
Noi lo scrivemmo nell'agosto 2010, poi
arrivarono le conferme con gli approfondimenti dell'Arma dei
Carabinieri, della DIA e degli altri reparti investigativi... in
ultima è arrivata la Relazione della Commissione di Accesso (al
vaglio del Prefetto e quindi del Ministro dell'Interno). Non ci sono
più alibi e non c'è nemmeno più tempo da perdere.
Il COMUNE DI VENTIMIGLIA è infiltrato
e condizionato dalla 'ndrangheta. Questo dato emerge chiaramente ed è
complessivo, nel senso che non riguarda un particolare settore o
alcune singole pratiche, ma è un condizionamento generale con
infiltrazioni pesanti, passate e presenti.
Bisogna che il COMUNE DI VENTIMIGLIA
"rinasca", come per Bordighera. Scioglimento e commissariamento
sono necessari per rompere l'infamia che ha piegato la gestione della
cosa pubblica agli interessi della 'ndrangheta (e cumpari). E' un
passo necessario per ridare dignità ad una comunità e correttezza e
trasparenza alla gestione della Pubblica Amministrazione.

Quando si arriva, come si è arrivati
al COMUNE DI VENTIMIGLIA, attraverso la CIVITAS ad una gestione che è
un "verminaio", piegata da appalti ed incarichi frazionati, che
finivano a società legate ed espressione delle cosche, come, ad
esempio, la COOPERATIVA MARVON, bisogna ripulire profondamente il
Palazzo, nella parte elettiva così come nella parte amministrativa
dei funzionari. Chi ha responsabilità gravi in questo sistema deve
essere messo alla porta, chi non ne ha - e ne ha pure subite di
tutti i colori - resta.
Basta ai colpi di teatro del Sindaco
Gaetano SCULLINO. Basta alle plateali prese in giro con cui ha
caratterizzato molteplici delle sue ultime uscite pubbliche,
nell'ennesimo tentativo di minimizzare e negare fatti conclamati. C'è
una responsabilità politica a cui nessuno, nemmeno lui, può
sottrarsi. Non è tollerabile sentire discorsi come: noi abbiamo dato
tutti i documenti richiesti alla Commissione, quindi siamo bravi. E
che diamine, non è una scelta "volontaria" ma un "obbligo"
quello di fornire i documenti alla Commissione d'Accesso! Oppure:
adesso voglio una copia della Relazione della Commissione d'Accesso.
E no! La Relazione è un atto riservato che, una volta assunta la
decisioni conseguenti da Prefetto e Ministro, potrà essere resa
pubblica (e lo auspichiamo), ma fino ad allora nessuno, tanto meno
gli "interessati", devono poter leggerne i contenuti!
Auspichiamo che il neo Prefetto di
Imperia ed il Ministro dell'Interno si muovano celermente. Già
abbiamo assistito al tentativo di impedire l'insediamento della
Commissione di Accesso da parte del sindaco SCULLINO che, con le sue
dimissioni, puntava all'auto-scioglimento del Consiglio Comunale e
della sua Amministrazione. Si è sventato quel tentativo fatto,
dichiarava SCULLINO, per "atto d'amore" verso la sua città, che
era invece un insulto alla decenza ed alla dignità della città, un
modo rocambolesco per impedire l'accertamento, approfondito, dei
fatti dal punto di vista amministrativo, dall'oggi a ritroso nel
tempo... perché non è certamente da oggi, da questa ultima
amministrazione, che il Comune di Ventimiglia subisce il
condizionamento e l'infiltrazione mafiosa.
Non c'è più tempo. Bisogna fare in
fretta. Lo merita la città, l'economia di quel territorio ed il
territorio stesso, la comunità onesta che ha rigettato di piegarsi
ai "capi bastone" ed il personale non compromesso e spesso
martoriato dello stesso Comune di Ventimiglia. La comunità dell'espremo ponente ligure deve avere un chiaro segnale che la 'ndrangheta viene schiacciata, così come si schiacciano i vermi... deve vedere che tutte le figure compromesse, dai politici ai funzionari, dagli imprenditori ai professionisti ed ai servitori infedeli dello Stato, possono essere colpiti e annientati!
Noi, qui, oltre a quanto già scritto
nel passato, e che, ovviamente non ripetiamo, riportiamo alcuni
elementi, sempre da Atti Ufficiali che non sono, ovviamente, la Relazione della
Commissione d'Accesso, ma che permettono di capire, se ve ne fosse
ancora bisogno, il contesto e quindi la pesante compromissione del
COMUNE DI VENTIMIGLIA, per arrivare al "ritratto" dei MARCIANO',
famiglia storica della 'ndrangheta nell'estremo ponente ligure, per arrivare agli ai condizionamenti delle imprese, a partire da quelle del Gruppo PARODI... e lo
facciamo con gli Atti dell'indagine MAGLIO. Buona lettura...
VENTIMIGLIA... dall'arrivo della
'ndrangheta alla colonizzazione
Dagli Atti della Commissione
Parlamentare Antimafia, si legge nella Relazione della Prefettura di
Imperia (2011):
"Nel 1947 giunge a Ventimiglia
Ernesto MORABITO, considerato contiguo alla cosca PIROMALLI. Negli
anni successivi viene affiancato da altri personaggi: i fratelli
Francesco e Giuseppe MARCIANO' (il primo deceduto e il secondo
77enne) e Antonio PALAMARA. Il primo sostituisce gradualmente negli
aspetti operativi il MORABITO che, nel frattempo ha conquistato
un'immagine rispettabile, tanto da essere nominato Cavaliere
O.M.I.R., divenendo, di fatto, il capo "locale" di Ventimiglia.
Francesco MARCIANO' detto "Ciccio", decedeva il 19 novembre 1998
e veniva sostituito al vertice dell'organizzazione dal fratello
Giuseppe MARCIANO'. Antonio PALAMARA, 70enne nato a Sinopoli (RC),
arroccato nella frazione di Ventimiglia Alta, divenne un elemento
importante e di rispetto, anche in virtù delle sue relazioni
parentali.
Infatti i suoi fratelli Nunziato,
Domenico, Carmine sono affiliati alla cosca "ALVARO-PALAMARA"e la
sorella Vincenza è coniugata con Giorgio ALVARO. La "locale" di
Ventimiglia, così come indicato anche nelle relazioni della
Direzione Nazionale Antimafia, assume un ruolo di primaria importanza
con funzioni di "controllo" e "compensazione" (regolazione
delle tensioni interne e di coordinamento) delle paritetiche
articolazioni in Liguria".
Ancora più interessante è che
finalmente si prende atto non solo dei personaggi ben noti, ma anche
come si è evoluta e rafforzata! Si legge ancora:
"La struttura criminale operante
nel ponente ligure, infatti, pur avendo preso origine dalla cosca
madre operante in Calabria, adottandone in toto l'organizzazione, le
tradizioni ed i rituali, si è differenziata per connotati meno
sanguinari e violenti. Nel corso degli anni, ha potuto così
svilupparsi in maniera sotterranea, costruendo una ramificazione
basata su complicità, legami parentali e cointeressenze.
Tale situazione ha consentito di
ottenere vantaggi sia come offerta di posti di lavoro, primo passo
per il controllo del territorio, sia come benefici di tipo economico
mediante l'acquisizione di licenze o autorizzazioni per attività di
imprese in vari settori economici, che in breve tempo hanno portato
molti calabresi residenti nel ponente ligure ad arricchirsi e
recitare un ruolo di primo piano nel panorama dell'economia e della
politica locale".
Ed ancora un altro
passaggio con un finale inquietante, ma per noi scontato:
"La
presenza "stanziale" nel ponente ligure di numerosi soggetti
legati alla criminalità organizzata, che perseguono finalità ed
agiscono con metodi corrispondenti a quelli delle associazioni di
tipo mafioso, hanno trovato conferma in numerosi riscontri di
carattere investigativo. Tali soggetti si avvalgono di un apparato
composto di persone inserite nel tessuto sociale e in grado di
riferire informazioni acquisite ai vertici decisionali. Questo
tipo di comportamento e di controllo ambientale è stato rilevato dai
militari dell'Arma dei Carabinieri che hanno, tra l'altro, notato
pregiudicati calabresi, intenti ad osservare il lavoro della
Commissione d'Accesso di Ventimiglia, con atteggiamenti e finalità
tipici degli ambienti malavitosi della regione di origine."
Si prosegue:
"In
queste zone, le cosche, per loro volontà strategica non adottano
metodi basati sul terrore, così come avviene in altre realtà
territoriali, ma preferiscono ricorrere a forme meno visibili di
intervento ed alla commissione di reati-mezzo quali l'usura, le
estorsioni, gli incendi, le minacce a mano armata; si
segnala, altresì, il tentativo di condizionamento degli enti locali
soprattutto nel settore degli appalti pubblici di lavori, forniture e
servizi, nonché nel settore commerciale ed urbanistico."
Se a parte
ricostruiamo la questione già chiusa (!) "BORDIGHERA" [
clicca
qui], in questa sede andiamo avanti sempre con uno spaccato della
situazione che è stata descritta dalla Prefettura di Imperia alla
Commissione Parlamentare Antimafia in merito ai COMUNI di BORDIGHERA
e VENTIMIGLIA.
"Sebbene le generazioni si siano
succedute e vi siano ormai figlie e nipoti dei primi immigrati nati
in provincia di Imperia, le famiglie che fanno capo al "locale"
di Ventimiglia mantengono un legame inscindibile con la potente cosca
PIROMALLI dalla quale ricevono ordini e direttive.
Le velleità "indipendentiste",
peraltro assai rare, vengono difficilmente considerate dai sodali
poiché, come avvenuto in altre realtà territoriali, qualsiasi
tentativo di affrancarsi dalla cosca madre comporterebbe conseguenze
gravissime.
In Bordighera (IM) e nei comuni
limitrofi a seguito di proposta avanzata nel 2010 dal Reparto
Operativo dei Carabinieri di Imperia, i quattro fratelli PELLEGRINO
sono stati colpiti da misure di prevenzione di natura personale e
patrimoniale.
Al riguardo il Nucleo Investigativo
Carabinieri, congiuntamente alla DIA di Genova, hanno eseguito un
sequestro anticipato dei beni nei confronti dei fratelli Michele,
Giovanni, Maurizio e Roberto PELLEGRINO. L'operazione, scaturita da
una attività d'indagine volta sia a contrastare, sul campo
giudiziario, le famiglie e soggetti della 'ndrangheta attivi sul
territorio, sia ad attaccare i patrimoni illecitamente accumulati, ha
portato al sequestro di beni per un valore di 9 milioni di euro,
costituiti da 18 terrene, 9 fabbricati, 11 autovetture, 2
motoveicoli, 11 autocarri, 4 partecipazioni societarie, 1 esercizio
pubblico, tutti riconducibili alla famiglia PELLEGRINO.
A Ventimiglia, fra le presenze
attuali di famiglie calabresi di rilievo sotto il profilo criminale
spicca... la figura di Giuseppe MARCIANO', ritenuto punto di
riferimento per la locale malavita calabrese nel ponente ligure.
MARCIANO' con la società
"MARVON", intestata alla moglie Angela ELIA, si è inserito
nell'ambito dei lavori del costruendo porto di Ventimiglia.
Il 20 luglio scorso è stato
arrestato, in esecuzione a ordinanza di custodia cautelare in carcere
Vincenzo MARCIANO', figlio di Giuseppe, ritenuto responsabile di aver
partecipato l'8 luglio 2011, nel centro cittadino di Gioia Tauro
(RC), ad una rissa in cui è stato ucciso, con un colpo di arma da
fuoco, Vincenzo PRIOLO, ritenuto dagli investigatori di Reggio
Calabria organico alla cosca PIROMALLI.
Relativamente all'attività legata
all'ampliamento del Porto di Ventimiglia, sono stati arrestati in
data 23 novembre 2010 Ettore CASTELLANA e Annunziato ROLDI, per aver
esploso colpi di fucile a scopo intimidatorio contro l'autovettura di
Piergiorgio PARODI, facoltoso e noto imprenditore locale, perché a
loro avviso non aveva rispettato accordi precedentemente assunti. Il
ROLDI è persona vicina al noto Antonio PALAMARA.
