Le cose da raccontare sul nucleo dei FAZZARI-GULLACE sono tante, troppe. Alcune ancora oggetto di indagini in corso (anche per omicidi), come ha anche riferito il Procuratore Capo di Savona Francantonio Granero (in servizio sino all'agosto scorso) in audizione alla Commissione d'Inchiesta sui Rifiuti. Le racconteremo al dettaglio presto. Documentandole, come nostra abitudine. Se di recente siamo tornati sul sodalizio (leggi nello Speciale), ora diamo un altro assaggio di questa storia di 'ndrangheta e intrecci perversi...
Partiamo da una truffa internazionale organizzata dal FAZZARI Francesco, con l'operatività del cognato stanziatosi in Belgio, BRUZZESE Domenico detto "Mimì"...
Alla famiglia di 'ndrangheta dei FAZZARI è stato concesso di fare quello che volevano. Il vecchio FAZZARI Francesco ha potuto aprire la Cava in Località Pattarello e divorarsi il monte abusivamente per decenni. Se nel 1986 il “dettaglio” venne certificato da personale del Comune di Borghetto S.Spirito... era solo dal 1967 che venne avviata la cava in quella zona dichiarata e certificata di interesse pubblico con tanto di Decreto Ministeriale del 1965. Mai, ovviamente, tale escavazione venne autorizzata dall'Autorità competente, ma ciò non pareva contare nulla. Eppure la Soprintendenza della Liguria in data 14 aprile 1967 scriveva chiaramente al Comune di Borghetto Santo Spirito una lettera in merito alla “Apertura di strada e di una cava” in località Pattarello, chiedendo all'Ente di procedere con l'esatto rilievo delle opere eseguite abusivamente...
Degli 'ndranghetisti della riviera del ponente savonese abbiamo parlato spesso. Abbiamo documentato e denunciato al dettaglio, ma c'è ancora molto da raccontare. La piana di Albenga è storico covo di presenze, attività e affari. Una colonizzazione consumata tra intrecci di interessi, corruzione, complicità e ricatti, che hanno saputo garantire, più ancora che nell'estremo ponente ligure, una rete di protezione a servizio dell'intera organizzazione 'ndranghetista.
Se tanto abbiamo raccontato pubblicamente, ancora di più abbiamo riferito alle Autorità preposte. Su molto i risultati sono stati raggiunti, su altro si sta ancora lavorando. Ora andiamo avanti, nel pubblico racconto, sul “crocevia” che passa da Toirano, Ceriale e Borghetto Santo Spirito...
Era la mattina di pioggia del 31 ottobre 2012 quando Gabriele Fazzari, appena diciottenne, decise di andare all'impresa del padre, dove lavorava orgoglioso, anche se l'attività aziendale era ferma in quei giorni. Salì senza dire nulla al padre, come si è scoperto - per i racconti dei suoi amici - faceva spesso, soprattutto di notte, per evitare danneggiamenti e dispetti. Salì non per le sue mansioni professionali bensì per fare altro, per cercare di risolvere un problema che da decenni il padre affrontava senza soluzione. Quella mattina salì in quel piazzale in cima al monte di Balestrino per l'ultima volta...
Era la mattina di pioggia del 31 ottobre 2012 quando Gabriele Fazzari, appena diciottenne, decise di andare all'impresa del padre, dove lavorava orgoglioso, anche se l'attività aziendale era ferma in quei giorni. Salì senza dire nulla al padre, come si è scoperto - per i racconti dei suoi amici - faceva spesso, soprattutto di notte, per evitare danneggiamenti e dispetti. Salì non per le sue mansioni professionali bensì per fare altro, per cercare di risolvere un problema che da decenni il padre affrontava senza soluzione. Quella mattina salì in quel piazzale in cima al monte di Balestrino per l'ultima volta...
[aggiornato con il video di Chiara Pracchi realizzato, insieme all'intervista al Sindaco di Borghetto, prima dell'intervento del NOE Liguria]
Uno dei filoni che la Casa della Legalità segue da tempo è quello della vecchia Cava e Villa (abusive) dei Fazzari-Gullace a Borghetto Santo Spirito, già ampiamente conosciuta come “Cava dei Veleni”.
Esposti e denunce della Casa della Legalità, presentate negli anni, hanno continuato con il centrare il bersaglio. Ora una nuova svolta che lancia anche un messaggio chiaro: gli Amministratori Pubblici che con opere e omissioni fanno finta di nulla alla fine devono risponderne...
[aggiornato con il video di Chiara Pracchi realizzato, insieme all'intervista al Sindaco di Borghetto, prima dell'intervento del NOE Liguria]
Uno dei filoni che la Casa della Legalità segue da tempo è quello della vecchia Cava e Villa (abusive) dei Fazzari-Gullace a Borghetto Santo Spirito, già ampiamente conosciuta come “Cava dei Veleni”.
Esposti e denunce della Casa della Legalità, presentate negli anni, hanno continuato con il centrare il bersaglio. Ora una nuova svolta che lancia anche un messaggio chiaro: gli Amministratori Pubblici che con opere e omissioni fanno finta di nulla alla fine devono risponderne...
[AGGIORNAMENTI IN CODA]
Non è difficile: è sufficiente leggere l’Ordinanza di Custodia Cautelare di GULLACE “Ninetto” Carmelo per notare quante volte compaia il nome di tale CASSANI Paolo, indicato da Carabinieri, D.I.A., Procura di Savona e GIP come “prestanome” del boss GULLACE. Lo stesso nome e cognome (cioè lo stesso CASSANI Paolo) lo si ritrova sul sito di Raffaella Paita alla voce “sostenitori” [vedi qui].
