[Risposta a pseudo replica di Marco BERTAINA]
1) Del contenuto eventuale di indagini giudiziarie in merito alla persona di BERTAINA non ci interessa, è una questione che esula da quanto abbiamo sollevato!
2) La questione è tutta prettamente “politica”, ed in questi termini non serve attendere alcun risvolto delle indagini. I fatti sono chiari. E questi fatti occorre valutare!
Quindi, ricapitolando...
I MARCIANO' sono noti soggetti legati alla 'ndrangheta ben conosciuti da decenni, non da ieri, in quei territori dell'estremo Ponente ligure. Già dall'indagine sull'ex Presidente della Regione Liguria, Alberto Taerdo, sono stranoti per controllare “pacchetti di voti”.
Se BERTAINA non ci ha mai fatto caso, sul chi fossero i MARCIANO', allora è un ingenuo e gli ingenui fanno danni quando gestiscono la cosa pubblica!
Ma BERTAINA non è un ingenuo e non è un novello di quei territori...
[AGGIORNAMENTO IN CODA CON RISPOSTA DEL SINDACO CIVARDI]
L'attuale sindaco Tiziana Civardi ha inviato un comunicato stampa in cui afferma:
"A seguito del violento incendio che ha colpito un’importante attività produttiva operante sul territorio comunale di Camporosso, Itagro s.r.l., della recente operazione della DDA di Genova denominata 'La Svolta', che apre scenari inquietanti riguardo anche il nostro territorio intemelio, ma anche delle informazioni non ufficiali che pervengono quotidianamente dagli organi di stampa, in qualità di Sindaco del Comune di Camporosso, nelle mie funzioni di Autorità Locale di Pubblica Sicurezza, ho chiesto al Prefetto di Imperia la convocazione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Questo, al fine di analizzare i fenomeni verificatisi e di affermare l’unitarietà dell’azione preventiva di tutti gli organismi della Pubblica Amministrazione. E’ ferma intenzione di questa Amministrazione locale, infatti, di essere parte attiva di qualsiasi iniziativa ritenuta utile al fine di contrastare l’influenza della criminalità organizzata sul nostro territorio comunale. Ho chiesto al Prefetto di convocare il Comitato Provinciale nella Casa municipale di Camporosso, anche come testimonianza di una presenza organica delle Istituzioni che costituiscono la nostra Repubblica.”
La sindaco di Camporosso ha fatto bene nel chiedere alla Prefettura una riunione del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica della Provincia di Imperia, ma il problema 'NDRANGHETA non è questione di ordine pubblico o sicurezza (lo è marginalmente), è soprattutto questione POLITICA ed ECONOMICA...
[AGGIORNAMENTO IN CODA CON ESTRATTI DALL'ORDINANZA - 1°, 2° e 3° parte e nei prossimi giorni l'ultima parte]
Finalmente è scattata l'Operazione sul “locale” della 'ndrangheta di Ventimiglia e contro quel verminaio che lo ha protetto e assecondato. Agli arresti 15 'ndranghetisti, a partire dal capo storico del “locale”, Giuseppe MARCIANO' ed il figlio Vincenzo MARCIANO'. 13 gli indagati a piede libero, tra cui, per concorso esterno, l'ex sindaco di Ventimiglia Gaetano SCULLINO, l'ex City Manager di Ventimiglia (e già amministratore del Comune di Vallecrosia) Marco PRESILEO, l'ex sindaco di Bordighera Giovanni BOSIO.
Le cose si sapevano tutte. I fatti che avevano condotto allo scioglimento delle Amministrazioni dei COMUNI di BORDIGHERA e VENTIMIGLIA erano lì, pesanti come macigni... e di questo ne avevamo già parlato (ad esempio vedi qui e qui). Si è dovuto aspettare tanto, ma alla fine l'operazione è scattata!
In giornata altri dettagli... oggi è una bella giornata...
[CON AGGIORNAMENTI E TESTO DEL DECRETO DI FERMO]
L'Arma dei Carabinieri ed il procuratore di Sanremo Roberto Cavallone hanno indagato e sono arrivati alla svolta nell'inchiesta sugli attentati incendiari ai danni di imprese e di un bar dell'estremo ponente ligure, avvenuti tra la fine del 2011 e l'inizio del 2012. Agli arresti sono finiti tre fratelli PELLEGRINO, Michele, Giovanni e Roberto che stava tentando di fuggire in Francia, oltre a Simone CALVINI, Daniele VALSECCHI, Giuliano MANZO e Lara GAMBACORTA (moglie del CALVINI, in stato di fermo per spaccio di stupefacenti).
Gli attentati avevano colpito il 14 dicembre 2011, a Bordighera, un escavatore della FRATELLI NEGRO, ma l'obiettivo era la ditta TESORINI, che operava in quel cantiere con un mezzo uguale a quello dell'altra impresa. Attentato “sbagliato” si ripete. Così il 3 gennaio 2012 a Sanremo, località Solaro, vengono incendiati due escavatori della ditta TESORINI. Poi, il 23 gennaio 2012, di nuovo a Bordighera, in località Borghetto, altri due escavatori sono dati alle fiamme...
Sig. Marco BERTAINA,
Lei scrive a me, in quanto Presidente della Casa della Legalità, ma dovrebbe scrivere all'Ufficio di Presidenza, in quanto gli articoli che abbiamo pubblicato e che la riguardano sono tutti scritti - e per questo firmati - dall'Ufficio di Presidenza. Comunque sia, visto che Lei mi scrive, non ho problemi a risponderle e dimostrare che quanto da Lei scritto non smentisce (ed anzi conferma) quanto da noi scritto! Andiamo con ordine...
Giovanni Bosio, ex sindaco del Comune di Bordighera, la pianti di sparare amenità. Le motivazioni dello scioglimento e commissariamento per condizionamento mafioso del Comune di Bordighera durante le sue amministrazioni, sono solide, fondate e non hanno avuto manco mezza smentita dalla sentenza sul clan Pellegrino emessa dal Tribunale di Sanremo.
Il consigliere regionale del Pd Giancarlo Manti, dopo l'articolo con le sue dichiarazioni a "Il Fatto Quotidiano" manda una smentita dove dichiara che: " mai è emerso in riunioni ufficiali e comunque io personalmente non ne ho mai parlato col Presidente Burlando o con altri dirigenti regionali del PD".
Prima di tornare sull'estremo ponente ligure dobbiamo doverosamente sbugiardare Claudio Burlando, il presidentissimo della Regione per lungo lungo tempo in stretto rapporto con i MAMONE, come abbiamo già evidenziato anche recentemente (vedi qui). Il "gerundio" ha dichiarato in riferimento al ponente ligure: "Qui avrebbe trovato alcuni agganci dentro le istituzioni". Certo che ci vuole coraggio ad indicare il "peccato" di altri, quando si è commesso lo stesso identico "peccato", ovvero il rapporto con i mafiosi! Ma a Burlando c'è poco da fare, piace burlarsi dei cittadini e della decenza, ormai lo sappiamo... Senza entrare nemmeno sul periodo ipotetico che usa, quando invece quegli "agganci" sono una certezza ormai svelata, e senza addentrarci oltre alle dichiarazioni di Burlando, lo sbugiardiamo proprio sulla questione "ponente", o meglio sulla questione di uno degli 'ndranghetisti individuati dalle indagini, facente capo al "locale" di Ventimiglia: Vincenzo MOIO.
Quando Vincenzo MOIO si muoveva dall'estremo ponente sino a Genova per candidare sua figlia alle elezioni regionali del 2010, qualcuno, tra i dirigenti del Pd di Imperia, allertò Claudio Burlando, gli dissero chi era quella ragazza che si sarebbe candidata nella lista dei Pensionati, nella colazione di centrosinistra che appoggiava Burlando. Gli dissero chi era Vincenzo MOIO. Burlando quindi sapeva e cosa decide di fare? Di accettare l'appoggio della lista dei Pensionati con la MOIO candidata! MOIO si mise in movimento con gli uomini della 'ndrangheta, e questo è tutto agli Atti dell'indagine "Maglio" come abbiamo già ampiamente scritto (vedi qui). La questione quindi è questa: Burlando che dopo l'emergere di chi fosse MOIO disse che lui non sapeva nemmeno che la figlia fosse candidata a Genova nella sua coalizione, ha mentito! Sapeva e gli andava bene che lì, in una lista collegata a lui, ci fosse quella candidatura!
Non dimentichiamo nemmeno che Burlando ebbe tra i supporter della sua lista "NOI CON BURLANDO" sempre alle regionali anche quel Marco BERTAINA che, nella sua lista per per provinciali, schierava niente meno che: Vincenzo MOIO!!! Quel Marco BERTAINA che nelle sue campagne elettorali a Camporosso incassava il sostegno degli "avversari" dei Comuni limitrofi, dai MOIO di Ventimiglia a BIASI di Vallecrosia e compagnia cantando... E voglia andare a vedere un altro candidato della lista "MARCO BERTAINA" per la Provincia di Imperia, con il MOIO? Troviamo l'Ettore CASTELLANA, l'uomo del Giuseppe MARCIANO' di cui abbiamo ampiamente parlato (clicca qui) condannato per l'attentato all'imprenditore più omertoso della Liguria (che manco la Confindustria ha osato cacciare, attendendo le sue auto-dimissioni), Pier Giorgio PARODI.
Ma andiamo avanti, perché partendo dall'estremo ponente ligure si può capire di più di questa martoriata Liguria colonizzata dalla 'ndrangheta...
