglia di Castelvetrano, erano il LO SCIUTO e il CIMAROSA i quali si adoperavano in tal senso sino a interloquire direttamente con il capo mandamento di Mazara del Vallo, GONDOLA Vito (già ripetutamente condannato per il delitto di cui all’art. 416 bis cp), chiamato a dirimere la questione.
La controversia, come si vedrà, veniva ovviamente risolta dal GONDOLA in favore dei castelvetranesi (e dunque di Matteo MESSINA DENARO), riservando agli imprenditori mafiosi mazaresi, e in particolare a LORETTA Carlo (componente di spicco della famiglia di Mazara del Vallo, già definitivamente condannato ex art. 416 bis cp) solo una minima parte dei lavori.
Va da sé che l’intervento dei vertici del mandamento dimostravano definitivamente che l’intera operazione era stata gestita da Cosa nostra.
[...]
Dal verbale delle dichiarazioni rese dal CIMAROSA [il testo integrale qui]
[…]
Da quel momento io ho avuto come interlocutore solo Francesco GUTTADAURO il quale, ad un certo punto, mi rappresentò di avere necessità di grosse somme di denaro da far arrivare al latitante [Matteo MESSINA DENARO, ndr].
Per queste ragioni, ho versato in più tranche circa 60.000 euro a Francesco GUTTADAURO (proventi dei lavori di VENTO DI VINO).
A proposito dei lavori di VENTO DI VINO, ho vissuto in prima persona, insieme sempre al LO SCIUTO, tutti i problemi relativi alla realizzazione di lavori, all'indomani dell'arresto di FILARDO Giovanni.
[…]
Dopo l'arresto del FILARDO e quindi le difficoltà che erano sorte per la BF, la committente FERA si era rivolta (come risulta chiaramente dalle intercettazioni) alla CEDELT, la quale inizialmente si rivolse al DURANTE. Quest'ultimo però, non avendo personale e mezzi specializzati su tali lavori, si rivolse, a sua volta, sempre al LO SCIUTO.
Ad un certo punto quindi io e il LO SCIUTO ci recammo ad Avellino e concludiamo l'affare con la CEDELT.
[…]
Ribadisco che dai proventi dell'appalto che MG svolse in quel campo eolico [VENTO DI VINO, ndr] trassi 60.000 euro che Francesco GUTTADAURO mi chiese per il latitante [Matteo MESSINA DENARO, ndr]
Ora, prima di chiudere questa prima puntata, c'è ancora qualche dettaglio da vedere...
Prima di tutto al NICASTRI "colosso" nell'eolico per Cosa Nostra è stato già confiscato il patrimonio dalla DIA [vedi qui Decreto di Confisca integrale]... Poi c'è uno dei promotori dell'ANEV [atto costitutivo] con NICASTRI ed il FERA (oltre che già socio anche del FERA e della CEDELT), ovvero il VIGORITO Oreste, arrestato nella maxi inchiesta sulla truffa dell'eolico sfociata nell'Operazione "VIA COL VENTO"...
L'Operazione "VENTO DI VINO", del 2009, era relativa ad una maxi truffa sull'eolico individuata dalla Guardia di Finanza con la Procura della Repubblica di Avellino. Nell'ambito di tale operazione vennero sequestrati sette parchi eolici (uno dei quali in provincia di Sassari).
Le persone sottoposte ad arresto nell'ambito di questa operazione erano: Oreste VIGORITO, di 63 anni di Ercolano (Napoli); Vito NICASTRI, di 53, di Alcamo (Trapani); Ferdinando RENZULLI, di 43, di Avellino; e Vincenzo DONGARRA', di 47 di Enna. Altre 11 persone risultavano indagate a piede libero.
Stando a quanto appreso dagli organi di informazione le imprese dei suddetti presentavano false certificazioni per avere accesso a contributi erogati in favore dei produttori di energia eolica. Veniva indicata una truffa sui fondi 488/92 pari a 100/130 milioni di euro.
Le società coinvolte erano 12 (9 con sede ad Avellino e 3 in Sicilia) ed erano beneficiarie di contributi per la realizzazione di parchi eolici. I 15 indagati sono stati accusati a vario titolo di aver illecitamente percepito contributi pubblici predisponendo atti e documenti falsi e dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà falsi.
Tra le società coinvolte la I.V.P.C. del VIGORITO.