Nella foto di apertura la Lella Paita con i tre responsabili dei Comitati di Albenga, di cui uno è proprio il CASSANI Paolo, a sostegno della sua candidatura in occasione delle Primarie (quelle taroccate su cui la Casa della Legalità ha documentato alla virgola, per cui Cofferati ha sbattuto la porta e su cui indagano Procura ed Antimafia)...
Se dell'Operazione "REAL TIME" abbiamo già parlato ampiamente (dopo l'annuncio dell'arresto, vedi qui e qui), così come anche della situazione di Albenga e soprattutto del GULLACE e del suo sodalizio 'ndranghetista (vedi lo speciale), era giusto mostrare il volto della fine di quello che ora inizia a pagare il conto che lo Stato gli presenta. E per chi se lo fosse perso, di seguito, il video del servizio del TGR Liguria sull'arresto del Ninetto e l'intervista di IVG.IT al Presidente della Casa della Legalità...
In attesa che da Reggio Calabria si proceda per mettere la parola fine (definitivamente) sulla cosca capeggiata dal GULLACE Carmelo, non possiamo non fissare alcuni punti, dopo l'annuncio dell'arresto e l'ampio approfondimento sui reati contestati dei giorni scorsi.
Il primo punto è che, come Casa della Legalità, non siamo stati nemmeno visionari sul tunnel predisposto per garantire una via di fuga dalla villa-bunker. Denunciammo quella “via di fuga” nel settembre 2010. Questo era uno dei tanti elementi che come Casa della Legalità abbiamo denunciato a chi di dovere e che si riuscì ad individuare dopo anni (già allora) di attento lavoro senza mai mollare la presa...
Se il carico pesante (quello definitivo, quello che mette, oltre ogni ragionevole dubbio, la parola “fine” a questa storia) deve ancora venire, la Procura di Savona lo ha fermato, il GULLACE Carmelo.
Arrestato all'alba e spogliato dei beni intestati fittiziamente a moglie (complice) e figlie. Dal 6 marzo 2015 il GULLACE Carmelo detto “Nino” (e “Ninetto”) è dietro le sbarre, l'unico posto che gli è consono. Ci è finito in mutande (come quando tentò di scappare dalla perquisizione della Guardia di Finanza, lungo la collina retrostante la Villa di Toirano). Lui che si credeva intoccabile è finito con i ferri ai polsi... Questa volta la fuga di notizie non lo ha salvato...
[banner della Casa della Legalità del 2013, aggiornato]
Finalmente GULLACE Carmelo è tornato dove essere e restare: in galera!
Ci abbiamo lavorato tanto in questi anni. Non abbiamo mai mollato la presa e non gli abbiamo dato tregua. Pubblicammente e nelle opportune sedi... ed ora il “grande capo” della 'ndrangheta nord-ovest, al vertice della potente cosca dei GULLACE-RASO-ALBANESE, strettamente legata ai PIROMALLI, è con le manette ai polsi ed i primi beni, per 2 milioni di euro, posti sotto sequestro...
Proseguiamo l'analisi del contesto ligure, dove ieri come oggi, i poteri occulti (e criminali) continuano nel condizionare la politica, il voto, la gestione del territorio come dell'economia. Uno scenario già tracciato da inchieste e fatti che ci si ostina a far cadere nel dimenticatoio, negandoli o minimizzandoli, colpevolmente. Noi non stiamo in silenzio e portiamo gli elementi documentali, i fatti, in campo aperto. Solo affrontando la realtà per quello che è, si può capire ed affrontare alla radice il problema. Un merito le primarie del PD di domenica scorsa in Liguria lo hanno avuto: aver cristallizzato non solo il "patto di potere" tra i blocchi di SCAJOLA e BURLANDO, ma anche che in questa terra del nord, specchio della peggiore Calabria, si registrano voti che puzzano in quei territori da decenni colonia della 'ndrangheta (e di Cosa Nostra in taluni, più rari casi) e della ragnatela massonica della peggior specie quale quella di teardiana memoria...
Partiamo da un presupposto: io considero il mafioso come uno dei soggetti più squallidi, dedito non solo al “crimine” in senso lato, ma a quei crimini inequivocabilmente infamanti, che uccidono la libertà e dignità delle vittime, oltre a chi ammazzano a colpi di piombo. Per questo ad un mafioso non dico (e non dirò mai) che "è una merda”, perché se dicessi che uno o alcuni mafiosi sono “di merda”, dovrei presumere che ci sono mafiosi di “cioccolata”... e così non è.
Al GULLACE Carmelo detto “Nino” e "Ninetto" (accanto nella foto inviataci da un simpatizzante) io dico che è un MAFIOSO, un 'ndranghetista, non che è una “merda”. Lo indico alla condanna civile, e senza timori al disprezzo sociale, per quello che è... e lo denuncio in ogni sede opportuna, per ogni elemento di mia conoscenza, perché sia rinchiuso dove deve stare: in carcere, al 41bis. Lo indico per ciò che ha fatto e continua a fare come boss a capo, nel Nord-Ovest dell'Italia, di una delle più potenti e sanguinarie cosche della 'ndrangheta. Lo indico e denuncio insieme alla sua rete di prestanome, di manovalanza comune e "colletti bianchi". Lo si indica per far emergere ciò che, con l'insabbiamento, ha cercato di nascondere e per esorcizzare quella forza di intimidazione che impone, con la paura, l'omertà delle vittime, perché deve e può essere colpito dallo Stato.
Questa mattina al Tribunale di Genova vi era l'udienza per una querela del GULLACE nei miei confronti...
