Seconda novità savonese del giorno è che finalmente è scattata l'interdizione per la SCAVO-TER (ora FOTIA GROUP) dei FOTIA. Avevamo indicato alla Procura e Prefettura di Savona, documentando ampiamente e dettagliatamente, che le anomali nelle assegnazioni di lavori alla società dei FOTIA [per rileggere tutta la loro storia, tutto nello speciale]continuavano ed andavano ben oltre la sola "partita" di Vado Ligure e del loro rapporto illecito con il DROCCHI, al centro dell'operazione DUMPER [leggi qui l'ordinanza di custodia cautelare integrale]. Avevamo già avuto rassicurazioni da parte del Prefetto di Savona, prima della sua partenza per il nuovo incarico, ed abbiamo visto che la Procura non aveva fatto cadere nel silenzio la questione, chiedendo formalmente al GIP di adottare la misura interdittiva per la società che vede Donato FOTIA quale "amministratore di diritto", ma il Pietro FOTIA come "amministratore di fatto" (cosa che avevamo denunciato e documentato più volte). Oggi il GIP di Savona ha accolto l'istanza della Procura. A nulla sono valsi i tentativi degli avvocati Tiziana PARENTI e Giovanni RICCO (già legali storici del FAMELI e, il RICCO, coinvolto pienamente nei fatti contestati dalla Procura di Savona a seguito dell'indagine della Squadra Mobile che ne mette in evidenza il ruolo attivo al fianco del boss FAMELI Antonio). Da oggi, quindi, per 9 mesi (salvo nuovi provvedimenti che possono protrarre l'interdizione) la SCAVO-TER (FOTIA GROUP) dei FOTIA non potrà avere rapporti e quindi incarichi di qualsiasi natura con le Pubbliche Amministrazioni.
Se con il provvedimento cautelare ed il sequestro dei beni a carico di FAMELI e della sua ciurma si è dato un duro colpo alle attività di riciclaggio dei PIROMALLI e dellacosca dei GULLACE-RASO-ALBANESE, con il provvedimento interdittivo ai FOTIA si è incrinata pesantemente l'operatività della cosca MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI. Due "casati" 'ndranghetisti finalmente sotto scacco dopo anni di battaglie e denunce. Ora, come abbiamo recentemente ricordato, serve andare a colpire definitivamente la rete dei GULLACE-RASO-ALBANESE e dei PIROMALLI, portando in carcere il Carmelo "Nino" GULLACE, esponente apicale della 'ndrangheta in Liguria e punto di riferimento per tutto il nord-ovest del Paese [per vedere di chi si sta parlando vai allo speciale]. Serve colpire lui ed i suoi sodali, dai fratelli Elio e Francesco, ai nuclei imparentati dei FAZZARI e MAMONE, oltre che quella ampia rete di prestanome... non solo con misure preventive personali, ma anche con i sequestri dei beni e delle reti societarie che hanno costruito, acquisendo posizioni importanti, quando non addirittura monopolistiche, nei settori degli appalti e dei subappalti, oltre che in grandi incarichi extra gare (come le somme urgenze) o da privati.
Passaggio complementare dovrà anche essere - perché altrimenti resterebbe tutto inutile - quello di andare a colpire le reti di professionisti, dei pubblici amministratori (politici e funzionari), così come anche quella nei settori di controllo, che gli 'ndranghetisti hanno saputo costruirsi comprando e corrompendo!
Terza novità è quella che si attende da Torino... dove sono giunte le carte dall'inchiesta della Squadra Mobile di Savona con la Procura savonese in merito al FAMELI. L'intreccio mafia, politica, massoneria, magistratura e forze dell'ordine, rischia di vedere, come ai tempi di Alberto Teardo, Savona come epicentro di un terremoto dalla portata devastante. Noi da tempo abbiamo invitato la Procura di Torino a leggere i nostri articoli ed approfondire quanto in questi indicavano e denunciavamo [per ricostruire il tutto vedi qui, qui e qui]. Per risposta avevamo avuto solo gli articoli, uno dopo l'altro, oscurati per "sequestro preventivo". Ora vorremmo capire cosa intende fare la Procura guidata da Gian Carlo Caselli... anche perché le risposte fornite dal Procuratore Scolastico non sono - per quanto ci riguarda - soddisfacenti. Vorremmo, ad esempio, viste le sue risposte che qualcuno spiegasse, a noi poveri mortali, come mai quando SCOLASTICO era il Procuratore Capo a Savona, il FAMELI entrava ed usciva dal Palazzo di Giustizia, con ciabatte, pantaloncini e canottiera... girando a destra e a manca come se fosse un "grande capo" e nessuno gli disse mai nulla? L'attenzione uno che ha un atteggiamento di questo tipo dovrebbe attirarla, no??? Mai pensato di verificare quelle attività che gestiva, usando prestanome e società estere??? No... finché in Procura a Savona, come procuratore capo, non è arrivato il dott. Granero, né il procuratore SCOLASTICO, né il suo sostituto LANDOLFI, notarono gli illeciti abnormi del FAMELI. Dettagli? Forse... così come dettagli sono che le querele del boss Carmelo "Nino" GULLACE, tutte seguite dall'avv. Giovanni RICCO, ci denunciavano per diffamazione nei confronti del boss ma anche per aver offeso i due magistrati, SCOLASTICO e LANDOLFI [vedi qui]... e forse anche come quella fuga di notizie, conseguente alla Relazione del Procuratore SCOLASTICO alla Commissione Antimafia, sulla delicatissima indagine della DIA su GULLACE [vedi qui]... Attendiamo quindi spiegazioni convincenti!
PS
Nella serata del 15 marzo 2012 pubblicheremo come Casa della Legalità la mappatura dei consensi e dei rapporti spregiudicati e indecenti tra politici, faccendieri e mafiosi nelle province di Genova, Savona e Imperia... state pronti!