Ce l'abbiamo fatta!!! Era l'agosto del 2010 quando inviammo al Prefetto di Imperia una comunicazione urgente per chiedere l'invio della Commissione di Accesso al Comune di Ventimiglia, per procedere allo scioglimento e commissariamento per condizionamento mafioso [leggi qui] e ci tornarono indietro due querele: quella della Giunta del Comune di Ventimiglia [leggi qui la delibera] e quella di Vincenzo MOIO, che agli atti risulta un affiliato alla 'ndrangheta [leggi qui].
Siamo andati a dirlo ad alta voce a Ventimiglia Alta, facendo nomi e cognomi, come nostra tradizione, anche se gli 'ndranghetisti erano ancora belli liberi e pimpanti. Era il settembre 2010... [vedi qui un breve estratto video]
A seguito di quel nostro dossier la Prefettura avviò l'iter previsto dalla normativa. I Carabinieri ed altri reparti confermarono i nostri rilievi e incrociavano i dati con quanto emergeva dalle attività di indagine sulla 'ndrangheta nel ponente ligure. La Prefettura, con il prefetto Di Menna, rallentava. Denunciammo pubblicamente questi gravi ritardi [leggi qui] e rilanciammo con una dettagliata "mappatura" di mafia e politica nell'estremo ponente ligure [leggi qui].
Ma i ritardi hanno permesso al sindaco Gaetano Scullino di tentare la carta delle dimissioni per sbarrare la strada alla Commissione di Accesso. Attaccammo con forza quella fuga di Scullino, dal blog di Beppe Grillo [vedi qui] e con una conferenza stampa davanti al Comune di Ventimiglia [vedi qui]. Era il giugno 2011.
Scrivemmo al Ministro dell'Interno per chiedere di applicare la normativa con fermezza e procedere allo scioglimento anche davanti alle dimissioni del Sindaco, sulla base delle Relazioni dei reparti investigativi [leggi qui] e Scullino ritirò le dimissioni.
Arrivò la Commissione di Accesso e per quanto possibile abbiamo cercato di fornire alcuni elementi utili nel lavoro di ricostruzione dei fatti e delle responsabilità che la Commissione ha promosso in 4 mesi di lavoro, con la collaborazione dei reparti investigativi.
Abbiamo ricostruito buona parte delle questioni che dimostravano il condizionamento e l'infiltrazione nel Comune di Ventimiglia, attraverso dati e atti ufficiali [vedi qui].
Abbiamo avuto fiducia e pazienza. Ora possiamo tirare un sospiro di sollievo perché lo Stato ha dimostrato di esserci: il 3 febbraio 2012 il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'Interno, ha sciolto il Comune di Ventimiglia per mafia!
In molti ci avevano derisi, dato dei pazzi... altri hanno tentato di diffamarci e delegittimarci in tutti i modi. Noi siamo rimasti pazienti, abbiamo continuato a lavorare e fornire tutto il supporto possibile per far emergere i condizionamenti e l'infiltrazione mafiosa a Ventimiglia (così come in altri Comuni) ed oggi possiamo dire di essere soddisfatti! E speriamo che si comprenda bene che l'infamia per Ventimiglia non è lo scioglimento, che rappresenta la "liberazione" e la possibilità concreta di mettere alla porta la 'ndrangheta. Infamante per la città di confine era un Ente piegato agli interessi delle cosche... era il negazionismo che non faceva altro che rafforzare le cosche e l'omertà che le ha protette.
Ora bisogna andare avanti... e colpire definitivamente, schiacciandoli come vermi, i mafiosi ed i loro sodali. Lo può fare prima di tutto la comunità che può togliergli il saluto ed il consenso sociale, e lo deve fare anche la magistratura, colpendo non solo gli uomini delle cosche, ma anche i politici, gli imprenditori ed i professionisti collusi e complici, ed anche qui servitori infedeli che si sono venduti alle cosche!
Noi abbiamo già scritto tutto, in tanti che oggi ne parlano, non lo avevano forse mai notato e così gli nasce lo stupore davanti allo scioglimento. Sembra che in troppi siano caduti dal pero... anche quelli che oggi cercano di attribuirsi i meriti di aver sollevato la questione "Ventimiglia"... parlano dimostrando di non conoscere i fatti o cercando di strumentalizzare l'accaduto. Ci siamo abituati... è il vivere in una regione "colonizzata" dalla 'ndrangheta, dove esponenti politici (di entrambi gli schieramenti) ed imprese hanno aperto le porte e scelto di collaborare con gli uomini delle cosche... Dove i Comuni condizionati e infiltrati sono ben più dei due comuni di Ventimiglia e Bordighera (che nel frattempo ha visto confermato lo scioglimento più che fondato e motivato - come avevamo ampiamente documentato - con il pronunciamento contrario del TAR del Lazio sul ricorso presentato dall'ex sindaco decaduto Bosio - vedi qui la sentenza).
Ci fermiamo qui, non stiamo a ripetere il tutto su Cooperativa Marvon, appalti, licenze e Ufficio Commercio, Porto e concessioni varie... tutte cose che abbiamo già scritto e che non ha senso ripetere... Andiamo avanti, ci sono altri Comuni che devono essere ripuliti!
Sulla questione VENTIMIGLIA (e non solo), diamo appuntamento per una conferenza stampa pubblica dell'Ufficio di Presidenza, davanti al Comune di Ventimiglia, in Piazza della LIBERTA', domenica 5 febbraio 2012, alle ore 11 [vai all'evento su facebook]
Il procuratore di Sanremo, Roberto Cavallone, ha tutte le ragioni ad affermare che di strada ve ne è ancora molta da fare in Liguria per poter efficacemente contrastare le organizzazioni mafiose. Ha ragione perché non è possibile che i giudici non siano in grado di capire quando si è davanti ad intimidazioni mafiose e non quindi in presenza di visite di "cortesia"
L'intimidazione mafiosa non sempre è cruenta, a volte è sottile, molto sottile e quasi impercettibile. Diventa chiara se si guarda a "chi" la promuove, ovvero soggetti forti della capacità di concretizzare la minaccia, anche perché gruppo armato e parte integrante ed inscindibile dall'organizzazione mafiosa.
I Giudici del Tribunale di Sanremo hanno guardato alle "visite" dei PELLEGRINO-BARILARO portate ai due assessori di Bordighera, per richiamarli "all'ordine", ovvero ad accontentare i loro desiderato, come a visite di due semplici individui che chiedevano conto "politicamente" del dissenso espresso davanti alla richiesta di apertura della Sala Giochi da parte della consorte del Maurizio PELLEGRINO, figlia del Benito PEPE'.
I Giudici non hanno tenuto conto di chi fossero i due "emissari", ovvero soggetti della 'ndrangheta, come risulta inequivocabilmente da risultanze certe. Ed i Giudici a Sanremo non hanno nemmeno, quindi, valutato che i testimoni, ovvero i due assessori minacciati, in aula non avevano confermato le accuse, per l'evidente e palpabile clima intimidatorio e la conseguente paura che i PELLEGRINO-BARILARO, in quanto cosca della 'ndrangheta, sono in grado di produrre anche quando parte del clan si trova in carcere. Una paura evidente già quando tentennavano nel parlarne informalmente e poi verbalizzando con Carabinieri e Procura.
I Giudici, come già altri giudici (ed altri pm) in Liguria, sono rimasti ciechi, come recentemente aveva ricordato - dopo anni che noi lo ripetiamo - anche il pm Anna Canepa della Direzione Nazionale Antimafia.
Detto questo chi ha scritto e prodotto la cosiddetta informazione sulla conclusione del processo ai PELLEGRINO-BARILARO ha scritto, in parte, l'ennesima "balla" clamorosa che altro non produce che, di fatto, un regalo straordinario ai PELLEGRINO-BARILARO, ovvero alla 'ndrangheta.
I capi di imputazione erano estorsione, minacce, minacce a corpo politico, favoreggiamento della prostituzione. Sono stati condannati per tutti i reati contestati tranne che per le "minacce a corpo politico". Non poteva che essere così, quando i giudici non tengono conto dell'intimidazione che ha condotto i testimoni (i due assessori) a negare le minacce ricevute e, soprattutto, quando non considerando che soggetti appartenenti a famiglie di 'ndrangheta non compiono "visite di cortesia" per chiedere conto di uno "sgarbo" (come è, per loro, l'esprimersi contro ai loro interessi), bensì compiono un'azione di richiamo volta ad intimidire il pubblico amministratore, forti dell'essere organizzazione mafiosa armata protetta da vincolo omertoso, per ottenere da questi i favori non richiesti, ma "pretesi" (la concessione per l'apertura della sala giochi).
Detto questo, si è letto e sentito, nei servizi delle testate giornalistiche regionali, che i PELLEGRINO-BARILARO erano stati assolti dall'accusa di associazione mafiosa, e che quindi, in altre parole non era mafiosi, come sosteneva l'accusa. Ma quando mai??? Quel capo di imputazione non vi era nemmeno (e manco poteva esserci perché una Procura come quella di Sanremo non poteva nemmeno contestarlo, essendo competenza della DDA di Genova tale contestazione). Ed allora perché si è raccontata una "bufala" tanto abnorme quanto "utile" al ridare un immagine "ri-pulita" agli uomini del clan PELLEGRINO-BARILARO? Non è dato saperlo, ma drammaticamente così è stato...