Partiamo dall'indagato eccellente a Savona, quel Giovanni BERNESCHI capo indiscusso per lungo tempo della CARIGE (di cui è emanazione, nel savonese, la CARISA diretta da quel Luciano PASQUALE che, come abbiamo visto, non vede la mafia). BERNESCHI è formalmente indagato dalla Procura di Savona nell'inchiesta - seguita dal pm Pelosi e dal procuratore capo Granero - relativa al crack del gruppo GEO, ovvero delle società facenti capo ad Andrea NUCERA, ora latitante perché null'altro che ominicchio senza dignità, capace solo di fare lo sbruffone rifugiandosi in terra straniera dove non è prevista estrazione per reati finanziari...
Siamo venuti a conoscenza che il capogruppo al Senato del PDL, Renato Schifani, nella lista dei Senatori da inserire nella Commissione Parlamentare Antimafia, ha indicato il senatore CARIDI Antonio Stefano, eletto in Calabria nelle fila del PDL.
Considerando la peculiarità ed i poteri (anche di accesso a documentazione “RISERVATA” inerente inchieste dell'Autorità Giudiziaria, risultanze delle attività investigative dei Reparti dello Stato ed anche gli esiti delle Commissioni d'Accesso) che sono assegnati a tale Commissione, non possiamo tacere la più assoluta preoccupazione nel considerare come membro di tale Commissione il senatore CARIDI e per questa ragione, come Casa della Legalità, abbiamo scritto ai Presidenti delle Camere...
La storia di Filippo FAZZARI è una storia di infamia. L'infamia chiamata 'ndrangheta. Fedele complice ed esecutore del padre, ora deceduto, FAZZARI Francesco, e della sorella Giulia FAZZARI, braccio destro stabile nella gestione “aziendale” del Francesco e che poi sarà affiancata – proprio in quelle imprese - dalla sorella Rita, ma anche sposa del GULLACE Carmelo.
Il Filippo FAZZARI è con sorelle e padre sono storicamente e concretamente legati al boss GULLACE Carmelo, detto “Nino”. E' lui, il Filippo FAZZARI uno dei protagonisti della Rifiuti Connection Ligure, con i primi devastanti interramenti di rifiuti tossico-nocivi per gli smaltimenti illegali di molteplici imprese. La loro vecchia cava Pittarello a Borghetto S.Spirito proprio per questo sarà ribattezzata “CAVA DEI VELENI”. Un soggetto, il Filippo FAZZARI, che amava le armi e l'esplosivo. Un parte di quello che fu interrato venne rinvenuto dopo la scoperta dei fusti tossici. Una parte sola, l'altra passò in cavalleria. Si parla di casse e casse piene di esplosivo. Ma è "appassionato" anche di armi. Il Filippo FAZZARI ne nascondeva molte anche nella cava, con il Francesco. Il 30 settembre 1993 il brigadiere Luca BIANCHI (ora maresciallo) della Stazione Carabinieri di Borghetto Santo Spirito, ad esempio, ricevette una denuncia, messa nero su bianco, in cui si indicava la disponibilità di armi del Filippo FAZZARI e le minacce e intimidazioni da queste perpetuate. Risultato? Il nulla. Così come il nulla è stato l'esito del processo per la Cava dei Veleni, dopo gravi ritardi di cui si è già ampiamente parlato. Ci sono altri fatti, molti dettagli che qui ora non stiamo ad affrontare. Lo si farà nel momento opportuno. Qui per inquadrarlo basta un dettaglio: quando il Filippo FAZZARI vagava per il ponente della provincia di Savona in compagnia, per anni, di Mimì SENATORE, così come anche del BRECI ed altri cumpari loro, dilagavo incendi a cantieri, esplodevano bombe, avvenivano furti di mezzi da cantiere, in particolare per scavi e movimenti terra. Poi, dopo il rinvenimento di parte dell'esplosivo nella disponibilità dei FAZZARI, dei FILIPPONE e del GULLACE (esplosivo come quello usato per gli attentati alle imprese che si opponevano al sistema TEARDO), il FAZZARI Filippo se ne scappò in Spagna... quegli incendi, quelle esplosioni, quei furti cessarono come per magia...
[DEDICATO ALLA MEMORIA DEGLI AGENTI CONDELLO E CARUSO]
Se è vero che la mafia è una montagna di merda, qui la montagna, come nel caso dei GULLACE-RASO-ALBANESE, puzza talmente tanto che per farla sentire meno si sono sparsi qua e là, tra Genova e Schwerin in Germania.
Avevamo già accennato più volte a costoro, agli AVIGNONE, ed ora ne approfondiamo il profilo, così che le Autorità rimaste un pochino distratte (tra Italia e Germania) procedano con lo schiacciarli uno ad uno...
Parlare degli 'ndranghetisti che dominano sul “locale” di Canolo, è parlare di quei vermi della cosca GULLACE-RASO-ALBANESE ed affini. Sì, sono tutti una cosa... E parlare di loro significa parlare della “CORONA”, ovvero di quella sorta di cupola della 'ndrangheta utile tassello della collusione ed interessenza con la MASSONERIA e la POLITICA... Insomma, se Peppino Impastato ci ha spiegato che “la mafia è una montagna di merda”, questi sono la parte più puzzolente...
Ne avevamo già parlato lo scorso anno del nuovo “negozio” - praticamente sempre vuoto - aperto dai GULLACE-FAZZARI a Borghetto Santo Spirito: i “SAPORI DI MARIA” (vedi qui).
Dopo che ne avevamo parlato avevano corretto, in tutta fretta, il sito, togliendo “GI-ERRE CONSERVE” e mettendoci il vero nome della loro società GI-ERRE SRL.
In attesa che lo Stato gli presenti il conto, noi, come sempre detto, anche di recente, non gli concediamo tregua...
