Vorremmo evitare di dover presentare una nuova querela contro il procuratore aggiunto Vincenzo SCOLASTICO (già procuratore capo a Savona per lunghi anni e poi, sino alla recente rimozione, coordinatore della DDA di Genova). Per questo vorremmo capire se, in un recente incontro con i giornalisti, si è “solo” espresso male o se invece c'è altro...
Tre giornalisti autorevoli (uno della redazione genovese de “la Repubblica” e due della redazione de “Il Secolo XIX”) mi hanno comunicato, per avere conferma o smentita, che in un recente incontro con la stampa, il procuratore aggiunto di Genova, Vincenzo SCOLASTICO, avrebbe dichiarato che: Abbondanza è stato condannato ad un mese di detenzione a Torino per la querela del sostituto procuratore Alberto Landolfi.
Tale dichiarazione è stata sentita da tre giornalisti, di due testate diverse. Quindi la questione è: o il Procuratore SCOLASTICO si è “solo” espresso male, e può comunicare alla stampa di essersi sbagliato perché non c'è alcuna condanna a Torino, oppure c'è qualcosa che non va nelle procedure a Torino, e questo sarebbe davvero inquietante. Vediamo perché...
Il neo procuratore capo di Genova, Di Lecce, come ci era stato anticipato, entro fine aprile, ha proceduto a togliere la delega di coordinatore della DDA al procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico. Una decisione "quasi automatica" ma non "automatica" come si vorrebbe far pensare. Scolastico afferma che è una prerogativa del procuratore capo coordinare la Dda e quindi è tutto normale... Tanto è vero che, per fare due esempi, Caselli a Torino non ha tenuto a sé la delega ma l'ha data al Proc. Agg. Ausiello, a Milano Bruti Liberati l'ha data al proc. agg. Ilda Boccassini. Quindi poche storie. La delega di coordinamento della DDA di Genova gli è stata tolta e l'ha assunta il Procuratore capo. Su questa scelta noi esprimiamo piena soddisfazione.
Di seguito pubblichiamo gli articoli de Il Secolo XIX sulla vicenda e, da subito, rispondiamo all'intervista del Proc. Scolastico del 1 maggio 2012...
Tralasciando la cronologia degli esposti e delle segnalazioni che abbiamo prodotto in merito alFAMELI e la sua ciurma, partiamo da quello che segnalavamo in data 3 agosto 2010... in poche parole: "il marito dell'avvocato Claudia MARSALA (civilista di FAMELI) è un agente... Pierluigi STENDARDO, considerato il "figlioccio" del FAMELI. Lo STENDARDO avrebbe un ruolo di rilievo nell'ambito dei tentativi di agevolazione del FAMELI oltre che essere, con la stessa MARSALA, in contatto con il coll. RICCIO."
Tale rapporto con lo STENDARDO e la MARSALA (imparentati con il coll. RICCIO) sono confermati dall'Ordinanza a carico del FAMELI e ciurma. Così come altri... così come praticamente tutti i rilievi che avevamo mosso sia pubblicamente sia nelle denunce, a partire dalle società estere e dalla rete di prestanome e collaboratori nelle attività illecite. Si parla anche dei rapporti tra il FAMELI ed il Procuratore Vincenzo SCOLASTICO (voci che erano già emerse e che trovano ora un riscontro nelle intercettazioni e negli Atti dell'inchiesta). Si palesa il ruolo attivo e compartecipe dell'avv. Giovanni RICCO (legale comune al gruppo del GULLACE ed a quello dei FOTIA) che avevamo inidicato con chiarezza alla Procura [l'Avv. Giovanni RICCO è stato sentito in qualità di persona informata sui fatti]. Vi è poi la conferma del legame del FAMELI con Carmelo GULLACE ed i suoi uomini, visto che nei fatti indicati in Ordinanza vi sono il cugino Antonio PRONESTI' ed il Fabrizio ACCAME. Ma come detto andiamo con ordine...
Era il 16 dicembre 2011 quando pubblicavamo un lungo articolo dal titolo “Ma diamo così fastidio? Pare di sì...”. Oggi scopriamo che è stato posto sotto sequestro, senza notifica né al responsabile del sito e Presidente della Casa della Legalità, né agli altri componenti dell'Ufficio di Presidenza. Cosa vi era in questo articolo lo analizzeremo punto per punto di seguito, ma prima alla Procura di Torino vorremmo ricordare che il diritto di illustrare fatti, così come esprimere legittime critiche ed osservazioni è un diritto costituzionale che si può esercitare anche rispetto a magistrati! Nessuno è “più uguale” degli altri davanti alla Legge... quindi perchè ogni qualvolta si pubblicano articoli su fatti, con osservazioni legittime (senza mai insulti o offese di qualunque genere) e critiche di merito o su questioni di opportunità, relative a magistrati in servizio a Genova la Procura di Torino procede nel richiedere sequestri preventivi volti ad oscurarli?