L'avevamo chiesta il 13 agosto 2010 e da allora abbiamo incalzato la Prefettura. Ora il Ministro dell'Interno ha firmato e nei prossimi giorni al Comune di Ventimiglia si insedierà la Commissione di Accesso che potrà così concludere le verifiche, con la propria inchiesta su ogni pratica e settore dell'Ente, che hanno già visto impegnati i diversi reparti investigativi, a partire dall'Arma dei Carabinieri che, con una propria relazione, già nel settembre scorso indicava chiaramente l'infiltrazione ed il condizionamento della 'ndrangheta nel Comune guidato da Gaetano Scullino.
Scullino, quando i Carabinieri confermarono con il loro rapporto che non avevamo affatto torto nel chiedere la Commissione di Accesso ed i conseguenti provvedimenti, decise di querelarci. Scullino che poi, quando il pm Anna Canepa in Commissione Antimafia anticipò (ma era proprio necessario?) che stava per arrivare la Commissione di Accesso a Ventimiglia, decise di dimettersi per evitare "l'onta" e così cercare disperatamente di bloccare l'insediamento della Commissione di Accesso (lo dichiarò chiaramente di voler impedire che si ripetesse la sorte di Bordighera). Scullino che quando ha capito che il Ministero dell'Interno poteva procedere ugualmente anche di fronte alle sue dimissioni, ha deciso di ritirare le dimissioni, spingendosi addirittura ad affermare che la Commissione di Accesso era proprio lui che la voleva.
Lasciamo a ciascuno la lettura del comportamento dello Scullino, a noi interessa che la Commissione di Accesso arrivi, apra tutti i cassetti, ogni porta ed armadio di Comune e Civitas per compiere quella verifica su larga scala che permetta di capire chi e come ha permesso da un lato l'infiltrazione e dall'altro il condizionamento della 'Ndrangheta sul Comune di frontiera. Questo è quello che conta, non i "balletti" di Scullino e compagnia.
Tra l'altro Scullino se fosse persona seria inizierebbe a parlarci della questione BARILARO, così come della gestione da parte di Prestileo della CIVITAS, con quegli appalti frazionati - e quindi sotto soglia - che finivano ad una ristretta cerchia di soggetti con, su tutti, la cooperativa MARVON, su cui pesa l'ombra di soggetti ben noti... A proposito... da oggi inizieremo a pubblicare ampi ritratti dei signori MARCIANO', che con Giuseppe a capo del "locale" di Ventimiglia della 'Ndrangheta ed il figliolo Vincenzo, molto hanno potuto contare in certi ambiti. Lo faremo per loro come per gli altri vermi 'ndranghetisti, dai BARILARO per arrivare al Vincenzo MOIO, affiliato alla 'ndrangheta, che ha pure la faccia tosta di querelarci per averlo indicato per quel che è: un affiliato! Questi signori sono dei nessuno e come abbiamo già detto: possono essere schiacciati ed annientati... Noi andiamo avanti e li continueremo ad indicare pubblicamente per quel che sono!
PS
Ed attenzione, non è mica finita a Ventimiglia... e non si pensi che tali rapporti con le cosche siano solo nell'ambito del centrodestra... coinvolgono anche esponenti del centrosinistra, in questa terra come in altre parti della Liguria. Vi è la partita di Vallecrosia, così come Castellaro e Camporosso, per quanto riguarda l'imperiese, dove il peso degli uomini del "locale" della 'Ndrangheta hanno pesato (e pesano) anche nella gestione delle Pubbliche Amministrazioni. E tanto per chiarire ecco il MOIO versione "centrosinistra" alle elezioni provinciali di Imperia nella lista "Marco BERTAINA presidente", attuale vicesindaco (e già sindaco) di Camporosso... e BERTAINA, così come SCULLINO o BIASI, non poteva non sapere chi fosse il MOIO e la sua squallida compagnia 'ndranghetusa!
A Ventimiglia dopo l'offensiva sulla "fuga" intrapresa da Gaetano Scullino, per cercare di impedire l'insediamento della Commissione di Accesso, si stanno aprendo sempre più crepe nel muro di omertà che regnava sovrano. L'azione civile, l'attività investigativa ed anche gli arresti dei vermi 'ndranghetisti, hanno rappresentato un terremoto ed ora le torri di comando della città di confine stanno crollando...
Quando abbiamo avuto segnalazione delle minacce ricevute dal Segretario Generale del Comune di Ventimiglia, Achille Maccapani, da parte del duo Pestileo-Scullino, abbiamo immediatamente avvisato chi di dovere. Così i reparti preposti sono intervenuti ed hanno accertato i fatti. Altri segnali giungono di rottura del vincolo omertoso che regnava sovrano sul Comune di Ventimiglia che, come dicevamo noi e come confermato dai Reparti investigativi, era non solo condizionato dalla 'ndrangheta, ma anche da questa infiltrato...
VENTIMIGLIA. Quanto accaduto, ovvero l'impossibilità di procedere all'insediamento della Commissione di Accesso al Comune di Ventimiglia, dimostra - dopo i giù gravi ritardi sullo scioglimento del Comune di Bordighera - le pesanti responsabilità da parte del Prefetto di Imperia che abbiamo pesantemente denunciato nei mesi scorsi.
La questione "VENTIMIGLIA" era una questione gravissima che imponeva già un anno fa di procedere. Prima di tutto si tratta di un Comune con 25.000 abitanti, ben oltre quindi la dimensione "Bordighera", e qui si era in presenza sia di un infiltrazione, sia un condizionamento da parte della 'ndrangheta nell'Ente...
Se l'aggressione dei beni dei mafiosi è la strada maestra per annientare le cosche, l'aggressione dei beni degli imprenditori mafiosi è ancora di più: è un colpo assestato alla capacità delle cosche di condizionare l'economia, gli appalti e le Pubbliche Amministrazioni. Ed allora non possiamo che essere soddisfatti che i PELLEGRINO siano rimasti in mutande!
La DIA di Genova, con l'Arma dei Carabinieri, questa mattina, ha infatti eseguito perquisizioni e sequestri nelle proprietà dei fratelli PELLEGRINO, in quell'imperiese che i signorotti Michele, Giovanni, Maurizio e Roberto PELLEGRINO (con i cumpari BARILARO, VALENTE E DE MARTE) pensavano fosse terra loro.
Con l'Operazione odierna la DIA ha applicato la misura di sequestro preventivo dei beni dei PELLEGRINO - richiesto dal Centro Operativo di Genova della stessa DIA e disposto dal Tribunale di Imperia - che ammontano ad un valore di oltre 9 milioni di euro che, a seguito del contraddittorio tra le parti, davanti al Giudice della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Imperia, andranno a confisca. Nell'ambito dello stesso procedimento, che ha colpito gli esponenti della cosca dei SANTAITI-GIOFFE', agli stessi, ovvero Michele, Giovanni, Maurizio e Roberto PELLEGRINO, sono state anche applicate le misure della sorveglianza speciale di P.S. (con obbligo di dimora) per i prossimi 5 anni...
L'epicentro era il savonese. E' lì dove i due grandi "casati" della 'ndrangheta, quello dei PIROMALLI e quello dei MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI, avevano stretto il patto spartendosi il territorio. Era anomala quella "collaborazione" tra le cosche della Piana di Gioia Tauro e quelle di Africo, e qualcuno per anni ha voluto non vedere cosa ci celava dietro a quella pax, e sosteneva che non essendoci episodi eclatanti la ragione era semplice: la mafia era stata sconfitta, la mafia non c'era...
Quella pace e convivenza tra organizzazioni criminali diverse, non imparentate, della 'ndrangheta era invece elemento che testimoniava la loro forza e l'ottenuta penetrazione profonda in quella terra, in Liguria. Non si era solo davanti ad un salto di qualità, dalla mafia "di strada" alla mafia "imprenditrice", dalla mafia che "spara" a quella che corrompe e compra (anche nei settori di controlli, oltre che nella politica e nella società civile)... quello che si aveva sotto gli occhi era la capacità acquisita, a fronte della colonizzazione, di decidere "tra loro" come dividersi gli affari e come sfruttare le indicibili alleanze, compromissioni e contiguità costruite a suon di denaro più che di intimidazioni...
Non è passato nemmeno un giorno dall'emergere delle inquietanti posizioni assunte dal Prefetto di Imperia sullo scioglimento del Comune di Bordighera, che il Di Menna torna a presentarsi "ballerino"... mentre la situazione si aggrava, giorno dopo giorno.
Dopo la nostra richiesta dello scorso anno di una Commissione di Accesso al Comune di Ventimiglia per procedere allo scioglimento e commissariamento dell'Amministrazione per infiltrazione e condizionamento della 'ndrangheta, il Prefetto Di Menna avviò l'iter e chiede riscontri ai reparti investigativi. L'Arma dei Carabinieri, con un articolato rapporto, confermavano che il Comune di Ventimiglia era pesantemente condizionato dalle cosche calabresi. Il Prefetto restò muto, il Sindaco Scullino invece fece approvare una delibera (clicca qui) dalla Giunta Comunale per querelarci.
I Carabinieri del ROS e di Imperia hanno quindi predisposto per il Prefetto un supplemento di indagine che conclude: occorre sciogliere l'Amministrazione comunale di Ventimiglia!
Il Prefetto Di Menna inizialmente fa sapere (e se Il Secolo XIX ne da notizia significa che ne ha riscontro) che questa volta sarebbe d'accordo con le conclusioni dell'Arma.
[leggi gli articoli de Il Secolo XIX del 21 maggio 2011]
La notizia "choc"...