Il boss Carmelo "Nino" (o "Ninetto") GULLACE dagli omicidi della faida di Cittanova, dopo i sequestri di persona, le rapine e gli altri crimini, ha continuato ad operare e scalare il potere 'ndranghetista, giungendo ad essere a capo della potente cosca dei GULLACE-RASO-ALBANESE (con i PIROMALLI "una cosa sola") nel Nord-Ovest del Paese. Traffici di droga e di rifiuti tossici, con una rete fedele di uomini - come il FAMELI, ormai allo corde, ed anche "spinto" contro al muro dal Negro che gli impartisce gli ordini - continua nelle attività di criminali, nel riciclaggio, nell'avere società intestate a familiari e parenti, sodali e prestanome, con concessioni e licenze pubbliche. Ma la fine è vicina, per lui e per il suo "impero". Una delle sue ultime foto sembra profetica: di profilo, come quelle segnaletiche... proprio come quella del suo primo arresto ai tempi degli omicidi nella guerra - che non risparmiava nemmeno i bambini - con i Facchineri, insieme al fratello Francesco detto "Ciccio" ed al "Mommo" RASO, che poi si nascondevano nella tenuta di Acarta, acquisita dal vecchio boss Francesco FAZZARI, padre della Giulia FAZZARI, consorte del GULLACE.
Ci sono intercettazioni telefoniche che dicono che se prende il Presidente della Casa della Legalità lo ammazzano... ma noi non ci pieghiamo. Noi non lo temiamo e continuiamo a combatterlo, ad indicarlo al pubblico disprezzo... al metterlo alle corde, a denunciarlo. La "condanna" civile e sociale viene prima (e indipendentemente) da quella che gli giungerà dalle Aule dei Palazzi di Giustizia. Non gli daremo tregua fino a quando non sarà finalmente e definitivamente dentro, con tutti i suoi cumpari.
Siamo al giro di boa.
Antonio FAMELI ha visto adottare nei suoi confronti la misura di Sorvegliato Speciale e poi è arrivato il Decreto di confisca dei suoi beni (a lui riconducibili, in Italia ed all'estero) dal Tribunale di Savona. Un Decreto che ricostruisce tutto quanto necessario sul soggetto perché sia evidente la sua pericolosità sociale ed il suo essere parte integrante della rete dei PIROMALLI e dei GULLACE-RASO-ALBANESE.
[qui il Decreto di Confisca integrale – in formato .pdf]
Quando lo denunciammo, pubblicamente ed all'Autorità Giudiziaria, indicando la sua rete di prestanome e di attività illecite, nessuno credeva che ce la si sarebbe fatta. Qualche procuratore a Genova, che veniva da Savona, sosteneva che noi andavano sotto casa di persone perbene per accusarli ingiustamente di essere mafiosi... Alla fine lo Stato c'è e FAMELI è rimasto in mutante...
Sapevamo che il Carmelo "Nino" GULLACE (di cui abbiamo parlato anche a Natale), oltre che per lo “stocco”, aveva un debole per i dolciumi, così come la sua “signora” Giulia FAZZARI. Nei fotogrammi che pubblicammo, relativi al “battesimo” (1993) in casa MAMONE, a Genova, il “padrino” GULLACE tagliava la torta, la sua consorte se la gustava in compagnia del RAMPINO. Già allora il dolcetto era 'ndranghetista... Ma ora, nell'anno 2012, li ritroviamo dietro al marchio “I SAPORI DI MARIA”...
In attesa che scattino custodie (cautelari), sequestri e confische per schiacciare quel verminaio di cosca GULLACE-RASO-ALBANESE, con famigliole connesse quali FAZZARI, PRONESTI' FILIPPONE, SCIGLITANO, MAMONE ed oltre, le attività di “mimetizzazione” e riciclaggio del denaro sporco che producono le attività di “famiglia” (quelle illecite e quelle “mascherate” da imprese nate, tutte, nel marciume di un origine criminale dei tempi del duetto Francesco FAZZARI & GULLACE Carmelo) proseguono senza sosta, con qualcuno che, ovviamente, chiude gli occhi. Negli anni passati (ovvero prima dell'arrivo del procuratore capo Granero) davanti a vendite che svuotano un'impresa con quote sotto sequestro (svuotando la COMITO – Giulia e Rita FAZZARI - e riempendo la SAMOTER – Rita FAZZARI e - consorte- Roberto ORLANDO), la vecchia gestione della Procura restava silente, in una immobile acquiescenza. La Regione Liguria gli ha dato e rinnovato concessioni, pur se ciò non sarebbe potuto avvenire. Enti Locali gli hanno affidato incarichi vari ed ancora di recente li hanno assecondati tra “fornitori” accreditati e per progetti impresentabili. Vuoi, in ultimo, che gli occhi si siano chiusi, per una licenza commerciale...
Per Carmelo "Nino" (scappoinmutande) GULLACE e famiglia si sta consumando l'ultimo Natale libero. Ormai il tempo in cui lo Stato gli presenta il conto è praticamente giunto e non avrà scampo. Non hanno più alcuna via di fuga, sono all'angolo, pronti per pagare tutto il male prodotto e perpetuato. Le vite che ha devastato, con familiari e sodali, meritano ed avranno Giustizia, perché lo Stato la darà!