A questo punto, domandiamo alla Procura di Torino: avete verificato i fatti indicati e criticati di quegli articoli? Se sì, essendo corrispondenti a fatti reali perché oscurarli? Se no, perché prima di disporre l'oscuramento non si è verificato che si parlava di fatti reali?
Ed ancora: la Procura di Torino ha proceduto a sequestri per querele di LANDOLFI Alberto e SCOLASTICO Vincenzo fatte alcuni anni fa; in un caso (LANDOLFI) il GIP ha restituito gli atti alla Procura non accogliendo la richiesta di rinvio a giudizio a carico del Presidente della Casa della Legalità; poi è calato il silenzio e non è stato avviato manco mezzo dibattimento, bensì si sono oscurate le pagine del sito. Se c'erano “evidenti” elementi per il sequestro preventivo come mai nessun dibattimento si è aperto?
Ma andiamo avanti: abbiamo fatto una denuncia sulla diffamazione ai nostri danni a carico del LANDOLFI, come mai non si sa nulla su questa? E come mai in via “preliminare” non si è oscurato tale suo intervento? Forse perché noi siamo umili cittadini e non magistrati?
Ed ancora: abbiamo presentato una denuncia sulla fuga di notizie relative a indagini “riservate” ed aperte, coperte da segreto istruttorio, che ha arrecato danno all'indagine seguita dalla DIA ed ovvio vantaggio per l'indagato Carmelo GULLACE, boss a capo della cosca GULLACE-RASO-ALBANESE nel nord ovest del Paese, soggetto che ha presentato denunce contro di noi difendendo sia LANDOLFI che SCOLASTICO. Che fine ha fatto questa denuncia?
Vorremmo sapere se la celerità vi è solo per i “sequestri preventivi” (a cui poi non segue nemmeno il dibattimento) a nostro carico o c'è per tutto e tutti. Sì, ci teniamo a saperlo, anche perché la situazione in Liguria continua ad essere preoccupante...
Potremmo essere contenti del fatto che con quanto rivelato dalla Relazione della DDA di Genova conferma, così come quelle dei Prefetti, quanto da anni denunciamo. Soprattutto per quel filone che individua il GULLACE “Nino” Carmelo come “referente” della potente cosca dei GULLACE-RASO-ALBANESE in tutto il nord-ovest dell'Italia, e che, con entrature e complicità politiche che partono dalla Calabria, ha costruito un impero di imprese, con fulcro il savonese, capace di inquinare economia e territorio. Potremmo essere contenti ma non lo siamo...
Il Procuratore Scolastico pare vada solo lodato e guai ad osare criticarlo. Poco contano i fatti, l'attinenza alle notizie e la veridicità e fondatezza delle stesse... quando si tratta del Procuratore Scolastico o lo si apprezza o si deve tacere secondo alcuni suoi colleghi a Torino.
Proprio come per lo stacanovista - già censurato dal CSM - dott. Alberto Landolfi (leggi qui).
Ma veniamo al dunque, con ordine e precisione. Partendo dall'oggi, perché anche gli ultimi eventi ci dicono molto...
Il dott. Vincenzo Scolastico a seguito di quanto abbiamo scritto ha presentato formale querela per diffamazione. Non ha mai voluto rispondere alle questione da noi poste, e non ha mai mandato alcuna replica o rettifica in merito... ha querelato punto e basta.
Noi non abbiamo mai offeso lui e mai e poi mai abbiamo posto questioni che riguardino la sua vita privata. Non abbiamo mai avuto intenzione di offenderlo, ma abbiamo posto questioni, cioè fatti che riguardando l'attività promossa nella sua funzione di magistrato con funzioni direttive (prima Procuratore Capo a Savona, poi Procuratore aggiunto a Genova come e coordinatore della DDA, in ultimo facente funzione di Procuratore Capo sempre a Genova).
Criticare l'operato di un magistrato con tali funzioni rientra nel diritto di critica sancito dalla Costituzione, così come porre questioni che riguardano valutazioni e scelte compiute da un magistrato con responsabilità direttive rientra nella facoltà di critica, proprio come avviene per ogni altro soggetto di rilievo pubblico... Oppure i magistrati sono esenti da critiche, documentate, rispetto al proprio lavoro? Criticare non significa mancare di rispetto, ma solo porre l'attenzione su alcuni fatti.