Il fatto di particolare gravità,
evidenzia la spregiudicatezza delle cosche e la loro capacità
intimidatoria, tanto che PARODI non ha sporto alcuna denuncia
qualificando il fatto come uno "scherzo".
La sicurezza dimostrata nel condurre
un agguato a colpi di arma da fuoco in luogo pubblico, con il rischio
di essere notati da altre persone, tipica di contesti ad alta
incidenza criminale, è sintomatica di una valenza intimidatoria
scaturente da vincoli associativi."
In riferimento
all'agguato all'imprenditore omertoso, pienamente piegato al vincolo
omertoso, ovvero al Piergiorgio PARODI, occorre segnalare che sia che
il CASTELLANA sia il ROLDI sono stati già condannati dal Tribunale
di Sanremo a 3 anni di carcere, pena davvero lieve. Inoltre, dopo
mesi e mesi di denunce pubbliche, anche Confindustria si è accorta
del caso e, come abbiamo richiesto più volte, ha proceduto ad
espellere il PARODI in quanto imprenditore che ha omesso la denuncia
sull'agguato e l'estorsione. Ma di questo vedremo in coda, con un
apposito capitolo.
Ma andiamo avanti.
"Sempre nel medesimo comprensorio,
si è evidenziata la famiglia PELLEGRINO, legata da vincoli di
parentela con quella dei DE MARTE/DITTO, stanziali in Diano Marina.
La famiglia PELLEGRINO, come è
noto, ha contatti con esponenti della 'ndrangheta; ciò è comprovato
anche dall'arresto di Maurizio PELLEGRINO avvenuto il 1° giugno 2007
poiché dava ospitalità al latitante Carmelo COSTAGRANDE, esponente
di spicco della cosca "SANTAITI", colpito da ordine di
carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria
per associazione a delinquere di stampo mafioso.
Il 29 maggio 2009 è stata eseguita
ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il
Tribunale di Sanremo a carico di Roberto PELLEGRINO, Pierino CALVINI
e il figlio Simone, questi ultimi titolari di un'armeria sita in
Sanremo, e Hugo Guy Gabriel MARSERO, ritenuti responsabili di
traffico d'armi con la Francia. Nel corso delle indagini sono state
sequestrate alcune armi nella disponibilità della famiglia
PELLEGRINO.
Nel giugno 2010 è stata data
esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal
Tribunale di Sanremo su richiesta di quella Procura della Repubblica,
a conclusione di un'attività investigativa per i reati di
estorsione, sfruttamento della prostituzione, minacce a P.U. e ad
corpo politico, a carico di Giovanni PELLEGRINO, Maurizio PELLEGRINO,
Roberto PELLEGRINO, Francesco BARILARO (suocero di Giovanni
PELLEGRINO) ed altri soggetti, a loro volta ritenuti legati a vario
titolo alla succitata cosca "SANTAITI-GIOFFRE'" di Seminara.
Per il "sostegno" prestato dai
predetti ad alcuni amministratori comunali nelle ultime elezioni in
cambio di favori, nel giugno 2010 il Comando Provinciale Carabinieri
di Imperia ha avanzato la richiesta di scioglimento del consiglio
comunale di Bordighera e il 24 marzo 2011 il Consiglio dei Ministri
ne ha deliberato, su proposta del Ministro dell'Interno, lo
scioglimento per condizionamento di tipo mafioso.
Si segnala,
inoltre, la vicenda che ha visto coinvolti Vincenzo MOIO, vice
sindaco di Ventimiglia, e la figlia Fortunata per i suoi legami con
capi ed affiliati alla 'ndrangheta dai quali hanno ottenuto appoggi
elettorali. Da ultimo in termini di tempo, si ricorda il
coinvolgimento di Alessio SASO nello "scambio di voti" alle
elezioni regionali, vicenda monitorata dai Carabinieri del Ros di
Genova che ha portato anche all'arresto di importanti esponenti della
'Ndrangheta.
Nei confronti dei fratelli
PELLEGRINO, inoltre, nel maggio 2010 è stata proposta al locale
Tribunale, dalla Direzione Investigativa Antimafia, l'applicazione
della misura di prevenzione personale e patrimoniale ai sensi della
L. 575/75, con richiesta di emissione di decreto di sequestro ex
art. 2 bis n. 4 e 5 della medesima legge, misura di prevenzione
personale richiesta anche dalla Procura della Repubblica di Sanremo.
Gli indagati sono stati ritenuti
anche responsabili di estorsione nei confronti di un imprenditore
locale, al fine di acquisire la gestione dell'attività della
vittima, nonché di sfruttamento della prostituzione presso due
locali notturni dagli stessi gestiti, a conferma dei lucrosi guadagni
che questo tipo di criminalità ricava con la gestione del mercato
della prostituzione."
Ancora:
"Altro personaggio di spicco
recentemente trasferitosi a Ventimiglia è Rocco ASCIUTTO,
pregiudicato per armi, estorsione, stupefacenti, associazione a
delinquere di tipo mafioso ed altro, sottoposto agli obblighi della
misura di prevenzione della sorveglianza speciale della P.S. Con
obbligo di soggiorno nel comune di residenza. In Ventimiglia è già
residente il fratello Domenico.
Rocco e Domenico ASCIUTTO sono
fratelli dei più noti Salvatore, attualmente detenuto presso la Casa
Circondariale di Ascoli Piceno e Santo detenuto presso la Casa
Circondariale di Secondigliano (NA) e che, da attività
investigativa, è ritenuto capo indiscusso del sodalizio
"ASCIUTTO-ALAMPI-NERI-GRINALDI-SORRENTI", contrapposto al
cartello mafioso delle famiglie "AVIGNONE-ZAGARI-VIOLA-FAZZALARI".
I fratelli ASCIUTTO sono figli di
Francesco, ucciso in un agguato di stampo mafioso il 30 giugno 1990"
Ancora la Relazione
della Prefettura:
"Il 27 giugno scorso, nell'ambito
di una vasta operazione che ha coinvolto le province di Genova e La
Spezia, la Direzione Distrettuale Antimafia di Genova ha emesso
ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Fortunato
BARILLARO, Francesco BARILLARO, suocero di Giovanni PELLEGRINO,
Benito PEPE', suocero di Maurizio PELLEGRINO, Michele CIRICOSTA,
ritenuti responsabili di associazione a delinquere di stampo mafioso
e collegati a Domenico GANGEMI. Nel contesto dell'operazione sono
state, altresì, eseguite delle perquisizioni domiciliari nei
confronti di Giuseppe MARCIANO', del figlio Vincenzo MARCIANO' e
Vincenzo MOIO, ex vice sindaco della città di Ventimiglia.
Contestualmente veniva sottoposto a perquisizione domiciliare anche
Alessio SASO, consigliere regionale del PdL, indagato per il reato di
voto di scambio politico elettorale". [si
tenga presente che sia i MARCIANO' sia Vincenzo MOIO risultano
indagati in quanto affiliati alla 'ndrangheta] "L'attività
d'indagine in argomento ha avuto origine nel 2009 e fa seguito agli
arresti avvenuti nei mesi scorsi a Genova del capo locale Domenico
GANGEMI, Domenico BELCASTRO e Onofrio GARCEA ritenuti responsabili di
associazione a delinquere di stampo mafioso".
Ancora su
Ventimiglia e Vallecrosia:
"Con provvedimento prefettizio
in data 22 luglio scorso, su delega del Ministro dell'Interno, è
stata nominata la Commissione d'indagine ai sensi dell'art. 143,
TUEL, volta ad individuare eventuali e possibili condizionamenti ed
infiltrazioni della criminalità organizzata nell'ambito
dell'attività gestionale del Comune di Ventimiglia, con particolare
riferimento all'affidamento dei sub-appalti concessi dalla società
municipalizzata a soggetti economici ritenuti contigui alla
criminalità organizzata.
"... a seguito delle risultanze
acquisite nel corso di un accesso presso il cantiere del costruendo
porto turistico di Ventimiglia - eseguito nel febbraio 2011, in
attuazione del provvedimento prefettizio emesso ai sensi e per gli
effetti degli artt. 1 e 1 bis D.L. 629/82, 15 d.l. 190/02 e del
Decreto Ministeriale 14 marzo 2003, avente ad oggetto il monitoraggio
dei cantieri impegnati nella costruzione di detto porto turistico -
la Questura, la DIA di Genova e i Comandi Provinciali dei Carabinieri
e della Guardia di Finanza hanno posto in essere una complessa
attività d'indagine per reati contro la pubblica amministrazione che
coinvolge alcuni amministratori del Comune di Ventimiglia ed alcune
società impegnate nei lavori di costruzione.
Nel mese di gennaio sono stati
tratti in arresto Michele ed Alessandro MACRI', ritenuti legati al
locale di 'ndrangheta, perché trovati in possesso di una pistola
clandestina. Dalle risultanze di indagine è emerso che i due avevano
in animo di condurre azioni violente nei confronti dei militari
dell'Arma dei Carabinieri, in risposta alle numerose inchieste che
colpivano gli interessi delle cosche. Alessandro MACRI',
intercettato, dichiarava che intendeva instaurare il "terrore"
tra Bordighera e Vallecrosia."
Tra i vari accessi
antimafia effettuati nell'ambito dell'imperiese, crediamo utile
segnalare le risultanze, così come riportate nella Relazione alla
Commissione Parlamentare Antimafia (2011), relativamente all'accetto
del 3 febbraio 2011:
"cantieri concernenti la
realizzazione del NUOVO PORTO TURISTICO DI VENTIMIGLIA e CAVA
MORGHETTA - CARPENOSA DI MOLINI DI TRIORA.
L'accesso è stato disposto nella
considerazione che le opere per la realizzazione del porto di
Ventimiglia sono state realizzate in regime di concessione da parte
del Comune.
Il predetto ente, in data 12
febbraio 2010, ha rilasciato la concessione demaniale marittima n.
4678 alla società CALA DEL FORTE SRL procedendo alla materiale
consegna di mq. 131.325,90 di una zona di pubblico demanio marittimo
per la costruzione e gestione per un totale di anni 85 (di cui 5 per
la sola costruzione) di un porto turistico con annesse strutture
commerciali ludico-sportive e servizi vari.
In sede di accesso, svolto sia
presso il cantiere, sia presso la sede della società concessionaria
(CALA DEL FORTE SRL facente capo al locale gruppo imprenditoriale
COZZI-PARODI), è stata rilevata la mancata osservanza delle
disposizioni di cui alla vigente legislazione antimafia.
Solo dopo l'accesso, la società
CALA DEL FORTE ha provveduto a chiedere a questo ufficio le
informazioni antimafia a carico delle ditte impegnate nella
realizzazione del porto, asserendo di aver in precedenza acquisito ai
propri atti solo le visure camerali con dicitura antimafia.
Tra l'altro, la CALA DEL FORTE SRL,
ha, recentemente, comunicato che la società VENTIMIGLIA MARE SRL,
incaricata della realizzazione del porto turistico, ha interrotto i
rapporti contrattuali con due imprese impegnate nei lavori oggetto
dell'accetto (MARCOV COOPERATIVA SOCIALE SRL e GBL IMPIANTO DI
RECUPERO SRL) a seguito della diffusione, da parte della stampa, di
notizie su possibili collegamenti di tali aziende con la criminalità
organizzata; i relativi accertamenti da parte delle Forze dell'Ordine
sono tuttora in corso.
Contestualmente è stato effettuato
un accesso anche presso alla CAVA MORGHETTA - CARPENOSA DI MOLINI
DI TRIORA.
Per completezza di informazioni si
evidenzia che l'amministratore unico (Beatrice COZZI PARODI) della
società concessionaria del NUOVO PORTO DI VENTIMIGLIA risulta
consigliere della GESTIONE CAVE SRL. Beatrice COZZI PARODI è figlia
di Piergiorgio PARODI, anch'esso noto imprenditore locale, che nel
novembre 2010 è stato destinatario di un atto intimidatorio...
Il sito di estrazione pietre e
coltivazione cava, oltre a fornire materiale inerte per i lavori del
PORTO DI VENTIMIGLIA, ha approvvigionato anche il cantiere oggetto di
accesso da parte del GIA nel novembre 2010.
Nel corso dell'accesso sono emersi,
al 30 settembre 2010, lavori affidati alla ditta F.LLI PELLEGRINO per
circa 65.000 euro. Il COMUNE DI BORDIGHERA aveva infatti autorizzato
la citata società a far confluire materiali di risulta provenienti
da lavori privati alle CAVE ROCCA CROAIRE e CARPENOSA e presso l'area
di CASTELLARO GOLF. ..."
