Quella varata dalla Regione Liguria, con approvazione trasversale di maggioranza (centrosinistra) e opposizione (centrodestra), è una normativa che maschera come “sanatorie” un vero e proprio condono edilizio di “abusi sostanziali”, e spiana la strada a nuove cementificazioni senza controlo. Ci si poteva aspettare altro dalla “capitale” del Partito del Cemento? Certamente no. Per questo come Casa della Legalità avevamo chiesto formalmente al Governo di impugnare la normativa della Regione Liguria davanti alla Corte Costituzionale. Apprendiamo ora che il Governo ha impugnato la legge approvata dalla Regione Liguria e questo è senza alcun dubbio un segnale positivo. Vi sono però ulteriori rilievi alla normativa edilizia in questione che riteniamo opportuno vengano indicati e valutati dalla Corte Costituzionale...
Oggi ci occupiamo di un piccolo dettaglio. Quando avremo risistemato il sito torneremo con le inchieste più corpose. Ma anche nei dettagli, nelle piccole cose si scoprono questioni che proprio “bazzecole” non sono.
A Genova ci sono principalmente due soggetti che si occupano di gestire un'ampia rete di commercio ambulante...
Tutti tacciono, noi no. La misura è colma. Anziché isolare chi ha contatti (accertati) con la 'ndrangheta li si fa Cavalieri al Merito della Repubblica. Ecco il caso in questione:
Rosario Monteleone, nel 2005 incassò l'appoggio della 'ndrangheta per le elezioni regionali. Molteplici furono gli incontri presso il negozio di GANGEMI ed al bar vicino! Poi ebbe dallo stesso gruppo facente capo al boss GANGEMI un bel pacchetto di tessere per vincere il congresso di partito. Poi non mantenne la “parola” data agli 'ndranghetisti che quindi lo consideravano un traditore, ribattezzandolo in senso dispregiativo “il lardone”. Alle ultime elezioni regionali è stato ricandidato. Ha cercato di “ricucire” il rapporto con gli 'ndranghetisti, come certificato dalle più recenti indagini del ROS (nell'immagine un estratto del loro rapporto alla Dda). La "spaghettata" che proponeva per fare la pace ed incassare i voti non convince il GANGEMI e gli altri componenti del “locale” della 'Ndrangheta di Genova. Monteleone viene rieletto in Regione, nella coalizione di Burlando (la stessa appoggiata fortemente anche da un altro affiliato della 'ndrangheta, a quanto risulta dagli Atti, alias Vincenzo “Enzo” MOIO)...
Il blocco di potere burlandiano non conosce confini... Vi ricordate l'associazione "MAESTRALE"? Quella dei finanziamenti presi (ben dopo il 2002!) dalla ECO-GE dei MAMONE... quella in cui BURLANDO ha messo insieme spedizionieri, armatori, camalli, sindacalisti e imprenditori, chi necessità di autorizzazioni pubbliche e chi le autorizzazioni pubbliche (da politico o tecnico) le deve dare... L'elenco è lungo. Noi lo avevamo fatto in buona parte (basta cercare sul sito e si trovano i vari articoli)...
Questa mattina, in Via Montello, nel quartiere centrale di San Fruttuoso, è stato gambizzato l'amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi.
Due uomini a bordo di uno scooter lo hanno avvicinato all'uscita dalla sua casa, uno di loro è sceso ed ha sparato tre colpi di arma da fuoco. Uno di questi ha colpito l'Adinolfi ad una gamba. Operato, non è in pericolo di vita.
A Genova vi è la necessità di una svolta da tanto tempo. In questa città di marmo, piegata da eterne logiche clientelari, da conflitti di interessi, corruzione, collusioni pesanti e contiguità con faccendieri ed esponenti delle organizzazioni mafiose, se non arriva una soluzione di rottura con il “sistema” dominante (che è storicamente figlio di una trasversalità di affari ed interessi da far risultare riduttivo il termine “inciucio”), sarà impossibile ogni sorta di “ripresa”, di rilancio... di futuro...
Questa mattina si è concluso il dibattimento davanti al giudice Pastorini del Tribunale di Genova, per la querela presentata dalla cosiddetta SMS PERUGINA, contro Abbondanza e Castiglion. Le contestazioni riguardavano alcune frasi degli articoli, datati 2006, in cui si denunciava il tentativo di chiusura dello spazio della Casa della Legalità in Via Sergio Piombelli, nel quartiere di Rivarolo, e le gravi irregolarità della cosiddetta SMS PERUGINA [sulla vicenda tutti gli articoli - clicca qui].
