[Quanto riferito ad Eugenio Minasso nell'articolo rappresenta un estratto di quanto contenuto negli Atti Giudiziari relativi a diverse indagini sui rapporti e le influenze della 'ndrangheta nell'estremo ponente ligure, nonché da dichiarazioni alla stampa rese dallo stesso Minasso.
Riportando tali contenuti e fotografie privi di rilevanza penale nei confronti del Minasso stesso non vi era, da parte nostra, alcun intento accusatorio così come nemmeno alcuna intenzione di offendere.
Se Eugenio Minasso si è sentito offeso da tale pubblicazione, quindi, ce ne scusiamo con lui.]
Si sposano e vanno in viaggio di nozze, Giovanni Paladini e Marylin Fusco. Il primo coordinatore regionale e deputato della Repubblica della Lista Di Pietro - Italia dei Valori, la seconda vicepresidente della Giunta regionale in Liguria con Claudio Burlando.
Al loro ritorno dal viaggio di nozze danno un bel rinfresco per festeggiare il lieto evento e chi ci si ritrova tra gli invitati? Grazie a Il Secolo XIX lo sappiamo... c'è Claudio Burlando, la Marta Vincenzi e la Roberta Pinotti... e poi nientepopodimenoche l'uomo della "cricca"... lui, l'ex Ministro Claudio Scajola.... e pure l'uomo "eletto" della "cosca" della 'ndrangheta, Eugenio Minasso...
E' online da questa mattina, sul sito di SavonaNews, il rapporto integrale della Guardia di Finanza relativo all'indagine sulla truffa sui fondi europei che coinvolge i politici liguri dell'una e dell'altra parte, a partire dal "presidentissimo" Claudio Burlando, e soprattutto le cooperative sociali. Nei prossimi giorni pubblicheremo anche alcune considerazioni in merito a questo ed agli altri casi di illegalità che vedono protagoniste le pubbliche amministrazioni liguri e non solo.
Per ora ecco qui il testo integrale, così che chiunque possa leggere e valutare... clicca qui
Come Casa della Legalità sollevammo la questione nel maggio 2007. Studiammo a fondo carte, visure e bilanci. Denunciammo pubblicamente tutto, insieme a DemocraziaLegalità [leggi lo speciale].
Dopo le elezioni, il 12 giugno 2007, presentammo istanza ufficiale al Tribunale di Genova per il conflitto di interessi del neo eletto sindaco Marta Vincenzi in Marchese. Il 2 luglio 2007 depositammo una memoria di comparsa di nove pagine con dati e fatti, a cui allegammo centinaia di pagine di allegati (tutto ciò che era stato possibile acquisire). All'udienza la Marta Vincenzi non si presentò, mando i suoi legali tra studio Acquarone e studio Flick. All'udienza del Tribunale, presieduta dal Presidente Antonino Dimundo, era anche presente, per la Procura, il pm Silvio Franz.
Era il 25 settembre 2007. Noi chiedemmo che venissero acquisiti di documenti presso il Comune di Genova e presso le sedi delle società coinvolte ed interessate (quelle pubbliche e/o partecipate, quelle di Bruno e Malvina Marchese e quelle di Gavio), in quanto la Sindaco Vincenzi si era rifiutata di fornirli (quelli relativi al Comune ed alle società pubbliche e/o partecipate) anche davanti ad interrogazioni formali in Consiglio Comunale, e quindi non vi era alcun modo legale per averli e quindi produrli come prova. La difesa della Vincenzi sostenne invece che quei documenti comprovanti il denunciato conflitto di interessi dovevano essere prodotti da chi aveva presentato il ricorso e non si poteva quindi procedere se non vi erano, oltre a sostenere che il conflitto di interessi dovesse essere diretto, ovvero per un incarico diretto tra Vincenzi-Sindaco ed il consorte. In quella stessa udienza emerse anche che il consorte della Vincenzi, per evitare la decadenza della Sindaco per conflitto di interessi palese, rinunciò (dopo la notifica della nostra istanza in Tribunale) ad un incarico e compenso per lavori con l'Autorità Portuale di Genova, nel cui Comitato Portuale siede la Sindaco.