Di tutto questo,
spesso, abbiamo scritto e parlato, segnalato e denunciato con forza.
Della cava-discarica di Castellaro, ad esempio, o ancora del
complesso panorama dell'imperiese che abbiamo mappato, tra cosche e
politica, tra Ventimiglia, Bordighera, Vallecrosia ed oltre [
leggi
qui]... o quando abbiamo detto e scritto degli Atti che indicavano
inequivocabilmente Vincenzo MOIO quale affiliato alla 'ndrangheta
[
leggi qui e
senti qui (anzi se MOIO la sente si rende conto che la querela che ha presentato è un "pochino" errata!)]. Pareva parlassimo di situazioni "aliene"
e che invece si dimostrano fondate, riscontrate.
Se possiamo
concedere al BARILARO Giuseppe (figlio di Fortunato BARILARO,
esponente apicale del
locale di Ventimiglia) di non essere lui
il Giuseppe BARILARO "condannato per reati contro il patrimonio",
in quanto questi sarebbe il cugino, non possiamo che ricordare che i
Carabinieri in uno dei rapporti (
vedi qui) indicano il Giuseppe
BARILARO "condannato per reati contro il patrimonio" quale
"nipote di BARILARO Francesco" e non quindi "figlio di BARILARO
Francesco, non possiamo che ribadire che riteniamo significativo il
fatto che all'Ufficio Licenze del Comune di Ventimiglia sia lui a
lavorarci, lui: Giuseppe BARILARO figlio di Fortunato BARILARO.
I MARCIANO', il
"ritratto" dall'indagine MAGLIO
Dagli atti del ROS si legge che
MARCIANO' Giuseppe, detto
"compare Peppino", così come
Vincenzo, sono soggetti emersi nell'ambito delle indagini cc.dd.
MAGLIO, MAGLIO 2 e MAGLIO 3.
Per quanto concerne gli
incontri:
14.02.2010 presso il "BAR LE VOLTE" a
Ventimiglia, in via Colombo 9/A, del quale risulta proprietaria
(amministratore unico) ELIA Angela, nata a Varapodio (RC)
l'8.11.1942, residente a Imperia... moglie di MARCIANO' Giuseppe.
All'incontro in questione sono presenti
MARCIANO' Giuseppe, GANGEMI Domenico e CONDIDORIO Arcangelo.
Lo scopo della riunione: mettersi in
contatto con ALVARO Cosimo attraverso MARCIANO' Vincenzo; sostenere
la candidatura di SASO Alessio nel collegio imperiese; chiarire la
candidatura di MOIO Fortunella.
Dell'incontro risultano anche riscontri
alla partecipazione dalle intercettazioni:
- Conversazione
avvenuta telefonicamente tra il GANGEMI ed il SASO Alessio del
3.2.2010, nella quale il GANGEMI informava l'interlocutore
dell'imminente trasferta a Ventimiglia prevista per il successivo 14
febbraio 2010 (
GANGEMI Domenico: "...Peppino pure glielo avevo
accennato, ora Peppino siccome sta male, io... non questa domenica
[inteso non domenica 7 febbraio, ndt]
, che abbiamo la fiera
qui, l'altra domenica [14.2.2010]
, vado a trovarlo, a fargli
visita, gli do un altra sollecitatina eh?"). Il servizio di
o.c.p. predisposto in quella giornata consentiva di documentare il
viaggio di GANGEMI Domenico e CONDIDORIO Arcangelo nella città di
Ventimiglia e la loro sosta presso il bar le Volte di Ventimiglia...
gestito da MARCIANO' Giuseppe.
- Conversazione ambientale - presso il
negozio del GANGEMI in Piazza Giusti a Genova. "Mimmo il regno
dell'ortofrutta) - del 6.2.2010, nella quale GANGEMI Domenico
riferiva a MARCIANO' Vincenzo che si sarebbero visti dal padre di
quest'ultimo domenica 14.2.2010. Anche tale circostanza veniva
riscontrata dal servizio di o.c.p. richiamato... e documentava la
visita di GANGEMI Domenico e di CONDIDORIO Arcangelo presso il bar
"Le Volte".
- Conversazione del 19.2.2010
telefonicamente tra il GANGEMI ed il SASO in cui GANGEMI Domenico
esortava SASO Alessio a recarsi da "Peppino" che egli aveva visto
la domenica precedente (14.2.2010) (
GANGEMI Domenico: "passa a
trovare a Peppino mio cugino... io mi sono visto con lui domenica").
Tra le conversazioni qui citate ecco
alcuni rilievi maggiori:
3.2.2010 - intercettazione telefonata
tra GANGMI e SASO
sintesi
(ore 8.47) GANGEMI Domenico conferma a
SASO di aver incontrato CIRICOSTA Michele (17.1.2010).
Il GANGEMI afferma di aver già
incontrato Giuseppe MARCIANO' e si riserva di incontrarlo nuovamente
"l'altra domenica" ovvero
il 14.2.2010.
(ore
19.17) Analoga conferma viene fornita dal
capo locale
alla segretaria del candidato NACLERIO Loredana:
"L'ALTRA
DOMENICA devo salire nella riviera lì e trovare qualche parente mio"
(ovvero il 14.2.2010).
6.2.2010 -
ambientale presso "Mimmo il regno dell'ortofrutta"
sintesi
(ore
16.30) GANGEMI Domenico annuncia a MARCIANO' Vincenzo la visita che
il 14.2.2010 effettuerà al padre MARCIANO' Giuseppe (
"ecco
allora ci vediamo domenica da mio padre").
La
circostanza stabiliva anche l'appartenenza al sodalizio criminoso di
MARCIANO' Vincenzo il quale si dimostrava conoscitore delle dinamiche
del
locale di
Ventimiglia di cui il padre è il reggente:
MARCIANO Vincenzo: ...inc... al
ristorante... vennero una mattina e mio padre (inteso MARCIANO'
Giuseppe, ndr) ...inc... vengono a fare una votazione disse
GANGEMI Domenico: ma dove è firmato
questo?...inc... fate nomine fate?
MARCIANO' Vincenzo: eh! Però ora è
tornato lui e lui gli diceva dobbiamo fare una votazione, che mio
padre aveva preso accordi con Carmelo ... inc... ed erano in dieci a
votare. I liguri votarono tutti che lo facesse mio padre. A ...inc...
MARCIANO' Vincenzo,
nella circostanza, veniva incaricato dal
capo locale di Genova
di incontrarsi con ALVARO Cosimo al quale recapitare una
"ambasciata".
MARCIANO' Vincenzo: A Cosimo e
Alvaro ...inc... e vado e glielo dico io, me la vedo io... lo
presento proprio a Cosimo e gli dico che "parlate voi!".
La conversazione,
alla quale partecipava anche CONDIDORIO Arcangelo, affrontava anche
il tema della candidatura di MOIO Fortunata il cui padre Vincenzo si
era rivolto ad affiliati genovesi senza informare il reggente GANGEMI
Domenico.
19.2.2010 -
intercettazione telefonica
(11.25) GANGEMI
Domenico invita SASO ad andare a fare visita a MARCIANO' Giuseppe
raccomandandosi di andarci "da solo".
1.3.2010 -
ambientale
Conversazione tra
SASO Alessio, GANGEMI Massimo e LA ROSA Vincenzo all'interno del
point elettorale di Arma di Taggia del candidato:
SASO Alessio:
com'è il cognome?
GANGEMI Massimo: Gangemi.
SASO Alessio: GANGEMI... io conosco
un GANGEMI di Genova
...
GANGEMI Massimo: quello che ha la
frutteria
SASO Alessio: la frutteria ah, è
tuo zio?... non dico che siamo amici... ci ho mangiato... lui è
venuto a fare un giro a mio favore...
...
SASO Alessio: ah. Comunque è
partito da laggiù (...inc...) ed è andato a fare un giro sia da
Michele da... CIRICOSTA (...inc...) ha fatto un giro... a mio
favore... lui ha ancora un peso (...inc...) un peso notevole...
...
SASO Alessio: quindi anche
CONDIDORIO è tuo cugino anche lui...
SASO Alessio: ha preso 6.116 ed io
ne presi 4821. (...inc...) io ho altre persone sono riuscito a
tenermi nel tempo e che ancora mi danno una mano, magari qualcuno lo
conoscete anche: Michele CIRICOSTA, Nunzio RALDI, Peppino di
Bordighera... lo vado a trovare domani devo... BARILARO, siamo...
LA
ROSA Vincenzo: BARILARO chi?
SASO Alessio: no, Fortunato,
l'altro...
LA ROSA Vincenzo: Francesco?
SASO Alessio: aspetta... di
Bordighera... ci devo andare martedì (LA ROSA Vincenzo pronuncia una
frase incomprensibile).. esatto!
Ci devo andare martedì... martedì
devo andare da lui (...inc...)
LA ROSA Vincenzo: non mi dite niente
di nuovo...
SASO Alessio: l'orientamento già
c'è... i fratelli PELLEGRINO una mano me la danno.
7.2.2010 -
ambientale "Mimmo il regno dell'ortofrutta"
(19.48)
Conversazioni che si svolgono tra GANGEMI Domenico e BRUZZANITI Rocco
nel corso della quale il filo conduttore è rivolto all'onorabilità
della parola data dall'affiliato di
'Ndrangheta, nonché
all'equilibrio dei rapporti tra il
locale di Genova e quello
di Ventimiglia. Si fa esplicito riferimento a BELCASTRO Domenico,
BATTISTA Raffaele, MOIO Vincenzo, MARCIANO' Giuseppe (
...SE
C'ABBIAMO QUESTO VALORE CON PEPPINO...).
BRUZZANITI Rocco
esprime il concetto di rispetto che ogni affiliato deve nutrire nei
confronti della gerarchia dell'organizzazione mafiosa:
... per me,
l'impegno se già è stato fatto in una famiglia, il padre espone i
fatti, giusto? E praticamente la famiglia chiede scusa...
GANGEMI Domenico
nel ripercorrere episodi del passato indica BRUZZANITI Rocco quale
soggetto certamente inserito nel
locale di Genova:
"...
non mi ricordo se voi eravate appena entrato".
BRUZZANITI Rocco
cristalizza tale certezza affermando:
"IO HO RISCHIATO
L'ERGASTOLO MILLE VOLTE ...inc... PER LA DIGNITA', CHE PER LA
BELLEZZA DELLA BANDIERA CHE PORTIAMO!".
La parte del brano
è piuttosto sintomatica e conferma il quadro investigativo sin qui
prodotto sull'esistenza compartimentale del
"locale"
genovese retto da GANGEMI Domenico. Singolari sono le esternazioni
dell'indagato che gestisce le dinamiche del sodalizio con una
ripartizione d'incarichi secondo una mentalità
'ndranghetista
ben precisa (
"IO LO FACEVO PER IL LOCALE NOSTRO COMPA' -
QUELLI INTERNI MI FANNO UNA COSA BUONA PER IL LOCALE").
10.2.2010 -
ambientale Mini Cooper del CONDIDORIO
(13:06) CONDIDORIO
Arcangelo propone a GANGEMI Domenico di discutere personalmente con
MARCIANO' Giuseppe del comportamento di MOIO Vincenzo.
CONDIDORIO
Arcangelo: vuoi che ci mando un'imbasciata?
GANGEMI Domenico:
...inc...
CONDIDORIO
Arcangelo: andiamo da Peppino... il fatto dei voti di quella?
GANGEMI Domenico: e
ci dico ma andate ...inc... qua c'è da dire: senti tu come vi
permettete a mi appoggiate a una di Ventimiglia ...inc...? ambasciata
a ...inc... non è che potete fare quello che ...inc... sono i giri
d'accordo, e voi ...inc...?
Il MARCIANO'
Giuseppe era anche tra i presenti al Funerale di Antonio RAMPINO, il
12.02.2008, insieme a BARILARO Fortunato, BATTISTA Raffaele,
BELCASTRO Domenico, BRUZZANITI Rocco, CARIDI Giuseppe, CIRICOSTA
Michele, CONDIDORIO Arcangelo, GANGEMI Domenico, GARCEA Onofrio,
GUZZETTA Damiano, MAIOLO Antonio, PEPE' Benito, PERSICO Domenico,
PRONESTI' Bruno Francesco, ROMEO Antonio, ROMEO Sergio, VIOLI
Domenico, BRANCATISANO Pietro, SCRIVA Biagio, ANASTASIO
Francescantonio, RODA' Francesco, CILONA Domenico, MAMONE Luigi cl.