Giovanni Bosio compie un ulteriore atto di sfregio alla città di Bordighera. Con il suo ricorso al Tar per far annullare lo scioglimento per infiltrazioni e condizionamento mafioso dell'Amministrazione comunale, testimonia un disperato tentativo di negare le evidenze. Quando a Bordighera servirebbe decenza da parte della politica, arriva questa ennesima scelta che rappresenta un palese insulto alle Istituzioni. Non è bastato a Bosio ed alla sua ciurma che il provvedimento sia giunto con grave ritardo (grazie al Prefetto Di Menna) permettendo così a quell'amministrazione condizionata dalla 'ndrangheta di procedere con l'adozione di nuovi provvedimenti, sino al mega ampliamento del Porto. No, insiste... e questo ci pare davvero troppo.... troppo umiliante per quella comunità di Bordighera che, come avevamo scritto, ha urgente bisogno di una rinascita.
Nel frattempo, quanto avevamo detto sul Prefetto Di Menna, trova conferma ad ogni carta ufficiale che emerge: costui non ha fatto il suo dovere! Che le ragioni siano nell'incapacità di leggere il fenomeno (e le carte di rapporti e relazioni dei reparti investigativi e della Commissione di Accesso), nella reticenza ad affrontare un fenomeno che spaventa o nel piegarsi alle pressioni del blocco di potere (tra legale e illegale) dominante nell'imperiese, bisognerà capirlo... Ma quel che è evidente è che Di Menna non possa restare un giorno di più in quella Prefettura e che a quell'Ufficio deve essere nominato un Prefetto esperto e determinato...
L'imperiese è una zona cruciale e la mappatura è chiara da tempo... solo la politica, nella sua grande parte, il Prefetto Di Menna (a proposito quando viene trasferito?) ed il vice-re Claudio Scajola si ostinano a negare l'evidenza. Come Casa della Legalità abbiamo parlato a lungo di questo territorio. Abbiamo presentato esposti, segnalazioni e istanze dettagliate... abbiamo affrontato la questione pubblicamente ed ora ci torniamo con questa nuova lunga "tappa"...
Avevamo già scritto ampiamente su questi due Comuni, così come su altri, dell'imperiese come Vallecrosia e Castellaro. Ora su Bordighera è arrivato quello che chiedevamo (e sapevamo) da tempo: lo scioglimento del Consiglio Comunale e della Giunta Bosio per i condizionamenti della 'ndrangheta. I fatti erano chiari: vi era una inequivocabile azione di condizionamento mafioso sulla parte elettiva e su quella burocratica del Comune di Bordighera...
Che nel savonese, la Piana di Albenga - a partire dalla Loano di Fameli e dal Borghetto S.Spirito e Toirano dei Gullace e Fazzari - fosse stata scambiata dalle cosche Gullace-Raso-Albanese e Piromalli, con la Piana di Gioia Tauro non è una novità, anzi...
E' una lunga storia, che risale nei decenni quella del duetto tra savonese e Piromalli... Ma è la storia (presente) che ci consegna altri dettagli e permete, forse, di inquadrare meglio il contesto.
E ' una storia che parte da Gioia Tauro, arriva ad Alassio e da qui va sino Ventimiglia, in costante contatto con la madre terra...
La prima, Alassio è quella dell'onnipotente arch. Marco Melgrati (uno dei politici più indagati d'Italia, con una condanna in primo grado, approdato nel Consiglio Regionale ed al contempo dichiarato decaduto da Sindaco direttamente da un Decreto del Presidente della Repubblica. E' una cittadina su cui da tempo abbiamo posto le nostre attenzioni, così come anche i giornalisti Marco Preve e Ferruccio Sansa con il libro "Il Partito del Cemento"... ed al centro delle inchieste della Procura di Savona con il Procuratore Granero, ed ha visto arrivare nelle settimane scorse anche le ispezioni della Direzione Investigativa Antimafia. Tra i punti più contestati, oltre all'immane colata di cemento, sono: lo Stadio Comunale (quello, per intenderci, della betoniera con cui aprivamo il nostro video sulla cittadina) e le concessioni per gli stabilimenti balneari che hanno rappresentato uno strano intreccio tra Comune e Massoneria... con un nuovo filone d'inchiesta sul "voto di scambio"... un indagine che vede moltepli indagati nell'ambito dell'amministrazione, tra cui Demetrio Valdiserra, vicesegretario generale del Comune di Alassio.
La seconda, Ventimiglia, è uno dei punti cardine storici del radicamento della 'ndrangheta in Liguria (come ribadito anche nell'ultima Relazione della Procura Nazionale Antimafia), di cui abbiamo ampiamente parlato, con addirittura un "affiliato" alla 'ndrangheta (Vincenzo Moio, secondo l'Ordinanza "Il Crimine") che siede nel Consiglio Comunale di confine che -stando al rapporto dei Carabinieri a seguito della nostra istanza alla Prefettura - non è semplicemente infiltrato, bensì condizionato dalla 'ndrangheta.
Ma andiamo con ordine in questa fotografia di fatti e protagonisti.
La Casa della Legalità è riuscita a prendere visione della Relazione della Commissione di Accesso al Comune di Gioia Tauro che ha portato, in parallelo alle inchieste della DDA, allo scioglimento dell'Amministrazione comunale nel 2008...
Alla fine anche Maroni ed il Governo hanno dovuto procedere. Il condizionamento della 'ndrangheta sul Comune di Bordighera era plateale, accertato... potevano tentare di ritardare (e lo hanno fatto)... potevano tentare di negare l'impossibile (e lo hanno fatto), ma alla fine le carte, come avevamo anticipato da tempo, oltre ai fatti conclamati, non potevano che portare alla decisione di SCIOGLIERE IL COMUNE DI BORDIGHERA per infiltrazioni mafiose. E' una vittoria, parziale, importante! Ma appunto parziale perché ci sono altri COMUNI dell'imperiese, del savonese e del genovese (per restare in Liguria, altrimenti se guardassimo, ad esempio, alla Lombardia la lista - che abbiamo già fatto - sarebbe ancora più lunga) dove condizionamenti, quando non addirittura infiltrazioni all'interno degli organi elettivi e più in generale nella "macchina comunale" sono pesanti e conclamati. Ma questa vittoria dimostra che ce la si può fare... se si fanno emergere i fatti e se si permette ai reparti investigativi di lavorare a 360 gradi, come ha fatto la Procura di Sanremo.
Riteniamo doveroso, oltre al ringraziare i reparti investigativi, la Procura di Sanremo e la Commissione di Accesso, segnare che ruolo fondamentale in questa vicenda è stato svolto dai media che non hanno taciuto, bensì dato ampio risalto ai fatti. Come diciamo da tempo il problema esiste, bisogna però affrontarlo, ponendo la massima attenzione, perché solo così si possono colpire le organizzazioni mafiose, le loro contiguità, connivenze e complicità con il mondo politico ed economico. La strada scelta per decenni al nord ed in Liguria, del silenzio e del negazionismo, è stata lo scenario prediletto delle mafie per rafforzarzi. Su Bordighera si è dato prova che le cose possono andare diversamente se non si nasconde la testa sotto la sabbia!
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Continueranno a negare anche adesso? Probabilmente sì... si continuerà ad agevolare, di fatto, le attività delle organizzazioni mafiose in Liguria, perché gli interessi in gioco di un economia e politica spregiudicate non hanno limiti.
Poniamo questa domanda perché oggi è stata diffusa la Relazione della Procura Nazionale Antimafia che conferma quanto denunciamo da anni sul ruolo di crocevia per la 'ndrangheta che è rappresentanto dalla Liguria, con tutte le sue province. Conferma anche la presenza e le attività delle altre organizzazioni mafiose italiane come Cosa Nostra e Camorra... e conferma che è una presenza storica e diffusa. Insomma: quando lo dicevamo noi ci davano dei pazzi!
Si ripropongono le risultanze delle ultime attività investigative di cui abbiamo parlato ampiamente, così come dei provvedimenti di sequestro e confisca dei beni... E si afferma anche che, nel periodo in esame (ovvero tra il luglio 2009 ed il giugno 2010) la DDA di Genova ha subito variazioni che non ne hanno favorito la funzionalità!
La Liguria è una porta sul nord, lo sbocco al mare delle colonizzazioni settentrionali delle mafie ma anche un ponto per i traffici ed affari internazionali.
Da un lato si confermano, nelle attività svolte, i nomi già conosciuti delle cosche e dei principali esponenti delle cosche, ma vi è, in questa Relazione, ancora una volta, una mancanza: le risultanze sui rapporti con la politica e le pubbliche amministrazioni, sui fenomi di contiguità, quando non di connivenza e vero e proprio "voto di scambio", emersi da molteplici inchieste giudiziarie ed attività investigative.
Nei prossimi giorni ci torneremo e per ora pubblichiamo uno schema grafico che abbiamo realizzato sulla base di quanto emerge dai più recenti Atti ufficiali in merito ai rapporti che le organizzazioni mafiose che hanno colonizzato la Liguria hanno, con le altre regioni settentrionali e con i principali stati esteri (abbiamo omesso, naturalmente, i collegamenti con le "Terre d'origine" in quanto, almeno queste, dovrebbero essere chiare)... Sperando che la grafica aiuti più di tante pagine a dare l'idea che non c'è tempo da perdere per reagire!