Fai pure girare il tuo FILIPPONE di fiducia, fai pure la voce grossa per assecondare la tua "signora" Giulia FAZZARI... Incarica quanti sicari vuoi, muovi i tue fratelli, l'Elio ed il Francesco. Orami non avete scampo, dalle Alpi sino al profondo sud, i vostri affari e traffici sono finiti. Tuo cugino ha già confessato... Bruno Francesco PRONESTI', capo-locale del Basso Piemonte, ha già ammesso ("Ammetto di aver fatto parte di una associazione che fa riferimento alla ndrangheta calabrese. Legami di affinità ambientali culturali mi hanno portato a condividere le scelte le strategie ed i metodi associativi e nella zona del basso Piemonte mi sono fatto promotore ed ispiratore di un locale distaccato della ‘ ndrangheta..."). Ti aspetta il 41 bis... non puoi più scappare, ti si tengono i riflettori puntati addosso! La rete dei tuoi protettori, attraverso i "professionisti" ed i legami massonici che nel savonese ti hanno garantito per decenni l'impunità, ormai sono, come te, al copolinea!
Sarà bello vedere quella Villa di Via Costa 17 a Toirano, nei prossimi Natali, sottratta alle tue mani insaguinate di verme mafioso. Sarà bello rianimarla di Dignità, Onore e Giustizia, con una gestione a fini sociali per far capire bene, a tutti, che lo Stato c'è ed arriva e, come ci ricordava Peppino Impastato, che la "mafia è una montagna di merda"!
La gente inizia a svegliarsi. Incominciano a raccontare... si avviano a comprendere che non ti si deve temere. Il freddo delle manette ai polsi per te ed i tuoi complici, sarà il dono che non possiamo perderci!
Prima di tutto è vero che le parentele uno se le ritrova. Ma è altrettanto vero che si possono rompere i ponti con certi parenti che si ritengono indegni. Allo stesso modo si può (e si deve) anche avere il coraggio della denuncia, anche dei parenti, come degli “amici”.
E nella famiglia FAZZARI la spaccatura vi è stata. Da un lato chi ha seguito il solco tracciato dal boss Francesco FAZZARI (esponente della cosca GULLACE-RASO-ALBANESE, come risulta agli Atti anche della Prefettura di Savona), dall'altro chi ha scelto di percorre una strada diversa, nella legalità. Da un lato chi ha scelto di piegarsi al Carmelo GULLACE e dall'altro chi non gli si è piegato...
Rita FAZZARI probabilmente non sa leggere! Non riesce proprio a capire l'italiano, vista la sua “replica” a quanto abbiamo dichiarato sabato scorso in Via Costa 17 a Toirano, davanti alla villa (per ora!) GULLACE.
Prima di tutto non ho mai affermato che l'incendio a Campochiesa abbia colpito i terreni dove doveva sorgere la discarica, ma ho dichiarato – e confermo - che ha colpito diversi terreni di coloro che si sono opposti alla discarica sognata dalla SA.MO.TER. Forse la signora non sa leggere o non riesce a capire, ma il “punto” è ben diverso! La “smentita” della FAZZARI non smentisce proprio un bel nulla, anzi, testimonia che l'incendio non ha colpito i terreni interessati al loro progetto di discarica, salvandoli dal “blocco” previsto dalla Legge per le aree percorse dal fuoco!
Per il resto Rita FAZZARI mente e mistifica dei fatti che sono, purtroppo per lei, talmente evidenti che non subiscono alcuna possibilità di smentita da tali sue dichiarazioni...
[AGGIORNAMENTO AL 14.10.2012 CON RASSEGNA STAMPA & WEB]
Sabato 13 OTTOBRE 2012, alle ore 11:30, l'Ufficio di Presidenza della Casa della Legalità terrà una conferenza stampa pubblica su CARMELO “NINO” GULLACE e la sua cosca 'ndranghetista, in TOIRANO (SV), davanti alla sua villa di Via Costa 17. [vai all'evento su facebook]
L'iniziativa, che si svolgerà se il GULLACE sarà ancora “uomo libero”, è volta ad indicare al disprezzo sociale lui ed i sui sodali (attivi soprattutto tra Liguria, Piemonte e Lombardia) e per sollecitare l'adozione di misure personali e patrimoniali urgenti visto lo spessore criminale del soggetto (che da anni indichiamo), anche alla luce di inchieste espletate da diversi reparti investigativi e Direzioni Distretturali Antimafia e scongiurando quindi un evidente pericolo di fuga.
- La scheda sintetica sulla cosca del GULLACE - vedi qui
- Lo speciale sul GULLACE & C - vedi qui
- L'O.C.C. del GIP di Milano dove il GULLACE è ampiamente citato - vedi qui
[L'OCC relativa all'indagine della DDA di Milano non l'avevamo ancora pubblicata, ma visto che ormai la stampa ha dato ampia diffusione alle risultanze sul GULLACE contenute in essa, procediamo a pubblicarla. Abbiamo già sollecitato, ieri, le A.G. competenti, ad adottare le iniziative da queste ritenute opportune per fermare il GULLACE prima che questi possa - nuovamente - porre in essere tentativi di sottrarsi alle eventuali (e quanto mai probabili) misure di custodia a suo carico]
Se ne è parlato, ovviamente, ieri sera all'incontro ad Alessandria "MAFIA AL NORD - L'INCHIESTA CONTINUA". Quindi ecco qui la ricostruzione in immagine della cosca del Carmelo "Nino" GULLACE. Nei prossimi giorni pubblicheremo le altre "grafiche" che abbiamo presentato sempre ieri alla partecipata assemblea con Danilo Procaccianti (giornalista ed inviato di Rai3 - PresaDiretta), Paolo Bellotti (comitato Noi di Valle) e Davide Bono (MoVimento 5 Stella), oltre a Domenico Di Filippo (consigliere comunale di Alessandria del M5S) e Simone Lumina (comitato Noi di Valle). Speriamo che puntando, ancora una volta, i riflettori su questo verminaio 'ndranghetista li si vada a prendere una volta per tutte!