Una delle persone indagare nell'abito della Op. “VIA COL VENTO” risulta essere DAVELLE Valerio. Questi era certamente in allora il Direttore Generale “SF FINANZIARIA SPA” e si sarebbe esposto per far ottenere tra i 100/130 milioni di euro (fondi ex legge 488/92) alla rete del VIGORITO Oreste scoperchiata con l'indagine della Guardia di Finanza. La “SF FINANZIARIA SPA” risultava essere società collegata alla “CENTROBANCA”, società del gruppo “UBI BANCA”. Nel Comitato di Vigilanza della “UBI BANCA” compariva Pietro Gussalli BERETTA. Questi, oltre ad essere stato coinvolto nella “BERETTA CONNECTION”, era già socio della “FERA SRL” (cedette le quote al FERA Cesare) ed è amico da lunghissimo tempo del FERA Cesare.
La FERA SRL ed il VIGORITO, come anticipato, erano insieme nella società “TRINACRIA EOLICA SRL” di Avellino.
La “TRINACRIA EOLICA SRL” aveva capitale sociale di 10.000 euro conferiti in “natura” e vedeva come soci:
- per 6.500,00 euro la ITALIAN POWER CORPORATION SAS di ROMEO AGATINA ROSARIA (IPVC);
- per 3.500,00 euro la “FERA SRL”.
L'Amministratore Unico risultava inizialmente VIGORITO Oreste, poi sostituito dal fratello VIGORITO Ciro.
Risulta come sede legale Via Circumvallazione 108 – Avellino ed un'unica Unità Locale classificato come “Ufficio Amministrativo e Deposito” a MARCELLINARA (CZ) in Loc. Stazione – cap 88044.
La TRINACRIA EOLICA si era occupata della costruzione in Sicilia di un impianto eolico di 18 pale nei comuni di Giarratana (RG), Buccheri (SR), Licodia Eubea e Vizzini (CT).
Per questo impianto Cesare FERA e Oreste VIGORITO, quest'ultimo rappresentato negli atti da Ferdinando RENZULLI, otterranno da un pool di banche un finanziamento di euro 91 milioni.
Nel dettaglio si è riusciti a ricostruire e documentare detta operazione relativa al reperimento del finanziamento:
- L'impianto eolico della “TRINACRIA EOLICA SRL” è attivo dal luglio 2009. E' costituito da 18 pale eoliche di cui 11 da 3 MW e 7 da 1,8 MW;
- In data 19 maggio 2008 per la realizzazione di tale impianto, FERA Cesare per la “FERA SRL” ed il Procuratore di Oreste VIGORITO per la IVPC SAS firmano un atto da cui figura un primo finanziamento attraverso l'AGENT ROYAL BANK OF SCOTLAND ed UNICREDIT di 88 MILIONI di euro;
- in data 29 luglio 2008 gli stessi firmano un ulteriore atto da cui appare un rifinanziamento di 91 MILIONI di euro da un pool di banche concessionarie ex legge 488/92 sempre con ROYAL BANK OF SCOTLAND quale ANGENT.
- Finanziamento garantito da Cesare FERA e da Oreste VIGORITO attraverso il suo procuratore con pegno sulle proprie quote fino ad un importo di euro 169 milioni, cui fa seguito il 1 agosto 2008 la cancellazione del pegno a garanzia del primo finanziamento
Anche sulla TRINACRIA però spunta NICASTRI che affermava di essere lui “il referente siciliano dell'azienda di Avellino”. (vedi qui)
Anche la CEDELT non è slegata - come abbiamo anticipato - dall'impero di VIGORITO, già socio della FERA...
La “CEDELT SPA” infatti risultava - certamente sino novembre 2013 – socia della “I.V.P.C. POWER 10 SRL” (del gruppo facente capo al VIGORITO). L'epicentro delle società del VIGORITO risultava essere la “MALUNI SRL”, proprietaria tra le altre delle diverse I.V.P.C, così come anche della “TRINACRIA EOLICA” (in società con la FERA SRL che sino alla fine 2013 deteneva il 35% del capitale sociale). Nella “I.V.P.C. POWER 10 SRL” la “MALUNI SRL” detiene il 96% delle quote, mentre il restante 4% è della “CEDELT POWER SRL” di proprietà della “CEDELT SPA” per il 90% e per il 10% dell'Amministratore Unico BARILE SAVERIO (socio e componente organi amministrativi della CEDELT SPA.
Per ora ci si ferma qui... sino alla prossima puntata.