Mentre si è ancora in attesa che il Ministro Maroni proceda a far adottare dal Governo il Decreto di scioglimento per infiltrazione mafiosa del Comune di Bordighera... e che si proceda su quello di Ventimiglia (dove siede in consiglio un affiliato alla 'ndrangheta), il Prefetto Di Menna si è inabissato, gli amministratori pubblici (nei secoli fedeli... a Claudio Scajola) continuano a negare il radicamento della organizzazioni mafiose e soprattutto quello della 'ndrangheta... e gli industriali si dedicano all'arte dello struzzo...
[dopo il lancio del nostro comunicato stampa è iniziata la grande virata di Faraldi, in coda la news con una vignetta da AlzaLaTesta]
Il Prefetto non opera come dovrebbe, il centrodestra non molla, Maroni fa finta di nulla ed il PD imperiese corre in soccorso...
Chiediamo: immediato scioglimento dei Comuni di Bordighera e Ventimiglia; ispezione in Prefettura, Commissariamento del PD imperiese!
Le evoluzioni a cui si assiste nella provincia di Imperia sono sempre più involuzioni sconcertanti e preoccupanti. Il problema della "colonizzazione" mafiosa che condiziona e infiltra le pubbliche amministrazioni (e che non riguarda solo l'imperiese ma anche gli ambiti territoriali di Genova e Savona) deve essere affrontato con serietà e risolutezza, senza possibilità di mediazione o tatticismi dalla politica...
I Carabinieri nell'imperiese stanno portando avanti un lavoro straordinario. Da quando il colonnello Franco Cancelli ha lasciato il Comando di Imperia si è assistito ad un cambio di passo significativo che ha suggellato un efficace intesa con la Procura di Sanremo retta dal Procuratore Roberto Cavallone.
Così dopo le operazioni contro i Pellegrino-Barilaro, gli arresti di killer salita dalla Calabria o di quelli con attività tra Ventimiglia e Vallecrosia... dopo i sequestri d'armi e munizioni, l'azione di contrasto non si ferma.
Oggi è stato finalmente le attenzioni si sono concentrate su un nucleo familiare "pesante" con base nel Comune di Vallecrosia. E' infatti stato arrestato Domenico CRUDO, 78 anni, pluri condannato e che infatti stava scontando una pensa ai domiciliari. In casa, nell'armadio aveva un ben oliato fucile, carico e pronto a fare fuoco. Naturalmente l'originario di Taurianova lo deteneva clandestinamente e quell'arma, sovietica, non era mai stata registrata in Italia...
Le novità che giungono dal "fronte occidentale" sono sempre più pesanti e confermano quanto da tempo scriviamo e denunciamo. Dopo l'arresto dei due Macrì che, intercettati, evidenziavano che lì, nell'imperiese, ormai si "è in guerra" e stavano preparando un attentato per uccidere due Carabinieri come azione dimostrativa per convincere gli inquirenti a porre fine alle inchieste sulla 'ndrangheta, le novità non mancano. Dalla "partita" del Porto di Imperia con la decadenza della concessione e nuovi politici e amministratori indagati, all'inchiesta per corruzione in atti giudiziari che coinvolge il Presidente del Tribunale di Imperia (già presidente di quello di Sanremo) che avrebbe agevolato in diversi provvedimenti uomini delle cosche mafiose, per arrivare agli interessi gravitanti attorno alla Sanremese calcio ed alla situazione nei Palazzi di Questura e Prefettura, non mancano le novità che brevemente affrontiamo punto per punto...
Si vuole arrivare ad un nuovo caso Fondi? Questo è il rischio che si corre sul Comune di Bordighera (e quello di Ventimiglia). Le lentezze e le procedure sono infatti preoccupanti ed i condizionamenti politici sono sempre più asfissianti.
La richiesta di sospensione delle funzioni dell'amministrazione di Bordighera e quindi di scioglimento per infiltrazioni mafiose è stata avanzata l'estate scorsa dai Carabinieri (dopo la sostituzione al Comando prov. dei Carabinieri di Imperia del col. Cancelli). Subito dopo, a seguito della nostra istanza alla Prefettura, una nuova relazione dei Carabinieri comunicava che il condizionamento delle cosche della 'ndrangheta vi era anche a Ventimiglia.
Il Prefetto di Imperia nominò la Commissione di Accesso per il Comune di Bordighera (su Ventimiglia non ancora) e questa i primi di dicembre 2009 gli ha consegnato la Relazione conclusiva (che come abbiamo recentemente scritto, sulla base delle indiscrezioni, non si discosta dalle risultanze della Relazione dell'Arma dei Carabinieri).
Apprendiamo oggi che tale Relazione non è stata ancora inviata al Ministro dell'Interno che, per legge, deve predisporre e proporre al Consiglio dei Ministri il decreto di scioglimento.
Ma non basta. Dalle ultime informazioni rispetto alla riunione del Comitato dell'Ordine Pubblico di oggi a Imperia, sul caso Bordighera (pubblicate su Riviera24), si apprende che:
- in tale sede è stata illustrata la Relazione della Commissione di Accesso (atto secretato) sul Comune di Bordighera, guidato dal 2002 dal sindaco Bosio (PDL);
- alla stessa riunione erano presenti il Sindaco di Imperia, Strescino (PDL) ed il Presidente della Provincia di Imperia, Sappa (PDL). Invitato ma assente (sempre stando a quanto pubblicato da Riviera24) anche il Sindaco di Bordighera.
A questo punto la riservatezza dei contenuti della Relazione della Commissione di Accesso è venuta meno nel peggiore dei modi: con informazioni dirette a quegli stessi esponenti politici del PDL che, in quel territorio, contano tra le proprie fila quegli amministratori pubblici (ed un Parlamentare, Eugenio Minasso) con pesanti contiguità con gli esponenti delle cosche della 'ndrangheta, ovvero di quello stesso partito che ancora nei giorni scorsi con l'ex Ministro Scajola e il segretario provinciale, ha negato che nell'imperiese vi fosse una presenza mafiosa.
In questo contesto, inoltre, non può essere sottaciuto anche l'interesse politico della Lega Nord ad una soluzione "silenziosa" ed "indolore" per l'Amministrazione di Bordighera, visto e considerato che ex esponente di quell'amministrazione del sindaco Bosio, sino agli arresti del clan Pellegrino, era l'esponente della Lega Nord, padre di Sonia Viale che, sempre della Lega Nord, è sottosegretario del Governo in carica, ovvero dello stesso Governo che dovrebbe decretare lo scioglimento del Comune di Bordighera.
Dobbiamo impedire che si assista ad un nuovo "caso Fondi" e pertanto diviene urgente, come primo punto, che la Relazione della Commissione di Accesso (già illustrata ai compagni di partito del sindaco Bosio) venga resa pubblica, così che i cittadini siano informati delle risultanze dell'inchiesta amministrativa e possano chiedere conto agli amministratori pubblici, nonché al Prefetto ed al Ministro dell'Interno per i gravi ritardi nell'affrontare una situazione esplosiva, come sempre più evidenziano le inchieste e ordinanze della Procura di Sanremo.
PS
E l'Opposizione intanto che fa?
I lavori della Commissione di Accesso al Comune di Bordighera, affiancata da Dia, Gico e Ros, si è conclusa con la consegna della Relazione al Prefetto di Imperia e, quindi, al Ministro degli Interni.
La conclusione è inequivocabile: la Commissione richiede l'immediata sospensione degli organi elettivi nell'attesa che venga disposto, con Decreto, lo scioglimento per infiltrazione mafiosa.
Vorrà ora il Prefetto procedere su quanto richiestogli nelle settimane scorse dalla Commissione ed il Ministro dell'Interno promuovere e far approvare dal Consiglio dei Ministri lo scioglimento del Comune di Bordighera? Auspichiamo di sì, anche perché la situazione, così come evidenziata dalla Commissione di Inchiesta nella sua relazione, è grave.
E sul tema torna in campo Claudio Scajola...
Ecco una breve rassegna per ricapitolare il tutto (che nei prossimi giorni approfondiremo):
- A Bordighera la Commissione di Accesso, affiancata da Dia, Gico e Ros, ha concluso il suo lavoro sul Comune e quanto già emerso durante il suo lavoro non fa ben sperare per l'Amministrazione del Sindaco Bosio. Ora la Relazione è sul tavolo del Prefetto di Imperia e forse del Ministro dell'Interno.
- A Castellaro e nelle altre cave e discariche dell'imperiese, come Pieve di Teco, qualche controllo si è iniziato ad avere ed i primi risultati paiono arrivare. A Pieve di Teco infatti è scattato un bel sequestro di una discarica abusiva che porta alla luce i traffici (si parla di 280 tonnellate di rifiuti, per un giro di denaro ben superiore al milione di euro) che ruotano attorno a società, una cooperativa sociale e la Onlus "Galileo" dell'ex sindaco di Chiusavecchia, Luigi Gandolfo.
