E' un procedimento molto “curioso”... Quindi andiamo con ordine.
Qui pubblichiamo integralmente la MEMORIA DIFENSIVA (in formato .pdf con link agli allegati citati) depositata dal Presidente della Casa della Legalità, in cui, partendo dagli articoli contestati, si ricostruisce la vicenda relativa ai fatti dell'assunzione della moglie del pm Alberto LARI, Afra SERINI, nell'Ufficio di Presidenza della REGIONE LIGURE, ovvero nell'Ufficio facente capo a quel Rosario MONTELEONE che, nonostante le molteplici evidenze investigative sui rapporti con esponenti della 'ndrangheta, non veniva indagato nell'ambito dell'indagine sui rapporti 'ndrangheta-politica, seguito dal pm Alberto LARI.
Sollevammo, in allora, una questione di “opportunità” - come si può chiaramente comprendere dalla lettura della Memoria - che non è stata gradita dal pm LARI e dalla sua consorte... ed ha visto, a Torino, il pm PARODI che facendo "economia" sulla procedura (ed i diritti della Difesa), senza indicare dove sia ravvisabile la diffamazione contestata la persegue...
A margine della pubblicazione della MEMORIA DIFENSIVA, per far comprendere la "curiosità" del procedimento in questione ecco la cronologia ed una brevissima cronaca dell'udienza odierna...
Il pm LARI e consorte presentano querela il 9 settembre 2011 alla Polizia Postale di Genova.
La Procura di Torino, con il pm Cesare PARODI, ha quindi avviato (9 ottobre 2011) un procedimento penale a carico dell'Ufficio di Presidenza della Casa della Legalità, facendoci nominare il difensore di fiducia tra il 10 ottobre 2011 ed il 3 novembre 2011.
Il giorno seguente, il 4 novembre 2011, il pm PARODI ha firmato l'Avviso di Chiusura Indagini Preliminari (ACIP) in cui non è indicata alcuna frase (manco una) dell'articolo in cui compaia un contenuto “diffamatorio”, ma dove vengono indicate esclusivamente le conclusioni della libera interpretazione dell'articolo fornita dello stesso pm PARODI.
Il 15 novembre 2011 scattò il sequestro preventivo dell'articolo, richiesto dal pm PARODI e disposto dal GIP di Torino.
Il 23 dicembre 2011 il pm LARI e consorte presentano alla Polizia Postale di Genova una nuova querela (come “integrazione” alla precedente) relativa ad un nuovo articolo sul sito della Casa della Legalità in cui si era persino “osato” linkare gli articoli di DAGOSPIA e L'ESPRESSO che, a differenza di quello della Casa della Legalità, non erano stati sequestrati e oscurati.
Il pm PARODI inserisce la querela relativa ad un nuovo e diverso articolo della Casa della Legalità nello stesso procedimento penale già aperto per la prima querela, quando, quindi, questo nuovo presunto “reato” contestato non si era consumato!
L'11 gennaio 2012 il pm PARODI ottiene dal GIP di Torino il sequestro preventivo con oscuramento del secondo articolo contestato (mentre quello di DAGOSPIA e L'ESPRESSO restano saldamente online).
Il 12 gennaio 2012 il pm PARODI firma un nuovo Avviso di Conclusioni di Indagini Preliminari in cui svanisce completamente il capo di imputazione relativo al primo articolo contestato (oggetto della prima querela, costituente la “notizia di reato”) e dove è indicata esclusivamente la contestazione del secondo articolo. Anche nel nuovo ACIP non è indicata alcuna frase (manco una) del secondo articolo in cui compaia un contenuto “diffamatorio”, ma dove vengono indicate esclusivamente le conclusioni della libera interpretazione dell'articolo fornita dello stesso pm PARODI.
Il 13 gennaio 2012 il pm PARODI procede ad un “deposito di attività di indagine integrativa”.
Il 12 febbraio 2012 il pm PARODI presenta richiesta al GUP per il rinvio a giudizio contestando gli articoli oggetto delle due querele.
Il 5 maggio 2012 viene fissata l'Udienza Preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pm PARODI.
L'8 giugno 2012 l'Udienza Preliminare non si tiene perché per il reato contestato (diffamazione, attraverso internet) si deve procedere con Citazione Diretta a Giudizio da parte della Procura.
Il 15 novembre 2012 il pm PARODI procede ad emettere il Decreto di Citazione Diretta a Giudizio per due capi di imputazione, sia quello del primo ACIP (relativo al primo articolo), sia per il secondo ACIP (che cancellava il precedente e contestava solo il secondo articolo), senza neppure aver emesso un nuovo Avviso di Chiusura Indagini Preliminari con l'indicazione del merito delle “indagini integrative” che, non essendosi svolta l'Udienza Preliminare, dovevano essere portate a conoscenza della Difesa.
Il pm PARODI ha detto che hanno fatto così per “economicità” e perché gli veniva meglio mettere tutto nel procedimento penale già aperto... Peccato che per rispetto della corretta procedura, a tutela della Difesa, per farlo sarebbe stato necessario aprire un nuovo procedimento per la seconda querela e quindi procedere dopo ad unificazione dei due... Anche perché se con la seconda querela - del 23 dicembre 2011 - si denuncia un presunto reato avvenuto con un articolo pubblicato il 16 dicembre 2011 come poteva essere inserita in un Procedimento la cui notizia di reato è del 9 ottobre 2011, cioè più di due mesi prima? La "continuità" si potrebbe dire.. ma la continuità può essere accertata solo a seguito dell'indagine, non a priori!
Fatta questa “cronologia” veniamo all'udienza di questa mattina. Il Presidente della Casa della Legalità, difeso dall'Avv. Riccardo Di Rella Tomasi di Lampedusa, ha presentato, come detto, una propria Memoria difensiva (leggi qui) con relativi allegati e risposto alle domande del pm PARODI, evidenziando la correttezza di quanto scritto e pubblicato, nonché la veridicità dei fatti indicati nel primo, come nel secondo articolo, così, come tra l'altro, si può riscontrare anche da molteplici documenti già contenuti nel fascicolo del dibattimento, tra cui la Relazione del ROS di cui abbiamo già parlato nel recente articolo "Su MONTELEONE Rosario e “zona grigia” la DDA preferì non indagare".
Ah, il pm PARODI è partito chiedendo se per la condotta "illecita" che abbiamo attributo al pm LARI nell'articolo si siano anche presentato denunce a qualche Autorità. Il Presidente della Casa della Legalità ha risposto che non si è mai attribuita alcuna condotta illecita al pm LARI, ma si è sollevata una questione di opportunità evidente. Il pm PARODI insisteva sul punto ed il Presidente della Casa della Legalità ha chiesto, a quel punto, dove il pm PARODI leggesse tale attribuzione di "illecito" al pm LARI e se poteva leggere o indicargli la frase dell'articolo dove tale “illecito” sarebbe stato attributo al pm LARI... Il pm PARODI non ha voluto indicarlo (forse perché non essendoci alcuna frase con tale contenuto sarebbe stato difficile indicarla) ed affermando che lui non deve rispondere alle domande... Giusto, ma almeno fare le domande corrette dovrebbe, o forse no?
L'udienza è stata aggiornata per le conclusioni.