Il Tribunale rigettò il ricorso senza effettuare alcuna acquisizione di documentazione, nonostante le palesi falsità delle dichiarazioni della Vincenzi che, ad esempio, sosteneva l'impossibile come quando affermava che la IMPREGILO non avesse incarichi ed interessi a Genova quando invece è soltanto (sic!) nella partita della Metropolitana (più costosa del mondo) in costruzione e che Lei stessa aveva appena chiamato come super consulente della sua Giunta il consigliere di amministrazione (e avvocato) di Impregilo, Maurizio Maresca.
Noi, in allora, indicammo chiaramente negli Atti anche la pregressa vicenda (1999) delle quote della società dell'Autostrada Milano-Serravalle che la Vincenzi, allora Presidente dalla Provincia di Genova, vendette alla società di Gavio per 1,60 euro ad azione (Gavio poi venderà le quote alla Provincia di Milano, il cui Presidente era il Filippo Penati, per 8.93 euro).
La Procura della Repubblica di Genova nell'ambito dell'inchiesta su corruzione ed i legami con i Mamone dell'Amministrazione del Comune di Genova e le società pubbliche (per cui venne arrestato anche il braccio destro della Vincenzi, Stefano Francesca - vai allo speciale) riprende la vicenda. Nell'Ordinanza di Custodia Cautelare, ad esempio, il Gip scriveva: "Bruno MARCHESE, marito di Marta VINCENZI, nel corso del 2007 è stato al centro di una diatriba sul conflitto di interessi, sollevata da Christian ABBONDANZA presidente della Onlus "CASA DELLA LEGALITA'" di Genova, sfociata in un ricorso urgente depositato, il 12 giugno 2007, presso il Tribunale di Genova, ai sensi del Testo Unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali approvato con D. L.vo 18/08/2000, n. 267 (artt. 63 e 70). Nel ricorso in parola, rigettato il 25/09/2007, dal Collegio della Prima sezione del Tribunale di Genova, l'ABBONDANZA e Simonetta CASTIGLION dichiarano che: «dalle visure camerali della CCIAA emerge che Bruno MARCHESE e Malvina MARCHESE (rispettivamente marito e figlia di Marta VINCENZI) sono proprietari di maggioranza della "IGM ENGINEERING IMPIANTI srl" di Genova... questa fa parte dei "CONSORZI RETE e FASTIGI". ....Bruno Marchese è Amministratore Delegato della IGM citata e Direttore Tecnico del Consorzio RETE; ........tale ditta e detti consorzi operano certamente con società partecipate del Comune di Genova, su tutte la "Sviluppo Genova spa" e la "Milano-Serravalle Milano-Tangenziali spa", nonché anche con l'Autorità Portuale di Genova ed altri soggetti affidatari diretti e/o indiretti di incarichi da parte del Comune (come molteplici società quali ad esempio Impregilo spa, Fisia Impianti spa) e/o con strutture societarie che operano in coordinamento con il Comune come Anas spa e Salt p.a.». Infine, sul sito internet di ABBONDANZA, viene segnalato che in data 15 giugno 2007, il Presidente del Tribunale firmava il decreto con cui veniva fissata l'udienza per il ricorso; il 19 giugno 2007 Bruno MARCHESE inviava una raccomandata (spedita il 20 e ritirata il 21) al Presidente delll'Autorità Portuale di Genova Giovanni NOVI (colpito nel febbraio di quest'anno, da ordinanza di custodi cautelare per reati contro la p.a. - p.p. n.8687/0721 RGNR ), in cui rinunciava ad un incarico di collaudatore relativo alla realizzazione di impianti di distribuzione elettrica delle aree Ponti Ronco e Canepa". [il testo integrale clicca qui]
Dopo quell'indagine [ammissione e patteggiamento per tutti gli arrestati e rinviati a giudizio e condanna a 6 mesi in primo e secono grado per Giuseppe Profiti] la squadra del GICO che l'aveva seguita è stata smembrata. L'allora procuratore capo Francesco Lalla, andato in pensione, è divenuto Difensore Civico della Regione Liguria (con i voti del centrosinistra e quelli del centrodestra). Alla guida della Procura della Repubblica è salito il "reggente" Vincenzo Scolastico, quello che, a Savona, lasciò andare in prescrizione il fascicolo, per intenderci, sul "fallimento perfetto" orchestrato, sulla pelle di lavoratori, città e territorio, da imprenditori, politici e sindacalisti uniti nell'affare.