- A Imperia continua l'inchiesta sul Porto voluto da Scajola e Caltagirone Bellavista (con l'allora "furbetto" dell'Antonveneta, Fiorani) e la "concessione" traballa. Ed intanto le carte al vaglio della Procura di Imperia sono sempre più pesanti anche perché è spuntato un atto notarile in cui il Presidente della Porto di Imperia Spa, ovvero il rappresentante del Comune, senza alcun mandato del Comune, ha ceduto la concessione alla società Acquamare del Caltagirone
- A Sanremo l'imprenditore dei distributori automatici di Caffè, il boss Giovanni Ingrasciotta, tanto amico del boss Matteo Messina Denaro, finisce formalmente sotto inchiesta e l'appalto Asl (una "bazzecola" di business da 6 milioni di euro) viene annullato. Che la "concorrenza" della Coffee Time dell'Ingrasciotta, cioè la Dds avesse visto andare a fuoco sette camion, un camioncino e due container, non era questione di autocombustione e che la nuova guida della Procura di Sanremo se ne sia accorta non è male
- Nei cantieri Ferrovial per lo spostamento della linea ferroviaria tra San Bartolomeo al Mare e Andora, dopo i sopralluoghi di Dia e Procura di Savona, scatta il sequestro per le famose forniture di cemento depotenziato. Così come nei cantieri dell'Aurelia Bis si fa sempre più intenso il controllo di Dia e Carabinieri, anche perché il materiale da scavo non si sa bene dove finisca.
- Al Comune di Ventimiglia sono arrivati i Carabinieri mandati dalla DDA per acquisire pratiche, documenti di appalti, concessioni e pure per l'assunzione del figliolo del boss Fortunato Barilaro, ovvero Giuseppe (prima all'ufficio personale, poi all'ufficio licenze). Il Sindaco Scullino dice che va tutto bene, il Direttore Generale (nonché commercialista e socio del Sindaco) Prestileo dice anche lui che va tutto bene... contenti loro!
- Al Porto di Ventimiglia i controlli si fanno serrati. Le traversine del Porto erano proprio quelle delle ferrovie (e che sono rifiuti speciali)... e sui movimenti terra e conferimenti e spuntano "scherzosi" colpi di lupara (otto) alla macchina dell'imprenditore Pier Giorgio Parodi. A spararli (e finire in cella) un ex collaboratore del Parodi, ovvero il geometra Ettore Castellana, e Annunziato Roldi. Chiedevano solo che nel cantiere del Porto di Ventimiglia si facessero lavorare anche alcuni "amici" oltre ai Pellegrino. Il Parodi disse che per il lavoro era tutto pieno ma lui avrebbe pagato ugualmente gli "amici" come se il lavoro lo facessero... poi non ha denunciato nulla ed ha proceduto nel far sistemare in fretta la macchina crivellata, facendosi poi anche strenuo difensore dei due, affermando che i magistrati si sbagliano, perché l'agguato ed i colpi di lupara erano solo uno scherzo.
- Sempre sul Porto di Ventimiglia ed i rapporti di lavoro (che continuano no-stop) con la società dei fratelli Pellegrino, la figlia del Pier Giorgio Parodi, ovvero la Beatrice Parodi vedova Cozzi, quasi in Caltagirone, compie acrobazie olimpioniche per negare l'evidenza.
- Miche Damiano, nipotino del boss "quaraquaqua" Giovanni Tagliamento (in ritirata a Mentone), è l'indiziato per l'omicidio di Vincenzo Campana, loanese, ucciso, mutilato e carbonizzato in tubo.
- A Bordighera vengono arrestati (dalla Procura di Sanremo) 4 killer della 'ndrangheta saliti (come d'abitudine) dalla Calabria. Sono due coppie di fratelli di Taurianova, Salvatore e Francesco Cadilli Rispi insieme a Giuseppe e Francesco Fazzari. Saliti per uccidere, con l'arma pronta a colpire, sono stati fortunatamente anticipati dall'arresto.
- Alcuni giorni fa a Sanremo due uomini giunti da Cosenza finiscono uno morto sparato e l'altro in galera per l'esecuzione in pieno giorno, in un negozio di frutta e verdura. Il morto ammazzato è Giovanni Isolani, 21enne, chi gli ha sparato è il 25enne Niki Trazza.
- Poi a Ventimiglia torna alla luce la questione del Cantiere di Latte, ovvero delle costruzione "Vista Mare" dietro alle quali c'è l'affiliato alla 'ndrangheta Vincenzo Moio... un cantiere da vedere per capire... e nei prossimi giorni ve lo faremo vedere.
- Intanto i roghi continuano su tutta la "linea" (ed arrivano anche lungo i cantieri della linea ferroviaria "pontremolese" tra La Spezia e Parma)... proprio ieri notte un nuovo locale è andato a fuoco un negozio di alimentari a Ventimiglia, tipo esempio di autocombustione: infranti i vetri e lancio di tre/quattro molotov.
Questa è la fotografia, molto sintetica, della "serena" riviera dei Fiori... ponente ligure...
Qualcuno continua a far l'antimafia mangiando pastasciutta convinto così di aver fatto la sua parte. Qualcun altro cerca la mafia, ma quella del secolo scorso, non vede quella devastante dell'oggi. Ed intanto qualche quotidiano, come La Stampa, nel ponente ligure titola le proprie locandine con il messaggio "La cappa delle inchieste soffoca la provincia di Imperia", e quindi non - si badi bene - "Mafia e corruzione soffocano l'imperiese ed il resto della Liguria". Alcuni partiti lanciano appelli per la pulizia, invitano a farla, sollecitano... ma non la fanno. Ma nonostante questo panorama l'azione di contrasto alle mafie continua.
Nei giorni scorsi la DIA è entrata nei cantieri dell'Aurelia Bis del ponente ligure, mentre la DDA di Torino è tornata nel Porto di Imperia ed ha incontrato la "nuova" Procura di Imperia che a differenza dell'ex Procuratore, Bernardo Di Mattei, i reati li vede e, quindi, li persegue, anche quando riguardano pezzi grossi come Claudio Scajola, il Bellavista Caltagirone e compagnia varia.
A Sanremo si va veloci verso il processo per il clan dei Pellegrino che però, intanto, vedono la loro società continuare ad operare come se nulla fosse, e mentre a Ventimiglia il Moio scorrazza, al porticciolo "attraccano" rifiuti speciali pericolosi, il Comune è in attesa della Commissione di Accesso richiesta dall'Arma dei Carabinieri, a seguito della nostra istanza al Prefetto.
Intanto oggi (tanto qualcuno continuerà comunque a pensava che i mafiosi girino con la coppola) si è reso evidente che Cosa Nostra ha saputo inserirsi bene nel tessuto genovese. Il Centro Operativo della DIA di Genova ha eseguito un decreto di sequestro e contestuale confisca di beni per un valore di oltre un milione di euro. Il provvedimento è scattato a carico di SECHI Roberto, 44enne genovese, già condannato in via definitiva per 416 bis ed appartenente alla decina di Cosa Nostra, emanazione dell'organizzazione capeggiata da Giuseppe "Piddu" Madonia. Tra i beni oggetto del provvedimento richiesto e ottenuto dalla DIA di Genova vi sono due creperie molto frequentate (una in Piazza Alimonda, alla Foce, ed un'altra di fronte allo stadio di Marassi, in corso De Stefanis), denominate "Chicco 1" e "Chicco 2", oltre alla "Locanda Lucia" (di Salita S.Paolo dalla Stazione Principe), un immobile a San Fruttuoso ed automezzi e moto. Per il dettaglio si invita a leggere il Comunicato Stampa ufficiale della DIA di Genova (in formato .pdf) che pubblichiamo integralmente clicca qui.
Nelle scorse settimane come Casa della Legalità abbiamo inviato un esposto (ed un integrazione) al Procuratore della Repubblica di Sanremo, dott. Cavallone ed al Comando dei NOE Liguria, relativo al cantiere del costruendo porticciolo di Ventimiglia, ovvero l'ennesima opera della "Signora dei Porti" Cozzi Parodi, tanto voluta dal sindaco Gaetano Scullino.
Se già avevamo parlato di questa ennesima ferita alla costa ligure perseguita per permettere l'ennesima speculazione, ricordando che i massi venivano conferiti dai camion della ditta Fratelli Pellegrino, ovvero dalla società dei signori del clan Pellegrino della 'ndrangheta (nella foto di apertura lo Scullino e la Cozzi-Parodi-quasi-in-Caltagirone alla possa del "primo masso") in questo caso scriviamo per rendere conto della segnalazione che ha dato il là alle verifiche in merito a rifiuti speciali finiti nell'area del cantiere del costruendo Porto di Ventimiglia...
NEL SEGUITO DELL'ARTICOLO IL VIDEO INTEGRALE SULLA MARCIA-STATICA PER SCAJOLA DEL PDL, LA RASSEGNA STAMPA SULL'INCHIESTA (ci scusiamo se non abbiamo inserito il video integrale su youtube ma ultimamente i video che cerchiamo di caricare, una volta online su youtube, hanno ripercussioni sull'audio che in parte viene distorto o azzerato)
Lo scontro tra reale e surreale è aperto. Nel feudo di Claudio Scajola & family il contrasto è ormai lapalissiano e se la comunità sembra ormai essersi resa conto dei fatti, pur dimostrandosi disillusa di un possibile cambiamento, i notabili dell'Impero non vogliono proprio cedere e si affidano ad un mix tra vecchia pratica democristiana ed il berlusconismo più spinto. Così, davanti al procedere degli sviluppi dell'inchiesta giudiziaria sul Porto di Imperia, rispondono facendo scudo all'imperatore Scajola e con lo schierarsi di tutta la sua corte in un attacco alla Magistratura. Ma andiamo con ordine...