Ormai ad un passo dalla prescrizione, la sentenza è stata un colpo al cerchio ed uno alla botte... Assoluzione per alcune frasi e condanna per altre. Ora attendiamo di avere copia del dispositivo e poi delle motivazioni, anche considerando che la lettura del dispositivo è stata effettuata talmente a bassa voce che praticamente nessuno ha compreso i vari passaggi su cosa è stato ritenuto diffamatorio e cosa no.
Ma la questione che crediamo indispensabile raccontare ora (nel merito della vicenda vi entreremo quando vi saranno le motivazioni) è come si è svolto il dibattimento...
Come difesa abbiamo indicato diversi testimoni. Testimoni dei fatti che si denunciavano negli articoli pubblicati e che venivano contestati. Ma il Giudice ha rigettato la richiesta e ascoltato un solo testimone per la difesa. Dall'inizio del dibattimento come difesa si è chiesto di acquisire (visto che la Procura non lo aveva fatto), quantomeno, i verbali e/o le relazioni di servizio di tre pattuglie della Polizia di Stato, del Nas, Vigili Annonari, della Guardia di Finanza, che erano intervenute sul posto ed avevano accertato quei fatti che poi descritti negli articoli sono stati contestati come diffamatori. Il Giudice in questo caso si è riservata di decidere. Il dibattimento inizia con la deposizione del querelante, Giuseppe GHELLI, cosiddetto presidente della cosiddetta SMS PERUGINA. Nella sua deposizione fa affermazioni false... e tale falsità si evince in parte da prove documentali che si sono prodotte e in parte proprio dai verbali e relazioni di servizio delle FFOO che si è richiesto di acquisire. Poi viene sentito l'unico testimone della difesa, Enrico D'Agostino, che racconta i fatti avvenuti, ovvero conferma la veridicità di quanto scritto negli articoli pubblicati e contestati. Nella penultima udienza, il 30 marzo scorso si svolge l'esame dell'imputato. A rispondere alle domande di giudice, pm, avvocato della parte civile e del difensore, è Abbondanza. In tale sede si produce anche una copiosa memoria in cui si dimostra che quanto scritto negli articoli corrisponde al vero, a fatti reali e verificati. Alla memoria sono stati allegate circa un migliaio di pagine. Nella stessa memoria difensiva si ribadiva la necessità di acquisire i verbali e le relazioni di servizio delle diverse pattuglie, in quanto essenziali (anche in considerazione della non ammissione dei testimoni) a riscontrare la veridicità dei fatti narrati negli articoli. A quella memoria Castiglion ne produce e deposita una ulteriore, con altra documentazione che nuovamente dimostra documentalmente la fondatezza e correttezza di quanto scritto negli articoli.
Stamane alla nuova ed ultima udienza il Giudice comunica che oggi si sarebbe effettuato l'esame dell'imputato. Gli viene fatto notare che si era già svolto nell'udienza precedente (non se lo ricordava). Oltre alle memorie della difesa - già depositate - viene anche depositata una breve memoria della parte civile che viene inserita nel fascicolo.
Pm, parte civile e difensore fanno le loro conclusioni. Il difensore, oltre a richiamare e rimandare a quanto contenuto nelle memorie difensive e nei documenti allegati, ribadisce anche chiaramente la necessità di acquisire i verbali e le relazioni di servizio indicate, ove si può avere conferma della correttezza e fondatezza degli scritti contestati ad Abbondanza e Castiglion.
Il Giudice, che non si ricordava nemmeno dell'esame dell'imputato nell'udienza del 30 marzo scorso, non aggiorna l'udienza per acquisire i verbali e/o relazioni di servizi come richiesto dalla difesa (dall'inizio del dibattimento nonché nelle memorie difensive), si ritira per scrivere la sentenza (senza nemmeno portarsi dietro il fascicolo con le memorie difensive, che apparivano così come quando consegnate, e quella della parte civile, che era stata consegnata questa mattina stessa).
Poco più di dieci minuti di camera di consiglio e sentenza... sottovoce.