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Carmelo "Nino" GULLACE (qui sopra nella foto di rito del primo arresto, tanti anni or sono) ha iniziato da killer, è un killer della 'ndrangheta, tra i protagonisti della sanguinosa faida di Cittanova... e poi della stagione dei sequestri di persona (e di ragazzini). Ha goduto per anni di protezioni che lo hanno "graziato". Oggi è a capo, nel Nordo-Ovest d'Italia, della potente cosca dei GULLACE-RASO-ALBANESE (imparentata ai PIROMALLI e MAMOLITI). A lui sono legati anche i PRONESTI' (come il Bruno Francesco dell'alessandrino già finito al fresco) come i SOFIO, i FAZZARI ed i MAMONE, oltre ad altri curiosi personaggi come ad esempio, per citarne uno, l'autista SCIGLITANO (che nel frattempo fa fortune... forse). La rete di queste famiglie si somma a quella dei GULLACE, a partire dai suoi fratelli Elio e Francesco. Poi ci sono i RASO, come "l'avvocaticchio" che è già finito in galera con "Il Crimine"... con gli altri fa affari da nord a sud... ed in particolare dalla Liguria al Piemonte, basso ed alto. Si incontrano loro... non crediamo per tanto, ormai certe protezioni gli sono cadute (vero Carmelo? L'amico che dicevi che sarebbe arrivato a Savona, arrivò ma ora non c'è più... ops), tanto è vero che un'altra fidata pedina del GULLACE, il boss Antonio FAMELI, è già finito agli arresti con un patrimonio sequestrato (a partire dalla Villa di Loano) di oltre 10 milioni di beni ed un processo che lo attende per riciclaggio! Ora, visto che prima o poi lo Stato arriva... e, sul GULLACE e verminaio di contorno, è tanto che deve arrivare..., noi ci portiamo avanti: lanciamo un bel concorso di idee per non farci trovare impreparati al momento in cui gli si porterà via tutto...
In tempi non sospetti sollevammo critiche dettagliate e documentate sul pm Alberto Landolfi. In allora era in servizio a Savona quando il Procuratore Capo era Vincenzo Scolastico. Prima gli replicammo pubblicamente perché sosteneva che nel savonese non ci fosse una presenza ed attività delle organizzazioni mafiose (vedi qui). Poi inviammo anche un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura (vedi qui). Per risposta non ci arrivarono smentite sui punti sollevati. Non richieste di precisazioni. Ma querele. Una pioggia di querele. Dal pm Alberto Landolfi e dal boss della 'ndrangheta Carmelo GULLACE. Sulla prima querela del pm Alberto Landolfi, il pm Enrico Arnaldi di Balme chiese il rinvio a giudizio ma il GIP di Torino, dopo la camera di consiglio, restituì gli atti alla Procura e non ci rinviò a giudizio (vedi qui),ed il pm Landolfi inviò una decisa contestazione alla decisione del Giudice.
Sulla querela per l'esposto al CSM (una di Landolfi ed una di Gullace) la Procura di Torino, nella persona del pm Enrico Arnardi di Balme, ci inviava, in data 22 giugno 2010, l'avviso di chiusura indagini in cui “parte offesa” del procedimento 27901/2008 erano Alberto Landolfi e Carmelo GULLACE. Fatto ancora più curioso delle querele presentate dal potente boss della 'ndrangheta in cui difendeva Landolfi e Scolastico (vedi qui), visto che GULLACE non risulta affatto un magistrato e quindi non si comprende come possano le sue querele essere finite a Torino (le aveva presentate, tramite l'avvocato Giovanni Ricco, alla DDA di Genova coordinata dal pm Vincenzo Scolastico). E, poi, a Torino dovrebbero già conoscere bene GULLACE, che voleva attentare, dal carcere, alla vita del Giudice Istruttore di Torino che lo aveva fatto arrestare, e, visto che fu proprio il fratello del Carmelo, Elio GULLACE, con il cugino pluriprediudicato Rocco PRONESTI', che finirono arrestati proprio davanti all'ufficio di quel Giudice Istruttore a Torino, con un'arma occultata nella loro auto. E Arnaldi di Balme, che è anche pm della DDA di Torino, non può non sapere che Carmelo GULLACE è a capo, nel Nord-Ovest del Paese, della potente cosca dei GULLACE-RASO-ALBANESE, imparentata ai PIROMALLI, che, oltre alla Liguria, ha colonizzato anche il Piemonte, dall'alessandrino su, sino a Novara e Biella...
Avevamo parlato a lungo del progetto di discarica che i FAZZARI-GULLACE, con la SAMOTER, volevano aprire a Campochiesa, nel territorio del Comune di Albenga. Un progetto nato con l'amministrazione di centrosinistra e rilanciato con quella di centrodestra guidato dalla leghista Rosy Guarnieri. Un progetto che, dopo le prese di posizioni di WWF, Casa della Legalità ed abitanti, aveva portato la Regione Liguria, con la Commissione VIA, a bocciare il progetto, confermando poi tale negativo pronunciamento.
Il GULLACE Carmelo, boss della 'ndrangheta a capo nel nord-ovest d'Italia della cosca GULLACE-RASO-ALBANESE, legata strettamente a PIROMALLI e MAMMOLITI, aveva anche cercato di intimidire, con una visita a domicilio, il referente locale del WWF, affermando che non accettava che “tutti i suoi progetti” venissero ostacolati. In quel contesto faceva riferimento al maneggio, alla pista per go-kart da realizzare ed alla discarica...