E cosa abbiamo posto noi? Questioni sui fatti e circostanze che hanno visto protagonista non la persona, ma il magistrato Vincenzo Scolastico. Su queste questioni si dovrebbe dare risposta, segnalando eventualmente gli errori di valutazioni o, se vi sono, imprecisioni, così da poter offrire all'opinione pubblica ogni elemento utile a conoscere la verità dei fatti, così come i motivi di alcune valutazioni...
E' questa la domanda che poniamo perché la situazione appare sempre più surreale.
Il CSM con vice presidente Vietti (laico dell'Udc) ha deciso di promuovere l'ennesimo (è il settimo) procedimento disciplinare nei confronti di Adriano Sansa perché ha definito, in un assemblea aperta dell'ANM, un "gaglioffo" il Ministro della Giustizia Angelino Alfano. Lo stesso CSM che considera meritorio di procedimento disciplinare una chiara espressione della libertà di pensiero e di critica, non procede però su una situazione devastante della magistratura ligure che continua a minare la credibilità, l'efficienza e l'autorevolezza della Magistratura stessa.
Pare infatti che la Magistratura in Liguria possa, quindi, con tranquillità negare Giustizia (e così facendo alimentare il rafforzamento dell'illegalità politica, economica ed anche mafiosa), ma, in parallelo, un magistrato (cioè un cittadino), non possa affermare il principio costituzionalmente riconosciutogli della critica e del dissenso, che tra l'altro è esclusivamente finalizzato ad evidenziare i mali della Giustizia e della sua Amministrazione e quindi mettere in guardia dai rischi conclamati per lo Stato di Diritto...
Ebbene sì, dopo mesi e mesi in cui l'Onofrio GARCEA è latitante (perché alla DDA di Genova non gli pareva potesse scappare visto che non aveva preannunciato tale intenzione, sic!) ci è resi conto che forse non è male far scattare il sequestro dei beni, tra cui il bar Go di Sestri, seguito dal figlio Davide. Infatti se si vogliono bloccare le fonti di sostentamento ad un latitante si deve, come prima cosa, aggredire il patrimonio suo e dei familiari a questo affini e legati.
Noi avevamo sollevato la questione e quindi non possiamo che guardare positivamente all'azione effettuata dai ROS, ma il problema della gestione della questione da parte della DDA di Genova, ed in particolare del procuratore aggiunto Vincenzo Scolastico, continua a non convincerci.
Infatti il ritardo del provvedimento di sequestro, adottato solo ora (cioè dopo oltre 3 mesi, visto che l'Ordinanza di custodia cautelare è del 23 luglio!!!), è già gravissimo, e poi, nell'ordine:
- vi sono altri esponenti noti, molti dei quali citati nell'Ordinanza, che non sono stati minimamente toccati da alcun provvedimento, ed anzi sono liberi di agire e continuare nelle attività illecite;
- vi sono tutti i soggetti relativi ai contatti politici ed imprenditoriali del Garcea (a Genova, in Liguria come anche nella zona di Torino) che se il Garcea non viene preso possono continuare a dormire sonni tranquilli e perseguire negli accordi presi con il Garcea stesso o chi per lui;
- il patto mafia-politica, di cui il Garcea è un maestro, per la norma vigente dovrebbero essere scandagliati sino al dettaglio minimo, e perseguiti, come indica anche la giurisprudenza, anche se non è stato consumato il cosiddetto "ritorno" conseguente al patto... ma su questo la DDA di Genova appare si guardi bene dal procedere.
Il figlio Davide, dal Bar Go di Sestri Ponente, certamente non ha perso i contatti con l'Onofrio (anzi!) che, ben protetto dallo scudo dei politici ed amministratori pubblici, non si è nemmeno, crediamo, allontanato molto dai suoi abituali luoghi... soprattutto considerando il controllo del territorio che tra il ponente di Genova, i quartieri della Valpolcevera, ma anche la zona del boss Gangemi, le famiglie 'ndranghetiste continuano ad avere, anche grazie alle coperture di pezzi importanti dei settori di controllo.