36, BOVA Giuseppe, SORBARA Michele, SORBARA Giacomo, SIVIGLIA
Annunciato ed altri, a Genova presso la Chiesa S. Margherita, nel
quartiere di Marassi.
E le occasioni di
incontro ai funerali sono un "appuntamento" fisso... così, ad
esempio, il MARCIANO' Giuseppe era anche con i suoi cumpari il 7
marzo 2007 a quello di Rocco LA ROSA a Riva Ligure.
"
In data 7 marzo 2007, alle ore
15, militari sezione A/C hanno effettuato un servizio di osservazione
presso la Parrocchia di Sn Maurizio, sita in Riva Ligure (IM), via
Allavena nr. 8, in occasione delle esequie di LAROSA Rocco nato a
Taurianova (RC) il 3.3.1918.
L'attività dinamica è stata
condotta al fine di verificare la potenziale presenza di soggetti
riconducibili ad un contesto criminale di matrice 'ndranghetista,
avendo in effetti conferma in tal senso.
Durante la cerimonia si è proceduto
a video-filmare, ove possibile, l'affluenza degli intervenuti,
rilevando anche diversi numeri di targa delle autovetture presenti.
E' stato così possibile
identificare i sottonotati soggetti:
... omissis ...
- PALAMARA Antonio nato a Sinopoli
(RC) il 19.10.1940, residente a Ventimiglia
- CIRICOSTA Michele nato a Anoia
(RC) il 29.07.1936, residente a Bordighera...
- PEPE' Benito nato a Galatro (RC)
il 05.08.1936, residente in Bordighera...
- MARCIANO' Giuseppe nato a
Delianuova (RC) il 06.08.1933, abitante a Vallecrosia...
- LENTINI Pasquale nato a Melito
Porto Salvo (RC) il 24.07.1958, residente a Badalucco...
- PELLEGRINO Giovanni nato a
Seminara (RC) il 18.01.1970, residente a Bordighera...
...
omissis ...
- LAROSA Vincenzo, dimorante ad Arma
di Taggia;
- LAROSA Vincenzo (cugino dell'omonimo), fu Carmelo,
dimorante ad Amato di Taurianova
Per quanto riguarda gli intestatari
delle autovetture è emerso quanto segue:
- MANNO Francesco nato a Galatro
(RC) il 03.11.1847, residente in Badaluco (IM)... pregiudicato per
detenzione di armi e rapina;
- RIOTTO Nicola nato a Seminara (RC)
il 08.10.1954, residente in Ventimiglia (IM)... Altra autovettura a
lui intestata è stata notata anche al funerale della vedova di
RAMPINO Rocco".
Ulteriori elementi
per l'individuazione delle responsabilità - Conversazioni
ambientali/telefoniche
22.02.2010 -
sintesi
* telefona in uso
al GANGEMI Domenico
(09:03) MOIO
Vincenzo al fine di parlare con il
capo locale genovese fa
intervenire direttamente MARCIANO' Giuseppe
capo locale di
Ventimiglia. I soggetti menzionati nella conversazione sono: NUCERA
Paolo (
"ho setacciato Lavagna, questa volta li prende i voti
questo ragazzo"), FIUMANO' Antonino (
"sono pure amici miei
questi FIUMANO' cose..."), CIRICOSTA Michele (
"Michele me
l'ha detto ieri sera, e mi ha detto che per il ventotto (28) vi
vedrete nuovamente"), BELCASTRI Domenico (
"a livello
personale mi vidi con Mimmo... mh?"), GARCEA Onofrio (
"Mi
sono visto con compare Onofrio per altre cose che poi vi spiegherà
pure compare Onofrio").
GANGEMI Domenico si
pone sullo stesso piano di MOIO Vincenzo asserendo:
"si è preso
l'impegno tramite interferenza di qualche amico pure 'come noi'".
(09:29) Dopo la
conversazione tra MARCIANO' Giuseppe, MOIO Vincenzo e GANGEMI
Domenico, quest'ultimo convoca immediatamente CONDIDORIO Arcangelo e
BELCASTRO Domenico. Quest'ultimo viene convocato tramite BATTISTA
Raffaele che riceve una telefonata del capo locale:
"non trovo
il numero di Mimmo (inteso BELCASTRO Domenico, ndt)
, se può
fare un salto un minutino Mimmo qua... se veniva che mi ha telefonato
un amico".
* ambientale "Mimmo
il regno dell'ortofrutta"
(09:48-10:03-10:33-10:48)
BELCASTRO Domenico raggiunge immediatamente il
capo locale
presso il negozio di ortofrutta dove viene messo al corrente del
fatto che GANGEMI Domenico ha ricevuto la telefonata di MARCIANO'
Giuseppe.
BELCASTRO Domenico,
davanti alle contestazioni mossegli dal
capo locale, smentisce
di aver disatteso le decisioni stabilite al "tavolo" del
locale
di Genova.
BELCASTRO asserisce
di aver ricevuto "l'imbasciata" da MOIO Vincenzo (riguardante la
candidatura di MOIO Fortunella) attraverso D'AGOSTINO Raffaele.
Quest'ultimo, a sua volta, viene incaricato di riferire a MOIO
Vincenzo:
"ci dite che io ho un sacco d'impegni ...inc...
comunque stanno aiutando".
Nel corso della
conversazione si apprende che anche CARIDI Giuseppe risulta coinvolto
nella questione relativa agli appoggi elettorali e si intreccia con
le figure di BELCASTRO Domenico e MOIO Vincenzo.
Riferimenti
relativi anche a vecchie accrediti esistenti tra GANGEMI Domenico e
MOIO Giuseppe (ergastolano e "mastro di schioppo"), padre di
Vincenzo.
Il tenore della
conversazione si eleva nel momento in cui GANGEMI Domenico ricorda a
BELCASTRO Domenico l'omicidio di LOENARDO Paolo, quasi a scopo
intimidatorio e per rammentare allo stesso la sua appartenenza
all'organizzazione criminale.
BELCASTRO Domenico,
quasi a giustificarsi, afferma:
"però io, Nino MULTARI, Rocco
BRUZZANITI, tutti pigliammo l'impegno che aiutiamo a compare Mimmo
che (...inc...) e io la parola mia non la tiro indietro".
Si percepisce
chiaramente lo stato di sudditanza di BELCASTRO Domenico nei
confronti di GANGEMI Domenico.
Ai due
interlocutori si aggiunge CONDIDORIO Arcangelo che impreziosisce la
conversazione di qualificati contenuti 'ndranghetisti: "SI MA LUI
QUESTO NON LO PUO' PENSARE; PERCHE' SE LUI VIENE QUA, ANDIAMO A
MANGIARE INSIEME QUA, NON DEVE DIRE CHE E' ABBANDONATO, E' ASSIEME!".
Il riferimento è dedicato a GARCEA Onofrio che partecipando alle
c.d.
"mangiate" è di fatto
"assieme"
(partecipa di fatto al sodalizio criminoso). Il
"mangiare
insieme", inteso come consesso conviviale a numero chiuso,
rappresenta pertanto una riunione di 'ndrangheta.
GANGEMI Domenico
riferisce a BELCASTRO che GARCEA Onofrio pretende di essere informato
quando si tengono le riunioni di 'ndrangheta. BELCASTRO, da parte
sua, replica che GARCEA Onofrio è persona rispettata.
CONDIDORIO
Arcangelo, allontanatosi BELCASTRO Domenico, chiede a GANGEMI
Domenico per quale motivo MARCIANO' Giuseppe non abbia fatto menzione
della questione di MOIO Vincenzo in occasione dell'incontro del
14.2.2010.
(20:22) GANGEMI
Domenico parla con NUCERA Lorenzo e MARTINO Domenico ripercorrendo
tutta la vicenda di MOIO Vincenzo e MARCIANO' Giuseppe con
particolare riferimento al padre di Vincenzo MOIO Giuseppe.
Quest'ultimo, personaggio inserito nelle articolazioni mafiose
calabresi è definito "mastro di schioppo".
Il ROS dedica poi
un capitolo ai rapporti del MARCIANO' Giuseppe con il GARCEA Onofrio:
"Dall'analisi
delle conversazioni telefoniche emergeva che GARCEA Onofrio era stato
interessato da parte di MARCIANO' Giuseppe per reperire liquidità in
favore di DELLA PIETRA Pietro riconducibile alla GRECALE SRL.
Quest'ultimo infatti utilizzava l'utenza 34842006** intestata alla
società GRECALE SRL con sede a Vallecrosia (IM) ed avente come
oggetto sociale la compra vendita e/o l'esercizio di attività
ricettive e di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande,
quali gli stabilimenti balneari o complessi turistico alberghieri.
Per tale operazione
GARCEA Onofrio si sarebbe rivolto a TONANI Andrea Angelo e, si
suppone, a MONEPI Andrea entrambi attualmente localizzati nel
milanese. L'operazione non di concludeva positivamente e MONEPI
Andrea si rendeva irreperibile scatenando le ire di numerosi soggetti
gravitanti nel ponente ligure tra cui in primis di MARCIANO'
Giuseppe; costringendo GARCEA Onofrio e ABBISSO Giuseppe ad
impegnarsi nella ricerca del predetto MONEPI.
In data 2 marzo
c.a. GARCEA Onofrio chiamava TONANI Andrea Angelo il quale lo
informava che l'indomani avrebbe visto
"quella persona lì che
gli aveva detto che in settimana quella cosa sarebbe stata già
conclusa". GARCEA Onofrio chiedeva quale questione e
l'interlocutore specificava
"la tua pratica (inteso di
GARCEA Onofrio)
". GARCEA Onofrio poi chiedeva per la
"pratica del leasing" e TONANI diceva che
"doveva
essere tutto ok" puntualizzando che gli avrebbe fatto sapere
con certezza nel pomeriggio di domani. (...) Nella medesima giornata
GARCEA Onofrio chiamava DELLA PIETRA Pietro ed, a seguito di una
richiesta di novità, gli diceva di richiamare l'indomani pomeriggio
perché avrebbero contattato la
"persona del leasing" (inteso
TONANI Andrea Angelo, ndr), precisando che comunque
"tutto stava
procedendo bene e i documenti erano a posto" (...).
L'indomani, alle
ore 17.01, TONANI Andrea A. richiamava GARCEA Onofrio e lo aggiornava
dicendo che
"la società della ditta individuale sulla quale
avevano chiesto il leasing era stata divisa in tre perché la cifra
era troppo alta ed avevano fatto un leasing operativo che non
risultava nella centrale rischi; a causa di questa particolare
procedura avevano perso un po' più tempo e nei prossimi 15 giorni
sarebbe stato tutto ok". GARCEA Onofrio chiedeva la data per
riferirla al cliente (DELLA PIETRA Pietro, ndr) e TONANI Andrea A.
gli rispondeva:
"entro il 25 massimo e il bonifico arriverà
suddiviso in 3". Per quanto riguardava invece la pratica di
Onofrio, il RONANI riferiva che a breve gli sarebbe arrivato il
bonifico intestato alla "società GI". (...) Alle successive
17.29 DELLA PIETRA Pietro chiamava GARCEA Onofrio (come da accordi
sopra descritti) e quest'ultimo gli diceva che "da una mezzoretta
aveva ricevuto delle bellissime notizie", spiegandogli che
"entro
una decina di giorni ci sarebbe stata una parte della liquidazione in
quanto il leasing era grosso". GARCEA Onofrio spiegava che
"intorno al 20 sarebbe arrivato il primo bonifico così lui
avrebbe potuto iniziare a preparare il lavoro in spiaggia". (...)
Le conversazioni erano strettamente collegate tra loro ed
evidenziavano il ruolo di mediatore intrapreso dal GARCEA Onofrio tra
DELLA PIETRA Pietro
(che doveva iniziare i lavori in spiaggia e
necessitava di liquidità) e TONANI Andrea Angelo che spiegava
come, attraverso un altro personaggio da identificarsi nel MONEPI
Andrea, il
"leasing" sarebbe stato diviso in tre trance.