Il Porto di Imperia è stato un enorme “buco nero” dove la trasparenza e correttezza della gestione di una società (Porto di Imperia spa) con il 33% di capitale pubblico (del Comune di Imperia) sono state sistematicamente negate. Ne avevamo già parlato... ed ultimamente i nodi erano venuti al pettine quando si scoprì un lievitamento dei costi dell'opera da 29 a 145 milioni di euro. Era scontato che non vi fosse solo un aspetto “ambientale” relativo alla montagna di terra o di abuso edilizio per il capannone... Vi erano già stati sequestri di società della 'ndrangheta operanti in quel sito, così come erano note le movimentazione terra svolte dall'impresa del clan Pellegrino e le demolizioni eseguite dalla Scavo-Ter dei Fotia. E poi la denuncia sull'aumento spropositato dei costi... ed i sequestri documentali effettuati dalla Polizia Postale e poi l'aggiungersi della Guardia di Finanza nel seguire l'azione penale sull'operazione del Porto...
Adesso, reso pubblico da parte nostra l'ultimo grande tassello (quello sui FOTIA) che mancava per dare a tutti la possibilità di comprendere la situazione, ed emerso che la Prefettura di Imperia ha già avviato l'iter per il nostro articolato esposto, possiamo rispondere ai Sindaci che del fare gli gnorri hanno fatto un'arte... e rispondere anche a quanti si stanno, con loro, esibendo nel proporre scenari improponibili di "cospirazione" o di "generalizzazioni", nell'estremo tentativo di sostenere che "tutto va bene"...
Partiamo dal sindaco di CASTELLARO... ovvero dal signor CATITTI Alessandro, che afferma (rispondendo alla Casa della Legalità, ma guardandosi bene dall'inviarci la sua cosiddetta "risposta") di essere risentito che la notizia ed il contenuto della nostra richiesta di Commissione di Accesso presso il suo Comune, non sia stata resa nota a lui! Straordinario: se uno chiede una Commissione di Accesso perché vi sono elementi da approfondire sull'infiltrazione mafiosa in un Comune, prima di chiederlo formalmente al Prefetto, deve - secondo il Catitti, inviare con anticipo il dettaglio al Sindaco del Comune interessato...
[in coda gli articoli de Il Secolo XIX]
Giovanni TAGLIAMENTO è sempre là, in Costa Azzurra, con i suoi affari sporchi. Qualche mese fa faceva il galletto ma in realtà è solo un quaraquaqua che non ha il coraggio di mettere piede in Italia perché stavolta altro che soggiorno obbligato ad Ospedaletti, finisce direttamente al fresco!
Onofrio GARCEA potrebbe tranquillamente essere passato da lì prima della grande fuga, visto che con i cumpari di Cosa Nostra, avevano interessi commercial-immobiliari oltre confine che vedevano anche il galoppino ABBISSO seguire l'andamento dei lavori.
E lì, oltre confine, ad Vallauris vi era anche Roberto CIMA, boss della 'ndrangheta legato ai PALAMARA e del "locale" di Ventimiglia. Tra i 100 latitanti più pericolosi è stato catturato il 26 settembre mentre portava fuori il cane i ROS di Genova con la collaborazione della Gendarmeria francese...
Il dottor Castellano è davvero straordinario e rappresenta un esempio sublime della spregiudicatezza di certa "imprenditoria"... se domani gli arrivasse davanti Belzebù e gli dicesse che il suo progetto hi tech è da appoggiare, Castellano risponderebbe: grazie sant'uomo. Ed allora, davanti a cotanta mentalità, diviene una barzelletta quanto dallo stesso dichiarato sul "dettaglio" di alcune società operanti nei cantieri della sua "Genova high tech" agli Erzelli. Lì ci opera la famiglia Mamone con la Eco.Ge (già nota e rinota a Genova) e ci lavora soprattutto la "Biella Scavi srl", ovvero quella società che il gruppo imprenditoriale "Perego" (colosso delle costruzioni lombarde che operava con e per le 'ndrine) usava per prendersi i lavori a Genova. La DDA di Milano con i ROS ha fatto intercettazioni, ambientali, indagini rigorosissime, che a dire del Castellano non contano nulla, davanti alle verifiche che la sua "Genova high tech" avevano già fatto non facendo emergere nulla sulle ditte a cui sono stati affidati i cantieri della grande speculazioni sulle alture di Sestri Ponente a Genova. La DDA, i ROS, la DIA non devono più perdere tempo a fare indagini, inchieste, a scavare per anni ed anni nei rapporti tra 'ndranghetisti, imprese e terminali con cui si aggiudicano gli appalti... si affidino al metodo Castellano: non c'è nessun problema, anzi andremo avanti ancora con più velocità nei lavori! (Una domanda: gli avete chiesto quel famoso certificato antimafia che non serve ad un fico secco? Sarebbe bello sapere queste rigorose verifiche fatte in cosa consistono, ma dopo due interviste a Il Secolo XIX il dott. Castellano non ha svelato ancora quali siano state, manco alla lontana!)
Il dottor Scullino a Ventimiglia fa quasi tenerezza. Lui che si considera il "podestà" di quella terra e non ha ancora capito che un Sindaco deve amministrate la cosa pubblica rispettando trasparenza e correttezza delle procedure e soprattutto sulla base dell'interesse generale. Se la prende per quanto abbiamo scritto al Prefetto (ed in parte pubblicato su sito) per chiedere con urgenza l'invio di una Commissione di Accesso nel suo Comune - così come a Vallecrosia e Castellaro -? Non ce le ne può fregare di meno, anzi conferma che non gli piacciono e non tollera i controlli (quelli dei cittadini e quelli delle Autorità preposte)... motivo in più per chiedere al Prefetto di accelerare l'invio della Commissione. Anche perché davanti ad un organismo prefettizio con il compito di verificare le infiltrazioni mafiose e la correttezza della gestione della Pubblica Amministrazione, un Sindaco che sa di aver operato correttamente spalanca le porte e consegna senza attendismi le chiavi di tutti gli armadi e cassetti! Scullino invece a fronte del nostro elencare di fatti certi e reali, inconfutabili, vuole farci querela? Ben venga, non abbiamo problemi a vederci in dibattimento, carte alla mano... al massimo il problema lo avrà chi rischia la falsa testimonianza sotto giuramento quando per accusarci di aver "diffamato" dice il falso nello spasmodico tentativo di nascondere i fatti (come già accaduto nel dibattimento per la querela sporta dal signor Gateano Scullino contro Marco Ballestra, referente della Casa della Legalità di Imperia, a seguito delle denunce pubbliche sulle irregolarità nell'Amministrazione comunale, tra cui quella di Latte, dove guarda caso vi era tra i protagonisti il MOIO, indicato come "affiliato" alle cosche, negli atti delle recenti inchieste). Poi si informi un pochino meglio perché la Casa della Legalità nel suo agire non è solo una persona ma un soggetto collettivo, tanto che ad esempio anche la decisione di presentare istanza al Prefetto di Imperia su Ventimiglia, Vallecrosia e Castellaro, è stata assunta e seguita dall'Ufficio di Presidenza, mai da una singola persona (da noi non ci sono "podestà"!).
Oggi abbiamo inviato al Prefetto di Imperia - e per conoscenza al Procuratore Capo di Sanremo ed alla DIA di Genova - una documentata richiesta di invio urgente di una Commissione di Accesso in tre Comuni della provincia di Imperia, tra cui VENTIMIGLIA...
L'iniziativa assunta sul Comune di BORDIGHERA infatti è solo un tassello di una più ampia necessaria azione amministrativa di contrasto alle infiltrazioni mafiose che gravano sulla Pubblica Amministrazione dell'estremo ponente ligure...
Naturalmente non pubblichiamo il documento inviato al Prefetto, ma ci limitiamo ad alcuni estratti sulla realtà di Ventimiglia in quanto, fatti già noti e di tale gravità che dovrebbero imporre un provvedimento di urgenza a tutela dell'interesse pubblico e della corretta e trasparente gestione della cosa pubblica. Infatti la gestione pesantemente viziata da conflitti di interessi e irregolarità, a partire da quelle nell'ambito della società Civitas, rappresentano già di per sè un pesante pregiudizio sulla buona amministrazione...
"La Liguria è 'ndranghetista" è una delle frasi intercettate e riportate nell'Ordinanza della maxi operazione contro la 'ndrangheta al nord... [clicca qui per leggere il volume dove si parla della Liguria] o meglio quella che appare come la prima maxi operazione contro la 'ndrangheta che ha messo le sue radici nel nord. E come abbiamo sempre detto: se le 'ndrine hanno potuto entrare è perché qualcuno la porta agli 'ndranghetisti l'ha aperta. Ed a mostrarsi ottimi portinai si sono evidenziati da un lato i politici, in cambio di pacchetti di voti (e magari anche di un bel po di mazzette), e dall'altro i professionisti e le grandi imprese per cui l'odore dei soldi sporchi non conta.
Ed è su questo aspetto che da tempo insistiamo, perché è qui, nei rapporti con la politica (e quindi con le pubbliche amministrazioni) e con l'economia e la finanza, che le organizzazioni mafiose hanno trovato preziosi alleati, in Lombardia come in Liguria, in Emilia Romagna come in Piemonte, Toscana e così via... ben oltre i confini di quel Mezzogiorno entro i quali la retorica e l'ipocrisia hanno fatto credere che le mafie fossero rintanate. Eppure qui, in Liguria, la retorica e l'ipocrisia trionfano ed il 15 luglio andrà in scena l'ennesimo insulto alla decenza ed alla ragione: sfileranno a Sanremo contro le mafie, con Libera, quei partiti (tutti) che hanno tra le loro fila uomini e donne che con le mafie hanno accettato di dialogare, convivere, collaborare... in cambio di pacchetti di voti. Uomini e donne contigui (se non peggio) alle cosche che i rispettivi partiti sono sempre pronti a difendere a spada tratta.