La SALT del gruppo GAVIO abbiamo già visto operare molto bene con il consorte della Marta Vincenzi, ovvero Bruno Marchese. Sollevammo nel 2007 il "dettaglio" del conflitto di interessi dell'allora neo-sindaco di Genova Vincenzi che, quando da Presidente della Provincia di Genova promosse la svendita delle azioni dell'autostrada "Serravalle" al gruppo Gavio, vedeva il marito ricevere proficui incarichi professionali, con la IGM dalla SALT. Nel 2007 la Vincenzi negò ed il consorte Bruno Marchese non solo negò ma dichiarava che mai aveva lavorato per le società di Gavio. Qualche mese fa, avuti i documenti ufficiali, li abbiamo smentiti su tutti i fronti [vedi qui il video del servizio del Tg1]. A quel punto il Bruno Marchese, smentiva se stesso e la consorte-sindaco dichiarando che era normale che lui, con la IGM, lavorasse per le società di Gavio. Una bufala però doveva raccontarla nuovamente e così dichiara che mai aveva avuto contatti con i vertici dell'impero di Gavio. Una buffala come quella raccontata nel 2007, ed ecco il documento che smentisce anche questa: un verbale di una riunione per i lavori della IGM per la SALT, a cui erano presenti sia Bruno Marchese sia il braccio destro e uomo di fiducia di Gavio, Bruno Binasco [vedi qui].
E dai lavori alla IGM della famiglia di Marta Vincenzi (oltre al marito Bruno, anche la figlia Malvina Marchese è tra i soci), sulle autostrada del gruppo SALT, si scopre che oggi operano anche società di famiglie della 'ndrangheta...
[IN CODA GLI ALTRI VIDEO]
Ne avevamo già parlato approfonditamente [leggi qui e qui], fornendo un ritratto dei FAZZARI e GULLACE così come la storia del progetto di discarica che questi, con la SA.MO.TER., vogliono realizzare a Morteo, nella frazione di Campochiesa nel Comune di Albenga. Oggi andiamo avanti, fornendo altri dettagli, soprattutto sull'assurda posizione della Sindaco di Albenga, la leghista Rosy Guarnieri, su una Delibera e Progetto che non stanno in piedi ed anche pubblicando i video con gli estratti dell'assemblea pubblica che abbiamo tenuto, insieme al Wwf di Savona ed al Comitato dei Cittadini di Campochiesa il 27 ottobre scorso, nella sala parrocchiale gentilmente concessa...
Potremmo essere contenti del fatto che con quanto rivelato dalla Relazione della DDA di Genova conferma, così come quelle dei Prefetti, quanto da anni denunciamo. Soprattutto per quel filone che individua il GULLACE “Nino” Carmelo come “referente” della potente cosca dei GULLACE-RASO-ALBANESE in tutto il nord-ovest dell'Italia, e che, con entrature e complicità politiche che partono dalla Calabria, ha costruito un impero di imprese, con fulcro il savonese, capace di inquinare economia e territorio. Potremmo essere contenti ma non lo siamo.
E non lo siamo perché quelle informazioni, che ripetiamo confermano molteplici delle denunce anche relative a contatti, settori di influenza e affari facenti capo alla cosca del GULLACE, sono contenute in un fascicolo di indagine coperto da segreto istruttorio, ma sono state diffuse e quindi, alla fine, rese pubbliche, con tutto vantaggio degli indagati e della loro rete di complicità...
Nel ringraziare le Forze dell'Ordine presenti per garantire il regolare svolgimento dell'iniziativa, ribadiamo l'invito alle competenti Autorità, a partire dalle Prefetture di Savona ed Imperia, affinché vengano immediatamente adottati i provvedimenti preventivi antimafia per le società facenti capo ai FAZZARI e GULLACE, che abbiamo richiesto e ribadito con apposite istanze documentate. Ecco il testo distribuito alla comunità ed agli organi di informazione nella mattinata...
Rispetto all'ECO.GE già il grafico [per ingrandirlo basta cliccarci sopra oppure qui] mette in evidenza che tutto è rimasto come prima, anche dopo l'informativa atipica antimafia adottata dalla Prefettura di Genova nel luglio 2010 e le molteplici inchieste in cui sono coinvolti... Come nulla era cambiato, anche nel savonese, dopo i sequestri e lo scandalo della cava dei veleni, per quanto riguarda la famiglia FAZZARI.
Partiamo da questi ultimi, su cui ci soffermiamo per ricostruire un quadro - speriamo - esaustivo (oltre a quanto abbiamo già scritti ed a quanto scriveremo prossimamente).
Francesco FAZZARI e Filippo FAZZARI erano responsabili della Cava omonima di Borghetto Santo Spirito (Sv) ed hanno avuto tutto il tempo di morire, il primo, e di scappare in Spagna, il secondo, prima che la Giustizia arrivasse a presentare il conto per i costi della bonifica di quella cava dove erano stati interrati oltre 12.000 fusti tossico-nocivi. Un conto salato, ma non saldato, di 21 milioni di euro...
Come avevamo già scritto, nemmeno la loro "villa" abusiva, per cui era scattato il sequestro e l'ordine di demolizione nei primi anni Novanta, venne sottratta al controllo della famiglia, visto che prima il Francesco FAZZARI e poi la Rita FAZZARI con il consorte Roberto ORLANDO ci vivevano come fossero i "padroni"...
In quello che il GULLACE "Nino" Carmelo (che ricordiamo conta a suo carico precedenti di Polizia e condanne per associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio, detenzione e porto abusivo di armi, traffico di sostanze stupefacenti, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio ed altro) considera il proprio territorio, in tandem con il FAMELI Antonio (mentre il Serafino segue gli investimenti esteri oltre oceano, ed altri buoni prestanome la Villa sull'Aurelia ed il Casinò Royale) ci sono sempre elementi passati e recenti che emergono. A volte basta un funerale per capire tante cose... ed il funerale di Francesco FAZZARI, come nel puro stile 'ndranghetista, ci dice ancora molte cose.