In particolare quest'ultimo avrebbe dovuto provvedere alla
costituzione di una società a nome della quale avrebbe richiesto un
finanziamento da destinare a DELLA PIETRA Pietro.
In data 10 aprile
MARCIANO' Giuseppe chiamava GARCEA Onofrio dicendogli:
"quel
signore là (inteso MONEPI Andrea, ndr)
, questo amico nostro
(inteso DELLA PIETRA Pietro, ndr)
si fa qualcosa o no?"
e GARCEA Onofrio rispondeva:
"compare, quando ci vediamo in
questi giorni vengo da te e ne parliamo, avete capito?... ma io penso
martedì (13.4.2010)
sono si da voi". (...) Nel medesimo
giorno CARLINO Domenico chiamava GARCEA Onofrio e nella circostanza
quest'ultimo diceva che martedì sarebbe passato da lui (a
Ventimiglia). (...)
In data 14 aprile
CARLINO Domenico chiamava GARCEA Onofrio, e quest'ultimo gli riferiva
che
"oggi non sarebbe arrivo per un contrattempo e sarebbe
andato domani" invitandolo ad
"andare da Vincenzo (inteso
MARCIANO')
, quello del ristorante (USTARIA D'A PORTA MARINA
sito in Ventimiglia - IM - Via Trossarelli)
, poiché doveva
incontrare anche loro (inteso MARCIANO' Giuseppe, MARCIANO'
Vincenzo e DELLA PIETRA Piero, ndr)
per la questione di un leasing
e di informare Vincenzo lui sarebbe andato l'indomani". (...)
In realtà l'appuntamento veniva ulteriormente rimandato, infatti, in
data 16.4.2010 GARCEA Onofrio chiamava DELLA PIETRA Pietro ed alla
sua richiesta di "notizie", informava l'interlocutore che si
sarebbero visti l'indomani (17.04.2010) in quanto gli
"doveva
spiegare la faccenda del leasing" per il quale attendeva una
risposta. Onofrio sottolineava anche che la faccenda gli stava
comunque a cuore in quanto lui avrebbe ricevuto la sua
"povvigione".
(...)
Il 17 aprile GARCEA
Onofrio si recava nel ponente ligure per incontrare DELLA PIETRA
Piero (unitamente a MARCIANO' Giuseppe e Vincenzo) e CARLINO
Domenico. Infatti alle ore 16.53 GARCEA Onofrio chiamava DELLA PIETRA
Piero comunicandogli che si trovava a 30/40 km da lui, dandogli
appuntamento sul lungomare di Bordighera. Durante detta conversazione
GARCEA Onofrio chiedeva all'interlocutore di rintracciare anche Mimmo
(inteso CARLINO Domenico ndr). Alle successive ore 17.34 GARCEA
Onofrio contattava CARLINO Domenico riferendogli che si trovava sul
posto e che lo sarebbe passato a prendere.
[segue elenco delle
celle su cui si è agganciata l'utenza telefonica intestata alla
DITTA CARBONE ERMANNO, in uso al GARCEA]
In data 18.4.2010
ABBISSO Giuseppe chiamava TONANI Andrea Angelo a cui spiegava l'esito
della riunione tenutasi nel ponente ligure ed a cui avevano
partecipato GARCEA Onofrio e DELLA PIETRA Pietro unitamente a
MARCIANO' Giuseppe (
...quelli lì dei bagni sai doveva farci il
leasing...) sottolineando che coloro che aspettavano il denaro
non erano più interessati (
non vuole più i soldi da Andrea -
inteso MONEPI Andrea) (...). Segue trascrizione integrale:
PA: Giuseppe ABBISSO
AT: Andrea TONANI
...
omissis ...
PA: ..poi merco... martedì o
mercoledì siamo su con il compare (inteso GARCEA Onofrio ndt) eh..
che ti devo parlare
AT: va bene
PA: e.. penso che... m'ha detto che
non vuole più i soldi da Andrea, non gli interessano più i soldi
AT: ho capito, ho capito!!!
PA: e... proprio il momento che
adesso che il culo lo tiri giù fuori e che si faccia u.. e per la
storia che lui è stato lì a ... quelli lì dei bagni sai doveva
farci il leasing
AT: mhhh
PA: ha detto, ditegli, mandategli a
dire che a me non mi deve più niente
AT: ... (ndr attimo di silenzio)
PA: l'unico che lo può salvare sono
io a quello scemo
ZT: va bene... è un cretino
PA: proprio...
AT: ... e un cretino
PA: ha capito!!
AT: si si è un cretino
PA: va bene dai ci sentiamo ok?
AT: ok?
PA: ciao ciao
Il 20.04.2010 i due
interlocutori si risentivano e questa volta i toni di ABBISSO
Giuseppe, alias "Pino", risultavano più determinati ad infondere
timore nell'interlocutore. In particolare ABBISSO Giuseppe prima
sottolineava che nella mattinata sarebbe dovuto essere a Milano con
GARCEA Onofrio (
...oggi dovevo venire a Milano, ma non mi ha
chiamato...) per rintracciare MONEPI Andrea, al che
l'interlocutore lo informava che il NONEPI si era recato a Genova la
domenica precedente (
...a me ha detto... ha detto... di essere
venuto giù domenica...). ABBISSO Giuseppe, nel corso della
conversazione, non esitava a descrivere la pericolosità delle
persone del ponente ligure identificabili in DELLA PIETRA Pietro ed
in MARCIANO' Giuseppe e Vincenzo (
...perché adesso è partito
tutto il marchingegno... perché a quelli non interessano più i
soldi de... perché lui ha truffati, A QUELLI DEL LEASING, quello -
inteso GARCERA Onofrio -
figurati che è da sabato a Imperia
o alle parti del ponente... quelli dello stabilimento balneare -
DELLA PIETRA Piero, MARCIANO' Giuseppe e Vincenzo -
hanno
avuto un danno... ma un danno... questa promessa qua... che poi i
soldi glieli hanno dati quelli là... non lui). La frase
poi i
soldi glieli hanno dati quelli là... non lui si ritiene faccia
riferimento al fatto che MONEPI Andrea sia stato pagato in anticipo
per avviare le pratiche del finanziamento da destinare
successivamente a DELLA PIETRA Piero e che poi si sia allontanato con
l'anticipo senza concludere l'operazione mettendo in atto, di fatto,
una vera e propria "truffa" ai danni dei summenzionati personaggi
del ponente.
In questo contesto
si inseriva ABBISSO Giuseppe che lasciava una speranza al suo
interlocutore confidando nella sua capacità di convincere MONEPI
Andrea della possibilità di farsi aiutare per la risoluzione del
problema.
Sul finire della
conversazione ABBISSO Giuseppe rivelava chiaramente la sua dipendenza
funzionale da GARCEA Onofrio del quale non poteva esimersi
dall'eseguire le cruente disposizioni (...
mi chiede a me andiamo
su.. io davanti a lui devo fare il lavoro sporco che non mi
piacerebbe fare... capiscimi a me...). TONANI Andrea comprendeva
quanto riferitogli e precisava:
"però quelli lì del leasing...
non li prendono da me perché io non ci posso dare i soldi degli
altri"; chiarendo che non avrebbero potuto proseguire
nell'operazione rispondendone personalmente.
(omissis)
MARCIANO'
VINCENZO (cl. 1977), agli atti dell'indagine MAGLIO (nella parte
conosciuta dalle difese perché depositati al Riesame), troviamo la
scheda relativa al soggetto, in allegato all'informativa finale. In
questa si legge:
"6.2.2010 - BAR
"GO" Piazza Aprosio Genova
MARCIANO' Vincenzo,
LA DUCA Pietro, GARCEA Onofrio
Ore 13.35 Vengono
notati due uomini all'interno del bar "GO", il primo:
dell'apparente età di 30/35 anni, altezza 1,85 m. circa, capelli
castani sicuri pettinati all'indietro, indossante pantaloni di jeans
e giubbotto con cappuccio di colore viola scuro con due strisce
orizzontali sulla manica sinistra, successivamente identificato in
MARCIANO' Vincenzo nato a Sanremo (IM) il 31.12.1977; il secondo:
dell'apparente età di 50 anni, altezza 1,78 m. circa, capelli grigi,
indossante un giaccone di colore scuro, successivamente identificato
in LA DUCA Pietro nato a Ventimiglia (IM) il 9.1.1958.
Ore 15.02 GARCEA
Onofrio, MARCIANO' Vincenzo e LA DUCA Pietro escono dall'agenzia di
credito "EFFEGIDIRECT"..."
Ed ancora:
"INCONTRI
ORTOFRUTTA
GANGEMI Domenico -
MARCIANO' Vincenzo
6.2.2010
Partecipanti:
GANGEMI Domenico, MARCIANO' Vincenzo, CONDIDORIO Arcangelo
Scopo:
- GANGEMI Domenico
incarica MARCIANO' Vincenzo di portare un'imbasciata ad ALVARO Cosimo
(già latitante)...
- di fissare un
incontro per il 14.2.2010 da MARCIANO' Giuseppe. Nel corso della
conversazione ambientale... del 6.2.2010 GANGEMI Domenico riferiva a
MARCIANO' Vincenzo che si sarebbero visti dal padre di quest'ultimo
domenica 14.2.2010. Tale circostanza veniva riscontrata dal servizio
di o.c.p. Del 14.2.2010 che documentava la visita di GANGEMI Domenico
e CONDIDORIO Arcangelo presso il bar "LE VOLTE"...
- discutere delle
evoluzioni elettorali con particolare riferimento alla candidatura di
MOIO Fortunata.
(...)
Breve sunto e/o
citazioni di rilievo
GANGEMI Domenico
annuncia a MARCIANO' Vincenzo la visita che il 14.2.2010 effettuerà
al padre MARCIANO' Giuseppe (...
"ecco allora ci vediamo
domenica da mio padre")
La circostanza
stabiliva anche l'appartenenza al sodalizio criminoso di MARCIANO'
Vincenzo il quale si dimostrava conoscitore delle dinamiche del
locale di Ventimiglia di cui il padre Giuseppe è il
reggente:
MARCIANO' VINCENZO: ...inc... al
ristorante ... vennero una mattina e mio padre (inteso MARCIANO'
Giuseppe, ndt) ...inc... vengono a fare una votazione disse
GANGEMI DOMENICIO: ma dove è
firmato questo? ...inc... fate nomine fate?
MARCIANO' VINCENZO: eh! Però ora è
tornato lui e lui gli diceva dobbiamo fare una votazione, che mio
padre aveva preso accordi con Carmelo ...inc... ed erano in dieci a
votare. I Liguri votarono tutti che lo facesse mio padre. A ...inc...
MARCIANO' Vincenzo,
nella circostanza, veniva incaricato dal capo
locale di Genova
di incontrarsi con ALVARO Cosimo al quale recapitare una
"ambasciata".
MARCIANO' VINCENZO: a Cosimo e
Alvaro ...inc... e vado e glielo dico io, me lo vedo io... lo
presento proprio a Cosimo e gli dico che "parlate voi!"
La conversazione,
alla quale partecipava anche CONDIDORIO Arcangelo, affrontava anche
il tema della candidatura di MOIO Fortunata il cui padre Vincenzo si
era rivolo ad affiliati genovesi senza informare il reggente GANGEMI
Domenico.
MARCIANO' Vincenzo
spiegava a GANGEMI Domenico il suo legame di parentela con PRIOLO
Giuseppe:
GANGEMI DOMENICO: allora con Pepè
PRIOLO, siete tutti lontani parenti?
MARCIANO' VINCENZO: cugini primi
...
omissis ...
GANEMI DOMENICO: no, no me lo saluti
quando lo vedi a Pepè e poi mi chiamate di là con Pepè quando
siete insieme, mi fa piacere.
Il PARODI
"omertoso", l'agguato, la capacità di intimidazione
Anche qui, come il caso dei PELLEGRINO, finito il processo di primo
grado, possiamo parlare e scrivere degli Atti con estrema
tranquillità. E così facciamo perché non esistano più scusanti
del "non sapevo" o del "non avevo ben capito". Il tempo dei
"non sapevo" e "non capisco" è finito!
Iniziamo quindi a vedere gli Atti del procedimento.