Ed allora, prima di riportate -di seguito - il comunicato integrale dei Ros sul sequestro dei beni, ecco un nostro appello, in calabrese, al figlio di Onofrio Garcea, ovvero al Daviduzzu:
Daviduzzu cunsegnanni a pattrita. Unn'ha di certu lassatu jiri i rapporti cu li cumpari e vistu ca quantu prima u piamu, megliu mu n'aiuti almeno tu. Quannu furni a latitanza du sgarru u pua videre allu carcere. Tu piansi ca nua ni mbuccamu ca Onofrio un parra cuù tia, cuù mammata e culli cumpari soi? Ragannillu... Cacciali fhora sti cujuna, si picciulu, collabora e cangia strata!
U sai tanto ca un vi putiti cuviriri arretu politici e arretu i cumpari di l'impresi, ormai un teninu chiù juarni. Tu ù sai duvi s'ammuccia, 'ntra quali grubbura da Genova. Dicinillu.. Fhanni vidiri cà nascisti masculu e ca nun ti spagni! Fannillu vidire st'onore ca t'avvanti e lassa jiri u pisciaturu d'Onofrio!
[Daviuduzzu dai retta all'appello, se non consegni il papino dovremo tornare per le vie di quelli che consideravate "vostri" quartieri e diffondere l'appello anche su carta... noi non molliamo l'azione "terra bruciata intorno ai mafiosi". Chiaro?]
Continua e leggi il Comunicato Stampa del ROS di Genova...
Il 4 ottobre scorso con Varazze in provincia di Savona (dove vi erano due criticità causate in un versante dagli omessi interventi a seguito degli incendi e sull'altro a seguito invece di lavori di scavo e costruzione con operanti la società del clan Pellegrino e quella della famiglia Fotia) anche il ponente di Genova è stato colpito. Non solo è stato il caso di Arenzano e Cogoleto con i resti tossici al cromo della Stoppani - come documentato da Molinari su Savonanwes - ma vi è stato anche il caso clamoroso delle terre a valle di Scarpino, ovvero a valle dell collina della discarica...
Abbiamo espresso pesanti critiche sul pm Alberto Landolfi (poi trasferito a Monstar, dopo un passaggio lampo alla DDA di Genova) e sul proc. Vincenzo Scolastico (presentato sino all'altro ieri come coordinatore della DDA di Genova ma che dal sito del Csm non è più nella DDA di Genova, tanto meno come coordinatore).
Nei giorni scorsi abbiamo appreso che in loro difesa qualcuno ha preso carta e penna ed è quindi giusto che si riportino a tutti questi passaggi di un noto conoscitore della realtà savonese, così che anche il CSM li possa conoscere ed integrare per gli eventuali procedimenti aperti.
Chi ha scritto in difesa di Landolfi e Scolastico e della loro passata attività nella Procura di Savona è niente meno che il boss della 'ndrangheta Carmelo Gullace...
Quello che abbiamo pubblicato non è proprio una "bazzecola", ma non è giunta alcuna risposta, replica o smentita da parte del coordinatore della DDA di Genova, dott. Vincenzo Scolastico. Così come non è stato adottato alcun intervento da parte del Procuratore Capo di Genova o di altri. Quindi torniamo sulla questione ed a breve invieremo anche un esposto al CSM in merito a questo caso ligure (ma anche su altri di altre regioni).
La questione che riprendiamo ora è questa: in Liguria a fronte delle risultanze investigative di anni di lavoro dei reparti la DDA dell'era Scolastico è pressoché immobile (ad eccezione del pm Panichi). I fatti che abbiamo descritto esplicitavano, senza dubbio, questa situazione inquietante, che non può essere passata nell'indifferenza... e non vorremmo che per salvarsi, il responsabile, pensi di procedere con il vecchio metodo dello "scarica barile", cercando, magari, di far ricadere le proprie colpe su altri colleghi o su quei reparti investigativi che da anni la lotta alla mafia la fanno e rischiano, tanto da non potersi permettere di vagare in bicicletta...
I fatti relativi alla guida della Procura di Savona da parte di Vincenzo Scolastico ci avevano imposto di esprimere tutta la nostra preoccupazione per il possibile (e poi avvenuto) incarico allo stesso di coordinatore della DDA di Genova (leggi qui). E da quanto è divenuto coordinatore della DDA del capoluogo ligure abbiamo assistito ad alcuni fatti significativi che riteniamo degni di valutazione negli ambiti propri dell'autogoverno della magistratura (anche in considerazione che dovrebbero già essere aperti alcune pratiche disciplinari nell'ambito del CSM). Adesso un nuovo elemento, che ci sentiamo di definire inquietante, ci impone di intervenire nuovamente. Vediamo con ordine...