La decina del clan di Piddu Madonia,
che si è riattivata come se nulla fosse dopo i colpi inflitti dalla
magistratura, dopo l'aver rimesso in pista come alleati i vecchi
nemici che si sparavano per le vie della città, si sta
riorganizzando al meglio...
Le basi sono sempre le stesse, tra un
"borghetto" e una "concordia", con interessi e traffici tra
Genova, Ponente e Levante. Un legame indissolubile sembra essere
quello con la mafia albanese, con cui i traffici di droga vanno a
gonfie vele. Dopo la morte di Daniele Emmanuello, ai gelesi e riesini
si sono aggiunti, pare, quelli di Campobello di Licata, mentre la
magistratura ed i reparti investigativi hanno già inflitto alcuni
colpi su due dei filoni dell'inchiesta che li riguarda: bische e
estorsioni, alias il "pizzo". A Rivarolo intanto non vola una
mosca, regna una pax degna dei migliori mandamenti e mentre i viaggi
verso e dalla Germania continuano ininterrotti, la nuova regia
agrigentina si sta spingendo anche in quell'alta Valpocevera, a
Pontedecimo, che era rimasta abbastanza immune dalla
"colonizzazione". Nel ponente sino al torinese si spingono i tentacoli
delle "società", per carità, della mafia gelese, tra un incontro ed una
riunione, per non farsi notare forse pensavan che bastasse non far
rumore. Sempre in prima linea il buon cumpare dei
lavoratori che gira con i macchinoni tra una partita della squadretta e
l'attività "ricreativa" e la buona vecchia pizzeria dove è normale
che si vada a saladare il "conto". Intanto il Caci continua, con
i boss amici della città vecchia, a presidiare il "proprio"
territorio della Maddalena.