Verbale di assunzione di informazioni dell'8 novembre 2010 di
GANDOLFI Stefano:
Si legge: "In merito a quanto accaduto il 25/5/2010 sulla strada
per Carpenosa, PARODI Piergiorgio, ha dichiarato che trovò la strada
sbarrata da un'auto scusa da cui scesero dall'auto, spararono contro
la parte anteriore della vettura 2-3 colpi di fucile. Il Geom. ROVERE
ha confermato di aver saputo da PARODI dell'episodio e che quel
giorno il geom. PARODI si trovava in auto anche un architetto dello
studio Alborno di Bordighera che, successivamente, ha indicato in
lei, GANDOLFI Stefano...".
GANDOLFI: "Quel giorno avevo appuntamento la mattina con il
geom. PARODI per andare al municipio di Molini di Triora dove
dovevamo consegnare una pratica per la regolarizzazione di alcune
opere all'interno della CAVA DI CARPENOSA. Siamo partiti da
Bordighera con l'auto del geom. PARODI e con lui già c'era anche il
geom. Ettore CASTELLANA quando giunsero sotto il mio studio.
Ricordo che tra di loro c'era una discussione che riguardava il
trasporto del materiale dalla CAVA DI CARPENOSA al costruendo PORTO
DI VENTIMIGLIA e ricordo che PARODI rispondeva alle sollecitazioni
del CASTELLANA dicendo che, visto l'approssimarsi del periodo estivo
con conseguente fermo dei lavori di sversamento di massi, non c'era
possibilità di far lavorare altri trasportatori. Ricordo che
CASTELLANA si rabbuiò improvvisamente a questa risposta e, essendoci
fermati ad Ospedaletti per il disbrigo di altre pratiche, si
allontanò improvvisamente senza salutare.
Noi proseguimmo per il viaggio concordato, arrivando a Molini di
Triora intorno alle ore 11.00 - 11.30. Consegnammo la
documentazione in Comune, discutemmo della pratica con gli impiegati
dell'Ufficio Tecnico, e poi ce ne andammo a pranzo.
Dopo pranzo risalimmo in macchina e ci dirigemmo verso la CAVA DI
CARPENOSA. Era la prima volta che io facevo quella strada. Ad un
certo punto la strada sale in mezzo al bosco con un rettilineo
abbastanza lungo.
Ad un certo punto notai più avanti, parcheggiata a sinistra per
chi sale, una Fiat 500 nuovo modello nera. Mentre stavamo per
raggiungerla e superarla vidi che l'auto si metteva di traverso sulla
strada, come per fare manovra. Vidi invece che l'auto si metteva di
traverso sulla strada, come per fare manovra. Vidi invece che l'auto
si stava muovendo perché spinta da due uomini che, posizionata la
macchina di traverso, si giravano nella nostra direzione. Uno di
questi due era il geom. CASTELLANA Ettore e l'altro un uomo che non
avevo mai visto prima. Quest'ultimo brandiva un fucile da caccia con
il quale esplose un colpo contro il muso dell'auto del PARODI.
PAROSI, che evidentemente conosceva la persona, urlò: "Nunzio ma
cosa cazzo fai?". A quel punto sparò un secondo colpo, a chiarire
che dovevamo scendere dall'auto, cosa che facemmo.
Nunzio era un uomo di circa 45 anni, lieve inflessione
meridionale, biondo castano, alto circa 1,75, corporatura atletica.
Una volta scesi dall'auto capii dalla situazione concitata tra
PARODI, CASTELLANA e NUNZIO che le ragioni di quello che stava
accadendo andavano ricercate in ciò che aveva formato oggetto di
discussione la mattina tra CASTELLANA e PARODI. In sostanza
CASTELLANA aveva promesso ad alcuni imprenditori del settore
movimento terra che PARODI avrebbe fatto lavorare anche loro nel
trasporto dei massi dalla CAVA al costruendo PORTO DI VENTIMIGLIA.
Come detto PARODI sosteneva che non era possibile poiché in estate
quel lavoro si sarebbe fermato del tutto. In quel contesto compresi
che CASTELLANA, e forse anche NUNZIO, avrebbero percepito una
provvigione dai trasportatori che avessero avuto la possibilità di
lavorare per PARODI. Durante l'accesa discussione sulla strada più
volte NUNZIO disse: "Mi rovini, mi hai rovinato" o frasi del
genere.
Comunque a quel punto la situazione era di stallo. Nel senso che
CASTELLANA e NUNZIO tornavano a ripetere le stesse cose mentre PARODI
continuava a rispondere che non aveva la possibilità di far lavorare
altre persone.
NUNZIO ad un certo punto ripose il fucile in una custodia di tela
che poi pose tra i sedili della Fiat 500.
PARODI e gli altri due decisero di continuare la discussione su
alla CAVA. La macchina di PARODI perdeva acqua dal radiatore per cui
la lasciò all'ingresso, dove ci sono gli uffici. Tutti e quattro
salimmo sulla Fiat 500 nera per andare a parlare più avanti, dove
non c'erano persone che potevano sentire.
PARODI cercava di far ragionare NUNZIO dicendogli "abbiamo già
lavorato insieme, non ci sono mai stati problemi" con atteggiamento
conciliante. Invece era molto risentito con CASTELLANA che gli aveva
teso quell'agguato e disse che con lui non voleva più parlare.
Ad un certo punto io sono sceso a piedi verso gli uffici. Loro
hanno continuato a discutere per circa 30-45 minuti.
Quando terminarono lo stesso NUNZIO si offrì di accompagnarci a
casa ma io rifiutai. Così scesi a Bordighera unitamente al geom.
PARODI con un mezzo della Cava.
Quanto alla possibile soluzione ricordo che PARODI chiese a NUNZIO
e CASTELLANA quanto avrebbero eventualmente percepito come
provvigione dai trasportatori che avessero avuto la possibilità di
lavorare sulla cava. Loro risposero !1,50 euro a tonnellata
trasportata". Ricordo che PARODI era favorevole a riconoscere lui
quella cifra a NUNZIO, sulla quantità che astrattamente gli altri
trasportatori portati da NUNZIO avrebbero potuto trasportare.
Di quanto accaduto ne parlai con mia moglie e con i miei colleghi
di studio. Io ho anche detto all'arch. ALBORNO che ero stato
convocato in Procura.
PARODI mi disse di tenere la cosa riservatissima per paura che si
potessero fermare i lavori
(...)"
Questo invece è il Verbale di assunzione di informazioni
(10.11.2010) dal
PARODI Piergiorgio:
"Ad
integrazione di quanto già riferito nelle mie dichiarazioni del
1/10/2010 preciso ed aggiungo che la mattina del 25 maggio iniziammo
il giro previsto con l'architetto GANDOLFI partendo da Bordighera.
Quando passai a prendere l'architetto GANDOLFI con me in auto c'era
anche il geom. Ettore CASTELLANA che, nell'occasione, era ritornato
sull'argomento di cui avevamo parlato circa due o tre giorni prima.
In sostanza CASTELLANA mi aveva detto che c'erano alcuni suoi amici
con quattro o cinque camion che erano interessati a fare il trasporto
di massi dalla CAVA DI CARPENOSA al costruendo PORTO DI VENTIMIGLIA.
Io già allora gli avevo detto che non ero io che decidevo quali
camion dovevano andare, perché la società che stava lavorando sul
porto non la amministro io e che comunque era previsto per la fine
del mese un fermo lavori, poiché per l'approssimarsi della stagione
balneare ogni attività sul demanio marittimo va sospesa salvo
diversa disposizione della Capitaneria di Porto.
Comunque la
mattina del 25 maggio CASTELLANA era tornato sull'argomento,
insistendo sul fatto che lui già aveva promesso o comunque si era
impegnato con suoi amici e conoscenti che avrebbero potuto lavorare
sulla Cava, in quanto a suo dire già avevamo ottenuto
l'autorizzazione al proseguo da parte della Capitaneria di Porto.
Voglio aggiungere che, erroneamente, a Ventimiglia tutti pensano che
io sia quello che possa avere voce in capitolo. In particolare questa
era la convenzione di CASTELLANA, dei mafiosi e dei guardoni che
stanno intorno. Quando parlo di mafiosi ho detto tanto per dire.
Poiché io rimanevo sul punto il geometra CASTELLANA si arrabbiò mi
chiese di fermare la macchina, scese e se ne andò via. Poi la
giornata è proseguita secondo il programma previsto, nel senso che
unitamente all'arch. GANDOLFI ci siamo recati prima a Molini di
Triora, presso l'Ufficio Tecnico, poi a Triora dove ho incontrato il
Sindaco e, dopo pranzo, insieme all'arch. GANDOLFI mi sono diretto
verso la CAVA DI CARPENOSA.
Mentre salivamo
ad un certo punto abbiamo trovato una macchina, piccola, scusa, messa
di traverso e due uomini accanto ad essa. Uno era il geometra
CASTELLANA e l'altro era una persona che io conosco con il nome di
NUNZIO. NUNZIO è in realtà una persona che conosco da circa 15 anni
e si chiama Annunziato ROLLI o ROLDI. Posso dire che sul mio
telefonino il suo numero è memorizzato con il nominativo di
Annunziato. Il geometra CASTELLANA gridò "scendi dalla macchina...
scendi dalla macchina". Io scesi ovviamente da lato guida e
GANDOLFI dal lato passeggero e solo a quel punto Annunziato ha
sparato due o tre colpi di fucile contro la macchina.
...
Prendo atto che
l'architetto GANDOLFI sostiene che i colpi sono stati sparati quando
eravamo ancora in macchina e proprio per convincersi a scendere.
Secondo me sbaglia.
Lì sulla
strada si CASTELLANA che Annunziato tornarono sull'argomento camion
dicendo all'incirca: "che figura ci fai fare ci siamo già
impegnati... ci sono i camion pronti a venire... ecc" io risposi
ancora una volta che non c'era l'autorizzazione per proseguire i
lavori anche d'estate.
...
Prendo atto che
secondo l'arch. GANDOLFI la discussione sarebbe poi proseguita su
alla Cava e questo è vero. Prendo atto altresì che l'architetto ha
riferito che secondo quello che ha sentito CASTELLNA ed Annunziato si
aspettavano di ricevere da questa loro attività di mediazione con i
trasportatori un euro e mezzo a tonnellata trasportata e che per
porre fine alla controversia ero favorevole a riconoscere io quella
cifra. Effettivamente è la verità.
Peraltro i due
non si sono fatti più sentire e di fatto non ho mai versato la
somma. Anzi qualche giorno dopo ROLDI mi fece sapere che aveva
commesso un errore e che si scusava. Proprio per questo a mia volta
decisi di non sporgere denuncia".
Ma questo è solo quanto dichiara il PARODI dopo... dopo che la
Procura era riuscita a ricostruire i fatti. Si legge nell'ordinanza
di arresto di ROLDI e CASTELLANA in merito al comportamento e
dichiarazioni del PARODI:
"- si è ben
guardato dallo sporgere denunzia ed anzi ha addirittura coperto le
tracce del reato (i fori di pallettone sul paraurti dell'autovettura)
per evitare che qualcuno potesse accorgersi di quanto era accaduto e
che gli potesse fare delle domande imbarazzanti;
- sentito una
prima volta da questo P.M. venuto a conoscenza del fatto a seguito di
autonoma attività d'indagine della P.G., ha dichiarato:
a) di non
conoscere l'identità dei due uomini;
b) di non
sapere i motivi del gesto;
c) che i due
uomini non avevano proferito alcuna frase o minaccia;
d) di non aver
subito richieste né prima, né dopo;
e) di non avere
idea di cosa potesse aver determinato l'agguato;
f) di non voler
fare il nome della persona che viaggiava con lui (e che poteva
rendere dichiarazioni utili)".
Nell'Ordinanza di Custodia Cautelare che ha portato prima in carcere
e poi al processo ed alla condanna a 3 anni di carcere il CASTELLANA
ed il ROLDI vi sono due altri passaggi significativi:
"Veniva...
sentito il geom. ROVERE il quale confermava di essere a conoscenza
dell'episodio, asserendo di non essere peraltro lui la persona che
accompagnava il geom. PARODI il giorno del fatto bensì un architetto
dello Studio Alborno di Bordighera che, successivamente, indicava in
GANDOLFI Stefano.