Inoltre vi è una questione: Ghelli nella sua testimonianza ha detto delle cose, Abbondanza ha dichiarato e documentato che tali dichiarazioni erano in buona parte false. Il Giudice non avrebbe dovuto procedere ad una verifica in merito? Ovvero: se Ghelli ha detto, sotto giuramento, il falso come sostenuto nella sua deposizione (e memoria difensiva) da Abbondanza, allora bisognava procedere nei confronti del Ghelli per "falsa testimonianza"... mentre se ha detto il vero, ed Abbondanza aveva ingiustamente accusato Ghelli di aver detto il falso sotto giuramento, bisognava forse procedere per il reato di calunnia nei confronti di Abbondanza. Invece su questo "dettaglio" silenzio assoluto!
Onestamente, indipendente dall'esito processuale di questo primo grado (visto che la sentenza verrà da noi appellata, anche alla luce delle modalità di svolgimento del dibattimento stesso), il tutto ci pare abbastanza surreale... ma forse noi siamo fuori dal mondo.
Il neo procuratore capo di Genova, Di Lecce, come ci era stato anticipato, entro fine aprile, ha proceduto a togliere la delega di coordinatore della DDA al procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico. Una decisione "quasi automatica" ma non "automatica" come si vorrebbe far pensare. Scolastico afferma che è una prerogativa del procuratore capo coordinare la Dda e quindi è tutto normale... Tanto è vero che, per fare due esempi, Caselli a Torino non ha tenuto a sé la delega ma l'ha data al Proc. Agg. Ausiello, a Milano Bruti Liberati l'ha data al proc. agg. Ilda Boccassini. Quindi poche storie. La delega di coordinamento della DDA di Genova gli è stata tolta e l'ha assunta il Procuratore capo. Su questa scelta noi esprimiamo piena soddisfazione.
Di seguito pubblichiamo gli articoli de Il Secolo XIX sulla vicenda e, da subito, rispondiamo all'intervista del Proc. Scolastico del 1 maggio 2012...
E' una storia che inizia quando ancora c'era la "lira". Ed è una storia che inizia seguendo Gioacchino PIROMALLI, classe 1940. Ancora una volta è dal grande "casato" della Piana di Gioia Tauro che tutto inizia, sale al nord, supera i confini nazionali. E' con gli uomini della 'ndrangheta insediati al nord, nati al nord, collegati alla cosca dei DE STAFANO, che si sviluppa. E' un intreccio di interessi, mafiosi e faccendieri che vengono iscritti nel registro degli indagati, a Reggio Calabria, nel 1999. E' una storia che ha radici "genovesi", con quel Romolo GIRARDELLI, e la vicenda del Salvatore FAZZALARI, da Taurianova al capoluogo ligure. Una storia che ci riporta, con il Vincenzo FAZZARI alle cosche dei PIROMALLI e dei MAMMOLITI, ben note a Genova e Liguria (con i FAMELI, GULLACE-RASO-ALBANESE, MAMONE)... ma che passa quindi dagli AVIGNONE (con il FAZZALARI), anche questi ben radicatisi in questa terra. Storie che si intrecciano e si sviluppano in quei territori liguri che, come abbiamo sempre detto, hanno visto la "colonizzazione" mafiosa progredire passo dopo passo, dall'estremo ponente ligure a Genova ed oltre, passando da piccoli ai grandi Comuni. Storie che la DDA di Reggio Calabria traccia e che la DDA genovese ignora, o, quanto meno, non se ne occupa. Fatti e personaggi che rappresentano anche uno spaccato di quella "alleanza" tra 'Ndrangheta e Cosa Nostra che per troppi anni si è voluto ignorare e che, così, ha garantito, al Nord, un rafforzarsi di entrambe le organizzazioni mafiose. Oggi, qui, ne raccontiamo la storia...
Ebbene sì, dopo gli esponenti di PDL, PD, IDV, UDC, qualche pezzo della sinistra e persino di liste "civiche" locali, saliti alla ribalta per i contatti e patti con gli uomini della 'ndrangheta, anche la LEGA NORD entra nella graduatoria con quello che fu addirittura Sottosegretario di quel passato governo Berlusconi-Bossi che tanto sventolava la bandiera della lotta alle mafie...