Avevamo già raccontato del summit tra la cosca GULLACE-RASO-ALBANESE legata ai PIROMALLI (con i MAMONE) e quella dei MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI (con i FOTIA) tenutosi in quell'occasione così come di alcune delle presenze, tra cui quella di "U LUPO", ovvero di Rocco PRONESTI', nato a Cittanova (RC) nel 1951, con a carico precedenti di Polizia per associazione a delinquere, omicidio, detenzione e porto abusivo di armi ed esplosivi, traffico di sostanze stupefacenti ed altro... che è sempre ben collegato con il GULLACE e frattellanza. Ora andiamo avanti con altri partecipanti...
Abbiamo espresso pesanti critiche sul pm Alberto Landolfi (poi trasferito a Monstar, dopo un passaggio lampo alla DDA di Genova) e sul proc. Vincenzo Scolastico (presentato sino all'altro ieri come coordinatore della DDA di Genova ma che dal sito del Csm non è più nella DDA di Genova, tanto meno come coordinatore).
Nei giorni scorsi abbiamo appreso che in loro difesa qualcuno ha preso carta e penna ed è quindi giusto che si riportino a tutti questi passaggi di un noto conoscitore della realtà savonese, così che anche il CSM li possa conoscere ed integrare per gli eventuali procedimenti aperti.
Chi ha scritto in difesa di Landolfi e Scolastico e della loro passata attività nella Procura di Savona è niente meno che il boss della 'ndrangheta Carmelo Gullace...
[IN CODA L'ARTICOLO DI MARCO PREVE SU REPUBBLICA]
Dopo anni in cui non gli diamo tregua, dopo esposti e denunce, dopo che il pm che seguiva la "partita" è stato trasferito a Мостар (Mostar) e l'ex Procuratore Capo di Savona si è spostato a Genova (alla DDA!), dopo l'arrivo a Savona del Procuratore Granero, dopo il nostro dossier inviato al Prefetto di Savona e l'attivazione del Pool Antimafia in Procura... il Comune di Borghetto Santo Spirito si è ricordato della Villa dei Fazzari-Gullace... e così nei giorni scorsi i due porci hanno lasciato.
Si, i due maiali che ancora erano nella struttura abusiva che dai primi anni doveva essere demolita sono svaniti, non sappiamo dove siano finiti... in un'altra area? macellati? Non si sà, l'importante è che non siano più lì! Questo avveniva dopo che Rita FAZZARI e Roberto ORLANDO hanno sgomberato la casa che ora, auspichiamo, venga demolita in fretta, chiudendo una pagina vergognosa di concessioni quasi ventennali ai FAZZARI-GULLACE...
La giornata di mobilitazione contro la cosca GULLACE-RASO-ALBANESE si è svolta regolarmente tra Toirano e Borghetto Santo Spirito, grazie alla risposta positiva della comunità che inizia a non voler più accettare quella presenza indegna dei Gullace, Fazzari & C, e grazie alla costante e massiccia presenza delle Forze dell'Ordine che hanno garantito la nostra sicurezza, soprattutto quando sono arrivati, quasi al termine dell'iniziativa, la Rita FAZZARI con il consorte Roberto ORLANDO (quello che ha il porto d'armi regolarmente rilasciato e mai ritirato!).
Avevamo già dato una breve descrizione della mattinata a Toirano, pubblicando anche online il testo integrale della lettera aperta distribuita e quindi avevamo già indicato sia la positiva risposta della comunità - già con diverse segnalazioni - sia la risposta un pochino meno positiva, ma comunque significativa - che ha sconcertato anche i giornalisti presenti -, che arrivava da un gruppo di calabresi al bar della piazza della Chiesa di S.Martino. Avevamo già anche segnalato la risposta del sostituto del Parroco che condivideva la necessità di non offrire spazi ai mafiosi, richiamando l'invito alla conversione che, ad Agrigento, venne portato da Giovanni Paolo II. Il pomeriggio a Borghetto Santo Spirito, l'iniziativa della Casa della Legalità, con la partecipazione del Movimento delle Agende Rosse di Genova e del Meetup 20 Genova, si può dire essere stato più "caldo"...
Quando si dice che per capire certe cose bisogna entrarci dentro, sviscerarle... si dice una cosa vera. E per farlo bisogna, a volte, forzare, rischiare... E' l'unico modo per comprendere chiaramente il contorno ed i protagonisti. Ecco dunque che, ancora una volta, entriamo dentro a quello che è il clan di Carmelo GULLACE e dei FAZZARI.
Da tempo avevamo messo in evidenza il forte indiscusso legame tra Carmelo GULLACE con i MAMONE, sottolineando sia il legame "parentale" tra il clan GULLACE-RASO-ALBANESE per il matrimonio tra Luigi MAMONE con una RASO, Alba, sia per legame di "cerimonia religiosa" visto che Carmelo GULLACE è padrino dei figli di Vincenzo MAMONE, sia per la figura di Silvio CRISCINO (la moglie di Criscino, Angela MAMONE era sposata precedentemente con un RASO) con la catena di torrefazione automatica, sia con Gino MAMONE e la ECO.GE...
Non lo nomina nessuno, tutti conoscono il suo spessore criminale e tacciono mentre è tornato libero di girovagare e fare quello che vuole. Si tratta di Carmelo GULLACE, pluricondannato della cosca RASO-GULLACE-ALBANESE. Lui opera con i FAZZARI a cui è legato... sua moglie è FAZZARI e poi da quando è tornato libero, gira per curare alcune "relazioni" della società SAMOTER, dicendosi persona "pulita" e scaricando la colpa della vecchia cava dei veleni sul vecchio FAZZARI che intanto, guarda che caso non può più rispondere perché morto e sepolto (con tanto di manifesti funebri sino in Valpolcevera)...