Aggiungeva che,
il giorno successivo al fatto, Michele PELLEGRINO aveva
chiesto a lui cosa fosse accaduto a PARODI, ritenendo che avesse
potuto sapere qualcosa dai propri autisti che abitualmente percorrono
la strada per la CAVA DI CARPENOSA alla guida dei camion della
ditta".
"Ebbene, in
tale contesto, è assai poco credibile la versione "buonista"
della persona offesa che adombra una specie di pentimento (più
correttamente, desistenza o recesso attivo) del ROLDI. Pertanto,
seppur non vi è la prova dell'avvenuto pagamento di quanto promesso
da PARODI, vi sono tutti gli estremi per ritenere comunque integrato,
quantomeno, il delitto di tentata estorsione aggravata.
Anche a voler
ritenere l'intervento di qualche personaggio di maggiore spessore
criminale, come potrebbe in via ipotetica argomentarsi (vedasi
dichiarazioni di ROVERE Peppino) dall'interessamento di membri della
famiglia PELLEGRINO (la cui ditta è quella che effettua il
trasporto dei massi di roccia dalla CAVA DI CARPENOSA al costruendo
PORTO DI VENTIMIGLIA e che certamente avrebbe subito un danno
dall'ingresso di altri trasportatori in tale attività lavorativa),
l'eventuale rinuncia del ROLDI alle sue pretese non sarebbe stato,
quindi, un comportamento volontario bensì il risultato di pressioni
di terze persone..."
Dalla questione PARODI ci si ritrova il
MARCIANO' (con la MARVON) e tanto altro...
In un rapporto all'Antimafia, datato 2 dicembre 2010,
il Comando
Provinciale di Imperia dei Carabinieri scrive:
"L'attività
di indagine esperita... ha fatto emergere importanti elementi circa
il coinvolgimento nei fatti del sodalizio ed in particolare di
MARCIANO' Giuseppe e PALAMARA Antonio.
In 18 maggio
2010, quindi una settimana prima dell'episodio estorsivo illustrato
[quello ai danni
dell'imprenditore omertoso Piergiorgio PARODI, ndr] CASTELLANA
Ettore si era recato presso l'esercizio pubblico "LE VOLTE"
di Ventimiglia, ove aveva conferito con MARCIANO' Giuseppe.
Durante la conversazione erano stati fatti chiari riferimenti ad una
situazione che riguardava il PARODI e in tale circostanza è
importante evidenziare quanto affermato da CASTELLANA "(inc)...
qualcheduno che ci spara per 5 ero?" che trova riferimento
all'attentato subito da PARODI stesso. Giuseppe alla domanda di
CASTELLANA risponde con una serie di "si" rassicurandolo.
Conversazione
ambientale... del 18/5/2010...
... omissis ...
GIUSEPPE
MARCIANO': ma... cosa voglio dire... ma lui PARODI con lui... con
MANNIAS ha parlato?
ETTORE
CASTELLANA: (inc)... qualcheduno che ci spara per 5 euro?
GIUSEPPE
MARCIANO': sì sì.. (paura) sì sì sì sì sì...
ETTORE
CASTELLANA: io adesso ci devo dare l'appuntamento...
GIUSEPPE
MARCIANO': comunque voi andate bene, siete al sicuro, questo ci
dici... (inc)
ETTORE
CASTELLANA: ... va bene...
GIUSEPPE
MARCIANO': ... inc... di stare tranquilli su tutto per ogni cosa...
hai capito te?... che non c'è niente che non va, è tutto a posto
capito? Eh.. Giancarlo stamattina è andato a Imperia per la luce...
è tutto a posto, ce c'è qualcosa che non va sono io che vi faccio
sapere poi (inc)
...omissis...
GIUSEPPE
MARCIANO': dimmi un po' perché ...(inc...) è più di 10 volte che
manda a chiamare ...(inc)... ha detto posso parlare con il signori
Peppino una volta che lo conosco da da... ascoltami, ce c'è PARODI
gli dici: ... tu devi stare tranquillo e beato che se c'è qualcosa
vi faccio sapere...
ETTORE
CASTELLANA: va bene va bene...
GIUSEPPE
MARCIANO': ciao..."
Ed ancora, scrivono i Carabinieri:
"MANNIAS
Giancarlo, è l'amministratore unico della MARVON società
che sta eseguendo alcuni lavori anche nel costruendo PORTO DI
VENTIMIGLIA e come già emerso Giuseppe MARCIANO' ne è il socio
occulto ed è in grado di influenzare le scelte operative.
Tuttavia, si deve considerare che un gesto così eclatante non può
essere ricondotto ad un'azione di soli due autori. Infatti per
contrastare lo strapotere dell'imprenditore PARODI ed imporre a lui
scelte diverse, occorre sicuramente avere una forza intimidatoria
tipica di una organizzazione di alto profilo criminale.
A rendere più
chiara la responsabilità penale circa i mandanti dell'agguato in
perfetto stile mafioso (compiuto da soggetti conosciuti dalla vittima
- che hanno lavorato per PARODI in passato, che hanno usato un
fucile, in pieno giorno, a volto scoperto, davanti a testimoni
adoperando la fiat 500 di proprietà di ROLDI) e l'interessamento del
sodalizio criminoso facente capo a MARCIANO'-PALAMARA,
affinché lavorassero nel PORTO DI VENTIMIGLIA alcune ditte
calabresi, è confermato da alcune conversazioni intercettate presso
"LE VOLTE", fra alcuni soggetti non identificati e MARCIANO'
Giuseppe, e fra quest'ultimo e PALAMARA Antonio e ALLAVENA Omar.
Conversazione
ambientale ... del 29/8/2010
...omissis...
Giuseppe si
siede al tavolo con due uomini ai quali dice che è passato MANNIAS e
che ha problemi con pagamenti al PORTO, uno dei due dice che spera
che non creino problemi con il PORTO DI VENTIMIGLIA, Giuseppe dice
che i due con i camion sono andati via, l'uomo dice che hanno fatto
casini poi Giuseppe chiede come si chiamano e l'interlocutore dice
uno era di Taurianova e la ditta si chiama SILLA poi dice a Giuseppe
che secondo lui MANNIAS non riesce a finire il PORTO DI OSPEDALETTI
...omissis...
La partenza dei
camion indicata da MARCIANO', apparirebbe riconducibile alla cessata
esigenza dovuta all'impossibilità di prolungare i lavori in estate
esternata da PARODI nel corso del colloquio con ROLDI e CASTELLANA,
che aveva dato luogo all'impegno di corrispondere "un'indennità"
compensativa della mediazione...
In effetti nel
corso di una successiva conversazione con PALAMARA Antonio,
MARCIANO' Giuseppe aveva evidenziato che erano arrivati 2 camion
(il riferimento a "salire" è da intendersi allo spostamento
dalla Calabria) per un lavoro che poi non è andato a buon fine e che
MANNIAS aveva dei problemi con il suo ex socio; tali notizie erano
state apprese da CASTELLANA Ettore.
Conversazione
ambientale... del 30/8/2010
...omissis...
PALAMARA chiede
di MANNIAS (MANNIAS Giancarlo, ndr) dicendo che è da molto
che non lo vede. Peppino dice che lo ha mandato a chiamare per una
cosa. Omar dice che stato male cinque o sei giorni. Peppino dice c'è
qualcosa che non và col suo ex socio di cui non si comprende il
nome. Peppino riferisce che a lui gliel'hanno detto, aggiunge che
avevano fatto salire due camion da giù per un lavoro che poi non è
andato a buon fine. PALAMARA commenta dicendo che è gente da
lasciare perdere che non vale nulla. Peppino dice che a riferire
queste notizie è stato tale Ettore CASTELLANA.
La conferma
dei rapporti tra CASTELLANA Ettore e MARCIANO' Giuseppe giunge
anche dalla seguente conversazione nella quale, qualche giorno dopo
l'agguato, CASTELLANA si reca nuovamente da MARCIANO' e discutono
di PARODI, di sua figlia e ci Carlo CONTI (Presidente del PORTO DI
IMPERIA SPA). Giuseppe riferisce che aveva concordato un incontro
con i citati imprenditori che si sarebbero dovuti recare da lui. Poi
parlano ancora dei camion che lavorano per il PORTO e che forse
qualcosa è cambiato proprio nell'affidamento dei lavori. Si noti è
CASTELLANA che come tutti si reca da MARCIANO', ciò palese
certamente la posizione di premianza del secondo, come ritualmente
sempre avviene nelle associazioni di tipo mafioso.
Conversazione
ambientale... del 8/6/2010...
GIUSEPPE
MARCIANO': ... sei sicuro che non (inc) ... perché l'altro giorno,
quello... calabrese... come si chiama... inc... m'ha detto lunedì
sono qui padre figlia e Carlo CONTI...
ETTORE
CASTALLANA:...(in)... è stato con me praticamente tutta la giornata
dal mattino fino alle quattro che poi è andato a Marina degli
Aregai...(inc)...
GIUSEPPE
MARCIANO':... perché m'ha detto questo?... capisci dopo che...
ETTORE
CASTALLANA: ...(inc)...
GIUSEPPE
MARCIANO': mh...? queste cose non le devono fare...! Carlo CONTI è
venuto ...(inc)... m'ha detto che deve venire da te a parlare a
vedere ...(inc)... m'ha detto m'ha detto che deve venire ma... non
l'ho visto...(inc)...
ETTORE
CASTALLANA: no no no cioè io ti dico...
GIUSEPPE
MARCIANO': no chi...
ETTORE
CASTALLANA: Peppino... le parole ne fanno tante tutti... io ti dico
io son stato con lui...
GIUSEPPE
MARCIANO': che ce l'ha detto Carlo CONTI ...(inc)...
ETTORE
CASTALLANA: ma io perché penso che sia curioso più che altro della
storia di MANNINI, vuole sapere come vuoi...inc... questa cosa
GIUSEPPE
MARCIANO': vedrai che se viene comunque come ti dico ...(inc)... non
me ne ha parlato alla fine... perché ora ti dico io...inc... i
camion... (cambia idea?)... di Torino non vengono più.. eh? E' vero?
Il 21 novembre
2010, viene intercettata un'importante conversazione fra MARCIANO'
Giuseppe e il nipote MARCIANO' Vincenzo classe 1948, a bordo
dell'autovettura monitorata in uso a quest'ultimo. Occorre anzitutto
premettere che tale conversazione è scaturita quando soltanto le
persone coinvolte e l'A.G. di Sanremo potevano essere a conoscenza
dell'attentato a PARODI Piergiorgio, dato che gli organi di stampa
non avevano ancora riportato alcuna notizia, anche considerando che
misure cautelari sarebbero state eseguite il successivo 23 novembre.
Secondo MARCIANO' Giuseppe, il suo affiliato ROLDI Annunziato detto
"NUNZIO", non gli aveva detto la verità, quando gli aveva
riferito di aver "sparato alla macchina", un fatto così grave
sarebbe stato riportato sui quotidiani. La conversazione aveva poi
riguardato i rapporti fra CASTELLANA e l'ex Sindaco di Ventimiglia
MOIO Vincenzo.
Conversazione
ambientale... del 21/11/2010
...omissis...
GIUSEPPE
MARCIANO': Nunzio ha detto una bugia, non è vero...
VINCENZO
MARCIANO': chi...
GIUSEPPE
MARCIANO': Nunzio... ha sparato... che gli ha sparato alla macchina,
si sapeva... usciva nel giornale... non è uscito... inc .... quello
del Comune... ha avuto l'idea quello che mi hanno detto a me giù...
li hanno beccati che caricavano camion di cemento, mattonelle e
cose... si e li portavano dove vendevano loro, lui e quel geometra...
CASTELLANA... hai capito? E ora sembra qua per la Francia sono
intricati con MOIO eh
VINCENZO
MARCIANO': io non ci credo...
GIUSEPPE
MARCIANO': se ti sto dicendo... se CASTELLANA mette il numero di MOIO
nell'ufficio in Francia.. eh
VINCENZO
MARCIANO': MOIO non si mischia con lui...
GIUSEPPE
MARCIANO': ma... quando ci sono guai, non guardano che fanno
...omissis...
Sul fatto
che ROLDI Annunziato sia un uomo di fiducia del sodalizio, non è
dubbio alcuno. Infatti nel corso di una conversazione registrata
presso "LE VOLTE", MARCIANO' Giuseppe si era espresso con
termini inequivocabili "Nunzio è nostro figlio" (...)