Libera ha scelto da tempo di essere il "paravento" di una politica e di certa impresa che con le mafie ha fatto e fa ottimi affari. Noi a questo "gioco", in cambio di visibilità e soldi, non ci siamo mai prestati e mai ci presteremo.
Crediamo che la lotta alle mafie sia una cosa seria in cui, prima di tutto, occorre onestà intellettuale e realismo. Vivere nell'illusione non serve e Libera promuove un "illusione" utile a farsi sentire meglio, ma sopratutto utile a certa politica per coprire le proprie indecenze... Utile a non cambiare nulla! Se sappiamo, come ci ricordava Caponnetto, che le mafie temono più l'attenzione dell'ergastolo, Libera questo "dettaglio" se lo è dimenticato. Mai un nome e cognome... mai un indice puntato... solo e sempre un parlare di mafia come se questa fosse un ectoplasma.
Ne aveva accennato alcuni giorni fa Abbondanza su fb: "Sento in tanti che si stupiscono che il segretario genovese del PD (dimissionario) Victor RASETTO prendeva diverse migliaia di euro di stipendio mensile... ma mica è l'unico... la famiglia LUNARDON-ARMELLA prende molto di più: Giovanni LUNARDON, vice-presidente regionale del PD, prende 2.800 euro al mese, la moglie Sara ARMELLA è nel Cda della SPIM, l'immobiliare del Comune di Genova (quella della società partecipata che dava gli incarichi ai MAMONE) ed è stata nominata anche alla guida della FIERA DI GENOVA SPA (quella società pubblica del monopolio della ristorazione dei FOGLIANI e società dove ha avuto l'incarico milionario, nonostante l'interdizione atipica antimafia, la ECO-GE dei MAMONE per Euroflora)."
Ma c'è di più... partiamo dalla foto...
Avevamo già parlato e documentato ampiamente che ad ogni emergenza (vedi alluvioni 2010 e 2011 ad esempio) sono affari d'oro per la ECO-GE dei MAMONE. Nonostante l'interdizione atipica antimafia emessa dal Prefetto Musolino, le società pubbliche ricorrono alla società dei MAMONE per i grandi incarichi (come avevamo sintetizzato qui), figuriamoci se non lo fanno quando, con la scusa dell'emergenza, non si procede a gara e quindi quando vengono meno quelle precauzioni che dovrebbero esserci per norma (e che drammaticamente e comunque vengono ignorate).
Abbiamo documentato giorno dopo giorno tutto questo e basta cercare nel sito per trovarlo. Oggi abbiamo qualche dato in più sulla partita della "somma urgenza" ed ancora il panorama del Comune di Genova è devastante in riferimento all'emergenza del novembre 2011. Non sappiamo quanto sia andato alla ECO-GE perché nelle carte ufficiali il Comune di Genova, con l'Amministrazione di Marta Vincenzi (la sindaco dalle tante parole "antimafia", supportata sul tema dal sociologo e presidente onorario di Libera Nando Dalla Chiesa), i dati li da e non li da...
E la questione della ECO-GE ormai la conosce tutta Italia grazie alla trasmissione PresaDiretta dove il Burlando e la Vincenzi hanno mentito per l'ennesima volta [vedi qui dove è disponibile anche il video integrale della puntata di PresaDiretta], ma nulla, su questo la politica e le grandi organizzazioni antimafia tacciono.
Sappiamo, ce lo aveva scritto la ECO-GE dopo l'alluvione dell'ottobre 2010, che gli incarichi a loro non li da direttamente il COMUNE ma l'AMIU. E dalle carte ufficiali sappiamo che AMIU per l'emergenza dell'alluvione 2011 ha promosso interventi per oltre 3 milioni di euro. Quanti di questi (così come di quelli per l'alluvione del 2010) siano andati alla ECO-GE non è scritto. Nel documento della "trasparentissima" amministrazione "antimafia" di centrosinistra non c'è scritto... Forse lo comunicheranno dal palco della "Giornata della memoria e dell'impegno" di Libera che è promossa proprio con il Comune di Genova a Genova... o forse usciranno dalle frasi generiche e faranno nomi, cognomi ed indirizzi nella negli appuntamenti della "settimana della legalità" che hanno organizzato per i prossimi giorni?
Ma andiamo avanti e passiamo oltre alla ECO-GE... perché c'è anche altro...