Ora, siamo in grado di pubblicare alcuni documenti che dimostrano gli ottimi rapporti d'affari della società del consorte della Marta Vincenzi con Gavio, ai tempi della cessione delle quote "svendute" dalla Vincenzi a Gavio. Li abbiamo avuti da poco e non li avevamo pubblicati perché, come nostra abitudine, non puntiamo a scoop ma a ben altri obiettivi. Ormai sono stati resi pubblici in rete da altri e quindi li pubblichiamo anche noi, annunciando che li produrremmo, nei prossimi giorni, formalmente all'Autorità preposta - come era già programmato di fare -. Purtroppo, a questo punto, ciò avverrà quando ormai gli interessati sono già a conoscenza di alcuni di quei documenti che sono usciti dalla riservatezza di certe stanze!
Resta comunque evidente un punto: la Vincenzi non può più negare di tali rapporti, così come il PD tutto (compresa la Roberta Pinotti che allora era nella Giunta Provinciale della Vincenzi dal 1993 al 1997 e poi in quella Comunale con Giuseppe Pericu) sapeva ed ha taciuto e coperto il tutto. Su questo, quindi, sono i cittadini che hanno il dovere di valutare i fatti e giudicare la responsabilità politica di una classe dirigente pubblica piegata dagli affari.
Ecco qui i documenti (in formato .pdf):
- documento 1
- documento 2
Seguono le schede e qualche altro dettaglio tra ciò che si era già detto, scritto e denunciato e l'oggi...
E' questa una notizia, pubblicata questa mattina dal quotidiano la Repubblica nelle pagine della cronaca ligure, che non può lasciare indifferenti... Anzi...
Marco Preve scrive: "La procura Generale di Genova ha aperto un fascicolo interno sulle notti in discoteca del pm savonese Alberto Landolfi. Agli atti gli articoli e le fotografie (provenienti da siti internet) pubblicate da Repubblica nei giorni scorsi. In particolare, aveva destato scalpore l´immagine del pm della Direzione distrettuale antimafia (attualmente in missione in Bosnia) a corredo di una doppia pubblicità: per lo champagne Ruinart e la discoteca La Suerte di Laigueglia, il locale notturno nel cui privè Landolfi è stato più volte ospite vip, assieme a rappresentanti delle forze dell´ordine, politici e ragazze immagine.".
Non vi sono quindi dubbi: la questione è quella che avevamo sollevato noi il 30 gennaio 2010, beccandoci l'ennesima querela del pm Landolfi (che a sua volta, rispondendoci indirettamente, si è beccato una nostra querela), e che aveva visto la Procura di Torino chiedere (solerte) ed ottenere (senza indugio) dal Gip il sequestro preventivo del nostro articolo con foto e video di alcune delle serate alla Suerte del pm (ex) savonese, con diversi agenti, anche di vertice, delle Forze dell'Ordine competenti (come lui) su quel territorio...
Chi tocca il centrosinistra muore.
"La macchina del fango comincia a girare". Dopo aver ascoltato le parole di Pierluigi Bersani, gli accenti berlusconiano-vittimisti del segretario Pd, sento che per una volta posso contravvenire a una delle regole auree del cronista: mai parlare di se stessi.