Dopo l'arresto di ROLDI e CASTELLANA, ALLAVENA Omar nel corso di una
conversazione con DE PASQUALE Giuseppe, aveva fatto chiari
riferimenti alla posizione di ROLDI "Nunzio è un nostro amico"
(...).
Anche MARCIANO'
Vincenzo cl. 1948, aveva confidato ad Omar ALLAVENA, quando
quest'ultimo aveva commentato l'episodio criminoso riportato dalla
stampa, che lui era già a conoscenza di tutto. Prima di proseguire
il racconto aveva peraltro preso alcune precauzioni spegnendo i
telefonini ed alzando il volume della radio dell'autovettura
monitorata, al fine di rendere la conversazione incomprensibile.
Conversazione
ambientale...
Omar: C'era
Nunzio insieme a Ettore, che cazzo hanno fatto, hanno stretto a
Parodi...
(si spostano
leggermente e chiudono i finestrini dell'auto)
Omar: e..
insieme a Ettore, a Ettore CASTELLANA, hanno stretto a hanno stretto
a PARODI... però attenzione, a Maggio! A Maggio no adesso!
Vincenzo:
allora ti sto dicendo, te la dico, non abbiamo potuto parlare perché
io l'ho visto a lui, te l'ho detto che l'ho visto?!
Omar: bravo
Vincenzo: oh!!!
Omar: quindi
sapevi che c'era qualcosa..
Vincenzo: m'ha
raccontato...
Omar: che non
andava bene?!
Vincenzo: m'ha
raccontato tutto!
Omar: ah t'ha
raccontato tutto?!
Vincenzo: si!
M'ha raccontato che l'ha sparato.
Omar: ...inc...
Vincenzo: c'hai
il telefonino te lì?
Omar: eh si
togliamolo
Vincenzo: io
non ce l'ho... cioè m'hai capito? ...inc...
Omar: ce la fa?
Vincenzo: e sei
entrato? Accendi un po sta musica...
Omar si
(accende
l'autoradio coprendo le voci)
Nella stessa
conversazione emerge anche il clima di intimidazione ed omertà alla
quale è assoggettato PARODI, così come verosimilmente molti altri
imprenditori del territorio, che non avrebbe mai denunciato
spontaneamente la grave azione estorsiva; giungendo addirittura a
minimizzare l'episodio quando i Carabinieri lo mettono di fronte
all'evidenza dei fatti; come emerso dall'attività istruttoria e
confermato anche nella trascrizione sotto riportata:
Vincenzo: ho
sentito perché magari non denunciava non ...inc... non ha fatto la
denuncia che gli ha sparato, forse l'hanno messo sotto torchio,
questi sono colpi di pallettoni, dice che era in officina e sono
arrivati i carabinieri che poi da loro hanno visto sta macchina
impallinata...inc...
Omar: ah...
Vincenzo: hai
capito?! L'hanno messo sotto torchio anche il vecchio! Cioè io come
lo...
Infine altri
elementi di evidente importanza che comprovano che l'attentato
estorsivo è avvenuto per interessi criminali più ampi e derivato da
una strategia mafiosa, sono emersi dall'ascolto del colloqui presso
"LE VOLTE" avvenuto il 25 novembre 2010 fra MARCIANO' Giuseppe
e PALAMARA Antonio. Durante la conversazione, i due avevano
parlato degli arresti di ROLDI e CASTELLANA. Nello specifico
MARCIANO'
aveva riferito di essere preoccupato del fatto che
CASTELLANA potesse collaborare con l'Autorità Giudiziaria, facendo
emergere che "la 'ndrangheta" fosse interessata all'affare.
La circostanza che ROLDI non venisse menzionato, fa
comprendere come MARCIANO' riponga la massima fiducia su questo
soggetto poiché a loro affiliato e quindi non ritenuto capace di
commettere alcun "tradimento". Anche la scelta del difensore, fa
capire come la difesa di ROLDI sia riconducibile ad un interesse del
sodalizio e non solo individuale "mette un avvocato nostro
...inc... che ...inc... io a Genova". In effetti ROLDI Annunziato,
nel procedimento in esame è attualmente difeso dall'Avv. SAVI
STEFANO del Foro di Genova.
Conversazione... del 25/11/2010
...omissis...
GIUSEPPE MARCIANO': per questo vanno e ci trovano il fucile a
casa...
ANTONIO PALAMARA: si ma a parte questo Peppino... vai e fai un
azione infame così? ...inc...
GIUSEPPE MARCIANO': ma scherzi... è scampato sempre così..
ANTONIO PALAMARA: loro, no ma oltre che sono scampati sempre, ci
fai un'azione...
GIUSEPPE MARCIANO':...inc... lì per tutti sopra la 500 sua... ora
la quello architetto che era con quello, è andato e gli ha
raccontato tutto la, nomi, cognomi... si chiama... hai capito?
ANTONIO PALAMARA:...inc...
GIUSEPPE MARCIANO': meno male anzi... meno male... domani ci fanno
la convalida...
ANTONIO PALAMARA:...inc...
GIUSEPPE MARCIANO':mette un avvocato nostro ...inc... mio che
...inc... a Genova
ANTONIO PALAMARA:che è un fatto grave questo...
GIUSEPPE MARCIANO': ma scherzi... ma scherzi!... hanno fatto...
hanno fatto...
ANTONIO PALAMARA: lo hanno fatto con lui in macchina... almeno
...inc...
GIUSEPPE MARCIANO': lui è ...inc... fuori
ANTONIO PALAMARA: vuole ingrandire e lavora così! E poi quel
vecchio cornuto bastardo ...inc...
GIUSEPPE MARCIANO': chi?
ANTONIO PALAMARA: questo di Ventimiglia, come si chiama?
GIUSEPPE MARCIANO': CASTELLANA?
ANTONIO PALAMARA: (riferito a CASTELLANA) vai e ti metti con i...
GIUSEPPE MARCIANO': ma pensa te...
ANTONIO PALAMARA: povero cornuto...
GIUSEPPE MARCIANO': ma guarda che ci sono pur le parole, ora dico
io ma come cazzo fanno a sapere le parole... che poi mentre che
quello sopra gli ha detto: ma cosa stai facendo?.. e gli spara un
altro colpo e dice così ...inc... c'è scritto pure questo, vuol
dire che allora li erano ...inc...
ANTONIO PALAMARA: Peppino sono sono... questi ...inc...
GIUSEPPE MARCIANO': mo gli canta tutto quello CASTELLANA... domani
...inc...
ANTONIO PALAMARA: si ma la c'era...
GIUSEPPE MARCIANO': del fatto di qua che c'è la 'ndrangheta che
vuole entrare nell'affare qua...
ANTONIO PALAMARA: ...inc...
GIUSEPPE MARCIANO': ma che si ammazzino. Antonio
ANTONIO PALAMARA: ...inc... Bordighera non è toccata?!
GIUSEPPE MARCIANO': niente... Ventimiglia, Vallecrosia, Riva
Ligure e Taggia, Bordighera niente...
ANTONIO PALAMARA: ti ho detto tutto...
...omissis...
Ma vi è ancora un altro tassello, emerso dalla indagini
sull'agguato. Lo possiamo apprendere al rapporto dei Carabinieri
sull'
ESITO PERQUISIZIONI A CARICO DI ROLDI e CASTELLANA. Gli
elementi che emergono dalla lettera sequestrata presso l'abitazione
del ROLDI, alla luce del fatto che questi fosse soggetto "affiliato"
alla 'ndrangheta e facente capo a MARCIANO' Giuseppe, ovvero al "capo
locale" di Ventimiglia, assumono, crediamo, una valenza
determinante. Vediamo:
"Presso l'abitazione di CASTELLANA Ettore è stata
rinvenuta ed acquisita in copia una lettera verosimilmente da lui
manoscritta indirizzata al PARODI.
Come si vedrà il documento rappresenta sostanzialmente una sorta
di elencazione dettagliata dei danni subiti da lui e da ROLDI
Annunziato "a causa" del loro arresto, nell'anno 2002,
nell'ambito di un procedimento penale a carico, secondo quanto scrive
CASTELLANA, di PARODI Piergiorgio.
La lettera riporta tra l'altro il numero di R.G.N.R.
6391/6392/2000.
Unitamente alla lettera è stata rinvenuta una dichiarazione di
avvenuto pagamento dei "lavori facenti capo al geom. PARODI
Piergiorgio" datata 21 giugno 2010 e firmata da Ettore
CASTELLANA (...).
Presso l'abitazione del ROLDI è stato rivenuto e sequestrato il
fucile da caccia semiautomatico marca Beretta calibro 12...
verosimilmente da lui utilizzato per sparare contro l'auto del
PARODI. L'arma era contenuta in un fodero marrone...
Nel corso delle operazioni di ricerca, occultata tra
documentazione medica custodiva nell'armadio della camera da letto
del ROLDI è stata rivenuta e sequestrata una lettera con relativa
busta, manoscritta verosimilmente dal ROLDI stesso, indirizzata al
PARODI con la quale l'indagato, sostanzialmente contesta e rammenta
al costruttore:
- di essersi "dimenticato" del debito che PARODI ed il defunto
genero COZZI Gianni, avevano con lui contratto; con particolare
riferimento al procedimento penale indicato nel manoscritto rinvenuto
presso l'abitazione del CASTELLANA nonché delle promesse a loro
fatte mentre erano detenuti;
- in particolare di essersi dimenticato, con riferimento al
cantiere del PORTO DI VENTIMIGLIA, delle promesse che gli aveva fatto
il defunto COZZI in merito all'affidamento dei servizi di vigilanza
del cantiere (testualmente "guardiania") e dei lavori di
trasporto del materiale inerte (testualmente "lavorare i camion");
- di essersi dimenticato del fatto che lui, sempre su richiesta
del COZZI, aveva risolto i problemi relativi alle autorizzazioni per
la costruzione del citato PORTO, sia a Genova che a Ventimiglia, con
"minaccia ai vari assessori, consiglieri, anche per le alzate di
mano contrarie...";
- di essersi dimenticato la circostanza in cui lui aveva
accompagnato PARODI stesso Ventimiglia Alta, Via Garibaldi, dove poi
si era "accordato".
La lettera si conclude con una chiara minaccia nel caso non gli
vengano corrisposti i soldi che gli spettano: "...verrò davanti
allo zenit e davanti a tutti i presenti sarò come un tuono,
folgore..." (...)
Dai primi sommari accertamenti eseguiti a riscontro del contenuto
delle lettere rinvenute presso le abitazioni degli arrestati è
emerso che:
- nel 2002 il ROLDI ed il CASTELLANA erano stati sottoposti alla
misura cautelare degli arresti domiciliari nell'ambito di
procedimento penale pendente presso questa Procura (P.M. dott. Zocco)
- sottoposto ad indagine in tale procedimento, per reati di natura
fiscale e truffa vi erano anche PARODI Piergiorgio e la di lui moglie
MORANDO Vittoria;
- in sostanza la condotta criminosa contestata al ROLDI ed al
CASTELLANA era l'emissione false fatture a diverse società, tra le
quali alcune che facevano riferimento al PARODI ed alla moglie;
- in data 26/09/2002, alle ore 23.00 in negozio di calzature
denominato "SIMON'S", sito in Ventimiglia, Via Matteotti 1,
veniva indentificato;
- tra i proprietari del negozio vi era e vi è tuttora BALLESTRA
Giovanni, nato il 18/1/1968m residente in.... Ventimiglia - Fraz.
Porra, in allora Vice Sindaco del Comune di Ventimiglia ed
attualmente Assessore Provinciale di Imperia;
- il BALLESTRA, al momento dell'incendio, stava partecipando alla
riunione del Consiglio Comunale di Ventimiglia;
- in seguito al fatto veniva iscritto presso questa Procura (P.M.
POLITI) il procedimento penale contro ignoti 1896/02 R.G.N.R.
Archiviato dal GIP in data 13/3/2003.
Da accertamenti riservati è emerso inoltre che il BALLESTRA in
quel periodo, sia in sedi istituzionali che in pubblico, aveva
manifestato:
- contrarietà alla realizzazione del PORTO DI VENTIMIGLIA in
località "scoglietti";
- dubbi sulle dimensioni dell'opera, atteso che originariamente il
gruppo COZZI PARODI aveva previsto un intervento molto più
impattante rispetto a quello attuale.
(...)"