Partiamo da qui ed andiamo a ritroso nel tempo. Partiamo dagli arresti, qui a Genova... a quegli arresti che appaiono l'avvisaglia della tanto attesa "spazzata via" degli 'ndranghetisti che dominano nelle diverse province, a partire dalla tanto "custodita" terra del savonese, dove l'asse dei grandi "casati" della 'ndrangheta, quello dei Morabito-Palamara-Bruzzaniti e dei Piromalli, hanno trovato intesa piena con la collaborazione della potente cosca dei Gullace-Raso-Albanese, sotto il manto protettore chiamato "massoneria".
Ed allora partiamo dall'alba odierna ed andiamo indietro nel tempo...
Lo abbiamo detto in tutte i modi possibili: le mafie entrano se qualcuno gli apre le porte. Le licenze, così come appalti, incarichi e concessioni i mafiosi li prendono se qualcuno è disposto a darglieli, così come le protezioni per attività illecite ben note ma che non si volevano contestare e fermare. E questi qualcuno che le porte le aprono e che garantiscono protezioni e sostegni devono necessariamente essere amministratori pubblici e funzionari pubblici.
A Bordighera, come abbiamo ampiamente scritto è successo questo ed è avvenuto in un modo talmente eclatante che non si poteva più tergiversare. In questa direzione abbiamo spinto, anche con la conferenza stampa ed il volantino distribuito a Sanremo sabato 26 giugno: bisogna colpire il braccio dei clan ma anche chi li aiuta, chi fa gli affari, così come chi li copre, anche quindi coloro che prendono i voti rastrellati dalle cosche mafiose e poi pagano il dazio piegando la gestione della cosa pubblica ai desiderato dei mafiosi.
Adesso è ufficiale: i Carabinieri hanno inviato una richiesta ufficiale al Prefetto di Imperia perchè proceda nell'iter per lo scioglimento del Consiglio Comunale di Bordighera in provincia di Imperia...
Alla fine le questioni del Porto di Imperia vengono a galla, perché qualcuno il suo dovere lo fa ed è così che scatta, con tutta la sua aggressività, l'intimidazione di Francesco Bellavista Caltagirone contro chi osa mettere il naso sui conti, incarichi e forniture del Porto turistico di Porto Maurizio a Imperia.... quello innaugurato in pompa magna da lui con i fedeli alfieri suoi e della "Signora dei Porti" Cozzi Parodi, ovvero i due Claudio, Burlando e Scajola.
Noi, più volte abbiamo sottolineato che era (ed è) non soltanto inconcepibile ma gravissimo che non vi sia trasparenza alcuna sui fornitori e ditte incaricare (direttamente e in subconcessione) della PORTO DI IMPERIA SPA. E questo non solo perché la società ha la concessione pubblica per costruzione e gestione del mega Porticciolo, ma suprattutto perché quella società ha partecipazione e capitale pubblico, accanto ai privati. Infatti la PORTO DI IMPERIA spa è:
- al 33% della ACQUAMARE (a sua volta al 100% della ACQUA PIA ANTICA MARCIA, ovvero di Francesco Bellavista Caltagirone);
- al 33% della IMPERIA SVILUPPO (ovvero degli imprenditori locali: Carli, Isnardi, Guatelli, Parodi, Conti e fratelli Mancinelli);
- al 33% del COMUNE DI IMPERIA...
Le mafie per riciclare e gestire i propri traffici hanno saputo ramificarsi su tutto il territorio nazionale ed a livello internazionale. La Liguria da decenni ha visto l'infiltrazione, ormai sta vivendo una realtà in cui le mafie si sono radicate nei territori, entrando e condizionando l'economia locale così come anche il voto e quindi alcune scelte delle pubbliche amministrazioni. Hanno saputo radicarsi sfruttando la mimetizzazione in quei luoghi dove era consistente la presenza della comunità delle loro terre di origine, ma anche offrendo "risposta" alle richieste di "mercato". Chi compra droga alimenta le mafie; chi compra la merce contraffatta alimenta le mafie; chi gioca d'azzardo alimenta le mafie; chi compra sesso a pagamento da persone sfruttate alimenta le mafie... così come le pubbliche amministrazioni e le imprese che richiedono lavori a basso costo, con lavoratori in nero gestiti dai "caporali", alimentano le mafie; le pubbliche amministrazioni e le imprese che per risparmiare usano le forniture depotenziate e scadenti gestite dalle cosche, alimentano le mafie; le pubbliche amministrazioni e le imprese che per smaltire rifiuti tossici o effettuare finte bonifiche si serve dei "servizi" delle società dei clan, alimentano le mafie. Ecco alcuni esempi di come si è aperta la porta delle riviere e dell'intera Liguria alle organizzazioni mafiose...
Pare proprio che non la vogliano capire, o meglio sanno ma fanno finta di nulla e si inventano una "Fiaccolata per la Legalità". Questi sono i politici in Liguria e questa è l'antimafia da corteo, cioè l'ipocrisia totale: prima gli danno quello che vogliono e poi fanno le parate contro.
Alcuni giorni fa abbiamo scritto un analisi attenta della situazione ligure, basata su fatti noti da anni. E' un esposizione ancorata alle risultanze delle inchieste e delle attività investigativa, non su opinioni o suggestioni. E' stata pubblicata dal sito de Il Secolo XIX leggibile a tutti. Ma i partiti, i politici hanno fatto finta nulla e sulla situazione del Ponente ligure hanno partorito un topolino... un topolino già morto: una "fiaccolata" da fare tutti insieme appassionatamente per dirci che si fa lotta alla mafia. Sono ridicoli, anzi vergognosi... e con questa ipocrisia sono anche pericolosi.
Ed ecco perché, schematicamente, con qualche esempio...
Con le ultime operazioni antimafia in Liguria chi sosteneva che questo territorio fosse "indenne" da certe presenze è stato smentito. Vi è però il rischio che le mafie riescano a "deviare" le attenzioni su alcuni sacrificabili per tutelare quello che per loro conta: gli affari.
Ecco cosa potrebbe celarsi dietro agli episodi eclatanti del ponente ligure che hanno fatto uscire dall'invisibilità tanto perseguita le cosche calabresi. Per evitarlo non basta l'azione dei giudici, ma serve l'attenzione sociale e mediatica, capace di far emergere quanto è avvolto dal silenzio, non solo per aiutare le indagini ma anche per far sentire un rigetto sociale verso le mafie e le loro indicibili alleanze e coperture...Che l'assessore Rocco FONTI mentisse lo hanno scritto i magistrati a seguito degli accertamenti sulle dichiarazioni dei suoi colleghi, delle sue e di altri. I riscontri lo hanno smentito. E non lo hanno smentito su una bazzecola, ma sulla questione relativa alla richiesta di licenza per un'attività di slot machine perseguita dal clan dei PELLEGRINO, con connesse minacce agli assessori che in riunione di Giunta si erano espressi contrariamente alla concessione. Non solo: fu proprio il FONTI, assessore, che accompagnò i PELLEGRINO presso l'Ufficio comunale dove presentare la richiesta e sempre lui, il FONTI chiamò l'Ufficio per la stessa questione. Ma adesso si aggiunge anche il Sindaco, mentre, invece, a Ventimiglia, si tace, silenzio di tomba...
I primi particolari emersi in merito all'Operazione antimafia di ieri nell'imperiese confermano che i reati contestati sono tipici reati di stampo mafioso: dalle estorsioni alle minacce arrivando anche sfruttamento della prostituzione.
Nella notte tra il 12 e 13 giugno, coordinati dalla Procura di Sanremo, sono entrati in azione un centinaio di agenti dell'Arma dei Carabinieri con l'ausilio anche di due elicotteri e di unità della Guardia di Finanza, in uno scenario che non era quello della Locride o di Palmi, bensì quello tra Sanremo, Ventimiglia e Bordighera.
Gli 'ndranghetisti qui sono "imprenditori", ben inseriti negli appalti pubblici, con licenze ed affari di primo piano. Sono i tre fratelli PELLEGRINO, ovvero Roberto, Maurizio e Giovanni; due fratelli VALENTE, Teodoro e Domenico; Francesco VALENTI; Rocco DE MARTE e Francesco BARILARO...
La mafia non è un ectoplasma, ma è fatta di soggetti ben identificabili e, visto che la mafia fa affari, ha anche delle società ben note e cosiddetti imprenditori capaci di infiltrarsi nell'economia legale con i capitali illeciti, le intimidazioni, ma anche corrompendo chi è necessario. E se questa è la mafia, qui al Nord, in Liguria, significa che qualcuno gli ha aperto la porta, perché altrimenti non avrebbero avuto possibilità di aggiudicarsi appalti e/o subappalti, concessioni e licenze.
Nel ponente ligure da decenni si dice che c'è la mafia, vi erano anche al vaglio centinaia di nominativi su cui si evidenziava l'esigenza di misure quali la sorveglianza speciale, ma tutto restava fermo, nonostante i rapporti dei reparti investigativi. Vi è l'infiltrazione conclamata nel giro del Casinò così come in quello del commercio e quello del movimento terra, dell'edilizia, dei lavori pubblici e delle forniture. Ne abbiamo parlato più volte, ma si continuava col dire che erano presenza "invisibile", quando andava bene, oppure, quando era peggio, che si indicavano "noti imprenditori"...