E così racconterò dell'amara esperienza di diventare una specie di paria, un intoccabile nella mia città perché ho osato scrivere inchieste sul centrosinistra. Ma prima faccio una premessa. Nel corso degli anni ho parlato di decine di politici di entrambi gli schieramenti: Alemanno, Formigoni, Moratti, Storace, Berlusconi, Matteoli, Galan, Romani, Romano, Scajola, Grillo (Luigi), Calderoli, Bossi, D'Alema, Bersani, Penati, Burlando. Tanto per fare alcuni nomi. Gli esponenti di centrodestra sono la maggioranza...
Il GORIZIA Cosimo è un soggetto emerso nell’ambito delle indagini cc.dd.:
- “Maglio” (proc. pen. 2951/2000/21 DDA GE)
- “Maglio 2” (n.1389/08/21 DDA RC)
- “Maglio 3” (proc. pen. 2268/10/21 DDA GE)
- “Colpo di Maglio” (proc. pen. nr. 13715/04/21 DDA GE “condannato”).
Soggetto noto ai reparti investigativi dello Stato. Tra gli elementi che hanno confermato la sua identificazione emerge anche l'utilizzo dell'utenza telefonica 39269477** intestata EDIL GL di GORIZIA Luciano ma in uso al Cosimo, così come l'utenza a lui intestata 33940084**...
Da anni li indichiamo pubblicamente i vermi mafiosi, quelli delle 'ndrine e quelli della 'decina' di Cosa Nostra, con nomi e cognomi. Abbiamo fatto sì che venisse meno quella mimetizzazione che gli serviva per proteggersi dalle azioni di contrasto e prevenzione. Passo dopo passo si è riusciti a far sì che venissero colpiti, almeno in alcune articolazioni. E giorno dopo giorno il "patto" che reggeva tra loro, e che ha garantito l'assenza di conflitti tra le due organizzazioni, emergeva anche dalle indagini dei reparti investigativi, con intercettazioni, ambientali, servizi di osservazione. Ora la 'Ndrangheta ha deciso di colpire Cosa Nostra e lo ha fatto tornando (si, tornando) a colpire uno dei boss storici della mafia siciliana a Genova, Giovanni "Gianni" Calvo.
Questo soggetto, Gianni CALVO, che vive da tempo nella paura che gli facciano la festa, dopo gli anni "d'oro" con i FIANDACA e l'organizzazione degli EMMANUELLO, prima con Daniele e poi attraverso i MORSO e MONACHELLA, si era pure trasferito in Toscana. Lì aveva avuto a che fare e collaborato (e pare anche fregato) alcuni camorristi. Dopo l'arresto per i traffici con i campani, e dopo un aggressione, nella casa dove viveva in Toscana (forse eseguita su mandato dei camorristi), tornò a Genova. Qui se la tirava da capetto, sognava il vertice che fu di Daniele EMMANUELLO. Riprese alla grande i contatti e affari con i FIANDACA, con i MAURICI e con i FERRO, in quel territorio di Rivarolo, dalla "piccola Riesi" a salire in Via Vezzani. Rapporti consolidati tra famiglie di Cosa Nostra a cui si affiancavano quelli, anche in questo caso risalenti nel tempo, con gli uomini della 'Ndrangheta, tra, per citare due nuclei, RASO e MACRI'... Non è un caso che uno degli 'ndranghetisti che operava con i MACRI' nell'ambito dei videopoker, Onofrio GARCEA affiliato alla cosca dei BONAVOTA, fosse in contatto e affari con il CALVO, e con questi (ed i MAURICI) condividesse il galoppino ABBISSO Giuseppe. Accanto a loro anche gli uomini della Camorra storica presente a Genova, quella dei locali notturni e quella che ancora si prodiga nel riciclaggio del tesoretto lasciato dalla vecchia FUCCI-MARECHIARO...
Gianfranco Fini rilancia la necessità espressa da Paolo Borsellino affinché la politica faccia pulizia prima e indipendentemente dalle sentenze e dai rilievi penali di certe frequentazioni, contiguità e connivenze. E Paolo Borsellino aveva ragione... Gianfranco Fini farebbe bene, oltre che riprendere le parole ed il messaggio di Paolo Borsellino, nel giorno dell'anniversario della strage di Via D'Amelio, anche nel dare l'esempio con il proprio partito...
Già in AN aveva lasciato dei portoni spalancati, ove entravano direttamente pullman di finti tesserati dalle cosche, che condizionavano congressi, liste ed eletti (provi a dare un occhio alla provenienza dei signori prediletti dal locale della 'ndrangheta di Ventimiglia, e troverà Eugenio Minasso, Alessio Saso, Vincenzo Moio... e se ci si sposta sul candidato alle regionali del 2010 a Genova, spalleggiato da boss quali Gangemi, Condidorio, Bruzzaniti e Gorizia, di nuovo è un altro parto di An, Aldo Praticò. Problema passato? No!
Il responsabile regionale di FLI in Liguria, l'avv. Enrico Nan, chi ti va ad incontrare? I Mamone, ovvero gli esponenti della famiglia della 'ndrangheta che si è fatta impresa e che - legata ai Mammoliti ed ai Gullace-Raso-Albanese e Piromalli - ha costruito un vero e proprio monopolio degli appalti pubblici (anche a seguito di interdizione atipica antimafia del Prefetto Musolino, di un rinvio a giudizio per corruzione, di un inchiesta per il controllo degli appalti pubblici, di miriadi di contestazioni di illeciti ambientali... nonché un tentativo - documentato dalla Dia - di corruzione di un pubblico ministero)...
L'AMBANATA, la pizzeria ristorante di via Vezzani a Genova Rivarolo, ieri sera alle 23 è andato a fuoco. Il locale aperto dal boss storico di Cosa Nostra Giovanni "Gianni" CALVO era stato intestato ai figlioli, aveva visto all'inaugurazione anche la presenza del consigliere comunale Umberto LO GRASSO (ex Psi ai tempi dell'assalto di Cosa Nostra al Circolo Borghetto, poi Margherita, quindi Ulivo, poi Udc ed ultimamente dell'Italia dei Valori - Lista Di Pietro). Quel ristorante del CALVO era stata anche la sede prescelta dal neo presidente del consiglio regionale della Liguria, Rosario MONTELEONE, per festeggiare la sua elezione alle consultazioni elettorali del 2010. Il boss CALVO aveva ottimi rapporti anche con gli 'ndranghetisti, oltre che incontrarsi spesso con i MAURICI, i FERRO ed al costante rapporto con i FIANDACA. ABBISSO, quello arrestato con il boss 'ndranghetista GARCEA Onofrio, lavora molto per il CALVO (si interessava, a quanto riferitoci, anche di reperire spazi per fargli aprire i famosi punti vendita automatizzati, come quello di Piazza Pallavicini a Rivarolo), così come si prestava a servizio per i MAURICI, da quel che si è riusciti a comprendere. Ma il boss Giovanni "Gianni" CALVO, che già ai tempi del vecchio ristorante alla Stazione Marittima godeva di una clientela "insospettabile" tra funzionari di polizia e politici, aveva sempre paura che qualcuno gli facesse la festa... e per questo, da quel che si è saputo, non si sedeva ad un tavolo se non poteva avere davanti a se la porta di entrata... così da evitare cattive sorprese alle spalle.
Ieri era giorno di riposo del ristorante-pizzeria di via Vezzani ed poco prima della mezzanotte, il localino va a fuoco e qualcuno dice che si sono udite come due esplosioni... come "due molotov". Potrebbe essere, così come potrebbe essere anche una bella fuga di gas che, considerando la giornata di riposo di ieri, avrebbe saturato il locale (anche se, se fosse così, l'esplosione avrebbe avuto un effetto ben più deflagrante, probabilmente).
Quel che pare però come dato interessante è che il CALVO si sarebbe dato, ultimamente, alla passione storica dei compaesani legati a Cosa Nostra: quella dei ponteggi... anche perché lì hanno "consigliori" che nell'ambito dell'edilizia non sono niente male! Nel frattempo di nuove pizzerie e locali ne stanno aprendo a raffica i FIANDACA, il FILIPPONE, mentre i MAURICI si son accontentati di rilevare quel bar all'angolo tra via Jori e via Sonnino (ogni tanto aperto ed ogni tanto chiuso), dove il vecchio proprietario è stato arrestato perché organizzava rapine e dove si incontravano il CALVO con i MAURICI e FERRO.
Certo è che se qualcuno ha deciso di colpire uno dei principali boss di Cosa Nostra a Genova, significa che gli equilibri si siano rotti definitivamente... staremo a vedere (e continuiamo a scavare, naturalmente)!
PS 1
Lo spazzino non parla... sparisce quando c'è movimento e poi resta muto come un pesce... poi sembra che abbia cambiato proprio zona!
PS 2
Su cosa stia succedendo si potrebbe chiedere all'agente "Gianni" che su quel territorio ha molta competenza!
PS 3
Per avere qualche elemento in più si potrebbe andare a vedere se questa stessa notte trascorsa con l'AMBANATA alle fiamme, siano andati a fuoco anche magazzini o depositi relativi all'ambito dell'edilizia. Se così fosse allora si potrebbe avere un quadro del contesto su cui il fumo si dirada!
Un 'ndranghetista è già di per sé un senza onore e senza dignità, ma ce ne sono alcuni che superano ogni limite, persino dell'indecenza. MOIO è uno di questi. Lo stesso ci ha infatti querelato perché lo abbiamo definito "affiliato alla 'ndrangheta" ed un pm della Procura di Genova nella chiusura indagini gli da pure ragione. Peccato che lui, MOIO, sia un affiliato alla 'ndrangheta! Lo risultava giù dagli atti dell'Operazione IL CRIMINE, ed ora con quelli dell'operazione MAGLIO 3 è formalmente indagato per 416 bis! Ebbene noi non solo ribadiamo che MOIO è un affiliato alla 'ndrangheta ma, a questo punto, pubblichiamo ampi estratti degli Atti che lo riguardano, così, tanto perché capisca, che la bocca non la chiudiamo ed anzi continueremo a puntare i riflettori addosso a lui ed agli altri parassiti 'ndranghetusi.
Quanto andiamo a pubblicare renderà evidente non solo il pieno inserimento del MOIO nell'organizzazione 'ndranghetista, ma anche che dietro al MOIO vi è stata la "spaccatura" della 'ndrangheta in Liguria, non per questioni di attività prettamente "criminali" ma relativa a questioni elettorali e politiche. Speriamo che questo ampio spaccato faccia comprendere che la 'ndrangheta è soprattutto questo: condizionamento delle elezioni, della politica e delle Pubbliche Amministrazioni. A breve pubblicheremo ampi profili degli altri 'ndranghetisti al centro delle diverse indagini sfociate nell'Operazione MAGLIO 3. I vermi mafiosi devono vedersi l'indice puntato e sentire, come abbiamo più volte detto, il disprezzo sociale addosso, costantemente, perché solo così, ben oltre ad arresti, sequestri e confische, si può schiacciarli definitivamente. Buon lettura...
Ne avevamo parlato... ed ora ad esprimersi è stato il TAR Liguria, con una sentenza che annulla i permessi a costruire rilasciati dal Comune di Genova alla società ALLEGRA SRL dei Fogliani nati a Taurianova ed esplosi con una impero imprenditoriale a Genova. Estremamente interessante il passaggio per cui si riscontra che l'Amministrazione del Comune di Genova, guidato da Marta Vincenzi che oltre ad essere Sindaco è anche l'assessore all'urbanistica, si è acriticamente posto davanti al progetto presentato dalla società dei Fogliani, senza svolgere alcuna verifica sulla fondatezza di quanto dichiarato nel progetto. Interessante (e pesante) anche l'annotazione sul fatto che la ALLEGRA avesse prima dichiarato che la struttura sarebbe stata convenzionata (e
quindi compatibile con le disposizioni comunali vigenti) per poi - una volta avuti i pareri favorevoli (fondati su tale presupposto)- cambiare radicalmente dichiarazione e dichiarare che non si sarebbe realizzata una clinica privata convenzionata, bensì privata senza convenzionamento (e quindi non rientrante nelle disposizioni comunali vigenti per le aree destinate a Puc come "servizi").
Tra i punti salienti della Sentenza eccone alcuni...
Il Procuratore Scolastico pare vada solo lodato e guai ad osare criticarlo. Poco contano i fatti, l'attinenza alle notizie e la veridicità e fondatezza delle stesse... quando si tratta del Procuratore Scolastico o lo si apprezza o si deve tacere secondo alcuni suoi colleghi a Torino.
Proprio come per lo stacanovista - già censurato dal CSM - dott. Alberto Landolfi (leggi qui).
Ma veniamo al dunque, con ordine e precisione. Partendo dall'oggi, perché anche gli ultimi eventi ci dicono molto...
Lo avevamo detto... già che sei a piede libero (per poco speriamo) puoi leggerci... e se non lo leggi qui potremmo anche venire a tappezzare Sant'Olcese... e poi scendere sino a Fegino e salire sino a Busalla.
Eccoti quindi l'ambasciata...
Cosiminu ha vistu ca t'amu truvatu? Cumu vidi c'è sempri nu bbuanu vileno ppiì "surici", ca si chiama tenacia di Giustizia.
Ppi lli viarmi ndranghetisti un c'è scampu, hanu, ponu e venino scamacchiati inesorabilmente cumu qualunqui autru parassita.
L'infamia ca rappresentati ppi troppu tiampu è stata tollerata e protiggiuta, ma moni un c'è Gianni chi teni... nun ppo' fari nenti " l'amicu chi moni arriva n'procura" (juamu che t'arricuardi quando u ducia Nninu)... e puru u signori di Servizi sinni scappa (quali chillu chi è puru ben visibili allu "battesimu" del 1993 a Fegino).
Moni, datu chi si a pedi liberu e ni pua lijiri, ti facimu na ambasciata: cumu vivi prima o doppu vi si piglia a tutti vua viarmi ndranghetisti... quindi parra e collabora... cunta tuttu puru supra a Ginettu.. tantu cumu vidi un ti puano proteggiri dalla Giustizia, chilla arriva inesorabile.
Dintra alli riparti investigativi d'u Statu cci su pirsuni determinati e chili pochi corruttibili o ricattabili d'u giru vuastru nun teninu scampu.
Chini ha garantitu ppi lungu tiampu na cappa i protezioni figlia d'u ricattu, u'n ppo' firmari l'inchieste.
Mintiti a cantari, e un ci cuviriri u culu.... A ognuno il suo, vo ppi casu pagari ppi' tuttu? Puru sta vota? Nun nnè llu casu... svacanta a cuscianza... tantu si pigljianu puru illi... u ciarchiu si stringi inesorabile e nun ci sarà scampu.
Oltre ca senza onore ca si picciottinu, si pur una fhimminella c'ho pijia ntra chillu postu ppiì proteggiri il suo padroncino? Ma dai.... Si uaminu, armenu na vota dintra la vita e cunpessa, cunta.... Parranno di Ginettu e d'affari tra (apparente) lecitu e (tantu) illecitu di cui accanusci tuttu.
Questa mattina il ROS è riuscito a portare a termine parte dell'ampia inchiesta che da anni porta avanti sui "locali" della 'Ndrangheta in Liguria. Dopo gli arresti dell'Operazione "MAGLIO" della DDA di Torino (di cui avevamo già pubblicato l'ordinanza - clicca qui) l'autorità giudiziaria del capoluogo non poteva restare ferma. Lì infatti, in quelle pagine che hanno colpito la rete del sud Piemonte, facente capo al "locale" guidato da Bruno Francesco PRONESTI' - cugino del boss Carmelo GULLACE -, vi erano i loro nomi e cognomi, vi erano le intercettazioni, come quelle delle riunioni, ad esempio a Bordighera.
E così all'alba sono stati arrestati:
- BARILARO Fortunato, nato ad Anoia (RC) il 25.9.1944, residente a Ventimiglia (IM);
- BARILARO Francesco, nato ad Anoia ((RC) il 15.01.1947, residente a Bordighera (IM), detto "Ciccio";
- BATTISTA Raffaele, nato a Taurianova (RC) il 27.10.1976) residente a Genova, detto "Raffaelino";
- BRUZZANITI Rocco, nato ad Antonimina (RC) il 9.8.1959, residente in Sant'Olcese (GE), detto "compare Rocco";
- CIRICOSTA Michele, nato ad Anoia (RC) il 29.7.1936, residente a Bordighera (IM), detto "compare Michele";
- CONDIDORIO Arcangelo, nato a Reggio Calabria l'1.8.1942, residente in Genova, alias "Calipso" e/o "Calì";
- GARCEA Onofrio , nato a Pizzo Calabro (VV) il il 18.12.1950, residente a Genova, alias "Mezzalingua"; (già detenuto)
- MULTARI Antonino, nato a Locri (RC) il 9.12.1956, residente a Serra Riccò (GE), detto "compare Nino";
- NUCERA Lorenzo, in Sambatello di Reggio Calabria il 17.6.1960, residente in Genova, detto "Cecè" o "Zi' Lore";
- NUCERA Paolo, nato a Condofuri (RC) il 21.03.1944, residente in Lavagna;
- PEPE' BENITO, nato a Galatro (RC) il 05.08.1936, residente a Bordighera (IM);
- ROMEO Antonio, detto "compare Totò", nato a Roghudi (RC) il 22.7.1939, domiciliato in Sarzana (SP)
Gli altri indagati per 416 bis sono:
- CALABRESE Domenico, nato a Reggio Calabria il 25.11.1968, residente a Genova, alias "Micunnella" e/o "Nanna";
- FIUMANO' Antonino, nato a Reggio Calabria il 07/04/1978, residente a Genova, detto "Nino";
- GORIZIA Cosimo, nato a Mammola (RC) il 23.9.1973, residente in Sant'Olcese (GE), detto "Cosimino";
- LUMBACA Rocco, nato a Oppido Mamertina (RC) il 26.2.1954, domiciliato in Genova, detto "compare Rocco";
- MARCIANO' Giuseppe, nato a Delianuova (RC) il 6.8.1933, residente a Vallecrosia (IM), detto "compare Peppino";
- MARCIANO' Vincenzo, nato a San Remo (IM) il 31.12.1977, residente a Vallecrosia (IM);
- MOIO Vincenzo, nato a Taurianova (RC) il 1° gennaio 1959, residente a Camporosso (IM), detto "Enzo";
- VIOLI Domenico, nato a Santa Cristina d'Aspromonte (RC) il 4.1.1950, residente in Genova, alias "Lattoniere".
Il capo di imputazione è chiaro:
Del reato di cui all' art. 416 bis commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6 c.p., per aver fatto parte, con altre persone tra cui GANGEMI Domenico, BELCASTRO Domenico (separatamente giudicati nell'ambito del proc. pen. n. 1389/2008 R.G.N.R. DDA della Procura della Repubblica di Reggio Calabria) ed altre persone (alcune delle quali allo stato non ancora identificate) dell'associazione mafiosa denominata 'ndrangheta, operante da anni sul territorio della Regione Liguria, collegata con le strutture organizzative della medesima compagine insediate in Calabria e costituita in articolazioni territoriali denominate "locali" di Genova, Lavagna, Ventimiglia e Sarzana, locali coordinati da un organo denominato "camera di controllo della Liguria"
E si legge nell'Ordinanza...
La criminalità organizzata si è fatta Stato. Può, indifferentemente, inserire i suoi uomini nelle istituzioni o condizionare gli eletti. Muove pacchetti di voti e i partiti sono affamati di voti. Senza i voti non esisterebbero. Il Nord Italia sta subendo (ha già subito?) la stessa sorte del Sud del Paese. Liguria, Lombardia, Piemonte sono diventate terra di 'ndrangheta come la Calabria.
Intervista a Christian Abbondanza di Casa della Legalità...
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